Monopoli
Puglia

Monopoli è una città in provincia di Bari. La città di Monopoli sorge a 9 metri s.l.m. lungo il litorale adriatico a 45 Km a sud di Bari, e si estende su una superficie di 156 km quadrati. Il suo territorio è costituito da una fascia costiera pianeggiante, denominata "marina", che sale velocemente verso le colline murgiane fino a raggiungere un'altitudine massima di 380 metri, nei pressi della cosiddetta "Loggia di Pilato", spettacolare balcone naturale affacciato sulla "marina". La costa, lunga circa 13 km, bassa e frastagliata, con oltre 25 stupende cale ed ampie distese sabbiose e molti tratti di spiaggia libera, è particolarmente adatta alla balneazione e all'esplorazione della vita sottomarina (che comprende molte meravigliose specie animali e vegetali). L'attracco pubblico ed il relativo scivolo a mare è situato nella Cala Batteria, ricadente nel Porto; vi sono inoltre altri attracchi ceduti in concessioni ai cantieri navali e alla Lega Navale Italiana - Sezione di Monopoli. La campagna è costituita da 99 contrade (Monopoli è anche denominata "La città delle cento contrade"), molte delle quali oramai incluse all'interno del centro abitato - ad es. C.da Chianchizza - caratterizzate dalla presenza di antiche masserie fortificate (centri di conduzione di attività agricole), chiese e insediamenti rupestri, trulli, ville patrizie neoclassiche e case coloniche. La coltivazione predominante è costituita da ulivi e mandorli, ma non mancano alberi da frutta e soprattutto ampie coltivazioni di ortaggi. La macchia mediterranea, ancora presente in diverse zone dell'agro, è protetta; di particolare pregio naturalistico è l'oasi faunistica del Monte di San Nicola, con la presenza di preziose specie botaniche. La piana costiera costituisce un paesaggio di estrema suggestione per le antiche masserie che la punteggiano e per la presenza, che tutto pervade, dei nodosi e monumentali alberi secolari di ulivo, piante modellate dal tempo e dal vento, testimonianza vivente della storia di questo territorio. Diverse sono le iniziative, sviluppatesi nel corso degli ultimi anni a tutela di questo eccezionale patrimonio, unico per valore paesaggistico, botanico-vegetazionale, storico-culturale.

TURISMO
La costa, lunga circa 13 km, è bassa e frastagliata, con oltre 25 stupende calette e insenature, ampie distese sabbiose e molti tratti di spiaggia libera, si rende particolarmente adatta alla balneazione e all'esplorazione della vita sottomarina (che comprende molte meravigliose specie animali e vegetali). Vi sono numerose strutture ricettive, spesso dotate del servizio di animazione e molti stabilimenti balneari tra cui si ricordano: S.Stefano (contrada S. Stefano, adiacente all'Abbazia di S. Stefano, Lido Pantano, Lido Sabbia d'Oro, Torre Cintola, Porto Giardino, Porto Ghiacciolo, Torre Egnatia, Le Macchie, Baia del Sol. Molti di questi stabilimenti si trovano nell'ormai rinomata località balneare Capitolo, famosa per la sua frizzante vita notturna, a circa 6 Km dal centro della città. Tra i principali monumenti: il Castello Carlo V (XVI secolo), l'Ospedale Gerosolomitano (fondato nel 1350 dal Sovrano Militare Ordine di Malta come Commenda di San Giovanni di Monopoli, sito nel centro storico in largo San Giovanni con omonima chiesa.), Palazzo Palmieri (sec. XVIII), Palazzo Marinelli con i suoi archi in stile veneziano ma di fattura fascista, la biblioteca comunale "Prospero Rendella" chiusa per restauro sino al prossimo Dicembre 2009, il castello di Santo Stefano, i resti delle Mura di Cinta, Piazza Vittorio Emanuele (XIX secolo), tra le più grandi di Puglia e d'Italia nonché la Villa Comunale appena ristrutturata. Da non dimenticare le numerose cripte e chiese del centro storico, i musei (museo Meo-Evoli, museo diocesano) e le numerose masserie fortificate e ville patrizie nell'agro monopolitano, nonché la famosa Via Barbacane. Di non minor valore artistico risulta essere Piazza XX Settembre, sede del quotidiano mercato ittico ed ortofrutticolo; come ogni piazza o via italiana intitolata al 20 settembre 1870, data della breccia di Porta Pia, conduce al Duomo cittadino. Ma la sua particolarità, che la contraddistingue in tutta la Puglia, è la presenza, in tutta la sua superficie, di sole mattonelle di colore rosso. Nell'agro, in contrada L'Assunta, è stato scoperto un insediamento bizantino, di datazione incerta, ma di sicuro interesse storico-artistico. In contrada Baione sono visibili, a cielo aperto, i resti di una villa patrizia romana utilizzata come villa per i soggiorni estivi sino al XVIII sec. Nelle vicinanze, di notevole interesse turistico: Polignano a Mare con la sua stupenda scogliera; Alberobello capitale dei Trulli e patrimonio dell'Unesco; Castellana Grotte famosa in tutto il mondo per la bellezza delle vicine Grotte; Ostuni detta "La città bianca" per il candore del suo meraviglioso centro storico; Putignano con il caratteristico Carnevale con sfilate di carri allegorici in cartapesta; Fasano con i resti della città messapico-romana di Egnazia e lo zoo-safari e parco divertimenti "Fasanolandia"; altri centri degni di nota per i bellissimi centri storici e le prelibatezze culinarie (Conversano, Locorotondo, Martina Franca, Cisternino).

