Novoli
è una città del Salento situata nella
parte settentrionale della provincia di Lecce, noto
soprattutto per la produzione di vini pregiati e per
uneconomia basata principalmente sul commercio
del tessile, sullattività di alcune industrie,
presenti sul territorio, per la trasformazione dei
vini e per la lavorazione del legno;la città
è inserita,inoltre, nel Parco del Negroamaro.
ETIMOLOGIA
Secondo alcuni studiosi la parola "Novoli"
deriverebbe dal latino Novulum (campo da arare). Pare
che questo nome venisse usato da paesani e forestieri,visto
che il nome esatto del feudo era "S.Maria de
Novis".
IL
PALAZZO BARONALE
Fu edificato agli inizi del XVI secolo dai baroni
Mattei, l'edificio divenne sede di una ricca biblioteca
ad opera di Alessandro Mattei II noto come "grande
umanista e mecenate", il quale ospitò
nel Palazzo Baronale il filosofo e medico di Leverano
Girolamo Marciano che si servì della Biblioteca
del Conte ("ricchissima di tanti libri che non
ha pari nella provincia") per completare la sua
"Descrizione di Terra d'Otranto". Verso
la metà del '600 il palazzo fu ampliato e modificato,
mentre le ultime trasformazioni furono volute dall'ultimo
dei discendenti del Casato Mattei (il pronipote Alessandro
III) che fece costruire nel 1700, una passeggiata
scoperta nel cortile e la fontana opera di Giuseppe
Cino (tutt'ora visibile all'interno del palazzo, al
piano superiore). All'interno del castello, infine,
sono rimasti agli angoli di una sala, alcuni stemmi
di famiglie che hanno soggiornato: Della Torre, Pepoli,
Malvezzi. Il quarto è andato perduto.
TEATRO
COMUNALE
Nella prima metà dell'ottocento Novoli coltivò
grande interesse e passione per il teatro,fu edificato
così il Teatro Comunale che nacque come teatro
popolare.L'edificio fu costruito a ridosso del palazzo
comunale e fu inaugurato nel 1981 dalla compagnia
Almirante. Finiti i lavori il Teatro di Novoli rappresentava
il primo ed unico esempio nel Salento di edificio
ad emiciclo con ordini di due palchi in legno,un palcoscenico
con 4 camerini per gli attori;inoltre aveva pareti
e soffitto riccamente decorati da artisti del tempo.
Dopo anni di abbandono e rovina oggi il teatro è
interessato da profondi lavori di restauro.
CHIESA
SANT'ANTONIO ABATE
La chiesa interamente realizzata in conci di tufo
è formata da una navata centrale lunga 20 metri,
larga circa 8 metri, e da due navate laterali con
tre altari per parte. La facciata della chiesa, preceduta
da una scalinata con annesso piazzale, presenta uno
stile neoclassico scandito da quattro paraste con
capitelli dorici sovrastate da un timpano triangolare
nel mezzo del quale è presente un orologio
. Sul lato sinistro, in posizione arretrata rispetto
alla facciata, infine, vi è l'alto campanile
edificato che riprendere le linee architettoniche
della facciata. L'entrata della chiesa è riparata
da un piccolo tamburo in legno al di sopra del quale
è posto l'organo e la cantoria. Nelle navate
laterali ci sono tre altari per parte, tutti in marmo,
dedicati, quelli sul lato destro del presbiterio,
a S. Luigi, alla Madonna di Pompei e al SS.mo Crocefisso;
quelli sul lato sinistro, ai SS. Medici, a Santa Lucia,
e alla Madonna Addolorata. Queste due navate si prolungano
in due cappelle dedicate a Sant'Antonio abate e al
SS. Sacramento. La navata centrale è ricca
di sei finestroni con vetri policromi martellati,
sostenuti da telai in ferro. Sul transetto risponde
una cupola circolare con otto finestroni nel triburio
e otto finestrini nella lanterna, che danno luce all'edificio.
