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Rivoli
è un comune della provincia di Torino, è
il quarto comune per popolazione. Risulta inoltre essere
l'ottavo comune di tutto il Piemonte per numero di residenti
(il 152° a livello nazionale), superando così
in questa graduatoria anche capoluoghi di provincia
della regione. La regione collinare del comune di Rivoli
coincide con lestremità orientale di una
collina morenica. Si tratta della collina maggiore di
un sistema di depositi formatosi durante le glaciazioni
Mindel e Riss (fino a 355.000 anni fa): lanfiteatro
morenico della Dora Riparia. Nellambito dellanfiteatro
la collina che interessa il territorio di Rivoli in
particolare è il risultato dei depositi più
recenti, avvenuti circa 12.000 anni fa, e appartiene
alla morena laterale destra.
ETIMOLOGIA
Deriva da ripulae, diminutivo di ripae, con il significato
di "piccole rive" riferendosi alla collocazione
dell'insediamento lungo la Dora Riparia.
DA
VEDERE
Il Castello di Rivoli (incompiuta reggia sabauda progettata
dallo Juvarra) ospita il Museo di Arte Contemporanea
che, a partire dal 1984, ha realizzato diverse mostre
all'anno, tutte sulle più recenti forme delle
arti visive contemporanee o su singoli autori. Sempre
dal 1984, esiste la Collezione Permanente che viene
incrementata mediante acquisizioni, donazioni e anche
prestiti a lungo termine. Le opere della Collezione
vengono esposte a rotazione. Il castello è
provvisto anche di una ricca biblioteca specializzata
che, tra l'altro, è alimentata da una rete
internazionale di scambi di cataloghi di mostre con
analoghe istituzioni. La struttura museale è
impostata sul restauro e sulla ristrutturazione degli
spazi progettati dall'architetto Andrea Bruno. Il
castello è in posizione dominante sull'abitato
e costituisce l'emergenza più orientale del
cordone maggiore della Collina di Rivoli.
La Casa del Conte Verde (Via Fratelli Piol), abitazione
del fine del 1300, tradizionalmente nota come la dimora
del Conte Amedeo VI di Savoia (detto appunto il Conte
Verde). L'edificio conserva la struttura medioevale
mista residenziale/commerciale tipica del periodo:
al piano terra, il porticato (oggi murato) e le botteghe;
al primo piano, il piano nobile destinato agli alloggi
del padrone; agli ultimi, i locali per magazzini e
i servitori. Oggi la casa è di proprietà
comunale e destinata ad esposizioni temporanee.
Il Palazzo Piozzo di Rosignano (Via Girò),
costruito nel 1788, per il notaio Carlo Francesco
Canova, Cancelliere del Gran Priorato dell'Ordine
di Malta. Subì vari passaggi di proprietà
e trasformazioni durante l'Ottocento. Da segnalare
la cappella gentilizia del pianterreno (ottenuta dalla
trasformazione dell'originale teatrino di corte),
l'atrio settecentesco, lo scalone neoclassico e il
piano nobile con i saloni decorati. Acquisito dal
comune nel 1979, oggi è sede di uffici e istituzioni
pubbliche.
Giardino Villa Colla (chiuso).
Piazza martiri, è la piazza principale della
città, punto d'incontro dei cittadini, durante
le festività invernali viene costruito un piccolo
villaggio di Natale, costituito da bancarelle e una
pista di pattinaggio.
La Maison Musique (ex mattatoio).
La collina su cui poggia l'edificio del castello è
di origine morenica, cioè risale alla fine
dell'era glaciale, quando il ghiacciaio, ritirandosi
ha cessato il trasporto e il deposito in questo luogo
di rocce e detriti, che, sedimentandosi, avevano dato
vita all'anfiteatro morenico di Rivoli.
La prossimità della Dora Riparia, con la relativa
disponibilità di forza motrice, fin dall'antichità
ha indotto lo sviluppo di opifici e, soprattutto,
di mulini. Tra questi è da annoverare il Mulino
"Barca" ricostruito nel 1891 dall'ingegnere
Cesare Saldini.