GASTRONOMIA
La cucina monopolitana ha sempre vissuto una storia a sé stante, data la presenza di boschi rigogliosi e del pescoso Adriatico. Tra i piatti più popolari vanno menzionati:
Le pettole, pallottole di pasta lievitata molto morbida (farina, patata, lievito di birra, acqua e sale) fritte nell'olio bollente. Vengono servite calde, con zucchero o con vino cotto o miele, il 7 dicembre in occasione della Vigilia dell'Immacolata e il 24 dicembre.
Le cartellate, dolci di pasta con miele o vincotto. Anch'essi sono serviti nelle festività natalizie.
I pruciddi, dolci di pasta con miele o vincotto.
I boconotti, dolci di pasta ripieni di marmellata.
I taralli. Anellini fatti con pasta di pane.
Le polpette di pane.
Il polpo in pignata. Zuppa composta dal mollusco lasciato a macerare con cipolla e pomodoro.
La focaccia. Pane particolare con pasta fatta in casa, simile ad una pizza molto spessa e più morbida, che può essere ricoperta di pomodori e olive, oppure farcita con cipolle o rape. Il giorno in cui tutti i monopolitani mangiano focaccia è il giorno della Festa della Madonna della Madia, solitamente condita con mortadella e formaggio.
I panzerotti. Pietanze preparate con la pasta fatta in casa. Si fanno delle pizzette circolari, si riempiono di mozzarella e pomodoro e si chiudono a metà. Poi si friggono in olio bollente.
Le orecchiette con il sugo del fungo del Carrubo.
Le zeppola di San Giuseppe. Dolce tipico del mezzogiorno. Ciambelle fritte o al forno, decorate esternamente con crema, amarena e un po' di cannella. Vengono fatte in occasione della festività di San Giuseppe.

SAGRE
Fiera dell'Annunziata, 25 Marzo
Sagra del panzerotto, ultima domenica di maggio (Contrada Virbo)
Sagra della frittella, ultima domenica di maggio (Parrocchia Regina Pacis)
Sagra del pesce fritto, ultima domenica di giugno (Parrocchia Sacro Cuore)
Sagra del pollo ruspante, primo sabato di luglio (Contrada Cozzana)
Sagra del panzerotto, ultimo sabato di luglio (Contrada Cozzana)
Sagra dello spiedino, prima domenica di agosto (Contrada S. Lucia)
Sagra della bruschetta, secondo sabato di agosto (Contrada Cristo Re)
Sagra del dolce tipico, seconda domenica di agosto (Contrada Cristo Re)
Festa dell'aia, 13 agosto (Contrada Virbo)
Sagra del panino al polpo e alla salsiccia, quarto week-end di agosto (Contrada Losciale)
Sagra della frittella, ultimo week-end di agosto (Contrada Sicarico)
Sagra delle orecchiette, primo sabato di settembre (Contrada Antonelli)
Sagra della frittella, prima domenica di settembre (Contrada Antonelli)
Sagra della frittella, secondo sabato di settembre (Contrada Impalata)
Sagra della porchetta, secondo sabato di settembre (Contrada Cozzana)
Sagra della polpetta, seconda domenica di settembre (Contrada Impalata)
Sagra del panzerotto, terzo week-end di settembre (Contrada San Gerardo)
Sagra delle pettole, terzo sabato di settembre (Contrada Gorgofreddo)
Sagra delle frittelle, terza domenica di settembre (Contrada Gorgofreddo)
Sagra della bruschetta, ultimo sabato di settembre (Contrada Cozzana)
Sagra del panzerotto, primo week-end di ottobre (Contrada Cozzana)
Fiera di Santa Lucia, 13 dicembre
Mercato settimanale, ogni martedì.

