Modugno
è un comune della provincia di Bari, che sorge
ai margini sudoccidentali del capoluogo. A vocazione
agricola fino agli anni Sessanta, con la costruzione
della zona industriale di Bari nella zona nord del
territorio modugnese, ha conosciuto un rapido sviluppo
economico e demografico. Importante centro agricolo,
industriale e commerciale, la città mantiene
viva la lunga tradizione d'artigianato. Modugno è
situata nell'immediato entroterra barese, nel territorio
detto anche conca di Bari. La città sorge pochi
chilometri a sud-ovest del capoluogo pugliese. Il
suo territorio è prevalentemente pianeggiante
ma caratterizzato da una continua e leggera pendenza
in ascesa verso la Murgia. Molto interessante è
il fenomeno carsico delle lame.
ETIMOLOGIA
Il primo documento dove si trova il nome di Modugno
risale al maggio 1021. Si tratta di un contratto con
il quale un tale Traccoguda "de loco Medunio"
dava in prestito otto soldi a Giovanni e Mele di Bitetto,
ricevendo in pegno una vigna che si trovava "in
ipso loco Medunio". L'ipotesi maggiormente accreditata
sull'origine del nome "Modugno" è
quella che lo farebbe derivare da "Medunium",
ovvero "in medio", a metà strada
tra Bari e Bitonto. Nella centuriazione (divisione
dell'agro) romana, il primo nucleo di Modugno doveva,
infatti, trovarsi al confine tra l' ager bitontinus
e l' ager varinus. Un'altra ipotesi sull'etimologia
del termine Modugno, è legata al nome della
piccola altura dove sorse il primo borgo modugnese:
la motta. In questo caso "Metu-genus" o
"Mottu-genus" significherebbe "sorto
sulla motta". Esiste ancora un'altra ipotesi,
ma ritenuta poco affidabile, secondo la quale il nome
di Modugno deriverebbe dalla città greca di
Medon o da quella di Modon: i colonizzatori greci
usavano dare il nome delle proprie città di
origine alle nuove colonie. Ma ciò presupporrebbe
che l'origine di Modugno sia di molto precedente a
quella che si ritiene comunemente.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Modugno ha una storia che risale a tempi remoti, in
quanto il territorio comunale è stato abitato
sin dalla Preistoria. La città, fondata probabilmente
nellAlto Medioevo, in periodo bizantino, subì
le dominazioni normanna e sveva sotto le quali il
Sud Italia conobbe un periodo di sviluppo. Modugno
faceva parte del feudo concesso agli arcivescovi di
Bari. Venne parzialmente distrutta e poi ricostruita
nel periodo angioino. Nella seconda metà del
XIV secolo era un feudo sotto i re aragonesi i quali
concessero la città di Modugno, con Palo del
Colle e Bari, agli Sforza. Durante il periodo in cui
era ducato sforzesco (e in particolar modo durante
il governo di Isabella d'Aragona e Bona Sforza), Modugno
visse uno dei periodi di suo massimo splendore. Dopo
di che si ebbe una rapida decadenza dovuta alla dominazione
spagnola durante la quale, tuttavia, la città
seppe dimostrare il proprio orgoglio affrancandosi
dal giogo feudale tramite il pagamento di un riscatto.
