Monopoli
è una città in provincia di Bari. La
città di Monopoli sorge a 9 metri s.l.m. lungo
il litorale adriatico a 45 Km a sud di Bari, e si
estende su una superficie di 156 km quadrati. Il suo
territorio è costituito da una fascia costiera
pianeggiante, denominata "marina", che sale
velocemente verso le colline murgiane fino a raggiungere
un'altitudine massima di 380 metri, nei pressi della
cosiddetta "Loggia di Pilato", spettacolare
balcone naturale affacciato sulla "marina".
La costa, lunga circa 13 km, bassa e frastagliata,
con oltre 25 stupende cale ed ampie distese sabbiose
e molti tratti di spiaggia libera, è particolarmente
adatta alla balneazione e all'esplorazione della vita
sottomarina (che comprende molte meravigliose specie
animali e vegetali). L'attracco pubblico ed il relativo
scivolo a mare è situato nella Cala Batteria,
ricadente nel Porto; vi sono inoltre altri attracchi
ceduti in concessioni ai cantieri navali e alla Lega
Navale Italiana - Sezione di Monopoli. La campagna
è costituita da 99 contrade (Monopoli è
anche denominata "La città delle cento
contrade"), molte delle quali oramai incluse
all'interno del centro abitato - ad es. C.da Chianchizza
- caratterizzate dalla presenza di antiche masserie
fortificate (centri di conduzione di attività
agricole), chiese e insediamenti rupestri, trulli,
ville patrizie neoclassiche e case coloniche. La coltivazione
predominante è costituita da ulivi e mandorli,
ma non mancano alberi da frutta e soprattutto ampie
coltivazioni di ortaggi. La macchia mediterranea,
ancora presente in diverse zone dell'agro, è
protetta; di particolare pregio naturalistico è
l'oasi faunistica del Monte di San Nicola, con la
presenza di preziose specie botaniche. La piana costiera
costituisce un paesaggio di estrema suggestione per
le antiche masserie che la punteggiano e per la presenza,
che tutto pervade, dei nodosi e monumentali alberi
secolari di ulivo, piante modellate dal tempo e dal
vento, testimonianza vivente della storia di questo
territorio. Diverse sono le iniziative, sviluppatesi
nel corso degli ultimi anni a tutela di questo eccezionale
patrimonio, unico per valore paesaggistico, botanico-vegetazionale,
storico-culturale.
TURISMO
La costa, lunga circa 13 km, è bassa e frastagliata,
con oltre 25 stupende calette e insenature, ampie
distese sabbiose e molti tratti di spiaggia libera,
si rende particolarmente adatta alla balneazione e
all'esplorazione della vita sottomarina (che comprende
molte meravigliose specie animali e vegetali). Vi
sono numerose strutture ricettive, spesso dotate del
servizio di animazione e molti stabilimenti balneari
tra cui si ricordano: S.Stefano (contrada S. Stefano,
adiacente all'Abbazia di S. Stefano, Lido Pantano,
Lido Sabbia d'Oro, Torre Cintola, Porto Giardino,
Porto Ghiacciolo, Torre Egnatia, Le Macchie, Baia
del Sol. Molti di questi stabilimenti si trovano nell'ormai
rinomata località balneare Capitolo, famosa
per la sua frizzante vita notturna, a circa 6 Km dal
centro della città. Tra i principali monumenti:
il Castello Carlo V (XVI secolo), l'Ospedale Gerosolomitano
(fondato nel 1350 dal Sovrano Militare Ordine di Malta
come Commenda di San Giovanni di Monopoli, sito nel
centro storico in largo San Giovanni con omonima chiesa.),
Palazzo Palmieri (sec. XVIII), Palazzo Marinelli con
i suoi archi in stile veneziano ma di fattura fascista,
la biblioteca comunale "Prospero Rendella"
chiusa per restauro sino al prossimo Dicembre 2009,
il castello di Santo Stefano, i resti delle Mura di
Cinta, Piazza Vittorio Emanuele (XIX secolo), tra
le più grandi di Puglia e d'Italia nonché
la Villa Comunale appena ristrutturata. Da non dimenticare
le numerose cripte e chiese del centro storico, i
musei (museo Meo-Evoli, museo diocesano) e le numerose
masserie fortificate e ville patrizie nell'agro monopolitano,
nonché la famosa Via Barbacane. Di non minor
valore artistico risulta essere Piazza XX Settembre,
sede del quotidiano mercato ittico ed ortofrutticolo;
come ogni piazza o via italiana intitolata al 20 settembre
1870, data della breccia di Porta Pia, conduce al
Duomo cittadino. Ma la sua particolarità, che
la contraddistingue in tutta la Puglia, è la
presenza, in tutta la sua superficie, di sole mattonelle
di colore rosso. Nell'agro, in contrada L'Assunta,
è stato scoperto un insediamento bizantino,
di datazione incerta, ma di sicuro interesse storico-artistico.