MANIFESTAZIONI
1° fine settimana di giugno - Festa in onore dei SS. Medici Cosma e Damiano La festa sebbene non riguardi i santi patroni della città, riveste comunque le connotazioni di una grande festa patronale. Monumentali le luminarie in corso Umberto e in piazza Vittorio Emanuele. Sanciscono la solennità della festa, che trova il suo momento tipico durante la processione in onore dei Santi Medici. Le loro statue, insieme a quella di San Cataldo, vengono seguite dal clero, autorità e fedeli con candele accese in segno di devozione e riconoscenza per i prodigi che ancora oggi compiono i fratelli medici che intercedono verso Dio per guarire i malati.

14 agosto ore 21.00 - Rievocazione del miracoloso approdo della zattera con sopra l'icona della Madonna della Madia. L'appuntamento estivo riprende e completa quello del 16 dicembre (data effettiva della rievocazione del primo approdo) che in estate, oltre al programma religioso, prevede l'allestimento delle luminarie in piazza e l'esibizione di gruppi musicali di musica leggera e di concerti bandistici di musica classica.

16 dicembre ore 5.00 - Sagra a mare, con arrivo al porto di Monopoli della zattera miracolosa della Madonna della Madia

19 marzo ore 22.00 - Sagra di San Giuseppe, falò e sagra della zeppola

primo fine settimana di maggio San Francesco da Paola - processione con la statua del santo

13 giugno ore 11:00 Sant'Antonio da Padova - festa del pane e processione

26 luglio ore 19:00 Sant'Anna - sagra del panzerotto e processione.

ORIGINI
Monopoli (dal greco monos-polis, che significa "città unica", singolare) era un villaggio, probabilmente chiamato Dyria dagli autoctoni peuceti, che, come tanti nella Puglia Peucezia, doveva far da corona a Egnazia, emporium dell'Adriatico. Il suo territorio doveva essere abitato già venticinque secoli prima della nascita di Cristo, come testimoniato da alcuni scavi nel centro storico di carattere messapico. L'etimo di Monopoli, nella sua accezione letterale di "città unica", probabilmente fu coniato dopo il confluire, verso nord, degli abitanti di Egnazia, distrutta da Totila - re dei Goti o, in alternativa, dall'approdo di marinai siracusani stupitisi di aver incontrato solo un porto nel tratto Siponto - Brindisi. Rimase per anni sotto il controllo di Bisanzio, dapprima con Maurizio di Bisanzio in seguito con i suoi successori.