La situazione di crisi continuò anche durante
le successive dominazioni austriaca e spagnola. La
Rivoluzione Francese fece sentire i propri effetti
anche nel Sud Italia e Modugno venne assediata da
unorda di sanfedisti. Per un decennio, si instaurò
un governo filonapoleonico, dopo di che venne restaurato
il regno borbonico che rimase in piedi sino allUnità
d'Italia del 1861 (anche se Modugno, con tutto il
Regno delle Due Sicilie, fu unita al Regno di Sardegna
fin dalla Spedizione dei Mille del 1860. Nel XIII
secolo, sotto la dominazione angioina, è possibile
ricavare dai documenti dell'epoca un'indicazione sulla
popolazione modugnese. In un dato del 1276 Modugno
è registrata per un'oncia corrispondente a
quattro fuochi (nuclei familiari). Pure aggiungendo
le autorità civili, militari ed ecclesiastiche,
non incluse in questo censimento effettuato ai soli
fini fiscali (per l'imposizione del c.d. focatico),
è facile notare come all'epoca la popolazione
modugnese fosse piuttosto esigua. Durante il periodo
del ducato di Bona Sforza, Modugno visse un periodo
particolarmente fiorente che si accompagnò
ad una forte crescita demografica. Nel 1595 la popolazione
superò i 1400 fuochi e nella città fecero
il loro ingresso nuove famiglie che avrebbero ricoperto
ruoli di prestigio e avrebbero deciso le sorti economiche
e politiche modugnesi. Sotto la dominazione spagnola
nel Regno di Napoli iniziò un periodo di declino
che si manifestò anche con la riduzione della
popolazione: dai 10.000 abitanti che alcune fonti
contano sul finire del XVI secolo, si arriva ai circa
5.000 della fine del XVIII secolo. Con lo sviluppo
della zona industriale, negli ultimi decenni, la popolazione
di Modugno è aumentata notevolmente triplicandosi
dagli anni Sessanta agli anni Novanta. Una larga fetta
della popolazione modugnese (più di 5000 persone)
risiede in contrada Santa Cecilia, nel centro residenziale
C.E.P., contigua al quartiere San Paolo di Bari. Si
registra una forte presenza di cittadini immigrati
da paesi extracomunitari: i cittadini stranieri presenti
sul territorio comunale sono praticamente raddoppiati
in soli due anni passando dai 380 individui nel 2002
ai 680 nel 2004. Essi rappresentano il 2% della popolazione
modugnese. Le etnie maggiormente presenti sono quella
albanese (218 unità), cinese (132 unità),
indiana (117 unità) e senegalese (95 unità).
Inoltre, sono presenti 93 cittadini provenienti da
altri stati dell'Unione Europea.
SANTUARIO
DI SANTA MARIA DELLA GROTTA
Il santuario di Santa Maria della Grotta sorge sul
ciglio della lama Lamasinata, a tre chilometri da
Modugno, sulla strada provinciale per il quartiere
barese di Carbonara . Caratteristico è il viale
fiorito che conduce al santuario. Dalle terrazze del
santuario si domina una bella fetta di territorio
dove si possono vedere cipressi, salici ed eucalipti;
alle spalle del santuario sorge una pineta. Molto
particolare è il campanile che ha una base
molto possente, che ricorda quasi una torre a scopo
militare, sulla quale si erge un torrino con merlature
e colonnine in netto contrasto con la parte sottostante.
Non si conosce con precisione la data dellinsediamento
religioso, ma le sue origini sono molto antiche: nel
VIII secolo era una chiesa rupestre, chiamata Santa
Maria in Gryptam, che diede rifugio ai monaci basiliani
che sfuggivano alle repressioni iconoclastiche. Sembra
che su questo insediamento sia sorta nel XI secolo
unabbazia benedettina. Grazie alla sua posizione,
nel Medioevo è stata meta di pellegrinaggi
e punto di transito per Crociati che si dirigevano
verso la Terrasanta o di ritorno da essa: dal 1139
labbazia ospitò fino alla sua morte nel
1155, San Corrado di Baviera. Nel 1313 Roberto dAngiò
soppresse il convento per motivi politici. Escluso
qualche breve periodo, da allora in poi il culto venne
progressivamente abbandonato e nel XIX secolo il complesso
venne acquisito da Luigi Loiacono che lo trasformò
in una villa per la sua famiglia. Nel XX secolo l'insediamento
fu abbandonato al degrado fino al 1974 quando i Padri
Rogazionisti diedero il via ad una serie di restauri
che hanno riportato il santuario all'antico culto
di Maria. Durante i restauri sono venute alla luce
una serie di testimonianze del culto anticamente praticato
in questi luoghi come la grotta dove visse San Corrado,
un frammento di mosaico, degli affreschi e una statuetta
in pietra calcarea raffigurante la Pietà. Il
santuario è meta, per i modugnesi, della tradizionale
gita fuori porta in occasione di Pasquetta.
