Manduria,
"Città dei Messapi" e del "Primitivo",
è una città della provincia di Taranto,
situata nel Salento. La città vanta di una
perfetta posizione geografica, punto d'incontro tra
i tre capoluoghi di provincia: Taranto, Lecce e Brindisi.
Da questo scaturisce l'ormai diffuso motto "Il
Salento ha un Cuore". Inoltre, con un'estensione
di 198 km² è la città con la maggiore
estensione di territorio del Salento, dopo quello
dei tre capoluoghi di provincia e Ostuni. La città
è situata sulle murge tarantine a 79 m s.l.m.,
e il territorio si estende su una fascia costiera
lunga 18 km, tramite alcune frazioni. In esso scorre
il fiume Chidro, il più importante fiume del
Salento e sono ivi comprese alcune riserve naturali.
La città di Manduria sorge in una fertile piana
che si estende ad est sino alla cittadina di Oria
e ad ovest verso le basse colline del "Diavolo"
che fungono da spartiacque tra il microclima costiero
è quello più continentale dell'entroterra.
La temperatura media annua si attesta sui 16.5°-16.7°
.D'inverno non sono rari episodi di gelo notturno
spece durante periodi anticiclonici, d'estate sovente
la colonnina di mercurio può superare i 40°
con picchi eccezionali di 43°-44° quanto si
attivano caldi e secchi venti settentrionali. La piovosità
media nel periodo 61'-90' è stimata in 610mm
, la nevosità tra 3 e 4cm annui.
ETIMOLOGIA
La denominazione attuale risale al 1789, precedentemente
era chiamato Casalnuovo. Il nome Manduria deriva da
mando, ossia "cavallo", e potrebbe riferirsi
anche al termine sanscrito manduria, recinto, stalla.
DA
VEDERE
Simbolo della città è un pozzo dal quale
spunta un albero di mandorle, realmente esistente,
e denominato Fonte Pliniano, essendo citato da Plinio
il Vecchio. Tra i monumenti da visitare vi sono il
duomo romanico di San Gregorio Magno (meglio conosciuto
come Chiesa Madre), il ghetto medievale ed il palazzo
marchesale, residenza dei principi della famiglia
Imperiale del 1719. Da visitare anche il parco archeologico,
le mura messapiche e la necropoli, e tutto il centro
storico della città. La
"Torre Borraco" o "Burraco" è
una torre di avvistamento contro le eventuali incursioni
provenienti dal mare (tra cui quelle saracene), situata
lungo la costa, ad est del torrente Borraco e ad ovest
della frazione San Pietro in Bevagna. Venne costruita
nell'allora territorio del feudo di Maruggio nel 1473.
MUSEI
Antiquarium
EDIFICI STORICI
Torre Borraco, Torre di San Pietro in Bevagna, Torre
Saline e Torre Colimena
Palazzo Imperiale (XVIII secolo)
FRAZIONI
San Pietro in Bevagna è una località
balneare situata nei pressi della foce del fiume Chidro,
a circa 10 km da Manduria, sul litorale jonico tarantino,
tra le località di Torre Borraco e Torre Colimena
(o Columena). Le vaste spiagge sono caratterizzate
dalla presenza di dune e macchia mediterranea, e nella
stagione estiva vi si tengono spettacoli serali nella
centrale "piazza delle Perdonanze". Presso
la chiesa di San Pietro vi si trova una torre di avvestimento
contro le incursioni saracene ("Torre di San
Pietro").
ECONOMIA
L'economia di Manduria è basata per la maggior
parte sull'agricoltura ed in particolare sulla produzione
del vino DOC Primitivo e dell'olio DOP. Il Primitivo,
prodotto solo in questa zona, famosissimo in tutta
[Italia], viene anche esportato in California, che,
per il clima simile, produce del vino con simili caratteristiche.
FIERA
PESSIMA
La Fiera Pessima è una fiera campionaria di
carattere regionale che si svolge in città
nel mese di marzo. Dal 1742, anno della sua regia
istituzione, ha acquisito con il passare degli anni
sempre maggiore importanza, tanto da esser diventata
una evento che coinvolge l'intera Italia centro-meridionale,
e da farla considerare la seconda fiera di maggior
importanza dopo la Fiera del Levante.Tratta della
produzione agroalimentare, di artigianato, di commercio,
di tempo libero e di servizi, e nel corso degli anni
ha assunto il carattere di fiera campionaria generale
regionale, potendo contare sulla presenza di oltre
300 espositori provenienti da tutte le regioni dell'Italia
centro-meridionale. Secondo
la tradizione, le sue origini risalirebbero al periodo
tra il XIV e XV secolo, quando la regina di Napoli
Giovanna II d'Angiò (1371-1435), ne avrebbe
accordato lo svolgimento tra il primo ed il quindicesimo
giorno del mese di ogni anno. La prima documentazione
scritta, tuttavia, risale ad un Regio Decreto datato
1742, con il quale la data di conclusione fu anticipata
al 12 marzo, per il ricorso dei comuni di Lecce e
di Ostuni, che tenevano le loro fiere il 15 marzo.
Un altro decreto datato 1832, posticipò la
data di inizio al 9 marzo, per poi stabilirsi definitivamente
al 7 marzo dell'epoca moderna. La denominazione di
Fiera Pessima è da far risalire invece agli
inizi del XIX secolo, e varie sono le ipotesi avanzate
dagli studiosi di tradizioni locali per motivare questa
denominazione: la più verosimile ed accettata
appare quella legata alle condizioni meteorologiche,
non di rado inclementi durante il periodo di svolgimento
della manifestazione, meno attendibile è invece
quella riferita agli esigui guadagni ottenuti dai
mercanti, anche a causa delle avversità atmosferiche.
Un'altra ipotesi, riferita dal sacerdote manduriano
Don Tommaso Quero nel 1939, farebbe risalire tale
denominazione al lamento di Giacobbe cantato in latino,
ascoltato dai visitatori di ritorno dalla fiera nella
chiesa di San Gregorio, quando la terza domenica di
Quaresima coincideva con il periodo espositivo: «Fera
pessima devoravit filium meum Joseph» (che tradotto
in italiano significa: «Una belva feroce ha
divorato mio figlio Giuseppe»).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Fondata dai Messapi, porta ancora numerose testimonianze
del suo antico passato, tra le quali le mura megalitiche,
circondate dai resti del fossato che circondava la
città, e la necropoli. Inizialmente la città
era situata leggermente più a occidente, con
il nome di Casalnovo, in provincia di Lecce. Durante
il periodo messapico, affrontò varie guerre
con la vicina Taranto, durante una delle quali trovò
la morte Archidamo III, re di Sparta, venuto a sostenere
i tarantini e che invece trovò la morte sotto
le mura della città. Manduria nel III secolo
a.C., entrò a far parte dei domini di Roma.
Durante la discesa di Annibale in Italia, Manduria
si annoverò tra le città ribelli a Roma,
e per questo la repressione fu molto dura: le fonti
storiche riferiscono della deportazione di migliaia
di uomini. Distrutta nei secoli successivi dai Saraceni,
venne rifondata con il nome di Casalnuovo, per poi
riprendere il suo antico nome alla fine del XVIII
secolo.