Torre
Pellice è un comune della provincia di Torino.
Sorge in Val Pellice, subito a monte della confluenza
tra il Pellice e l'Angrogna. È il centro principale
della Chiesa Valdese italiana. È sede della
Comunità Montana Val Pellice. E' denominata
in occitano La Toure de Pèlis, in piemontese
La Tor. Dalla borgata Ruà, situata su di un
promontorio, si gode una vista panoramica sulla vallata.
La borgata dei Coppieri, un tempo il limite del ghetto
in cui erano confinati i Valdesi, è oggi un
vero e proprio villaggio completamente ricostruito.
ETIMOLOGIA
Chiamata in passato Torre di Luserna, deriva dalla
presenza di un castello fortificato di proprietà
dei signori Lucerna. La specifica "Pellice"
si riferisce al torrente che scorre in zona.
DA
VISITARE
Edifici e istituzioni di Torre Pellice testimoniano
la sua realtà di capitale del mondo valdese.
Si possono ricordare la Foresteria, il Museo con una
ricca documentazione storica e etnografica, la Casa
Valdese, che ogni anno ospita il Sinodo, il tempio
neo-romanico del 1852, il Collegio (oggi Liceo Europeo)
costruito nel 1835, il Convitto Valdese, eretto in
memoria dei 500 valdesi caduti nella prima guerra
mondiale, la Casa Valdese della Gioventù e
la Casa delle Diaconesse, sede centrale delle sorelle
infermiere all'opera nei numerosi istituti di assistenza.
La città ha due importanti biblioteche, una
annessa al Museo, con oltre ventimila volumi, e un'altra
presso la Casa Valdese, che conserva oltre cinquantamila
libri, molti dei quali rari, come la preziosa Bibbia
di Olivetano del 1535), preziosi incunaboli e collezioni
bibliche. Presso il Collegio Valdese si trova l'Erbario
Rostan, che raccoglie la flora alpina delle valli
pinerolesi. Appena fuori dall'abitato, l'Ospedale
Valdese è il primo istituto assistenziale edificato
in favore delle popolazioni valdesi nel XIX secolo.
In posizione dominante si trovano i ruderi del forte
di Santa Maria, fatto incendiare da Catinat nel 1690.
L'abitato ospita un busto di Edmondo De Amicis, opera
di Leonardo Bistolfi e un monumento in bronzo al pastore-condottiero
Enrico Arnaud scolpito da Davide Calandra e Emilio
Musso. Nel 1989 è sorto il Centro Culturale
Valdese, con l'obiettivo di conservare e promuovere
il patrimonio documentario e relativo alle lingue
minoritarie della zona. La Libreria Claudiana, aperta
nel 1937 e completamente rinnovata nel 2008, con un
vasto catalogo di narrativa e saggistica, specializzata
in libri per bambini e ragazzi, letteratura straniera
in lingua originale, teologia e religioni, organizza
ogni settimana presentazioni ed eventi culturali.
La Galleria Civica d'Arte Contemporanea "Filippo
Scroppo" raccoglie circa quattrocento opere di
pittura, scultura e disegno di artisti italiani del
dopoguerra (tra i quali Carena, Cordero, Gallizio,
Levi, Menzio, Paulucci, Rambaudi, Ruggeri. Nel territorio
di Torre Pellice e in tutto il pinerolese opera inoltre
un'associazione culturale giovanile, la SPAD, il cui
scopo è promuovere il confronto tra generazioni
e portare i giovani a comunicare con il mondo. La
SPAD crea inoltre momenti di svago, organizzando feste
e concerti sul territorio, tra cui spicca l'Arts on
Air, sviluppato e realizzato a partire dal 2005 in
collaborazione con numerose realtà locali.
Le vicende storiche hanno fatto di Torre Pellice un
centro internazionale, definito da Edmondo De Amicis
«la Ginevra italiana», e questa vocazione
internazionale si riflette nel multilinguismo. Tutta
la Val Pellice è caratterizzata dalla presenza
di quattro parlate contemporanee: l'italiano, lingua
ufficiale fin dal 1560, il francese, lingua ufficiale
della Chiesa Valdese per due secoli, l'occitano, lingua
letteraria nel Medioevo, e il piemontese, lingua popolare
e commerciale.
TURISMO
ED ECONOMIA IN GENERE
Oggi l'economia di Torre si basa soprattutto sul terziario
e sui servizi. Sono presenti, tuttavia, anche attività
industriali nei settori tessile, farmaceutico, dolciario
e dell'abbigliamento. Il turismo si basa, oltre alla
villeggiatura estiva e agli sport invernali, sull'interesse
storico anche internazionale della comunità
valdese. Gli Ospedali Valdesi, nati come enti di assistenza,
rientrano oggi nella rete sanitaria nazionale e regionale
e dopo una grave crisi economica sono ora gestiti
dalla Regione.
SPORT
Torre Pellice ospita un'importante squadra di hockey
su ghiaccio, la più antica del Piemonte, nata
nel 1934: l'Hockey Club Valpellice, milita in Serie
A1. In occasione dei XX Giochi olimpici invernali
di Torino 2006, la Regione Piemonte ha costruito un
nuovo palaghiaccio, intitolato a Giorgio Cotta Morandini.
Dall'11 al 17 dicembre 2006, al palaghiaccio olimpico
"Giorgio Cotta Morandini" si sono tenuti
i campionati del mondo Under 20 di Hockey su ghiaccio,
con le squadre del gruppo B della seconda divisione.
