Brindisi
Puglia

Brindisi è una città dell'Italia meridionale, capoluogo dell'omonima provincia della Puglia e terza città del Salento per popolazione. L'area vasta brindisina è costituita da 19 comuni, dei quali Brindisi è il comune capofila. La città sorge in un porto naturale sul mar Adriatico. Vivace centro industriale della penisola salentina, ospita un porto rilevante per i commerci e i trasporti verso la Grecia e il Medio Oriente. Sede aeroportuale, Brindisi è attiva nell'agricoltura e nel settore dell'industria, soprattutto chimica e energetica. Brindisi sorge su un porto naturale, una ria che si incunea profondamente nella costa, importante per i collegamenti con Grecia, Turchia e Albania. Si trova nella parte nord-orientale della pianura salentina, a circa 40 Km dalla valle d'Itria e quindi dalle prime propaggini delle basse Murge. La morfologia del territorio è pianeggiante.

ETIMOLOGIA
Il nome latino Brundisium, attraverso il greco Brentesion, ricalca il vocabolo messapico Brention, testa di cervo, che sembra riferirsi alla forma del porto che la città ospita. Lo stemma della città di Brindisi, trae origine da alcune caratteristiche peculiari dell'antica città di Brindisi, alcune di esse ancora oggi visibili. La testa di cervo deriva dal toponimo messapico della città "Brention", toponimo ispirato dalla forma del porto cittadino, che ricorda, appunto, le ramificazioni delle corna di un cervo: ciò è chiaramente visibile ancora oggi nelle foto satellitari, che evidenziano i due seni, di levante e di ponente, in cui il porto è diviso. Nello stemma sono inotre presenti le cosiddette "colonne terminali" della Via Appia, visibili oggi in cima a quella che è comunemente denominata la "Scalinata Virgilio".

CENNI STORICI
La città fu conquistata da Roberto il Guiscardo una prima volta nel 1060 e poi, definitivamente, nel 1071. Fu dominio di Goffredo, conte di Conversano, il quale proseguì l'opera di ricostruzione urbana con la moglie Sichelgaita. Fu devastata dal re Guglielmo il Malo; divenne città demaniale sotto Ruggero II e fiorì per cultura e commerci. Il re Tancredi di Sicilia vi fece celebrare le nozze del figlio Ruggero III e nella stessa cattedrale lo incoronò suo successore. Il porto di Brindisi ritornò ad essere importante scalo per l'Oriente e divenne il principale imbarco per pellegrini e crociati diretti in Terra Santa. Nel 1199 Brindisi firmò un patto di alleanza commerciale e politica con la repubblica di Venezia.
Federico II di Svevia aveva una speciale predilezione per Brindisi che lui definì in versi filia Solis: il 9 novembre 1225 nella Cattedrale di Brindisi prese in moglie Jolanda di Brienne, erede della corona di Gerusalemme, e dal porto brindisino partì nel 1227 per la Sesta crociata da lui comandata. L'imperatore, che vi costruì un robusto castello e un capace arsenale, concesse alla città molti privilegi e soprattutto vi fece funzionare una delle due zecche del Regno. Sotto gli Angioini fu ingrandito il porto e restaurato il castello, ma fu chiusa la zecca e la città ebbe poi a soffrire per le lotte dinastiche e per le conseguenze della peste (1348-1349): sarà ripopolata grazie a massicce immigrazioni di Slavi, Albanesi e Greci. Sotto gli Aragonesi fu rafforzato il castello di terra, venne costruita la fortezza dell'isola Sant'Andrea; ma per proteggere la città Giovanni Antonio Orsini Del Balzo aveva inopportunamente ostruito il canale del porto e aveva soffocata così la sua via marittima. Per oltre tre secoli il porto di Brindisi si sarebbe ridotto ad uno scalo di pescatori e approdo di piccolo cabotaggio. Brindisi fu anche distrutta dal terremoto del 1456 e riedificata da Ferdinando I d'Aragona. Dal 1496 al 1509 appartenne a Venezia e poi passò al dominio spagnolo. Sotto gli Spagnoli aumentò la decadenza: il porto rimase abbandonato, le acque attorno si erano impaludate e la città piombò in una gravissima crisi economica e demografica; alle rivolte popolari del 1554 e del 1647 i nuovi padroni risposero con la repressione. La tremenda epidemia di peste che funestò il Regno di Napoli nel 1656 si fece sentire anche a Brindisi. Con la dominazione borbonica si ebbe un periodo di crescita economica: nel 1775, sotto Ferdinando IV di Borbone, fu riattivato per opera dell’ingegnere Andrea Pigonati il canale d'uscita del porto interno (attuale Canale Pigonati) e furono risanate le paludi adiacenti alla città. La città fu così collegata con il nuovo sistema stradale che veniva realizzato nel Regno e successivamente fu scelta come caposaldo della linea ferroviaria adriatica, alla cui realizzazione attesero il vecchio regno borbonico e il nuovo stato unitario. Con l'apertura del canale di Suez nel 1869, Brindisi divenne il terminale europeo della Valigia delle Indie: dal 1870 al 1914 fu il porto d'imbarco della principale comunicazione tra l'Europa Occidentale e l'Oriente. La fama di Brindisi quale porto capolinea dei collegamenti con l'India è ben espressa ne "Il giro del mondo in ottanta giorni" pubblicato nel 1873 dal francese Jules Verne.

