Vinovo
è un comune della Provincia di Torino, situato
nella seconda cintura della città capoluogo.
Nel territorio di Vinovo, ai margini del nucleo abitativo
originario e principale, scorre il torrente Chisola
che va a sfociare in Po nei pressi di Moncalieri. Fino
alla fine del XVIII sec. circa, il Municipio di Vinovo
ebbe sede nella cascina della Famiglia Farò (che
un tempo era proprietà del conte Castelli di
Sessant) dietro l'abside della chiesa parrocchiale;
successivamente venne trasferito nella casa Marchiaro
di via San Bartolomeo. Poco dopo l'Unità d'Italia
il Comune venne provvisoriamente trasferito in piazza
delle Grida, attuale casa d'angolo di via Cottolengo
con via don Mazzolari. Qualche anno dopo, nel 1878,
il Comune di Vinovo, dovendo trasferire il Municipio
in una nuova e più ampia sede, acquistò
la vecchia villa della Contessa Bosco di Ruffino, pervenuta
in eredità dal conte Prospero Castelli di Sessant,
riadattandola a sede municipale, com'è tutt'oggi,
nell'attuale piazza Marconi. L'edificio subì
nel corso degli anni radicali trasformazioni, la più
grave in conseguenza del bombardamento dell'11 settembre
1941. In quella notte un gruppo di aerei da bombardamento
della RAF scaricò un grappolo di bombe incendiarie
sul centro di Vinovo colpendo anche il Palazzo Municipale.
Le facciate furono aggiunte negli anni 1972-1973 in
una delle successive ristrutturazioni, nel 1978-79 fu
integrata una manica verso via Marconi e furono radicalmente
ristrutturati i locali interni. La ricostruzione del
dopoguerra ha portato all'insediamento di nuove industrie
di legnami e metalmeccaniche. Tra il 1955 ed il 1970
sono arrivati in paese molti immigrati provenienti dalla
Romagna, dal Veneto e dalle regioni del sud, tant'è
che in quest'ultimo terzo di secolo la popolazione è
passata dai circa 2.500 abitanti del 1940 agli attuali
14.000. Oggi non ha più le caratteristiche del
paese agricolo di un tempo e, negli ultimi vent'anni,
la chiusura della maggior parte delle industrie locali
che un tempo offrivano lavoro anche a molti vinovesi,
ha inflitto un duro colpo al settore secondario di Vinovo.
Il territorio comunale piuttosto esteso, conta un centro
storico, frazioni, alcune delle quali distanti più
chilometri dal centro, e alcuni villaggi residenziali.
Una delle frazioni è Garino. Garino è
un cittadina molto piccola con una scuola materna, una
elementare e una media. All'inizio degli anni sessanta
furono eretti a Vinovo due ippodromi: uno per le corse
al trotto ed uno per quelle al galoppo. Recentemente
(2005) l'ippodromo del galoppo è stato abbattuto
per far posto allo Juventus Center e ad un futuro grosso
complesso commerciale. È rimasto quindi attivo
il solo ippodromo del trotto.
ETIMOLOGIA
Chiamato in passato Viconovo, potrebbe derivare dalla
fusione di due termini latini vicus e novus, ossia
paese nuovo.
IL
CASTELLO DEI DELLA ROVERE
Si tratta di un palazzo di stile rinascimentale eretto
fra il 1480 ed il 1517 in sostituzione di un palazzotto
di minori dimensioni adibito a fortezza difensiva.
Prospetta sull'attuale piazza Rey. Della sua costruzione,
voluta dalla famiglia omonima, fu sponsor e finanziatore
il cardinale Domenico della Rovere, originario di
Vinovo. Recentemente restaurato, il castello contiene
all'interno pregevoli stucchi e dipinti a grottesca
della scuola del Pinturicchio ed un bel chiostro con
decorazioni in cotto. Con l'estinzione della famiglia
Della Rovere, il castello passò nel 1692 alla
corona sabauda e Carlo Emanuele II, assegnando il
titolo di conte di Vinovo al figlio (illegittimo)
che aveva avuto nel 1712 da Gabriella di Mesmes des
Marolles, Francesco Agostino, gli diede in concessione
anche il castello. Tuttavia la concessione del castello
tornò alla corona nel 1732, visto che l'ultimo
erede della famiglia Delle Lanze aveva scelto la carriera
ecclesiastica (era il futuro cardinale Carlo Vittorio
Amedeo Delle Lanze (1712 1784), figlio di Francesco
Agostino e di Barbara Piossasco di Piobesi). Nel 1752
Carlo Emanuele III lo consegnò alla Commenda
Magistrale di Stupinigi che, nel 1776, lo diede in
concessione a Vittorio Brodel ed all'arcanista Pierre-Antoine
Hannong, affinché potessero condurvi esperimenti
sulle porcellane e la eventuale produzione delle medesime.