In contrada Baione sono visibili, a cielo aperto,
i resti di una villa patrizia romana utilizzata come
villa per i soggiorni estivi sino al XVIII sec. Nelle
vicinanze, di notevole interesse turistico: Polignano
a Mare con la sua stupenda scogliera; Alberobello
capitale dei Trulli e patrimonio dell'Unesco; Castellana
Grotte famosa in tutto il mondo per la bellezza delle
vicine Grotte; Ostuni detta "La città
bianca" per il candore del suo meraviglioso centro
storico; Putignano con il caratteristico Carnevale
con sfilate di carri allegorici in cartapesta; Fasano
con i resti della città messapico-romana di
Egnazia e lo zoo-safari e parco divertimenti "Fasanolandia";
altri centri degni di nota per i bellissimi centri
storici e le prelibatezze culinarie (Conversano, Locorotondo,
Martina Franca, Cisternino).
GASTRONOMIA
La cucina monopolitana ha sempre vissuto una storia
a sé stante, data la presenza di boschi rigogliosi
e del pescoso Adriatico. Tra i piatti più popolari
vanno menzionati:
Le pettole, pallottole di pasta lievitata molto morbida
(farina, patata, lievito di birra, acqua e sale) fritte
nell'olio bollente. Vengono servite calde, con zucchero
o con vino cotto o miele, il 7 dicembre in occasione
della Vigilia dell'Immacolata e il 24 dicembre.
Le cartellate, dolci di pasta con miele o vincotto.
Anch'essi sono serviti nelle festività natalizie.
I pruciddi, dolci di pasta con miele o vincotto.
I boconotti, dolci di pasta ripieni di marmellata.
I taralli. Anellini fatti con pasta di pane.
Le polpette di pane.
Il polpo in pignata. Zuppa composta dal mollusco lasciato
a macerare con cipolla e pomodoro.
La focaccia. Pane particolare con pasta fatta in casa,
simile ad una pizza molto spessa e più morbida,
che può essere ricoperta di pomodori e olive,
oppure farcita con cipolle o rape. Il giorno in cui
tutti i monopolitani mangiano focaccia è il
giorno della Festa della Madonna della Madia, solitamente
condita con mortadella e formaggio.
I panzerotti. Pietanze preparate con la pasta fatta
in casa. Si fanno delle pizzette circolari, si riempiono
di mozzarella e pomodoro e si chiudono a metà.
Poi si friggono in olio bollente.
Le orecchiette con il sugo del fungo del Carrubo.
Le zeppola di San Giuseppe. Dolce tipico del mezzogiorno.
Ciambelle fritte o al forno, decorate esternamente
con crema, amarena e un po' di cannella. Vengono fatte
in occasione della festività di San Giuseppe.