CHIESA
DI S. ORONZO
Il tempio ha un insolita pianta ottagonale e con una
scritta in latino,sormontata da una croce, sulla porta
d'ingresso ("Hoc sacellum/Salvatori et Maria/...Tiarum
[...]/Dicatum"). Affascinante è la volta
"ad ombrello", che rimanda alla soluzione
adottata sull'abside della Chiesa di S.Croce a Lecce.
Proprio per tali ragioni la chiesa va assegnata probabilmente
alla scuola dell'architetto-scultore leccese Gabriele
Riccardi.
CHIESA
E CONVENTO DEI PADRI PASSIONISTI
La Chiesa "Cuore Immacolato di Maria" si
presenta come uno straordinario gioiello di stile
ed arte gotica, inquadrato soprattutto nella facciata
dominata dal portale sormontato dal regolare timpano,
dalle guglie perfettamente eseguite e dal finestrone
circolare ornato di membrature ed intrecci di archi
polilobati. All'interno si presenta con un'unica navata,
anche se tre arcate per lato danno l'impressione della
presenza di navate laterali occupate da altari (importanti
quelli laterali in marmo policromi originali) e confessionali
(alcuni riprendono li linee architettoniche della
chiesa).
SANT'ANTONIO
ABATE E LA "NOTTE DEL FUOCO"
I festeggiamenti risalgono intorno all'anno mille,in
epoca bizantina. Il culto per i Santi orientali fu
probabilmente importato dai monaci orientali in fuga
dalla lotta iconoclastica. Questo è testimoniato
anche dall'affresco posto nella Chiesa dell' Immacolata,la
più antica,che raffigura la Madonna di Costantinopoli.
Sant'Antonio abate divenne protettore della città
nel 1644 su volontà del popolo che nel frattempo
edificò, con le propie offerte, una nuova chiesa
in onore del santo. I festeggiamenti in onore di Sant'Antonio
abate iniziano il 6 gennaio con una solenne cerimonia
e terminano il 18 gennaio con la cosiddetta"Festa
dei Paesani".Simbolo della festa e di Novoli
è la Focara,un'enorme falò di tralci
di vite che puo raggiungere i 25 metri di altezza,unica
nel suo genere e Italia e forse una delle più
grandi in Europa.La focara viene accesa con un magnifico
spettacolo di fuochi d'artificio la sera del 16 gennaio
dopo la processione per le vie del paese.L'evento
con il passare degli anni ha attratto l'intero Salento
e non solo.L'edizione 2008 è stata trasmessa
in diretta da 5 televisioni regionali tra le quali
Telenorba e da Puglia Channel,inoltre si stima che
gli spettatori presenti a Novoli erano circa 80.000.Intorno
alla focara sono nate decine e decine di iniziative
che rigurdano l'arte,la cultura,l'enogastronomia,presentazioni
di libri e proiezioni video, rassegne di fuochi pirotecnici,
artistiche esposizioni di luminarie;tanto da fare
della " Notte del Fuoco" l' evento clou
dell'inverno salentino. Inoltre durante i tre giorni
di festeggiamenti si tengono numerosi convegni,iniziative
e soprattutto concerti che richiamano l'intero Salento
a Novoli grazie anche ai treni speciali che raggiungono
il paese dall'intero sud d'Italia, immancabili le
centinaia di bancarelle e gli artisti di strada che
si esibiscono nelle piazze attraendo tanta gente.
L'evento è stato seguito anche dalla National
Geographic che ne ha fatto un documentario. La "focara"
rimanda al fuoco, al quale Sant'Antonio abate è
inscindibilmente legato, secondo riti e tradizioni
antichissime. Il 17 gennaio è "il giorno
dei numeri unici novolesi", i giornali umoristici
locali, Le Fasciddre te la focara e Sant'Antonio e
l'Artieri, i quali sono giunti rispettivamente alla
41a e alla 27a edizione e costituiscono le fonti di
importanti informazioni sul culto, sulle tradizioni,
sul folklore e sulla devozione verso il "santo
del fuoco".Il 18 gennaio invece è la cosiddetta
festa te li paesani, giorno in cui i novolesi, liberi
dalla massa di visitatori e pellegrini, si godono
gli ultimi momenti della festa.
