Corato
è un comune nella provincia di Bari. Distante
43 Km dal capoluogo, Corato ("Quarat" nel
dialetto locale) è situata a 232 metri sul
livello del mare, sulle pendici orientali delle Murge,
un territorio roccioso o semi-roccioso che ha permesso
lo sviluppo di colture tradizionali: vigneti, oliveti,
mandorleti e seminativi. Il lavoro delluomo
ha conferito al paesaggio una fisionomia unica: grandi
spazi aperti, nei quali domina la vegetazione spontanea,
interrotti da strisce di terreno coltivato dai colori
mutevoli a seconda delle stagioni. La vegetazione
prevalente è la steppa o para-steppa. Le piante
più frequenti sono: asfodeli bianchi e gialli,
osiridi, cardi, ferule, papaveri, rovi, trifogli ed
anemoni; vi sono, inoltre, lembi di boschi di querce
a roverella e pinete in particolar modo nella murgia
serraficaia (mt. 673 s.l.m.) e a San Magno
(mt. 480 s.l.m.). La fauna locale è rappresentata
da alcuni esemplari di: volpi, lepri, ricci, vipere,
ramarri, lucertole, gechi, donnole, gazze, ghiandaie,
upupe, gufi, civette, barbagianni, cardellini, fringuelli,
passeri e pettirossi.
ETIMOLOGIA
Deriva dal latino quadratum, ossia "centuria
quadrata".
ORIGINI
E CENNI STORICI
I suoi inizi si collocano nel III secolo a.C., durante
il periodo repubblicano di Roma, quando Scipione l'Africano
premia i soldati dauni e peuceti per la distruzione
di Cartagine concedendo loro diversi territori degli
Apuli: fra questi, un certo Caius Coratus avrebbe
dato il nome al successivo abitato. Il nome nei secoli
oscilla fra Coratus, Coratum, Curati, Quarata e Quadrata,
finché sotto Federico II la cittadina assume
il nome ufficiale di Corato. Anticamente la città
era percorsa da un tratto interno della via Traiana:
l'abitato romano sarebbe confermato dall'originale
pianta quadrata (da cui uno dei probabili nomi) della
città. Agli inizi del VII secolo è una
modesta cittadina longobarda, attaccata da numerosi
pirati: a questo proposito vengono edificate quattro
torri difensive e numerose vie sotterranee. In età
bizantina (IX secolo) mantiene una forma molto simile,
invariata fino alla giunta di Pietro il Normanno nel
1046, che unifica le torri già esistente con
delle possenti mura ed altre ventincinque grandi torri,
il tutto contenendo un ampio castello (Palazzo Gioia)
e conferendo all'abitato il titolo di città.
Lo sviluppo continua, confermato anche dal geografo
arabo El Edrisi, che ne descrive alcune specialità
nel 1155. La città rimane fedele a Corradino
di Svevia anche dopo la morte di Federico II nel 1250,
e alla conquista di Carlo I d'Angiò ottiene
il motto di "cor sine labe doli" (in lingua
latina "cuore senza la macchia del tradimento"),
riportato ancora oggi nello stemma civico. Gli Spagnoli
e i Borbone nel XVI secolo dominano Corato e la zona
circostante, fino ad un modesto tentativo d'insurrezione
ad opera del cittadino Federico Quinto nel 1799. Infeudata
pochi anni dopo alla famiglia Carafa duchi di Andria
e conti di Ruvo, nel 1503 la città è
protagonista della disfida di Barletta. Un grande
fervore economico ed edilizio coinvolge la città
a partire dalla salita di Gioacchino Murat in poi,
fino a proseguire con l'unità d'Italia.
DA
VEDERE
Piazza Giorgio Almirante: una delle piazze più
importanti della città, intitolata al Segretario
del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante
Palazzo di Città: sede del municipio dal 1866,
era precedentemente un convento dei frati Minori Osservanti
di San Cataldo. Oltre al prospetto in stile ottocenesco,
gli interni presentano un chiostro cinquecentesco
con archi ogivali tardo-gotici su pilastri, con diverse
finestre a due livelli in stile barocco e nella parte
superiore l'orologio civico. All'interno si trovano
la statua della Madonna del Latte, probabilmente del
1548 di Paolo da Cassano ed un affresco della scuola
ferrarese del XVI secolo.