Fallita l'impresa dei due, il castello passò
in concessione nel 1780 a Vittorio Amedeo Gioanetti
che ebbe il medesimo incarico, portato a termine con
un certo successo. Dopo la morte del Gioanetti, fallito
il tentativo di Giovanni Stoppini di continuare l'attività
del Gioanetti, il castello fu venduto nel 1825 all'Università
di Torino, che nel 1836 lo vendette a sua volta al
comune di Torino dal quale nel 1839 fu acquistato
dai fratelli Giacomo e Luigi Rey che vi impiantarono
una fabbrica di tappeti. Dal 30 settembre 2006 è
sede della biblioteca comunale e dal 2007 anche della
St. John International University.
CHIESA
DI SAN BARTOLOMEO
Eretta nel 1451 come ampliamento della cappella privata
dei Della Rovere e dedicata a San Bartolomeo, subentrò
allora come chiesa parrocchiale a quella di San Desiderio.
Nel 1472 la parrocchia venne dotata di una cascina.
Nel 1615, la chiesa venne ampliata e ristrutturata
nelle forme che grosso modo si possono osservare oggi.
Durante la guerra del Monferrato, il 4 agosto 1630
alcuni squadroni di cavalleria incendiarono la chiesa
parrocchiale dove il Podestà aveva fatto rinchiudere
le masserizie e i beni della popolazione vinovese.
Cessata la battaglia la chiesa fu ricostruita.
CHIESA
DI SANTA CROCE
Fu innalzata nella seconda metà del XV secolo
ed adibita a sede di culto per la Compagnia dei Flagellanti
(in piemontese, Batù). Con la fondazione nel
1577 della Confraternita di Santa Croce per opera
di Bartolomeo Feccia, la chiesa nel corso dei secoli
subì molti cambiamenti e miglioramenti.I confratelli
di Santa Croce durante le processioni, erano rivestiti
di un camice bianco e con il capo ricoperto da un
cappuccio bianco, ed erano appunto detti i Batù.
Grazie alle offerte che provenivano da fonti diverse
(quote che venivano versate per ogni sepoltura ed
elemosine anonime) nel 1601 furono comprati due candelieri
di ottone ed i relativi ceri, e nell'aprile del 1603
furono completati i lavori dell'altare. Nel 1612 i
maestri Giovanni Maria Sarasino e Antonio Franchetto
piazzarono la porta della chiesa. Nel 1751 iniziarono
i lavori per l'edificazione di un nuovo campanile
«...per poter regere detta Campana, ed a cio
si senta più lontano il sono della medesima».
la nuova costruzione sarebbe sorta lateralmente all'asse
della navata, ed avrebbe misurato circa sei metri
dall'altezza del tetto della chiesa. Nei primi anni
dell'Ottocento i confratelli comprarono un nuovo organo
per 150 lire. Durante la seconda guerra mondiale sul
campanile fu montato, da parte dei militari un posto
di avvistamento antiaereo e nel 1945 i militanti della
resistenza vinovesi e partigiani trovarono rifugio
sul campanile, per sfuggire alle pattuglie nazifasciste.
All'interno è presente un bel coro ligneo,
intagliato dai mastri Bartolomeo Borello e Francesco
Antonio Rochie nel 1715 e restaurato nel 2010. Oggi
l'edificio, svincolato dall'uso liturgico, viene utilizzato
spesso per manifestazioni particolari quali, ad esempio,
una mostra di presepi nel periodo natalizio.
CHIESA
DI SAN DESIDERIO
Chiesa cimiteriale eretta nella prima metà
del XVIII secolo sulle rovine dell'antecedente Cappella
del Santuario di San Desiderio (iniziale patrono del
paese). La chiesa originaria di San Desiderio era
molto diversa dall'attuale santuario e non era ancora
attorniata dal cimitero, ma era una modesta costruzione
molto probabilmente ad una sola navata, isolata in
mezzo all'aperta campagna. L'interno, a pianta a croce
greca, è realizzato in stile rococò.
