Villanova
Mondovì è un comune della provincia
di Cuneo. L'Ellero scorreva ai piedi della collina
posta di fronte al Monte Calvario, verso le sorgenti
di San Matteo, e nella vallata, dal ponte dei Gosi,
lungo la Provinciale per Frabosa, fino a Rastello,
sorgevano numerose "ville" di cui conosciamo
i nomi: Villa Gragnasco, Villanova, Villa Grafiasco,
Roccaforte e Villa Subteniano.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa della Passione di Cristo
Cappella di San Rocco
Cappella dell'Annunziata
Parrocchiale di Santa Caterina
Santuario della Beata Vergine
Chiesa di San Lorenzo Martire
Santuario di Santa Lucia
MANIFESTAZIONI
Premio giornalistico Piero Dardanello Organizzato
sin dal 2004 dall'Unione Sportiva Dilettantistica
Tre Valli di Villanova Mondovì, vuole essere
un omaggio al grande giornalista sportivo monregalese,
già direttore di Tuttosport, ed è riservato
alle migliori "penne" del panorama italiano,
rigorosamente "under 40". La Giuria specialistica
è presieduta da Roberto Beccantini ed è
composta, fra gli altri, dai giornalisti Giancarlo
Padovan, Paolo de Paola e Enzo d'Orsi.
ORIGINI
E CENNI STORICI
II documento più antico, in cui si fa cenno
a Villanova Mondovì, è un diploma dell'imperatore
di Germania Ottone IV dell'anno 1210: essa sorgeva
in località "San Nicolao", dal nome
appunto del titolare dell'antica Chiesa, ed era in
feudo ai Signori di Morozzo. Il primitivo borgo venne
interamente "corroso ed occupato" dal fiume
Ellero che, in seguito ad una "grossa fiumana",
non solo aveva cambiato il suo corso, ma ora scorreva
fin sotto e dentro le mura dell'antica Parrocchiale.
Sulle rovine deIla Chiesa fu poi edificata una Cappella
dedicata al Santo vescovo Nicolao, rasa al suolo da
un'altra piena dell'Ellero nel 1300. "Dopo l'inondazione
e disrruzione che fece Ellero dell'antica Villanova",
gli abitanti di questa e delle "ville" limitrofe,
sia per difendersi dai nemici che per assicurarsi
dalle inondazioni, si spostarono sulla collina di
Villavecchia, dove già sorgeva una Chiesetta
dedicata a Santa Caterina Vergine e Martire con accanto
un Monastero di Suore. L'importanza di Villanova andò
via via crescendo, anche per il "forte"
Castello di cui era munita. Il paese venne poi cinto
di mura e, a partire dal 28 aprile 1369, venne dotato
anche di una Fortezza detta Bastita. L'accesso alla
cittadella era consentìto solo attraverso tre
porte con ponte levatoio: una a mezzodi', sotto il
Castello, detta Porta Caterina; l'altra a sertentrione
detta Porta Garombo o del Fango; la terza a levante
sopra al Rivelino detta Porta Bonna. II paese si estendeva
però anche ampiamente fuori del recinto fortificato
e comprendeva: la Riviera, il popolatissimo sobborgo
del Pasquero, il quartiere Roatta, il Borgo di Branzola
oltre aIle frazioni della campagna: Bongiovanni, Eula,
Pasco e San Grato, Garavagna, Paganotti e Dossi, Roracco
Soprano e Sottano. La Chiesetta di Santa Caterina
certo non poteva più contenere tutta la popolazione
e, a partire dal 1309, venne ampliata allo scopo di
contenere non solo gli abitanti del Capoluogo, ma
anche quelli del piano e delle frazioni e gli stessi
abitanti di Pianfei. Nel 1372, Villanova, che nel
frattempo era passata sotto la dominazione di Galeazzo
Visconti, subi' un lungo assedio ed, espugnata, passò
insieme con Mondovi', dapprima sotto Amedeo di Savoia,
da lui a Ludovico d'Angiò e a Teodoro di Monferrato,
per tornare nel 1396 sotto Casa Savoia. Nel 1540 Villanova
venne ancora cinta d'assedio, ma mentre Mondovì
cadeva nel le mani dei francesi, essa resistette con
"mirabile costanza". Con Decreto 8 marzo
1544 il duca di Savoia premiava la fedeltà
dei Villanovesi, provata con tanta tenacia, rendendo
il paese "autonomo e indipendente da Mondovi'".