SAGRE
Fiera dell'Annunziata, 25 Marzo
Sagra del panzerotto, ultima domenica di maggio (Contrada
Virbo)
Sagra della frittella, ultima domenica di maggio (Parrocchia
Regina Pacis)
Sagra del pesce fritto, ultima domenica di giugno
(Parrocchia Sacro Cuore)
Sagra del pollo ruspante, primo sabato di luglio (Contrada
Cozzana)
Sagra del panzerotto, ultimo sabato di luglio (Contrada
Cozzana)
Sagra dello spiedino, prima domenica di agosto (Contrada
S. Lucia)
Sagra della bruschetta, secondo sabato di agosto (Contrada
Cristo Re)
Sagra del dolce tipico, seconda domenica di agosto
(Contrada Cristo Re)
Festa dell'aia, 13 agosto (Contrada Virbo)
Sagra del panino al polpo e alla salsiccia, quarto
week-end di agosto (Contrada Losciale)
Sagra della frittella, ultimo week-end di agosto (Contrada
Sicarico)
Sagra delle orecchiette, primo sabato di settembre
(Contrada Antonelli)
Sagra della frittella, prima domenica di settembre
(Contrada Antonelli)
Sagra della frittella, secondo sabato di settembre
(Contrada Impalata)
Sagra della porchetta, secondo sabato di settembre
(Contrada Cozzana)
Sagra della polpetta, seconda domenica di settembre
(Contrada Impalata)
Sagra del panzerotto, terzo week-end di settembre
(Contrada San Gerardo)
Sagra delle pettole, terzo sabato di settembre (Contrada
Gorgofreddo)
Sagra delle frittelle, terza domenica di settembre
(Contrada Gorgofreddo)
Sagra della bruschetta, ultimo sabato di settembre
(Contrada Cozzana)
Sagra del panzerotto, primo week-end di ottobre (Contrada
Cozzana)
Fiera di Santa Lucia, 13 dicembre
Mercato settimanale, ogni martedì.
MANIFESTAZIONI
1° fine settimana di giugno - Festa in onore dei
SS. Medici Cosma e Damiano La festa sebbene non riguardi
i santi patroni della città, riveste comunque
le connotazioni di una grande festa patronale. Monumentali
le luminarie in corso Umberto e in piazza Vittorio
Emanuele. Sanciscono la solennità della festa,
che trova il suo momento tipico durante la processione
in onore dei Santi Medici. Le loro statue, insieme
a quella di San Cataldo, vengono seguite dal clero,
autorità e fedeli con candele accese in segno
di devozione e riconoscenza per i prodigi che ancora
oggi compiono i fratelli medici che intercedono verso
Dio per guarire i malati.
14
agosto ore 21.00 - Rievocazione del miracoloso approdo
della zattera con sopra l'icona della Madonna della
Madia. L'appuntamento estivo riprende e completa quello
del 16 dicembre (data effettiva della rievocazione
del primo approdo) che in estate, oltre al programma
religioso, prevede l'allestimento delle luminarie
in piazza e l'esibizione di gruppi musicali di musica
leggera e di concerti bandistici di musica classica.
16
dicembre ore 5.00 - Sagra a mare, con arrivo al porto
di Monopoli della zattera miracolosa della Madonna
della Madia
19
marzo ore 22.00 - Sagra di San Giuseppe, falò
e sagra della zeppola
primo
fine settimana di maggio San Francesco da Paola -
processione con la statua del santo
13
giugno ore 11:00 Sant'Antonio da Padova - festa del
pane e processione
26
luglio ore 19:00 Sant'Anna - sagra del panzerotto
e processione.
ORIGINI
Monopoli (dal greco monos-polis, che significa "città
unica", singolare) era un villaggio, probabilmente
chiamato Dyria dagli autoctoni peuceti, che, come
tanti nella Puglia Peucezia, doveva far da corona
a Egnazia, emporium dell'Adriatico. Il suo territorio
doveva essere abitato già venticinque secoli
prima della nascita di Cristo, come testimoniato da
alcuni scavi nel centro storico di carattere messapico.