FIERA
DI SANTA CATERINA
Un importante appuntamento rivolese di incontro e
di scambio commerciale si tiene durante la Fiera di
Santa Caterina, che tradizionalmente ha luogo il quarto
lunedì del mese di novembre, in occasione della
ricorrenza liturgica in concomitanza con quella che
una volta era la conclusione della stagione agricola,
loccasione, fin dal lontano Medioevo, di abbinare
alla fiera prodotti agricoli e bestiame. Le prime
notizie risalgono al 1365 in un documento ufficiale
firmato dal Conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte
Verde. Attualmente alla fiera partecipano gli operatori
di commercio su area pubblica, gli artigiani, gli
espositori di veicoli e i produttori agricoli con
i loro prodotti tipici, commercianti che giungono
da tutta Italia; partecipano ancora tante associazioni
e gruppi di volontariato per sensibilizzare i cittadini
su temi di solidarietà.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Non si hanno notizie precise riguardo ai primi insediamenti
nel territorio cittadino. Quello che ci è noto,
ci giunge dagli storici romani (Plinio), e si riferiscono
in generale alla regione prima della romanizzazione.
Ciononostante, non si esclude che i primi insediamenti
(anche se solo stagionali) possono datarsi al neolitico:
nell'area prealpina sono stati ritrovate sporadiche
testimonianze del periodo, esempio ceramiche a Caselette
e massi coppellati a Villarbasse.
La prima stirpe nota che abitò la zona risulta
essere stata quella dei Taurini (di etnia ligure)
e che, successivamente al IV secolo a.C., gruppi di
etnia celtica, in migrazione dalla Francia verso l'Italia
settentrionale, si aggiunsero e si amalgamarono ai
primi. Ciò come nella maggior parte della zona
torinese e della provincia.
L'evento che cambiò politicamente il volto
del territorio fu il passaggio dell'esercito di Annibale
nel 218 a.C., quando, già alleato con i Galli
Insubri, assediò e distrusse la città
principale dei Taurini, Taurinia (o Taurasia, a seconda
delle fonti), che i più ritengono sorgesse
presso l'attuale Torino.
Con la sconfitta di Annibale e delle truppe galliche
sue alleate, l'area cadde sotto il controllo romano,
iniziando l'opera di romanizzazione che si concluse
solo secoli dopo. Durante questo periodo il territorio
fu considerato zona di confine: dopo le guerre puniche,
in Val di Susa e in Val Chisone si formò il
regno celtico dei Cozii, che, sebbene alleato di Roma,
conservò formalmente la propria indipendenza
fino ad oltre l'età augustea. A tal proposito,
alcuni studiosi ritengono che esistesse un vero e
proprio limes (ai fini di controllo ed esattoriali)
in prossimità dell'oppida celtico chiamato
Ocelum (quest'ultimo si suppone dovesse essere nella
piana presso l'attuale Avigliana).
I resti che attestano con sicurezza la presenza dell'uomo
nella zona risalgono al I e al II secolo d.C.: si
tratta perlopiù di oggetti ritrovati, in epoca
recente, durante i lavori per la costruzione dell'autostrada
Torino-Bardonecchia e di nuove abitazioni, provenienti
da luoghi di sepoltura appartenenti alla civiltà
romana. La presenza di queste testimonianze è
da ritenersi legata alla via delle Gallie che percorreva
il territorio rivolese da est a ovest, e alla relativa
proliferazione di mansiones e ville rustiche lungo
il suo percorso. Al riguardo, l'Itinerarium Hierosolymitanum
cita una mansio ad octavum (all'ottavo miglio sulla
tratta Torino-Ocelum-Susa), proprio nel territorio
di Rivoli.
A partire dal I sec. a.C., fino a ben oltre il V sec.
d.C., la strada era d'importanza fondamentale per
l'Impero Romano, in quanto costituiva una delle due
vie che collegavano l'Italia alla Gallia settentrionale.
Nel 312 d.C. l'area fu teatro della prima battaglia
tra le legioni di Costantino provenienti dalle Gallie
e quelle fedeli a Massenzio. La battaglia fu vinta
da Costantino, che ebbe così la strada spianata
fino a Roma, dove sconfisse definitivamente Massenzio
nella famosa battaglia di Ponte Milvio.
Durante il periodo delle invasioni barbariche che
seguirono la caduta dell'Impero Romano, proprio la
posizione strategica lungo la via delle Gallie, esposero
l'area a numerosi saccheggi e distruzioni. Infine,
il decadere del commercio a lunga distanza portò
all'abbandono e allo smantellamento dell'importante
arteria viaria. A tutt'oggi non è noto il percorso
preciso dell'antica strada.
Il Tardo Antico vede l'area di Rivoli come zona strategica
per il controllo delle vie d'accesso ai valichi alpini.
In particolare i Longobardi, che già controllavano
l'Italia settentrionale, ripristinarono l'antico limes
nei pressi di Avigliana (568); portroppo, mentre l'area
veniva occupata dalle milizie, le strutture produttive
e sociali tardoromane decadevano.