BALSIGNANO
Nel territorio di Modugno, a sud-est in direzione
di Bitritto, a poca distanza dal centro abitato si
trova il Casale fortificato di Balsignano, le cui
prime notizie storiche sono datate 962: in un documento
viene nominato un castrum in "loco basiliano".
Il nome potrebbe derivare dai monaci seguaci di san
Basilio che si sarebbero insediati nelle vicinanze.
Nel 988 fu distrutto dai Saraceni durante le loro
azioni in Terra di Bari. Venne subito ricostruito
e, nel 1092, donato all'abbazia benedettina di Aversa;
dal XIII secolo fu posseduto da diversi feudatari.
Nel 1349 fu teatro di uno scontro fra esercito filoangiono
e quello filoungherese, nel quadro degli scontri per
la successione al Regno di Napoli. Nel 1526 venne
distrutto durante lo scontro tra francesi e spagnoli
che combattevano per il possesso dell'Italia meridionale.
Attualmente il Casale fortificato di Balsignano è
soggetto ad una serie di restauri promossi dal comune
di Modugno e dall'Associazione Nuovi Orientamenti.
Si conserva la struttura perimetrale realizzata a
secco, una costruzione a due livelli con due torri
a base rettangolare, la corte con la chiesa di Santa
Maria di Costantinopoli e, all'esterno, la chiesa
di San Felice in Balsignano. La chiesa di Santa Maria
di Costantinopoli risale al XIV secolo ed è
formata da due costruzioni affiancate di base rettangolare,
con volta a botte ogivale. Sono presenti degli affreschi
di scuola senese molto deteriorati. La chiesa di San
Felice (erroneamente attribuita in passato a san Pietro)
costituisce un meraviglioso esempio dell'arte romanico-pugliese
dell'XI secolo. Fonde elementi architettonici d'oltralpe,
bizantini ed arabi: ha pianta a croce e cupola a tamburo
ottagonale. Presso il Casale di Balsignano, negli
anni Novanta, in seguito agli scavi archeologici finanziati
dall'Amministrazione Comunale, sono stati rinvenuti
10.000 reperti che mostrano l'esistenza di un insediamento
neolitico del VI-V millennio a.C.; il sito archeologico,
che si estende per circa due ettari, è considerato
il più antico della Bassa Murgia.
CHIESA
MARIA SANTISSIMA ANNUNZIATA
La chiesa Maria Santissima Annunziata, fondata intorno
allanno Mille, è la chiesa madre di Modugno,
ma in origine il titolo era attribuito alla Chiesa
di Santa Maria di Modugno. Nell'XI secolo viene citata
come sede vescovile, ma il secolo successivo viene
ridotta alle dipendenze degli arcivescovi di Bari,
feudatari di Modugno. Fu restaurata nel 1347 dall'arcivescovo
Bartolomeo Carafa e nel 1518 a spese del Capitolo
di Modugno con il contributo della regina Bona Sforza.
La sua struttura odierna risale al 1626 quando finirono
i lavori che seguirono il progetto dell'architetto
Bartolomeo Amendola di Monopoli. La copertura del
tetto venne ultimata nel 1698 e il campanile è
del 1615. Nel 1642 è stato aggiunto un cappellone
laterale. La struttura seicentesca a navata unica,
lunga 45 metri e larga 14, inglobava la precedente
chiesa a tre navate. Il campanile è in stile
romanico-pugliese, come quello che caratterizza la
cattedrale di Bari e di Palo del Colle. È alto
più di 60 metri ed è impreziosito da
bifore, trifore e quadriforme. La facciata, in stile
tardo rinascimentale, è preceduta da un ampio
sagrato ed è realizzata in pietra calcarea.
Di importante valore artistico è il portale
con architrave riccamente decorato e con due colonne
corinzie sormontate dalle sculture a tutto tondo della
Vergine Maria inginocchiata e dell'arcangelo Gabriele.
Il portale è sormontato da un bassorilievo
che rappresenta lo Spirito Santo sotto forma di colomba.