L'etimo di Monopoli, nella sua accezione letterale
di "città unica", probabilmente fu
coniato dopo il confluire, verso nord, degli abitanti
di Egnazia, distrutta da Totila - re dei Goti o, in
alternativa, dall'approdo di marinai siracusani stupitisi
di aver incontrato solo un porto nel tratto Siponto
- Brindisi. Rimase per anni sotto il controllo di
Bisanzio, dapprima con Maurizio di Bisanzio in seguito
con i suoi successori.
CENNI
STORICI
Con Basilio II di Bisanzio risulta essere già
porto sicuro tra Bari e Brindisi. Nel settembre del
1042 la città, baronia di Ugo Tutabovi, subì
la distruzione per opera di Giorgio Maniace, inviato
in Italia meridionale per fronteggiare loffensiva
normanna. La distruzione della città causò
la diaspora degli abitanti che si rifugiarono nelle
campagne circostanti dando vita al casale rupestre
lungo le lame circostanti il centro abitato. Tra i
sistemi difensivi costruiti sulla costa, attorno l'anno
1000, rientrava anche il castello di Santo Stefano,
fondato nel 1086 da Goffredo il Normanno, Conte di
Conversano e figlio di Tancredi di Sicilia. Interessante
è la vicenda storica legata all'approdo dell'icona
bizantina della Madonna della Madia il 16 dicembre
1117, mentre era vescovo della città Romualdo,
in un periodo in cui il tetto della erigenda nuova
Cattedrale di Monopoli non poteva essere completato
per mancanza di denaro; le insistenti esortazioni
del vescovo Romualdo ai cittadini affinché
pregassero la Madonna di aiutarli a completare la
chiesa scaturirono nel miracoloso approdo dell'Odegitria,
che ancora oggi è la protettrice della città,
appunto la Madonna della Madia; l'icona giunse a Monopoli
all'alba del 16 dicembre 1117, trasportata da una
zattera di travi, che costituirono la copertura del
tetto della chiesa. In seguito a questo evento miracoloso
la nuova Cattedrale, inizialmente dedicata ai santi
Maia e Mercurio, fu intitolata alla Madonna della
Madia. Durante le Crociate Monopoli fu partenza e
arrivo da e per il vicino Oriente, a testimonianza
di ciò vi è lOspedale Gerosolimitano
presente nel centro storico ed un solo documento,
del 1292, che attesta la presenza stabile dei Templari
in questa città. Pare, infatti, che i quest'ultimi
godettero, per molti anni, di una propria domus che
ricevette cospicue donazioni e che le consentirono
di ingrandirsi notevolmente in tempi brevi. I confini
monopolitani erano vastissimi già nel XIV secolo.
Raggiungevano i limiti della città di Brindisi
in direzione sud, non esistendovi ancora allora centri
abbastanza popolosi da intaccarne il predominio. Sotto
l'influenza cittadina vi era, ad esempio, il casale
di Cisturninum, l'attuale Cisternino, nominato per
la prima volta in una bolla del 1180 allorquando il
Papa Alessandro III inviò a Stefano, vescovo
di Monopoli, una missiva confermando l'appartenenza
ecclesiam Santi Nicolai de Cisternino cum Casali suo,
ecclesiam S.Maria de Berni cum casali suo. Parimenti,
verso linterno murgiano Monopoli estendeva il
suo predominio sino ai confini del principato di Taranto.