LE DUE COLONNE ROMANE
Le colonne romane sono, da sempre, il simbolo della città di Brindisi. Si è erroneamente ritenuto per lungo tempo che segnassero il punto in cui terminava la Via Appia, in realtà fungevano da riferimento portuale per gli antichi naviganti. Furono costruite forse nel II secolo d.C. (o anche successivamente) con marmo proconnesio. Oggi solo una colonna è integra ed è formata da otto rocchi, per un'altezza complessiva di di 18,74 metri. Il capitello corinzio composito è decorato con foglie di acanto, teste di divinità, ed otto tritoni. Dell'altra colonna, crollata nel 1528, oggi è rimasta solo la base e uno dei rocchi. La restante parte fu nel XVII secolo "donata" dalla città di Brindisi a quella di Lecce per essere utilizzata in piazza Sant'Oronzo a sostegno della statua del patrono locale.

CASTELLO SVEVO-ARAGONESE
Un monumento sicuramente degno di nota è il "castello Svevo", detto anche "castello grande" o "castello di terra", voluto da Federico II la cui pianta è trapezoidale e presenta robusti torrioni quadrati. Per la sua costruzione furono impiegati materiali dalle vecchie mura e di altri monumenti in rovina. All'originaria struttura sveva, furono aggiunte 4 torri esterne ad opera degli Aragonesi. Abbandonato dagli spagnoli, fu trasformato in penitenziario da Gioacchino Murat nel 1813, e poi, dal 1909, è utilizzato dalla Marina Militare. Il Castello fu base navale durante le due guerre mondiali, inoltre qui fu ospitato nel 1943 il re Vittorio Emanuele III che trasformò Brindisi in capitale d'Italia (10/9/43 - 11/2/44).

CASTELLO ALFONSINO
Giungendo a Brindisi dal mare si ammira il "castello aragonese", più conosciuto come "Forte a mare". Si tratta di una costruzione realizzata a cominciare dal 1480 sull'isola di Sant'Andrea, antistante il porto, da Ferdinando I d'Aragona per difendere della città dagli attacchi provenienti dal mare. Il castello Aragonese è formato da due sezioni: il Castello Rosso, nome dovuto al colore dei suoi mattoni ricavati dalla pietra dell'isola, ed il Forte (XVI e XVII secolo), adibito ad alloggio delle guarnigioni.

MONUMENTO AL MARINAIO
, come viene chiamato dai Brindisini, è un monumento (1933-1934) a forma di timone alto 53 m in pietra di càrparo (tufo compatto dorato) che spicca sul porto della città.
Presenta alla base una cripta a forma di scafo e sull'altare la statua della Vergine "Stella del Mare". Sulle pareti sono riportati i nomi dei circa 6.000 marinai caduti nella Grande Guerra e i 33.900 marinai caduti della seconda guerra mondiale. Vi è conservata anche la campana della corazzata "Benedetto Brin", che affondò nel porto di Brindisi nel 1915.

CATTEDRALE
La Cattedrale di Brindisi fu eretta in stile romanico tra l'XI e il XII secolo per volontà dell'Arcivescovo Bailardo e consacrata da papa Urbano II. Oggi si presenta nel rifacimento settecentesco in quanto fu riedificata dopo il terremoto[12] del 20 febbraio 1743 su progetto dell'architetto Mauro Manieri. Al suo interno si possono ammirare tratti del pavimento musivo originale (sec. XII), il coro in legno intarsiato del Cinquecento e uno splendido altare settecentesco. La Basilica è stata recentemente restaurata e riaperta al culto lo scorso 18 novembre 2007 alla presenza del cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano. Sulla destra della Cattedrale sorgono il Palazzo Arcivescovile e il Palazzo del Seminario: il primo conserva tracce dell'impianto originario medievale (bifora del XIII secolo); il secondo, realizzato nel 1720 circa su progetto di Mauro Manieri, ospita il Museo Diocesano e la prestigiosa Biblioteca arcivescovile Annibale De Leo.