CENNI STORICI
Con Basilio II di Bisanzio risulta essere già porto sicuro tra Bari e Brindisi. Nel settembre del 1042 la città, baronia di Ugo Tutabovi, subì la distruzione per opera di Giorgio Maniace, inviato in Italia meridionale per fronteggiare l’offensiva normanna. La distruzione della città causò la diaspora degli abitanti che si rifugiarono nelle campagne circostanti dando vita al casale rupestre lungo le lame circostanti il centro abitato. Tra i sistemi difensivi costruiti sulla costa, attorno l'anno 1000, rientrava anche il castello di Santo Stefano, fondato nel 1086 da Goffredo il Normanno, Conte di Conversano e figlio di Tancredi di Sicilia. Interessante è la vicenda storica legata all'approdo dell'icona bizantina della Madonna della Madia il 16 dicembre 1117, mentre era vescovo della città Romualdo, in un periodo in cui il tetto della erigenda nuova Cattedrale di Monopoli non poteva essere completato per mancanza di denaro; le insistenti esortazioni del vescovo Romualdo ai cittadini affinché pregassero la Madonna di aiutarli a completare la chiesa scaturirono nel miracoloso approdo dell'Odegitria, che ancora oggi è la protettrice della città, appunto la Madonna della Madia; l'icona giunse a Monopoli all'alba del 16 dicembre 1117, trasportata da una zattera di travi, che costituirono la copertura del tetto della chiesa. In seguito a questo evento miracoloso la nuova Cattedrale, inizialmente dedicata ai santi Maia e Mercurio, fu intitolata alla Madonna della Madia. Durante le Crociate Monopoli fu partenza e arrivo da e per il vicino Oriente, a testimonianza di ciò vi è l’Ospedale Gerosolimitano presente nel centro storico ed un solo documento, del 1292, che attesta la presenza stabile dei Templari in questa città. Pare, infatti, che i quest'ultimi godettero, per molti anni, di una propria domus che ricevette cospicue donazioni e che le consentirono di ingrandirsi notevolmente in tempi brevi. I confini monopolitani erano vastissimi già nel XIV secolo. Raggiungevano i limiti della città di Brindisi in direzione sud, non esistendovi ancora allora centri abbastanza popolosi da intaccarne il predominio. Sotto l'influenza cittadina vi era, ad esempio, il casale di Cisturninum, l'attuale Cisternino, nominato per la prima volta in una bolla del 1180 allorquando il Papa Alessandro III inviò a Stefano, vescovo di Monopoli, una missiva confermando l'appartenenza ecclesiam Santi Nicolai de Cisternino cum Casali suo, ecclesiam S.Maria de Berni cum casali suo. Parimenti, verso l’interno murgiano Monopoli estendeva il suo predominio sino ai confini del principato di Taranto. L’attuale Locorotondo era infatti, nel 1195, parte integrante del feudo del Monastero benedettino di Santo Stefano di Monopoli. Al 1495 il territorio monopolitano si estendeva così dalla antica stazione postale romana, Dertum, a nord della città, fino alle propaggini di Ostuni in direzione sud, includendo l'attuale Locorotondo ad ovest. Con la dominazione straniera, tranne la veneziana, attraverso il proverbiale dividi et impera, Monopoli perderà molta della sua influenza. Le vicissitudini belliche, infatti, costrinsero gruppi di popolazione a trasferirsi verso l'interno. Le nuove popolazioni rivitalizzarono così i nuclei abitati più antichi creandone anche di nuovi. Nel 1378 il territorio monopolitano fu devastato dai bretoni di Giovanni Acuto sostenitore dell'antipapa Clemente VII. Così l'anarchia dei grandi feudatari, la destabilizzazione dei poteri politici e religiosi, le pestilenze e l'anarchia portarono desolazione nelle campagne e l'abbandono dei casali. Nel Febbraio del 1401 Francesco Orsini ottiene in pegno dal re di Napoli Ladislao d'Angiò la città per un prestito di 10 000 ducati; questo periodo di disordine e di confusione politica terminò con la caduta del regime angioino e l'avvento della denominazione aragonese nel 1442. Nel 1484, con l'arrivo dei Veneziani, cominciò per essa un periodo di notevole crescita economica, dovuta in particolar modo allo sviluppo delle attività del suo porto, situato in posizione strategica e considerato unico rifugio sicuro ed attrezzato fra Bari e Brindisi, nonché sbocco di un vasto retroterra, ricco di prodotti richiesti su mercati esteri (olio, mandorle, carrube, vino) e centro importatore di numerose altre merci. Nel 1495 Ferdinando II scacciò da Napoli Carlo VIII, ma dovette cedere a Venezia, in cambio dell’aiuto ricevuto, numerose città marinare della Puglia come Trani, la stessa Monopoli, Brindisi, Otranto e Gallipoli. È del 1530, con