Lattuale Locorotondo era infatti, nel 1195,
parte integrante del feudo del Monastero benedettino
di Santo Stefano di Monopoli. Al 1495 il territorio
monopolitano si estendeva così dalla antica
stazione postale romana, Dertum, a nord della città,
fino alle propaggini di Ostuni in direzione sud, includendo
l'attuale Locorotondo ad ovest. Con la dominazione
straniera, tranne la veneziana, attraverso il proverbiale
dividi et impera, Monopoli perderà molta della
sua influenza. Le vicissitudini belliche, infatti,
costrinsero gruppi di popolazione a trasferirsi verso
l'interno. Le nuove popolazioni rivitalizzarono così
i nuclei abitati più antichi creandone anche
di nuovi. Nel 1378 il territorio monopolitano fu devastato
dai bretoni di Giovanni Acuto sostenitore dell'antipapa
Clemente VII. Così l'anarchia dei grandi feudatari,
la destabilizzazione dei poteri politici e religiosi,
le pestilenze e l'anarchia portarono desolazione nelle
campagne e l'abbandono dei casali. Nel Febbraio del
1401 Francesco Orsini ottiene in pegno dal re di Napoli
Ladislao d'Angiò la città per un prestito
di 10 000 ducati; questo periodo di disordine e di
confusione politica terminò con la caduta del
regime angioino e l'avvento della denominazione aragonese
nel 1442. Nel 1484, con l'arrivo dei Veneziani, cominciò
per essa un periodo di notevole crescita economica,
dovuta in particolar modo allo sviluppo delle attività
del suo porto, situato in posizione strategica e considerato
unico rifugio sicuro ed attrezzato fra Bari e Brindisi,
nonché sbocco di un vasto retroterra, ricco
di prodotti richiesti su mercati esteri (olio, mandorle,
carrube, vino) e centro importatore di numerose altre
merci. Nel 1495 Ferdinando II scacciò da Napoli
Carlo VIII, ma dovette cedere a Venezia, in cambio
dellaiuto ricevuto, numerose città marinare
della Puglia come Trani, la stessa Monopoli, Brindisi,
Otranto e Gallipoli. È del 1530, con il concludersi
della dominazione veneziana, il tentativo di trasformare
Monopoli in Baronia o Marchesato; tentativo frustrato
dalla decisa opposizione del popolo monopolitano che
volle riscattarsi, pagando all'Imperatore 51 000 ducati
d'oro. Monopoli per la sua importanza strategica ed
economica e per ricchezza di territorio, rappresentava
una preda appetibile per l'Impero Ottomano. Per queste
ragioni l'Università (comune) di Monopoli potenziò
il proprio sistema difensivo creando una cinta muraria
simile ad una vera e propria fortezza e dislocando
sulla costa una serie di torri di avvistamento per
far fronte agli attacchi provenienti dal mare. Per
proteggere i beni e le vite dei cittadini a prezzo
di grossi sacrifici finanziari anche le esigenze di
spazio, evidentissime nei periodi di espansione demografica,
venivano sacrificate rispetto alle prioritarie necessità
di ordine difensivo. Una testimonianza di ciò
la fornisce, postuma, nel 1767 Johann Hermann Von
Riedesel, viaggiatore tedesco corrispondente del Winckelmann,
il quale attirato dalla bellezza della città
e dal suo pittoresco porto, si inoltrò tra
i vicoli della congestionata Monopoli, ma l'esperienza
non positiva lo portò a definire la città
nel suo libro Nella Puglia del settecento, come spaventevole
per il gran numero di gente che la popolava, quasi
diecimila anime. È del 1543 l'intento di Pietro
Strozzi, signore di Firenze, di ordire una trama per
sorprendere la città di Monopoli con le galee
turche: questa venne sventata dal duca di Toscana
per mezzo di un infiltrato inseritosi al suo seguito
che pronta ne fece comunicazione con il viceré
di Napoli don Pietro di Toledo. Ridiventata città
libera sotto il governo spagnolo, nel 1545, sempre
con pubblico denaro, Monopoli ampliò le sue
mura di cinta e nel 1552 fu ingrandito e restaurato
l'antico Castello costiero di Enrico IV e Federico
II, ad opera del marchese don Ferrante Loffredo su
ordine di Carlo V. Monopoli, nel Dicembre del 1528,
veniva cinta d'assedio da Alfonso d'Avalos, Marchese
di Vasto. Nell'assedio della città crollarono
2 dei 3 campanili dell'erigenda cattedrale. Alla difesa
della città presero parte Giulio da Montebello,
Riccardo da Pitigliano, Luigi Matafari, Comino Frasina
ed Orazio di Carpegna, i quali ponendo un agguato
nei pressi di Fasano a Galeotto Fonseca obbligarono
le forze del Marchese del Vasto a ritirarsi in una
chiesa vicino alla città: costoro si arresero
dopo poco e vennero condotti prigionieri a Monopoli
nel numero di 270 fanti e 36 cavalli, con 3 capitani
di fanti (2 spagnoli ed uno napoletano) e 2 capitani
di stradiotti. Nel combattimento furono uccisi fra
gli imperiali 40 uomini, contro uno solo veneziano.