Palazzo delle Pietre Pizzute (Palazzo Patroni Griffi
o De Mattis): palazzo cinquecentesco ornato da tredici
bugne piramidali, con in alto lo stemma dei conti
Patroni Griffi.
Sepolcri di San Magno: tumuli risalenti all'età
protostorica, circa VII secolo a.C. nella contrada
omonima.
Palazzo Lamonica Vecchio: è una grande costruzione
con un prospetto duplice e diversi portali ottocentesco
e rinascimentale, con una balaustra superiore.
Chianca dei Paladini: un dolmen dell'età del
Bronzo costruita con tre lastre megalitiche (le cosiddette
chianche, da cui il nome) ed una quarta ricoprente;
la leggenda racconta sia il risultato di una competizione
fra giganti.
Palazzo ex Pretura: sede dell'antica università,
è stato restaurato in epoca neoclassica.
Palazzo Catalano: piccola fabbrica popolare risalente
al 1598, con al primo piano un affresco con una scena
di caccia e al secondo piano un'iscrizione con il
nome del fondatore, Antonio Catalano.
Palazzo Gioia: edificato sul castello più antico
della seconda metà dell'800, con il portale
a destra coprente due rilievi con gli emblemi della
famiglia Carafa.
Palazzo ex Biblioteca Comunale: risalente al XVII
secolo.
Palazzo Dott. Alfredo Tarantini - Chirurgo. Tale Palazzo
segnalato come Palazzo Santarella prende il nome dall'Ingegnere
coratino Luigi Santarella, "il padre del cemento
armato", segnalato nei libri di architettura
come il primo palazzo in cemento armato costruito
in Italia. Di particolare interesse è l'imponente
scala in marmo nonché il vano interrato fatto
di Pietra e tufo recentemente restaurato dagli eredi
del Dott. Alfredo Tarantini e sede di alcune mostre
di autori vari.
MANIFESTAZIONI
In febbraio si celebrea il carnevale coratino, con
una grande sfilata di gruppi mascherati e carri allegorici,
mentre in occasione della Pasqua si svolge una solenne
processione, con la rappresentazione dei misteri della
locale parrocchia di San Giuseppe; il sabato santo
è solita la Processione della Pietà
dal vicino santuario di Santa Maria della Greca, antica
protettrice della città. A maggio, durante
la Fiera di San Cataldo, si celebra una sfilata di
carrozze e attacchi d'epoca.
Il
Festival delle Murge è organizzato durante
il mese di giugno, mentre il concorso locale di musica
leggera, la Nota d'Oro, avviene a luglio. Importanti
sono le celebrazioni di agosto per la festa del patrono
locale, San Cataldo, che nel 1483 salvò il
paese da una grave pestilenza: varie processioni accompagnano
le celebrazioni, con un concorso di pittura per giovani
artisti meridionali. Per Ferragosto è usuale
il concorso della Barca di Santa Maria, una caratteristica
esposizione di barche in carta velina. Infine, il
12 dicembre, avviene la jaojo di Santa Lucia, con
un grande falò ed alcune degustazioni di dolci
tipici.
Molto
caratteristiche sono le sagre del paese, fra le quali
si ricordano quella del calzone di cipolla ad aprile,
della ciliegia a giugno, della bruschetta e della
castagna a novembre.
GASTRONOMIA
Un primo piatto tipico è il ragù con
braciole (involtini) di carne d'asino o di cavallo,
con cui si condiscono le orecchiette, dette strascenate,
che legano anche molto bene in un altro piatto tradizionale...
gli "strascenate e cime de rape". La pignatta
di trippa e il calzone (una focaccia riempita da cipolle
cotte a vapore, olive nere, acciughe ed uva passa)
costituiscono la seconda parte del pasto. Ma sono
anche molto comuni le scamorze, i nodini e le burrate.
Fra i dolci tipici del luogo, si ricordano in occasione
del Natale le cartellate con vincotto e miele, marzapane,
sasamello e taralli, mentre per le festività
pasquali è consuetudine cucinare le scarcelle'.
RIEPILOGO
EDIFICI STORICI
Palazzo Lamonica Vecchio
Palazzo Gioia
Palazzo de Mattis
RIEPILOGO
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesetta di San Vito
Chiesa Matrice di Santa Maria Maggiore
Santuario Santa Maria Greca
Chiesa e Convento di San Domenico
Chiesa e Convento di San Benedetto
Chiesa di Santa Maria Santissima Incoronata.