il concludersi della dominazione veneziana, il tentativo di trasformare Monopoli in Baronia o Marchesato; tentativo frustrato dalla decisa opposizione del popolo monopolitano che volle riscattarsi, pagando all'Imperatore 51 000 ducati d'oro. Monopoli per la sua importanza strategica ed economica e per ricchezza di territorio, rappresentava una preda appetibile per l'Impero Ottomano. Per queste ragioni l'Università (comune) di Monopoli potenziò il proprio sistema difensivo creando una cinta muraria simile ad una vera e propria fortezza e dislocando sulla costa una serie di torri di avvistamento per far fronte agli attacchi provenienti dal mare. Per proteggere i beni e le vite dei cittadini a prezzo di grossi sacrifici finanziari anche le esigenze di spazio, evidentissime nei periodi di espansione demografica, venivano sacrificate rispetto alle prioritarie necessità di ordine difensivo. Una testimonianza di ciò la fornisce, postuma, nel 1767 Johann Hermann Von Riedesel, viaggiatore tedesco corrispondente del Winckelmann, il quale attirato dalla bellezza della città e dal suo pittoresco porto, si inoltrò tra i vicoli della congestionata Monopoli, ma l'esperienza non positiva lo portò a definire la città nel suo libro Nella Puglia del settecento, come spaventevole per il gran numero di gente che la popolava, quasi diecimila anime. È del 1543 l'intento di Pietro Strozzi, signore di Firenze, di ordire una trama per sorprendere la città di Monopoli con le galee turche: questa venne sventata dal duca di Toscana per mezzo di un infiltrato inseritosi al suo seguito che pronta ne fece comunicazione con il viceré di Napoli don Pietro di Toledo. Ridiventata città libera sotto il governo spagnolo, nel 1545, sempre con pubblico denaro, Monopoli ampliò le sue mura di cinta e nel 1552 fu ingrandito e restaurato l'antico Castello costiero di Enrico IV e Federico II, ad opera del marchese don Ferrante Loffredo su ordine di Carlo V. Monopoli, nel Dicembre del 1528, veniva cinta d'assedio da Alfonso d'Avalos, Marchese di Vasto. Nell'assedio della città crollarono 2 dei 3 campanili dell'erigenda cattedrale. Alla difesa della città presero parte Giulio da Montebello, Riccardo da Pitigliano, Luigi Matafari, Comino Frasina ed Orazio di Carpegna, i quali ponendo un agguato nei pressi di Fasano a Galeotto Fonseca obbligarono le forze del Marchese del Vasto a ritirarsi in una chiesa vicino alla città: costoro si arresero dopo poco e vennero condotti prigionieri a Monopoli nel numero di 270 fanti e 36 cavalli, con 3 capitani di fanti (2 spagnoli ed uno napoletano) e 2 capitani di stradiotti. Nel combattimento furono uccisi fra gli imperiali 40 uomini, contro uno solo veneziano. Nel marzo successivo ancora un assedio alla città di Monopoli, sempre ad opera di Alfonso d’Avalos, con 4 000 fanti spagnoli e 2 000 italiani con 12 pezzi di artiglieria. Alla difesa della città questa volta accorse nuovamente Camillo Orsini, Marchese di Atripalda e di Montefredane. Da Barletta arrivarono via mare, in soccorso, 500 fanti, affinché la città potesse resistere all'assalto del Marchese del Vasto. Camillo Orsini si distinse subito per la sua energica azione lavorando giorno e notte con i soldati e gli abitanti al rafforzamento delle opere difensive. Fece costruire una falsa porta sulle mura e vi fece calare un ponte sul fossato sul quale passano 50/60 uomini. Costoro assalirono le trincee nemiche e vi uccisero molti guastatori e fanti spagnoli di guardia. Fece costruire altre due false porte, dalle quali scendono i fanti veneziani, per condurre numerose scaramucce che terminarono con l'uccisione di diversi avversari. Da Barletta arrivarono dopo 7 giorni, in rinforzo, altri 600 fanti agli ordini di Giovanni Caracciolo: Orsini poté così continuare nei lavori di rafforzamento delle difese cittadine. Gli imperiali, dopo un intenso fuoco di artiglieria (366 colpi), condussero un attacco che provocò loro la perdita di 500/1 000 uomini (di cui un centinaio uccisi nelle trincee con i cosiddetti "fuochi artificiati") e la rottura di 3 cannoni. Orsini chiese, per cui, un aumento della sua condotta e la richiesta venne caldeggiata dalla stessa popolazione. Gli imperiali principiarono così la costruzione di una nuova trincea verso la porta vecchia. Orsini fece edificare a sua volta una trincea per ostacolare i guastatori nemici nell'avvicinamento al fossato. Continuò i suoi attacchi alle postazioni avversarie come quello condotto da Paolo Antonio da Ferrara e da Angelo Santo Corso, che causò nuove perdite