Nel marzo successivo ancora un assedio alla città
di Monopoli, sempre ad opera di Alfonso dAvalos,
con 4 000 fanti spagnoli e 2 000 italiani con 12 pezzi
di artiglieria. Alla difesa della città questa
volta accorse nuovamente Camillo Orsini, Marchese
di Atripalda e di Montefredane. Da Barletta arrivarono
via mare, in soccorso, 500 fanti, affinché
la città potesse resistere all'assalto del
Marchese del Vasto. Camillo Orsini si distinse subito
per la sua energica azione lavorando giorno e notte
con i soldati e gli abitanti al rafforzamento delle
opere difensive. Fece costruire una falsa porta sulle
mura e vi fece calare un ponte sul fossato sul quale
passano 50/60 uomini. Costoro assalirono le trincee
nemiche e vi uccisero molti guastatori e fanti spagnoli
di guardia. Fece costruire altre due false porte,
dalle quali scendono i fanti veneziani, per condurre
numerose scaramucce che terminarono con l'uccisione
di diversi avversari. Da Barletta arrivarono dopo
7 giorni, in rinforzo, altri 600 fanti agli ordini
di Giovanni Caracciolo: Orsini poté così
continuare nei lavori di rafforzamento delle difese
cittadine. Gli imperiali, dopo un intenso fuoco di
artiglieria (366 colpi), condussero un attacco che
provocò loro la perdita di 500/1 000 uomini
(di cui un centinaio uccisi nelle trincee con i cosiddetti
"fuochi artificiati") e la rottura di 3
cannoni. Orsini chiese, per cui, un aumento della
sua condotta e la richiesta venne caldeggiata dalla
stessa popolazione. Gli imperiali principiarono così
la costruzione di una nuova trincea verso la porta
vecchia. Orsini fece edificare a sua volta una trincea
per ostacolare i guastatori nemici nell'avvicinamento
al fossato. Continuò i suoi attacchi alle postazioni
avversarie come quello condotto da Paolo Antonio da
Ferrara e da Angelo Santo Corso, che causò
nuove perdite alle milizie di d'Avalos. Dopo qualche
giorno vi fu una nuova sortita di 100 fanti armati
di "trombe di fuoco" dalla parte delle Pignate:
un incendio divorò gli appostamenti nemici
ed fu vanificato il lavoro di un mese. Gli imperiali,
visti inutili i propri sforzi, abbandonarono il terreno
e si trasferirono a Conversano. Con il cessare del
pericolo, sorsero disordini in città determinati
dalla mancanza di rifornimenti e dal cronico ritardo
delle paghe. Saccheggiati due magazzini, Orsini fece
subito impiccare due uomini rei del fatto. Con il
Caracciolo, convocò tutti i capitani ed prese
la decisione di rinviare a Barletta gli scontenti;
imbarcatosi su una galea per Barletta il con il quale
si lamentò del comportamento dei fanti francesi;
subito dopo si spostò a Monopoli ed a Trani
ad arruolare altri 600 fanti già al soldo dei
francesi al fine di assicurare la stabilità
alla piazza monopolitana. Nel novembre del 1529 Venezia
firmò la pace con Carlo V, consegnando all'Imperatore
le città di Monopoli, Barletta e Trani. Nel
1530 Monopoli viene ceduta da Venezia a Carlo V. Nella
città entrarono così gli imperiali spagnoli.