Il cappellone e il presbiterio sono sormontate da
cupole ottagonali con lanterna finale. All'interno
sono presenti sette altari laterali, due di legno
e gli altri di marmo; un tempo erano dedicati alle
famiglie nobili modugnesi e fungevano da sepolcri
gentilizi come è intuibile dagli stemmi familiari
che li sormontano. Il presbiterio è separato
dalla navata da una balaustra di marmo intarsiato.
Le decorazioni degli interni sono state affidate a
diversi artisti esponenti del barocco napoletano del
Seicento. Le famiglie modugnesi furono particolarmente
generose nelle commissioni: i quadri sono di Carlo
Rosa, Nicola Gliri di Bitonto si occupò del
Cappellone e Domenico Scura di Modugno dipinse il
magnifico soffitto ligneo che sovrasta la navata.
Particolarmente armonici risultano, nell'insieme,
tutte le decorazioni nell'interno della Chiesa. È
considerato un capolavoro la tavola di Bartolomeo
Vivarini, del 1472, raffigurante l'Annunziata. Nel
2002 è tornata nella Chiesa dopo circa 60 anni
d'assenza. La chiesa Matrice di Modugno conserva anche
tele provenienti dalla chiesa delle Monacelle, fra
cui quelle di Gaspar Hovic, di Giuseppe e Nicola Porta
della scuola di Corrado Giaquinto (XVIII secolo).
PIAZZA
SEDILE
La Piazza Sedile è situata ad est del centro
storico e trae il proprio nome dal "Seggio dei
Nobili", luogo in cui l'aristocrazia modugnese
eleggeva i propri rappresentanti e prendeva le proprie
decisioni per l'indirizzo politico della comunità.
Infatti, la piazza è di origine Settecentesca,
fortemente voluta da quelle famiglie trasferitesi
a Modugno quando era ducato sforzesco, soprattutto
dal Ducato di Milano, e che volevano mostrare il loro
potere e la loro ricchezza frutto dei commerci. Il
palazzo, forse, più rappresentativo della piazza
è la Sala del Sedile dei Nobili, frutto di
un restauro Settecentesco che aggiunse alla fabbrica
preesistente la torre dell'orologio caratterizzato
da merlatura alla guelfa e sormontato da unelegante
struttura in ferro battuto che contiene due campane:
una che segna lo scandire del tempo, l'altra che avvisava
i nobili dell'inizio delle assemblee. L'orologio funziona
grazie a un sistema di caricamento a contrappesi.
Il recente restauro del 2005 ha mostrato il profilo
dell'originale portale del Seicento. L'emblema comunale
del cardo selvatico è presente sulla facciata,
sia nella parte superiore alla finestra che sormonta
l'architrave, sia nella ringhiera di ferro battuto,
a voler sottolineare il ruolo istituzionale che il
palazzo aveva. Dal 1998 è sede della Pro Loco.
Nel lato opposto della piazza si può vedere
il Palazzo Scarli, datato 1601, al cui facciata è
impreziosita da un'elegante balaustra. Il Palazzo
fu fatto costruire dalla famiglia Scarli, trasferitasi
a Modugno da Novara nella prima metà del XVI
secolo. Sino all'abbattimento delle mura cittadine
nel 1821, la Piazza era chiamata Largo Purgatorio,
dal nome dell'omonima chiesa presente al culmine della
piazza. La successiva creazione della strada consolare
Bari-Altamura (oggi via Roma e Corso Vittorio Emanuele)
definì i limiti attuali della piazza che venne
sistemata tra il 1863 e il 1879. La Chiesa di Santa
Maria del Suffragio (o del Purgatorio) fu costruita
dal 1639 al 1766. Il sagrato è sopraelevo costituisce
la cima di una cisterna pubblica sistemata nel 1860.
Un portico in pietra levigata di stile neoclassico
precede la facciata in tufo. La parte destra della
chiesa è collegata alle abitazioni vicine tramite
archi, sulla parte sinistra sono presenti cinque monofore
e un ingresso secondario, sormontato da un bassorilievo.
L'interno, a navata unica, conserva un pavimento maiolicato
del 1720, una cantoria seicentesca in legno dorato
e intarsiato, impreziosita dalla tela della Madonna
del Suffragio e da due piccoli organi simmetrici del
Settecento. Ci sono sue altari laterali con statue
lignee e un pulpito di legno dorato e intarsiato.