NUOVO TEATRO VERDI
Teatro Comunale di Brindisi "Nuovo Teatro Giuseppe Verdi" si trova nel centro storico della città e sopra ad un sito archeologico di epoca romana visitabile per mezzo di una sopraelevazione. Il palcoscenico è uno dei più ampi in Italia è largo 25,50 m, profondo 18 m e alto 20 m; il boccascena è largo 15 m e alto 6 m. La capienza totale è di 1172 posti a sedere. Tutto il teatro è adeguato alle esigenze delle persone disabili. Sul piano rialzato sono previsti un bar, un foyer ed il guardaroba.

TORRE GUACETO
A pochi chilometri da Brindisi, nel territorio del comune di Carovigno, si trova Torre Guaceto, una Riserva Naturale WWF dello Stato la cui estensione è di circa 1.200 metri quadrati e un fronte marino che si sviluppa per circa 8.000 mt. L'area marina è rappresentata da un rettangolo ideale, con una profondità media di 3.000 metri, attraversata e divisa dalla Strada Statale 379. La riserva presenta una natura incontaminata, infatti non sono ammessi mezzi a motori: è visitabile solo a piedi o in bicicletta. Il Consorzio di Gestione è stato costituito, dai Comuni di Brindisi e Carovigno e dall'Associazione Italiana per il WWF for Nature Onlus, nel dicembre 2000 con la finalità di gestire l'area protetta, sia terrestre sia marina denominata “Torre Guaceto”, istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio[13] e delle aree limitrofe ad esse connesse.

IL PORTO
Il porto di Brindisi è un porto turistico, commerciale e industriale e uno dei più importanti del mar Adriatico. Il traffico mercantile concerne carbone, olio combustibile, gas naturale, prodotti chimici.

Il porto si compone in tre parti:

* Il Porto Esterno: i cui limiti sono a Sud la terraferma, a est le isole Pedagne, a ovest dall'isola Sant'Andrea e dal molo di Costa Morena e, a Nord, dalla diga di Punta Riso.
* Il Porto Medio è formato dallo specchio di mare che si trova prima del canale Pigonati, l'accesso al porto interno, il bacino a nord forma le Bocche di Puglia.
* Il Porto Interno è formato da due lunghi bracci che toccano il centro di Brindisi sia a nord che ad est, essi sono il "seno di ponente" e "seno di levante".

Le banchine di Costa Morena si sviluppano per 1.170 m, con profondità di 14 metri e piazzali per 300.000 m². Lungo la diga di Costa Morena (500 m) si sviluppa il sistema, a mezzo nastro e tubature, per lo sbarco dei prodotti destinati all'alimentazione delle centrali elettriche di Brindisi sud e nord. A Punta delle Terrare sono operativi 270 m di banchine per il traffico ro-ro con possibilità di ormeggio contemporaneo di cinque navi.