L'origine della "focara" è da far
risalire risalire intorno al secolo XV, quando ci
fu una presenza veneziana a Novoli che esercitava
il commercio sulla produzione locale di vino, olio
e bambagia, e gestiva di un centro di allevamento
di cavalli. Di anno in anno i costruttori della "focara"
si impegnano a variarne la forma, dotandola a volte
di un varco centrale, "la galleria", che
poi è attraversata dal Santo in processione.
Nella "focara" novolese convergono antichissimi
comportamenti rituali popolari e sicuramente è
un rimando di arcaici riti propiziatori pagani. Era
consuetudine prendere i tizzoni della focara, che
alimentavano le "bracera" (braciere), e
ancora oggi si raccolgono le ceneri che cengono sparse
per i campi. Di grande importanza sono anche la processione
e la benedizione degli animali,di cui il Santo è
protettore.
SUMMER
FEST - ESTATE NOVOLESE
Si tratta della rassegna che chiude l'estate novolese.
Si svolge tra l'ultima settimana d'agosto e la prima
di settembre e dura circa quindici giorni.L'evento
propone vari appuntamenti che vanno dai tornei sportivi
(pallavolo, calcio, tennis, basket, burraco, danza,
tiro con arco, karate)ai momenti di spettacolo(cabaret,
danza, musica classica e contemporanea) e ai concerti
live sia di band emergenti e sia di rinomati gruppi
musicali.
FESTA
PATRONALE MARIA SS. DEL PANE
E' la festa patronale dell'estate, in programma la
terza domenica di luglio di ogni anno; anche i festeggiamenti
in onore di Maria Ss. del Pane sono patrocinati dalla
Regione Puglia, dalla Provincia di Lecce e dell'Unione
dei Comuni Nord Salento. Si tratta di una festa antica
(nel 2007, infatti, si festeggia il terzo centenario
del miracolo della SS. Madonna del Pane a Novoli)
ed anche molto sentita dai novolesi, legati alla Vergine
del Pane che salvò,secondo la legenda, la comunità
da una grave epidemia nel lontano 1707. Anche in quest'occasione
si prepara un cartellone pieno zeppo di eventi: dallo
spettacolo (cabaret e musical) alla musica live ,
senza dimenticare gli aspetti religiosi, quelli culturali,
quelli folkloristici tipici della tradizione popolare
(allestimenti di artistiche luminarie, raduni di concerti
bandistici, degustazioni di prodotti tipici locali).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Non sono ancora chiare neanche le origini. Il villaggio
sarebbe sorto intorno a tre antichissime chiese (S.Salvatore,S.Giovanni
e S.Maria Madre di Dio) grazie agli abitanti del casale
di Porziano che si trasferirono da una zona paludosa
poco distante, i quali diedero al paese il nome di
S.Maria Nove. Le testimonianze più antiche
sono quelle rinvenute nelle grotte di Cardamone risalenti
all'età del bronzo,tra le quali spicca il menhir
di "Pietragrossa". La
presenza bizantina è testimoniata dall'affresco
che rappresenta la Madonna in trono con il Bambino
con accanto la scritta in greco "Madre di Dio".
Dal 1546 il feudo conobbe un periodo di splendore
sotto la casata dei Mattei,i quali fecero edificare
il palazzo baronale,a pianta quadrata,e numerose chiese
fra le quali ricordiamo la Chiesa di S.Andrea Apostolo,
La Chiesa di Sant'Antonio abate e la Chiesa di S.Salvatore
con la sua tradizionale forma ottagonale. Successivamente
dopo i Mattei il feudo passò sotto il controllo
degli Scandeberg fino al 1806 con l'abolizione della
feudalità. Lo stemma del paese raffigura tre
grappoli d'uva pendenti da un tralcio disposto diagonalmente
su campo bianco;fino all'Unità d'Italia lo
stemma aveva un soggetto completamente diverso: la
Madonna di Costantinopoli con Gesù Bambino
in grembo. La devozione mariana spiegherebbe anche
l'origine del nome del paese, Santa Maria De Novis.