alle milizie di d'Avalos. Dopo qualche giorno vi fu una nuova sortita di 100 fanti armati di "trombe di fuoco" dalla parte delle Pignate: un incendio divorò gli appostamenti nemici ed fu vanificato il lavoro di un mese. Gli imperiali, visti inutili i propri sforzi, abbandonarono il terreno e si trasferirono a Conversano. Con il cessare del pericolo, sorsero disordini in città determinati dalla mancanza di rifornimenti e dal cronico ritardo delle paghe. Saccheggiati due magazzini, Orsini fece subito impiccare due uomini rei del fatto. Con il Caracciolo, convocò tutti i capitani ed prese la decisione di rinviare a Barletta gli scontenti; imbarcatosi su una galea per Barletta il con il quale si lamentò del comportamento dei fanti francesi; subito dopo si spostò a Monopoli ed a Trani ad arruolare altri 600 fanti già al soldo dei francesi al fine di assicurare la stabilità alla piazza monopolitana. Nel novembre del 1529 Venezia firmò la pace con Carlo V, consegnando all'Imperatore le città di Monopoli, Barletta e Trani. Nel 1530 Monopoli viene ceduta da Venezia a Carlo V. Nella città entrarono così gli imperiali spagnoli. Tra di essi Diego Borrassa o Borrassà, nobile di Valencia, cui viene affidato il comando della piazza monopolitana. Ridiventata città libera sotto il governo spagnolo, nel 1545, sempre con pubblico denaro, Monopoli ampliò le sue mura di cinta e nel 1552 fu ingrandito e restaurato l'antico Castello costiero di Enrico IV e Federico II, ad opera del marchese don Ferrante Loffredo su ordine di Carlo V. Alla dominazione spagnola che si concluse nel 1713 subentrò quella austriaca che terminò nel 1734, quando i Borboni si insediarono a Napoli per cingere la corona meridionale. Successivamente la città seguì tutte le vicissitudini che interessarono il Regno di Napoli, fino a quando nel 1860 fu annessa al regno d'Italia, seguendo le sorti di tutta la Nazione. Durante la Prima guerra mondiale la Città di Monopoli si estendeva fino ai bordi dell'attuale snodo ferroviario, cioè ben 2 km dalla costa in direzione sud-ovest. Vi furono due bombardamenti da mare nel 1916 che produssero ingenti danni alle arterie di comunicazione municipali facendo registrare anche un morto. Divenuta parte integrante del regime fascista, durante il secondo conflitto bellico, Monopoli vide la presenza, nei quartieri della città, delle milizie naziste tedesche. Avevano il controllo della stazione, del IV Deposito Carburante dell'allora Regio Esercito Italiano, nonché del porto ma non delle principali vie d'accesso al centro urbano, a causa del loro esiguo numero. In seguito ai fatti dell'8 Settembre del '43 i tedeschi si diedero alla fuga mentre su Monopoli, sino a quel giorno, erano imperversati i bombardamenti aerei delle truppe alleate provocando distruzioni e morti. Ottenuto lo status di cobelligerante, il Regio Esercito Italiano riottenne il controllo della città sotto l'egida del Comando di guerra inglese per il sud Italia. Il comando alleato in Monopoli fu sede, nel 1944, del corso di Sabotaggio per il Servizio Operativo Organizzato dalla Special Force N° 1. La popolazione monopolitana non fraternizzò mai a pieno titolo con il comando e con le truppe inglesi presenti in Città: poco prima dell'abbandono del Comune da parte del comando inglese, nel Palazzo di Città, fu indetto un gran ballo riparatore tra i militari d'oltremanica e la parte più ricca della città di Monopoli. Data la presenza in città, nei giorni a ridosso dell'armistizio, di residui delle truppe tedesche, il trasferimento della Capitale del Regno d'Italia non fu trasferita a Monopoli. Il marconista presente sulla nave che conduceva lungo la costa adriatica la reggenza fuggente provò a contattare i porti di Barletta, Molfetta, Bari, Mola di Bari e Monopoli stesso, ma la risposta ricevuta fu che tutti erano in mano alle truppe tedesche; l'attracco fu così effettuato nel porto di Brindisi con la nomina della stessa a capitale pro tempore. A seguito del secondo conflitto la città di Monopoli seguirà le sorti del resto dello Stato, divenendo enclave democristiana prima e in seguito segno tangibile della regola dell'alternanza politica. Si suppone che la municipalità di Monopoli raggiunga entro Dicembre 2007 il numero di 50 000 abitanti residenti.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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CONSERVATORIO DI MUSICA NINO ROTA - MONOPOLI - BA
Edizioni VivereIn della P.U.J.V. PUJV - MONOPOLI (BA)
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BARI