Malgrado gli sforzi difensivi, nel 773 i Franchi di
Carlo Magno aggirarono le "Chiuse" e, sconfiggendo
i Longobardi, si assicurarono il controllo dell'area
con la nomina di vassalli a loro fedeli. A partire
da questo periodo, l'antica via di comunicazione riprese
però importanza, in quanto costituiva un ramo
della famosa via francigena, usata dai pellegrini
del nordeuropa per raggiungere Roma e gli imbarchi
per la Terra Santa.
Con la dissoluzione dell'Impero Carolingio, i marchesi
e i conti aumentarono la loro autonomia, portando
l'area al più classico feudalesimo; tra il
X e XI secolo, continui conflitti feudali si sviluppano
per il predominio nel Piemonte. Gli scontri furono
facilitati dalla scarsa presenza del potere imperiale,
in quanto, da una parte la regione risultava periferica
all'interno del Sacro Romano Impero, dall'altra, l'imperatore
era impegnato su molti fronti, es. l'arrivo di nuovi
invasori (saraceni, slavi e ungari). In questo periodo
spicca la famiglia degli Arduinici, che arriverà
perfino ad insidiare il potere imperiale. La situazione
è complicata dalla consuetudine di nominare
come signore di feudi i vescovi locali (non potendo
riconoscere eredi, alla loro morte, il feudo torna
direttamente di proprietà imperiale), questa
pratica finirà per creare ulteriori scontri
con il papato.
Proprio durante questo periodo si ha la prima documentazione
certa dell'esistenza dell'insedimento moderno di Rivoli
(996): a seguito di contrasti sui possedimenti tra
il vescovo di Torino Amizone e gli Arduinici, il vescovo
si fa confermare dallimperatore Ottone III il
possesso della curtis di Rivole. Pertanto, tra il
X e XI secolo, Rivoli risulta controllata dal sistema
politico-economico clericale che ha come epicentri
il vescovado di Torino, il monastero di S. Michele
della Chiusa (Sacra di San Michele) e il monastero
di Novalesa.
La posizione strategica e la presenza di un'altura
(l'estrema propaggine della collina morenica destra
della Val Susa) invitò, prima del 1000, alla
realizzazione di un castrum (un piccolo castello)
sulla sommità della stessa. Il nome deriverebbe
dalla posizione elevata sulle ripulae (rive) della
Dora Riparia. Come consuetudine, ai piedi della rocca
fortificata si sviluppò un piccolo borgo che
fungesse da riferimento per il commercio e i primitivi
servizi dell'epoca, nei confronti delle fattorie e
delle comunità locali che erano sopravvissute
o si erano sviluppate dopo il crollo dell'Impero Romano.
La situazione cambia nel XII secolo: una dinastia
nobiliare di origine francese, i Savoia, che già
controllavano l'omonima regione alpina, si erano imparentati
con gli Arduini e possedevano feudi in Piemonte, cominciarono
a guardare con molto interesse la regione. I Savoia
intuirono l'impossibilità di espansione verso
il resto della Francia (verso il bacino del Rodano),
mentre presero coscienza delle possibilità
offerte dalle fertili pianure piemontesi. Da qui l'iniziò
della secolare opera di conquista che portò
allo spostamento del loro baricentro, dai territori
francesi a quelli italiani.
Nel XIII secolo, a Rivoli, sulla spinta della nascente
borghesia locale (e dei Savoia), prendono forma gli
organi rappresentativi del Comune. Questo processo
è da interpretarsi più per l'indebolimento
del potere vescovile, che per un proposito "republicano";
tanto che, nel 1247, i Savoia sono riconosciuti come
nuovi signori di Rivoli. Intanto, sfruttando i pascoli,
le colture cerealicole e viticole, Rivoli si arricchisce
e il borgo si espande.
Un periodo importante per Rivoli, fu il XIV-XV secolo:
il borgo venne cinto da mura, la nobiltà locale
edificò ricche dimore turrite e nel 1310 venne
realizzata la Bealera di Rivoli, un importante canale
irriguo destinato all'irrigazione della pianura. Il
conte Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, fissò
a Rivoli la capitale della contea ed insediò
il Consilium Principis.
Nel Cinquecento e nel Seicento, Rivoli vide alterni
periodi di relativa prosperità e disastri.
In proposito, si ricordano delle gravi pestilenze
che nel 1563 e nel 1629-30 videro spopolare la città.
Inoltre la continua conflittualità europea,
che portavano sempre a campagne militari in Italia,
fecero della città continuo bersaglio dei saccheggi
delle truppe francesi in transito o stazionanti a
controllo dell'area strategica. Gravi furono i danni
negli anni 1690-96 inflitti all'abitato dalle scorrerie
delle truppe coinvolte nella guerra di Successione
Spagnola.