Durante i XX Giochi olimpici invernali ha ospitato
gli allenamenti di hockey su ghiaccio e ha ospitato
le gare della stessa specialità durante l'Universiade
invernale 2007.
CENNI
STORICI
Le prime notizie sull'esistenza del comune di Luserna
risalgono a un atto del 1186, nel quale si parla della
Torre di Luserna. Il nome deriva da una torre innalzata
nell'XI secolo sulla collina alla confluenza dei torrenti
Pellice e Angrogna e intorno alla quale in seguito
furono innalzate le fortificazioni che nei secoli
successivi verranno più volte demolite e ricostruite.
Era una appendice fortificata del capoluogo Luserna.
Come gli altri comuni della Val di Luserna, Torre
era sotto la giurisdizione dei conti di Luserna e
dal XIII secolo divenne un feudo dei Rorenghi per
una metà e per l'altra dei Manfredi. La famiglia
dei Luserna è oggi presente in tre rami superstiti
i Luserna di Campiglione residenti dalla fine del
secolo XIX in Francia e Svizzera, i Rorengo di Rorà
residenti in Toscana, i Manfredi residenti in Germania
e Lombardia, vedasi http://www.armorial-register.com/arms-it/luserna-von-staufen-berg.html.
La valle iniziò a popolarsi di Valdesi all'inizio
del XIII secolo, ed è in una grotta nei pressi
di Torre Pellice che nel settembre 1590 ha luogo il
Sinodo di Chanforan, dove i Valdesi aderiscono alla
Riforma Protestante. Nel 1536 anche la Val Pellice,
come tutti i possedimenti piemontesi dei Savoia, fu
invasa da Francesco I di Francia e rimase sotto dominio
francese fino al 1556. Fu poi del duca Emanuele Filiberto,
che nel 1565 l'assegnò al governatore Sebastiano
Grazioli, detto Castrocaro. Nel 1582 ritornò
in mano ai Luserna. Tra il Cinquecento e l'Ottocento
il paese fu fortemente colpito dalle persecuzioni
antivaldesi. Nel 1590 iniziò la guerra civile
francese fra cattolici e ugonotti. Carlo Emanuele
I di Savoia tentò di espandere i suoi territori,
ma fu fermato dal maresciallo francese e ugonotto
Lesdiguières, che nel 1592 occupò le
valli Chisone e Pellice. Nel 1630 la peste uccise
900 abitanti; nel 1635 gli abitanti erano 1200, in
grande maggioranza valdesi. Nel 1655 riprese la persecuzione
dei valdesi, per opera di Maria Cristina, reggente
per conto del figlio Carlo Emanuele II: 91 persone
furono uccise e 56 bambini furono rapiti e convertiti
a forza al cattolicesimo. Il 31 gennaio 1686 Vittorio
Amedeo II firmò l'editto di Fontainebleau che
obbligava i seguaci della «religione pretesa
riformata» a evitare la pratica di tale religione,
demolire tutti i templi, battezzare e allevare nella
religione cattolica tutti i bambini, mandare in esilio
tutti i pastori, predicatori, maestri. Il 2 aprile
1686, in un'assemblea generale, circa due terzi della
popolazione valdese (tra cui una parte degli abitanti
di Torre Pellice) si dichiarorono disposti a partire,
ma un terzo decise di resistere a oltranza: a seguito
degli scontri armati tra savoiardi e francesi da una
parte, comandati dal generale Catinat, e valdesi dall'altra,
Vittorio Amedeo II firmò un accordo con i ribelli,
concedendo loro di espatriare in Svizzera con le famiglie,
armi alla mano: 150 dalla val Pellice, 260 dalla valle
di San Martino partirono verso Ginevra. I Valdesi
tornarono in valle nel 1690 e ottennero dal duca di
Savoia la pace in cambio dell'impegno a schierarsi
con le sue truppe contro la Francia. Nel Settecento
le persecuzioni si attenuarono, anche se i valdesi
non potevano ancora ricoprire cariche istituzionali,
destinate ai pochi cattolici, né celebrare
il culto in pubblico. Nella seconda metà del
secolo ebbe inizio il processo di industrializzazione
di Torre (la prima filatura della seta è del
1760), che la portò, nel secolo successivo,
a diventare il capoluogo della valle. Fu annessa alla
Francia durante la Rivoluzione Francese. Nel 1808
il paese fu danneggiato da un terremoto e venne ricostruito.
Le discriminazioni cessarono brevemente sotto Napoleone,
per riprendere con Vittorio Emanuele I e Carlo Felice.
Finalmente, il 17 febbraio 1848, Carlo Alberto pose
fine per sempre alle discriminazioni con "l'editto
di pacificazione". Da allora, tutti gli anni
i Valdesi ricordano l'evento ritrovandosi numerosi
ed accendendo dei grandi fuochi all'aperto nella valle,
la notte tra il 16 e il 17 febbraio. Nell'Ottocento
si consolidò l'industrializzazione: sorsero
stamperie, pastifici, fabbriche di grafite ed altre
industrie. Gli abitanti passarono da 2300 nel 1819
a 6000 circa all'inizio del 1900. Nel 1882 venne realizzata
la ferrovia con Pinerolo che si collegava, a sua volta,
con la Torino-Pinerolo (inaugurata nel 1854). Nel
1920 nacque a Torre la prima sezione del partito fascista
e nel 1926 il consiglio comunale fu costretto a dare
le dimissioni. Nonostante ciò, la maggior parte
dei cittadini di Torre fu antifascista e combatté
durante la guerra di resistenza fra il 1943 e il 1945.