Ma ciò non valse a scoraggiare i Francesi che
ancora nel 1554 ritornarono all'assalto, circondarono
la "Villa" da ogni parte, incendiando tutte
le case man mano che avanzavano. Gli assedianti riuscirono
anche a collocare nove pezzi di artiglieria sull'altura
verso Monte Calvario e con questi si aprirono una
larga breccia nel muro di cinta. Il Paese venne saccheggiato
ed incendiato il 3 aprile 1554. Caduta in mano ai
Francesi, Villanova fu obbligata ad unirsi con Mondovi'
ed il 23 maggio 1555 nella Chiesa Parrocchiale i capi
famiglia firmarono l'atto di sottomissione al re di
Francia. Il 5 ortobre 1620 il sig. Arduino di Clermont,
signore di S. Giorgio, venne investito del contado
di Villanova e delle sue dipendenze ed il 24 dicembre
1621 il duca Carlo Emanuele 1 ne decretò la
separazione da Mondovi'. Al conte Arduino succedette
nel 1626 Stefano Donzello, detto Bortega. Morto questi,
il feudo passò a Giovanni Fausone suo nipote
alla cui famiglia rimase per più di un secolo.
Durante la lunga lotta che contrappose in Piemonte
i "madamisti" seguaci di Cristina di Savoia
(la famosa Madama Reale) fautori di un'alleanza con
la Francia, ai "principisti" seguaci del
Cardinale Maurizio e del principe Tommaso di Carignano,
filospagnoli, prevalendo in Villanova il partito a
favore dei principi, la duchessa decise di assicurarsene
il possesso mandando nell'estate del 1641 un reggimento
francese composto in massima parte da Ugonotti, con
compito di impadronirsi a nome della duchessa di Villanova
e dintorni. Quando si fu liberata dagli Ugonotti,
iniziò per Villanova un periodo di controversie
e di liti, ricordiamo soltanto quella con Mondovi'
per la gabella sul sale e quella con Roccaforte per
lo sfruttamentu dei boschi. Il 19 luglio 1698 Villanova
diventa comune autonomo con Decreto del duca Vittorio
Amedeo II di Savoia. Nel 1730, anche se era alquanto
decaduta ed aveva cessato di essere Fortezza, Villanova
era tuttavia "uno dei luoghi e comunità
più grandi e riguardevoli di tutta la provincia
di Mondovi'". Nel periodo dal 1778 al 1892 Villanova
divenne sede della Pretura Mandamentale dei comuni
di Villanova, Pianfei e Roccaforte. Il 25 dicembre
1798 in Villanova, come in tutti i luoghi del Piemonte,
sopraffatti e spadroneggiati dai Francesi, s'inaugurò
la Repubblica. Ma i villanovesi, stufi di quel governo
sfruttatore, si armarono e scacciarono i Francesi
a viva forza. I Francesi, ritornati nel 1800, si vendicarono
uccidendo 20 persone, bruciando le scritture estratte
dagli archivi comunali e saccheggiando tutto il paese.
Dal 1810 al 1814 ritorno' il Regio Governo dei Savoia
e il 30 giugno in Villanova venne installato il nuovo
consiglio comunale. Dal 1814 in poi in Villanova il
borgo inferiore acquista importanza a discapito di
quello superiore, gli uffici pubblici, le scuole,
vengono trasferiti al piano in sedi più adatte.
Villanova Mondovì figura tra le Città
decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione;
è stata, infatti, insignita della Croce di
Guerra al Valor Militare per i sacrifici delle sue
popolazioni e per la sua attività nella lotta
partigiana durante la seconda guerra mondiale. Tra
i patrioti di quegli anni si ricordano i villanovesi
Francesco Forzani, primo sindaco di Villanova Mondovì
dopo la Liberazione, Primo Silvestrini, industriale
e primo sindaco di Mondovì dopo la Liberazione,
e Giovanni Bessone, giornalista, professore e vice-direttore
della Gazzetta di Mondovì. Gli anni del secondo
Dopoguerra appartengono, come nel resto dell'Italia,
all'ottimismo ed alla speranza: sono gli anni del
"boom economico" in cui la stessa Villanova,
trascinata dalla spinta manifatturiera della fornace
Merlo e delle ceramiche Musso e Silvestrini, cresce
sensibilmente e acquista un ruolo di prima fila nel
distretto industriale del Monregalese. Negli anni
Settanta, tuttavia, la crisi coinvolge anche Villanova
che, nonostante la riconversione della ceramica Musso
nell'industria elettrospaziale Hellervall, conosce
una forte depressione industriale. A partire dagli
anni Ottanta, Villanova Mondovì beneficia di
un periodo di forte espansione commerciale, in virtù
della creazione dell'Area artigianale in località
Bongiovanni, felice intuizione dell'allora sindaco
Vincenzo Tomatis. A cavallo degli anni Duemila, un
periodo di commissariamento - conseguente alla caduta
del primo cittadino Dario Bongiovanni - rischia di
compromettere la crescita del paese: è soltanto
l'opera preziosa del commissario prefettizio Daniela
Bergia a permettere a Villanova una fase di sviluppo
economico e sociale.