Tra di essi Diego Borrassa o Borrassà, nobile
di Valencia, cui viene affidato il comando della piazza
monopolitana. Ridiventata città libera sotto
il governo spagnolo, nel 1545, sempre con pubblico
denaro, Monopoli ampliò le sue mura di cinta
e nel 1552 fu ingrandito e restaurato l'antico Castello
costiero di Enrico IV e Federico II, ad opera del
marchese don Ferrante Loffredo su ordine di Carlo
V. Alla dominazione spagnola che si concluse nel 1713
subentrò quella austriaca che terminò
nel 1734, quando i Borboni si insediarono a Napoli
per cingere la corona meridionale. Successivamente
la città seguì tutte le vicissitudini
che interessarono il Regno di Napoli, fino a quando
nel 1860 fu annessa al regno d'Italia, seguendo le
sorti di tutta la Nazione. Durante la Prima guerra
mondiale la Città di Monopoli si estendeva
fino ai bordi dell'attuale snodo ferroviario, cioè
ben 2 km dalla costa in direzione sud-ovest. Vi furono
due bombardamenti da mare nel 1916 che produssero
ingenti danni alle arterie di comunicazione municipali
facendo registrare anche un morto. Divenuta parte
integrante del regime fascista, durante il secondo
conflitto bellico, Monopoli vide la presenza, nei
quartieri della città, delle milizie naziste
tedesche. Avevano il controllo della stazione, del
IV Deposito Carburante dell'allora Regio Esercito
Italiano, nonché del porto ma non delle principali
vie d'accesso al centro urbano, a causa del loro esiguo
numero. In seguito ai fatti dell'8 Settembre del '43
i tedeschi si diedero alla fuga mentre su Monopoli,
sino a quel giorno, erano imperversati i bombardamenti
aerei delle truppe alleate provocando distruzioni
e morti. Ottenuto lo status di cobelligerante, il
Regio Esercito Italiano riottenne il controllo della
città sotto l'egida del Comando di guerra inglese
per il sud Italia. Il comando alleato in Monopoli
fu sede, nel 1944, del corso di Sabotaggio per il
Servizio Operativo Organizzato dalla Special Force
N° 1. La popolazione monopolitana non fraternizzò
mai a pieno titolo con il comando e con le truppe
inglesi presenti in Città: poco prima dell'abbandono
del Comune da parte del comando inglese, nel Palazzo
di Città, fu indetto un gran ballo riparatore
tra i militari d'oltremanica e la parte più
ricca della città di Monopoli. Data la presenza
in città, nei giorni a ridosso dell'armistizio,
di residui delle truppe tedesche, il trasferimento
della Capitale del Regno d'Italia non fu trasferita
a Monopoli. Il marconista presente sulla nave che
conduceva lungo la costa adriatica la reggenza fuggente
provò a contattare i porti di Barletta, Molfetta,
Bari, Mola di Bari e Monopoli stesso, ma la risposta
ricevuta fu che tutti erano in mano alle truppe tedesche;
l'attracco fu così effettuato nel porto di
Brindisi con la nomina della stessa a capitale pro
tempore. A seguito del secondo conflitto la città
di Monopoli seguirà le sorti del resto dello
Stato, divenendo enclave democristiana prima e in
seguito segno tangibile della regola dell'alternanza
politica. Si suppone che la municipalità di
Monopoli raggiunga entro Dicembre 2007 il numero di
50 000 abitanti residenti.