La facciata in mattone vivo, con decori in ceramica
policroma (timpano sul portale e capitelli), è
della seconda metà del XIX secolo.
LA
ROTONDA
Pregevole ed originale edificio fatto erigere nella
zona esterna meridionale del territorio comunale[7]
alla fine dell'Ottocento, su progetto dell'ing. Crescentino
Caselli, da parte un notaio torinese come sua "casa
di campagna". Fu sede di un Circolo Socialista
dal 1919 al 1922, anno in cui fu dato alle fiamme
da una squadra fascista. Oggi appartiene a privati
che vi abitano.
L'ALA
DEL MERCATO
l'Ala del Mercato è posta all'incrocio delle
due vie principali del vecchio borgo medioevale. L'attuale
architettura è anch'essa opera dell'architetto
Caselli, la cui impronta e ben riconoscibile nella
fuga degli archi rampanti e nei mattoni rossi prodotti
nelle fornaci locali, oltre che nei tiranti in ferro
utili a mantenere l'equilibrio della struttura. L'edificio
venne costruito negli anni 1580-1585 a cura della
Compagnia di Santa Croce.
LO
JUVENTUS CENTER
Il progetto della società calcistica Juventus
di edificare un nuovo centro sportivo tra i comuni
di Nichelino e Vinovo ha trovato la sua sede nel territorio
di Vinovo. Il centro sportivo Juventus Center è
stato inaugurato nel 2006. Il complesso ha i suoi
ingressi in Via Stupinigi 182.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La città ha una lunga storia che affonda le
sue radici in tempi molto antichi: sono stati infatti
ritrovati in questa zona resti risalenti al V secolo
d.C. I documenti storici più antichi che parlano
di quella che sarà l'odierna Vinovo risalgono
al 1040: in quell'anno un atto notarile certifica
che i Marchesi Romagnano donarono all'Abbazia di San
Silano di Romagnano alcuni terreni siti nel territorio
di Vinovo. In questo documento il territorio è
indicato come Vicus Novus, nome che rimase nel Medioevo
ad indicare il gruppo di edifici e terreni che furono
di proprietà di vari feudatari. Nel 1268 un
atto di vendita vede l'affacciarsi, nella storia locale,
della famiglia Della Rovere, che diverrà padrona
dell'intero territorio vinovese nel 1400. La nascita
del Comune è datata 1458, quando il duca Ludovico
di Savoia concesse alla Comunità Vinovese gli
Statuti in difesa dei cittadini. Con la morte dell'ultimo
discendente dei Della Rovere, nel 1692, il feudo vinovese
fu ceduto ai Conti delle Lanze che lo governarono
sino al 1732. In quell'anno il cardinale Carlo Vittorio
Amedeo delle Lanze cedette la città al re Carlo
Emanuele III, che la donò, unita a Stupinigi,
alla Commenda dell'Ordine Mauriziano. L'Ordine fu
soppresso nel 1800 e molte terre furono vendute a
privati; solo dopo il 1815 ne venne ricostruito il
patrimonio con Stupinigi e parte di Vinovo: il castello,
alcuni terreni, le cascine ed i boschi. Nel 1865 la
frazione di Stupinigi venne definitivamente separata
dalla città ed annessa a Nichelino.
Nel 1775 parte del castello venne adibita a fabbrica
per la lavorazione delle maioliche e delle porcellane
e dopo il 1780 attraversò un periodo d'oro
sotto la direzione di Vittorio Amedeo Gioanetti. Alla
fine dell'800 alla rinomata industria ceramica si
affiancarono le fornaci e le filande, cosa che portò
ad un progressivo aumento della popolazione, con conseguente
espansione del paese, e alla necessaria costruzione
di edifici pubblici come il Municipio, le scuole,
l'asilo e la Casa del Cottolengo. Per quanto concerne
la vita culturale, nel 1847 venne fondata la Filarmonica
Vinovese Giuseppe Verdi, corpo musicale bandistico
della città, da allora ininterrottamente attivo.
Segno di progresso e di acquisita importanza fu anche,
nel 1882, l'inaugurazione di una linea tranviaria
che univa la stazione di Porta Nuova di Torino a Vinovo.
Nel 1941 il paese subì un bombardamento da
parte degli aerei della RAF le cui conseguenze furono
di tre feriti e molte case distrutte.