Si contano ben 46 dipinti appartenenti alla scuola
napoletana seicentesca, una trentina dei quali sono
attribuiti al bitontino Carlo Rosa. La Chiesa viene
comunemente detta del Purgatorio dalla confraternita
che vi opera, fondata nel 1632 dall'arcivescovo Ascanio
Gesualdo e insediata nella chiesa dal 1651. Nel 1877
venne rifondata, col regio consenso, trasformandosi
in Opera Pia dedita al sostentamento e all'educazione
di povere ragazze orfane. I palazzi Ottocenteschi
che circondano la Piazza sono in armonica con le strutture
del secolo precedente. Palazzo Crispo, realizzato
tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo seguendo
il progetto del bitontino Vincenzo Castellucci, segue
uno stile tardo neoclassico. Interessanti sono il
coronamento della facciata con traforo floreale e
il torrino con merlatura alla ghibellina in evidente
contrasto con quella della torre dell'orologio: il
generale sardo Alberto Crispo, voleva simboleggiare
la rottura tra i Savoia e lo Stato della Chiesa. Gli
interni del palazzo conservano la struttura, gli affreschi
con motivi vegetali e animali mitologici, e gli arredamenti
originari. La famiglia Crispo abita il palazzo ancora
oggi. Sul lato opposto della piazza c'è l'ottocentesco
Palazzo Zanchi-Giampaolo, in stile neoclassico, del
quale non si hanno notizie storiche approfondite.
Piazza Sedile, continua ad avere ancora oggi un'importanza
fondamentale nella vita della comunità modugnese,
qui hanno sede diversi circoli ricreativi cittadini
e molte manifestazioni culturali si svolgono proprio
nella piazza principale.
EDIFICI
DI RILIEVO
Auditorium dell'I.T.C. Tommaso Fiore
Palazzo della Cultura: questo palazzo, intitolato
a Carlo Perrone e inaugurato nel 2005 nel centro di
Modugno, contiene la Biblioteca comunale, spazi espositivi
e una sala conferenze. La Biblioteca comunale contiene
una vasta scelta di libri, quotidiani e periodici,
Alcuni libri antichi, dono di cittadini modugnesi,
impreziosiscono la raccolta della biblioteca. La biblioteca
è dotata di una confortevole sala lettura ed
offre diversi servizi. Il Palazzo della Cultura rappresenta
una vittoria della comunità modugnese contro
un "mostro edilizio". Nel 1968 venne rilasciata
una licenza edilizia che autorizza la costruzione
di un palazzo di dieci piani in pieno centro storico.
La risposta della cittadinanza, offesa nella propria
dignità dal "Bubbone", fu una ribellione
immediata. Nel 1980 il comune compra quel palazzo
e ne abbatte otto piani, riqualificandolo come centro
culturale.
Museo Civico, in via di realizzazione, ospiterà
reperti rinvenuti durante gli scavi presso il sito
archeologico di Balsignano, una collezione di 50 vasi
di epoca peuceta e una collezione di monete antiche.
Queste ultime due collezioni sono dono di cittadini
modugnesi alla comunità.
Palazzo Colavecchio, Palazzo storico modugnese che,
ormai da trent'anni, ospita mostre convegni e dibattiti.
L'oratorio, inaugurato nel 1960, fu costruito grazie
ai fondi offerti dalla popolazione ed ha costituito
per lungo tempo un riferimento culturale per molte
generazioni di modugnesi. Ora è sottoposto
a restauro.
La Sala Beatrice Romita è dotata di tecnologie
audiovisive all'avanguardia ed è situata all'interno
del nuovo Comando dei Vigili Urbani.
LA
VILLA COMUNALE
La villa comunale di Piazza Garibaldi è stata
realizzata nel 1910 nello spazio denominato "votàno"
in quanto era lo spazio vuoto dinanzi alla parte occidentale
delle mura cittadine. Lì c'era una depressione
naturale del suolo dove si raccoglievano le acque
piovane, ma il luogo era acquitrinoso e malsano. Nel
1855 venne costruito in quello spazio una grande cisterna:
il cisternone o "pizzacara" (che in dialetto
modugnese vuol dire pescheria). Ciò con lo
scopo di aiutare la popolazione nei non rari periodi
di siccità in una terra cronicamente povera
d'acqua come la Puglia. L'iniziativa fu del ricco
proprietario terriero Vito Michele Loiacono che la
fece realizzare a proprie spese spendendo 1500 ducati.
