ETIMOLOGIA
Il toponimo trae probabilmente origine dalla gens
Statia o da Statio (fermata, luogo di sosta), che
nel territorio, non lontano dalla romana Libarna,
doveva tenere possedimenti, si trova tra valle Scrivia
e val Borbera.
CENNI STORICI
Nel X secolo è citato tra le proprietà
dell'abbazia di Precipiano di Vignole Borbera. Nel
1157 passa sotto il dominio temporale dei vescovi
di Tortona. Assediato dai pavesi, alleati del Barbarossa,
fu ricostruito e confermato dallo stesso Barbarossa
in possesso della città di Tortona. Il borgo
restò quindi nell'orbita tortonese, con alterne
vicende, che lo videro anche in mano ai genovesi
e ai Visconti di Milano. Nel 1784 fu ceduto a Vittorio
Amedeo III di Savoia, seguendo le sorti degli stati
sabaudi.
IL CASTELLO DI STAZZANO
Il castello di Stazzano, costruito in epoca medievale
e parte del patrimonio dei vescovi di Tortona, nel
1505 venne allargato da monsignor de' Zanzii nel
1505, requisito durante la parentesi napoleonica,
venne poi trasformato in seminario diocesano (1849-1869),
visto che quello di Tortona era stato temporaneamente
requisito dallo stato e adibito a caserma per le
truppe impegnate contro l'Austria, dal 1994 è
residenza per anziani. A fianco sorge il Santuario
del Sacro Cuore, dell'architetto Giulio Leale. La
chiesa a tre navate, separate da colonne di granito,
presenta volte a cassettoni in stucco.
IL SANTUARIO DI MONTE SPINETO
Il Santuario di Monte Spineto sorge sulla sommità
del Monte Spineto (459 m), si racconta che di soldati
del Barbarossa nel 1155 avrebbero saccheggiato Stazzano,
incendiando pure il castello costringendo gli abitanti
a fuggire a Monte Spineto, poco dopo vi fu innalzata
una cappella per la protezione ricevuta, che andò
presto in rovina. All'inizio del XVIII secolo truppe
francesi minacciarono nuovamente Stazzano e la popolazione
si rifugiò sull'altura pregando attorno a
una croce, poi attorno a un biancospino cresciuto
fuori stagione ci furono degli eventi miracolosi.
Così nel 1633 incominciò l'edificazione
del santuario voluto dal vescovo di Tortona Paolo
Arese (1620-1640) che decretò che l'altare
maggiore sorse nel punto dove era cresciuto il biancospino,
il monte da allora fu chiamato monte Spineto, l'attuale
santuario è a tre navate, con tre altari,
la facciata è ottocentesca, tra 1839 e 1840
il Santuario subì lavori nel presbiterio,
nel 1853 fu costruito il campanile in pietra a vista,
nel 1866 vennero costruite le navate laterali e
venne decorata la facciata, inquadrata da lesene
e sormontata dal monogramma mariano. All'interno
ci sono affreschi e stucchi a generi fitomorfi che
inquadrano le lunette con i Misteri del Rosario
e il tondo del presbitero del Miracolo della Colomba
dipinto dal pittore alessandrino Clemente Atzori,
nel 1875 fu eretto l'altare maggiore che accoglie
la statua della Madonna con Bambino del 1629, inoltre
ci sono alcune tele seicentesche e settecentesche
e molti ex voto (ora trasferiti in una stanza accanto
alla sacrestia), oltre ad una stampella utilizzata
da don Orione (ora Santificato) per raggiungere
il santuario. Nel 1929 venne inaugurato l'ospizio.
Il Santuario fu ristrutturato durante gli anni '60
ed è stato sottoposto ad ulteriori restauri
ed ammodernamenti recentemente.
MUSEI
Museo Civico di Storia Naturale
MANIFESTAZIONI
Fiera di primavera, a maggio.
Carnevale animato da gruppi folkloristici e carri
allegorici.
Fiera di fine estate nella frazione Vargo. Inizio
settembre.
Festa di San Giorgio, il 23 aprile. Santo Patrono
del paese.
settembre Stazzanese. Manifestazioni varie organizzate
dalle associazioni del paese.
L'OMU DU SASSU
La tradizione orale narra che all'inizio del Novecento,
tra le rocce tufacee sulla strada che porta all'Albergo
Vecchio, viveva un uomo che tutti chiamavano "l'omu
du sassu". Si dice che quest'uomo vivesse in
una caverna scavata nel tufo, lavorasse eseguendo
servizi manuali come tagliare legna e spaccare pietre
e che, nonostante fosse magro e denutrito, disponesse
di una misteriosa forza straordinaria che gli permetteva
di portare ogni giorno, a Novi Ligure, a piedi,
un quintale di legna tagliata. Pare anche che chiunque
osasse ostacolare il suo cammino venisse, da lui,
rudemente malmenato.
LA
STREGA CIUGHEINA
Si dice che in paese visse una strega chiamata Ciugheina,
la cui stregoneria era maligna e consisteva in provocare
la morte delle persone. Si narra che non potendo
avere figli, per vendetta contro il fato, uccise
anche dei bambini ponendovi la mano sulla testa
e pronunciando alle madri la formula: "come
me, anche tu non avrai la gioia di crescere questo
bambino". Ai novant´anni, con la salute
in stato grave, benché moribonda, non le
riusciva di spirare. Era condannata infatti a pagare
per le sue malefatte soffrendo senza trovare pace.
Una notte bussó alla chiesa in cerca di perdono,
i vecchi del paese dopo averla udita e perdonata
dissero che era necessario scoperchiare il tetto
della sua casa perché perisse. Una volta
scoperchiato la stregá riuscì a morire.