Un altro periodo importante per Rivoli fu il XVIII
secolo, quando i Savoia, per magnificare il titolo
reale appena conseguito, ingaggiarono l'architetto
Filippo Juvarra per ridisegnare non solo Torino, ma
anche i possedimenti sabaudi dell'immediato circondario.
Il Castello di Rivoli viene completamente ristrutturato,
anche se i lavori furono interrotti e l'esistente
è solo l'ala destra del progetto (esiste un
modello ligneo del progetto originale al Palazzo Madama
a Torino). L'altra importante realizzazione è
Corso Francia, costruito tra il 1711 e il 1713, il
rettilineo più lungo d'europa, 13 km che collegano
direttamente il centro di Torino (Piazza Statuto)
con il Castello di Rivoli. Solo gli ultimi metri sulla
collina di Rivoli non sono rettilinei, nonostante
il progetto lo prevedesse. Rivoli rimase tuttavia
una città di impostazione medievale, con una
cinta muraria che racchiudeva una relativamente piccola
parte del centro.
A togliere questa immagine ci pensano le truppe napoleoniche
che puniscono il tentativo di resistenza con l'abbattimento
quasi completo delle mura. Rimangono la Porta Sorda,
in cima a Via Capello, ex via principale di Rivoli
prima della costruzione di C.so Francia, e la cosiddetta
torre della filanda, in realtà un torrione
merlato poi riusato e ricoperto con un tetto in epoca
successiva, lungo Via al Castello.
Dopo la Restaurazione (1814) Torino, in piena espansione,
rafforzò i collegamenti con le città
vicine, in modo da garantire i rifornimenti alla città.
L'asse viario di Corso Francia divenne portante per
i collegamenti ad ovest. Questo asse viario venne
dotato di omnibus già nel 1835, sviluppato
tramite una ferrovia leggera nel 1871, poi elettrificata
nel 1910.
Dalla metà XIX secolo, la presenza di Corso
Francia e di canali d'acqua (che potevano essere usati
come fonte energetica) ha permesso la comparsa delle
prime industrie.
La prima metà del Novecento è caratterizzata
dal notevole sviluppo industriale di Torino, e di
riflesso, nelle città circostanti cominciarono
a moltiplicarsi gli opifici; Rivoli rimase però
una città a prevalente vocazione agricola fino
alla II Guerra Mondiale. Solo con il boom economico
del dopoguerra Rivoli vedette il moltiplicarsi delle
industrie, e parallelamente, subire l'immigrazione
di masse proletarie provenienti dalle aree povere
del paese, e che cercavano opportunità nelle
nuove industrie nascenti. Inoltre, la relativa vicinanza
con Torino, e la circostanza di aver da tempo un buon
servizio di trasporto pubblico che la collegava al
capoluogo, portò Rivoli (come le vicine Grugliasco
e Collegno) a diventare delle città satellite
di Torino.
Da ciò derivò un'espansione urbana formidabile
(prevalentemente lungo l'asse est-ovest di Corso Francia,
Frazione Cascine Vica), tanto che oggi non esiste
più soluzione di continuità tra Rivoli
e Torino, essendo l'area ubana amalgamatasi con quelle
di Collegno e Grugliasco.
Oggi Rivoli è da considerarsi a tutti gli effetti
una città industriale satellite di Torino,
peraltro ancora in espansione, per effetto del decentramento
delle attività e della popolazione del capoluogo
torinese.
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Popolazione
Residente 49.591 (M 23.915, F 25.676)
Densità per Kmq: 1.679,9
Superficie: 29,52 Kmq
CAP
10098
Prefisso Telefonico 011
Codice Istat 001219
Codice Catastale H355
Denominazione
Abitanti rivolesi
Santo Patrono Maria Santissima della Stella
Festa Patronale 21 settembre
Il
Comune di Rivoli fa parte di:
Parco La Mandria e Riserve Valli di Lanzo
Località
e Frazioni di Rivoli
Bruere, Leumann, Cascine Vica, Tetti Neirotti
Comuni
Confinanti
Alpignano, Caselette, Collegno, Grugliasco, Orbassano,
Pianezza, Rivalta di Torino, Rosta, Torino, Villarbasse
Il
comune è gemellato con
Ravensburg (regione del Baden Wuttemberg, Germania)
Montelimar (Rhone Alpes, Francia)
Mollet del Valles (Catalogna, Spagna)
Kranj (Gorenjska, Slovenia).
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