La grande cisterna è ricoperta da una piattaforma
di pietre lisce con quattro pozzi per attingere l'acqua;
in fondo ad essa si erge una piccola costruzione per
il custode che riporta sulla facciata uniscrizione
che ricorda il benefattore. Nella villa comunale è
presente il Monumento ai Caduti, formato da un alto
piedistallo in pietra (che è ciò che
rimane del monumento commemorativo dei caduti del
Primo Conflitto Mondiale realizzato nel 1922) e dalla
parte in bronzo (realizzata nel 1960 su progetto dell'artista
barese Vitantonio De Bellis). Esso rappresenta una
donna che ha sacrificato alla patria le persone a
lei più care: il soldato colpito a morte e
il reduce. Nel 2000 è stata trasformata radicalmente
cambiando la posizione degli alberi, delle palme e
del Monumento ai Caduti. Durante i lavori è
stato realizzato un anfiteatro semicircolare di fronte
al cisternone che ora accoglie manifestazioni di carattere
culturale.
BOSCHETTO
È una piccola fetta di macchia mediterranea
in una vallata creata da una ramificazione della Lama
Lamasinata. Il portale d'ingresso è affiancato
da due alti cipressi e, all'interno del Boschetto,
c'è un grande caseggiato, detto "la Torre"
costruito dalla famiglia Loiacono nel 1800 e utilizzato
come luogo di villeggiatura: erano presenti viali,
siepi, fontane e piscine. Il soggiorno di tedeschi
e inglesi durante la seconda guerra mondiale ha danneggiato
notevolmente il Boschetto. L'iniziativa dell'avvocato
Paolo Colavecchio ha permesso di risistemare alcune
strutture nel pieno rispetto dell'ambiente. Oggi il
Boschetto è un'oasi di salvaguardia floro-faunistica
dove è possibile ammirare esemplari imponenti
di quercia e pino, begli arbusti di biancospino e
lentisco, e fiori di croco e iris. Si possono anche
scorgere merli, fagiani, capinere, passeri e diverse
varietà di insetti. Il luogo è precluso
alla caccia dal 1980.
MANIFESTAZIONI
RELIGIOSE
La festa popolare delle celebrazioni patronali in
onore di San Rocco e San Nicola da Tolentino si festeggia
la quarta domenica di settembre, mentre il venerdì,
il sabato precedenti e la domenica stessa tre processioni
accompagnano la statua di San Rocco per le strade
del centro cittadino e delle periferie. Il lunedì
si festeggia San Nicola. La lunga processione si ferma
in Piazza Sedile dove il Sindaco, a nome della comunità
modugnese, consegna le chiavi della città al
Santo. Durante la manifestazione, festose luminarie
rischiarano a giorno le vie principali e la Piazza
Sedile, bande locali eseguono concerti, fuochi pirotecnici
colorano il cielo ed un grandioso Luna Park allietano
le serate.
San
Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua
di legno che viene portata in processione durante
le celebrazioni della festa patronale risale al 1522,
quando fu invocato l'intervento del santo a protezione
dalla peste e nominato patrono minore della città.
I gambali e il cappello d'argento furono donato, nel
1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento
per lo scampato pericolo dell'epidemia di colera che
aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua
del santo venne spostata in un altare della chiesa
Matrice.
Secondo
la tradizione, San Nicola da Tolentino fu concepito
a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio
votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato,
insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla
peste del 1656, venne proclamato l'anno successivo
Patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era
il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità,
fino al 1930 quando la Confraternita di San Nicola
da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti.
Dal 1952 i festeggiamenti di San Nicola vennero abbinati
a quelli di San Rocco.
Nel
2001 Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che
uscivano per la prima volta dalla Basilica di Tolentino.