APPROFONDIMENTO STORICI
Gli studi e le ricerche effettuati negli ultimi anni, hanno rivelato che il Salento era abitato già nel Paleolitico medio (circa 80.000 anni fa). Risalgono invece all'età del bronzo alcune testimonianze di insediamenti costieri: a Brindisi è stato individuato un villaggio dell'età del bronzo media (XVI sec. a.C.) nel promontorio di Punta le Terrare, che si trova nel porto esterno. Un gruppo di capanne, protette da un terrapieno di pietre, ha restituito frammenti di ceramica micenea. Lo stesso Erodoto aveva parlato di un'origine micenea per queste popolazioni. La penisola salentina venne abitata dai Messapi, di provenienza incerta. I primi insediamenti documentati li troviamo alle soglie dell'VIII secolo a.C. con gli abitati di Oria e di Brindisi, le due città che forse alternativamente ospitarono la reggia dei dinasti messapici. La necropoli di Tor Pisana (a sud dell'attuale centro storico di Brindisi) ha restituito vasi protocorinzi della prima metà del VII secolo a.C.
In chiave anti-tarantina deve intendersi l’alleanza fra Brindisi e Thuri testimoniata dal caduceo bronzeo del V secolo a.C. rinvenuto durante la costruzione del piazzale adiacente la stazione cittadina. Numerosi sono stati i ritrovamenti archeologici nell'area della città antica (tombe con ricchi corredi, epigrafi); rimane tuttavia improponibile qualsiasi tentativo di ricostruire il tessuto abitativo della fase messapica, dando per scontata la decontestualizzazione delle epigrafi utilizzate come materiale di reimpiego. La Brindisi messapica intratteneva certamente rapporti commerciali intensi con l'opposta sponda adriatica e con le popolazioni greche dell'Egeo: tali rapporti sono documentati dai reperti archeologici. I Romani vennero in contatto con la regione nel corso delle guerre contro i Sanniti e contro Pirro tra il IV e il III secolo a.C.. Per tutte le città della Puglia si preparava la conquista da parte dei Romani, i quali ben presto si accorsero della posizione strategica della regione che, con il porto di Brindisi, rappresentava la via per la conquista dei Balcani e della Grecia. Brindisi, che era stata conquistata nel 266 a.C., venne poi elevata al rango di municipio e ai brindisini fu riconosciuta la prestigiosa cittadinanza romana (240 a.C.). Il dominio romano favorì la realizzazione di importanti infrastrutture e opere pubbliche. Dal II sec. a.C. Brindisi fu collegata direttamente con Roma dalla Via Appia attraverso Taranto, Venosa e Benevento; sotto Traiano si lastricò un tratto costiero, la Via Traiana, che passava per Egnazia e Canosa e raggiungeva l'Appia a Benevento (il viaggio da Roma a Brindisi via terra si effettuava in 13/14 giorni lungo un percorso totale di 540 chilometri). Brindisi divenne cosi il principale porto romano verso l'Oriente, sia come base navale per tutte le guerre con la Macedonia, la Grecia e l'Asia minore, sia come importante centro commerciale, in sostituzione di Taranto, la cui importanza era assai diminuita dopo la conquista romana. Durante la seconda guerra punica Brindisi rimase fedele a Roma, anche dopo la battaglia di Canne, e ciò che le valse riconoscenza e onori. Ottenne da Silla nell'anno 83 a.C. l'immunità - probabilmente in relazione all'istituzione di un porto franco - che poi conservò per lungo tempo. Divenuto un porto trafficatissimo e caposcalo per l'Oriente e la Grecia, molti romani illustri transitarono da Brindisi: Cicerone, ospite di Lenio Flacco, vi scrisse le Lettere Brindisine[9] ; a Brindisi arrivò Orazio Flacco in occasione del suo esilio, accompagnato da Mecenate e vi morì Virgilio, mentre tornava da un viaggio in Grecia; vi sbarcò Agrippina con le ceneri di Germanico. Un evento importante interessò Brindisi nel 49 a.C.: nel corso della Guerra civile, Giulio Cesare assediò la città dove si era rifugiato Pompeo e ne ostruì il porto. A Brindisi nel 40 a.C. Ottaviano e Marco Antonio si riconciliano (foedus brundusinum). Brindisi rimase un florida e attiva città per tutto il periodo imperiale romano, come è attestato da scrittori latini che ci documentano sul traffico militare e commerciale che si svolgeva nel suo porto. Plinio la menziona anche per la produzione a carattere quasi industriale di specchi in bronzo; Varrone ne loda la coltivazione della vite; Cassio Dione ricorda i venditori ambulanti di libri in lingua greca. Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Brindisi si avviò verso un periodo di decadenza lungo ed inesorabile. Nei primi secoli del Medioevo subì devastazioni durante la guerra greco-gotica (535-553), fu poi sottomessa ai Longobardi che la tennero dal VII al X secolo. Subì ripetuti assalti e saccheggi da parte dei Saraceni e fu distrutta dall'imperatore Ludovico II nell'868. Fu ripresa dai Bizantini ed ebbe probabilmente un vescovo greco; in un momento imprecisato del dominio bizantino, il protospatario Lupo avviò un programma di ricostruzione della città che ci è documentato solo dalla iscrizione posta sulla base di una delle colonne monumentali del porto. Restò un possesso bizantino sino alla conquista normanna.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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LICEO DELLA COMUNICAZIONE S. MARIA DEGLI ANGELI - San Donaci (BR)
CANTINE SANTA BARBARA - SAN PIETRO VERNOTICO - BR