ETIMOLOGIA
Il termine è di chiara origine latina. In epoca
classica infatti era un fundus appartenente alla famiglia
patrizia dei Romanii ed era detto fundus Romanianus.
«Quest'usanza di considerare come un toponimo
il nome di un grande fondo rustico e della famiglia
a cui il fondo apparteneva -scrive infatti Mario Attilio
Levi- rimase nelle abitudini dell'Italia antica ancora
in avanzata età imperiale; cosicché
tuttora conserviamo nella nostra toponomastica i nomi
di località che non sono altro che indicazioni
di tenute familiari». Fino all'unità
d'Italia si chiamava semplicemente Romagnano. Romagnanius,
Romagnanus sono infatti «forme tutte riconducibili
al nome gentilizio Romanus unito al suffisso -anus»,
che nella lingua latina indica possesso o proprietà.
Con l'unità d'Italia gli venne aggiunto Sesia
per distinguerlo da Romagnano al Monte, in provincia
di Salerno.
DA VEDERE
Cantina dei Santi; è quanto rimane dell'antica
abbazia benedettina di San Silano che, nella sua volta
a botte, conserva i resti di un ciclo pittorico dedicato
alle storie di Saul e di Re David eseguito verso la
metà del XV secolo.
Chiesa parrocchiale della Santissima Annunziata e
di San Silvano (o San Silano); presenta complesse
vicende costruttive a partire dall'antica omonima
abbazia, più volte riedificata e rimaneggiata,
sino alla attuale sistemazione del 1856. All'interno
opere di notevole interesse artistico quali una tavola
attribuita a Macrino d'Alba e due dipinti di Bernardino
Lanino.
Chiesa della Madonna del Popolo; costruita sui resti
di una chiesa preesistente nella prima metà
del XVII secolo ed ampliata agli inizi del XVIII secolo.
Conserva all'interno, nella cupola, affreschi barocchi
del pittore romaganese Tarquinio Grassi (1656-1730).
Torre del Pretorio; torre a pianta rettangolare già
appartenente all'antico palazzo Pretorio, poi sopraelevata
nella seconda metà del XV secolo.
Chiesa di San Martino di Breclema, costruzione romanica
risalente all'XI secolo che sorge a tre chilometri
da Romagnano.
Ponte medievale; arcate rimaste dell'antica costruzione
sul fiume Sesia diroccata nel 1223.
Villa Caccia; situata sul Monte Cucco in posizione
elevata rispetto a Romagnano, fu realizzata da tra
il 1842 ed il 1848 dall'architetto Alessandro Antonelli
come residenza estiva dei conti Caccia di Romentino.
Ospita attualmente il Museo Storico Etnografico Romagnano
Sesia.
Villa Fratelli Mira; realizzata dall'architetto Vittorio
Gregotti.
SACRA RAPPRESENTAZIONE DEL VENERDI SANTO
Il grande dramma del Calvario che ispirò poeti,
pittori ed artisti di ogni genere e di ogni epoca,
rivive lungo le strade e sulle piazze di Romagnano
Sesia, trasformando l'antico e storico Borgo in un'altra
Gerusalemme. I romagnanesi di ogni ceto, perpetuando
la tradizione ricevuta dai padri, danno vita a più
di trecento personaggi che partecipano alla Sacra
rappresentazione. La singolarità della rappresentazione
itinerante e la compartecipazione degli spettatori
all'azione drammatica hanno dato a queste rappresentazioni
un carattere di unicità per il quale viene
annoverata tra le più celebri e significative
d'Italia. Fede, tradizione e folklore contribuiscono
a dare a questa secolare tradizione una curiosa spontaneità
ed a conferire ad essa un aspetto solenne ed armonioso.
Tutto il popolo, come nei Misteri Medioevali, diventa
nel contempo attore e spettatore. Di antichissima
origine il "Venerdì Santo" venne
riorganizzato nell'anno 1730 dalla Congregazione del
Santo Enterro, della quale oggi il Comitato Venerdì
Santo perpetua l'eredità organizzando a cadenza
biennale (anni dispari) le Sacre Rappresentazioni.
La 258ª edizione si terrà il 2-3-4-5-
aprile 2015.
RAPPRESENTAZIONE STORICA DELL'EPIFANIA
La rappresentazione dell'Epifania è la tradizionale
espressione di religiosità popolare di Romagnano
Sesia. Nel 1740 nasce la congregazione della gioventù
(congregationis iuventutum) con sede nella chiesa
della Madonna del Popolo, negli anni 1755-1760 viene
promossa la tradizionale festa dei Re Magi delle pastorelle
e dei pastori. Ancora oggi la festa è riproposta
il 6 gennaio degli anni pari. Particolarità
tutta locale, che non trova riscontro nell'iconografia
che i tre re magi a Romagnano Sesia sono quattro,
con la figura del re moro piccolo che si accompagna
a Baldassare re moro proveniente dall'Egitto. Prossima
edizione venerdì 6 gennaio 2014.
ORIGINI E CENNI STORICI
Il paese esisteva già nel I secolo d.C., quando
costituiva una mansio che collegava il Novarese con
la Valsesia; il suo nome deriverebbe appunto da Romana
mansio. Reperti archeologici di epoca romana rinvenuti
nel corso di scavi testimoniano questa antica origine.
Il primo documento storico che fa menzione al paese
risale all'882, quando esso – già appartenente
alla Marca d'Ivrea - venne donato da Carlo il Grosso
al vescovo di Vercelli. Un altro documento, risalente
al 1008, testimonia la presenza di un'abbazia benedettina
dedicata a San Silano (o San Silvano) che dovette
rivestire un ruolo importante per lo sviluppo economico
del paese. Di tale antica e gloriosa abbazia rimangono
ora solo alcune aule tra cui la così detta
Cantina dei Santi, che ospita interessanti affreschi
del XV secolo. Nel 1198 il Comune di Novara concesse
a Romagnano la dignità di Borgo e poco tempo
dopo vi venne costruito un castello; di tale costruzione,
distrutta dalle truppe francesi nel 1477, si è
in parte conservato il palazzo Pretorio, con un'elegante
torre a pianta rettangolare (sopraelevata poi nella
seconda metà del XV secolo). Dopo l'epoca dei
Comuni, il paese fu feudo dei Marchesi di Romagnano;
passò poi sotto il dominio dei Visconti con
i quali fiorì economicamente. Conteso da più
parti, essendo terra di confine, il feudo di Romagnano
conobbe una fitta serie di avvicendamenti politici,
passando dai Dal Pozzo di Vercelli, ai Borromeo, ai
Ferrero-Fieschi. Nel 1588 passò alla famiglia
milanese dei Serbelloni, essendo tuttavia ambita anche
dai Savoia. Questi ultimi riuscirono a garantirsi
il dominio del paese solo a partire dal 1734. Nel
XVI secolo Romagnano fu teatro di scontri tra l'esercito
francese di Francesco I e quello spagnolo di Carlo
V. Il celebre Baiardo, cavaliere francese che prese
parte alla disfida di Barletta, fu ferito (1524) nei
pressi del vicino Oratorio di San Martino di Breclema
(alcuni autori sostengono addirittura che vi abbia
trovato la morte e che sia stato provvisoriamente
sepolto nella Cantina dei Santi).