Pinerolo
Piemonte

Pinerolo è una città della provincia di Torino, posto ad ovest della medesima, allo sbocco in pianura della Val Chisone, a 37 km da Torino sulla strada del Sestriere che collega il capoluogo con il colle del Monginevro. Il territorio del comune si estende dalla sinistra del Chisone fino alla frazione montana Talucco sul fianco sinistro della valle del Lemina ed occupa quindi un settore pianeggiante ed uno montuoso, raggiungendo i 1445 m del Monte Freidour. La parte più antica dell'abitato sorge sulle pendici della collina di San Maurizio, dominata dai resti della Cittadella (445 m), mentre a sud e a est si sono sviluppati, in pianura, i moderni quartieri residenziali e industriali, fino al corso del torrente Lémina e oltre. Ancora oggi è possibile individuare l'andamento della cinta fortificata, di origine antica e rafforzata a più riprese fino all'intervento del Vauban nel 1670. Pinerolo conobbe il momento di maggior splendore quando (dal 1295) fu capitale del dominio degli Acaia e centro di cultura, con una fiorente scuola notarile e con la presenza, per le arti figurative, di numerosi artisti come i pinerolesi Beltrami e Canavesio, oltre ad altri le cui opere sono perdute. Nel 1475, in seguito all'iniziativa del francese Jacottino de' Rubeis, divenne un prospero centro di arte tipografica. A Pinerolo, fino ai primi anni novanta, si trovava la Scuola Militare di Mascalcìa, fondata nel 1882, dove si apprese per lungo tempo il mestiere di maniscalco. Oggi la Scuola si trova a Grosseto, annessa alla scuola Militare di veterinaria, un tempo presente anch'essa a Pinerolo, presso la caserma Villy Pasquali. Pinerolo è sempre stata città di tradizioni militari: sono presenti infatti numerose caserme sul territorio cittadino. Attualmente sono di stanza a Pinerolo, presso la Caserma "Litta Modignani/Villy Pasquali", il 1° Reggimento di Cavalleria, il Nizza Cavalleria, fondato nel 1690. Il Nizza Cavalleria è il più antico Reggimento della Cavalleria italiana, e uno dei più antichi Reggimenti dell'Esercito italiano dopo i Reggimenti dei Granatieri di Sardegna. Inoltre, presso la Caserma "Berardi" si trova stanziato il 3º Reggimento Alpini, che vanta antiche tradizioni Militari nel Pinerolese. Di competenza del Nizza Cavalleria sono inoltre la Cavallerizza Caprilli, il maneggio coperto più grande d'Europa (dopo quello di Mosca e Vienna), ed il comprensorio militare di Baudenasca. Il 31 luglio 2007 è stata dismessa la Caserma "Bochard di San Vitale", che si trova in Viale Cavalieri d'italia. Altre ex caserme in Pinerolo sono la Caserma "Fenulli" (ora area espositiva) e la caserma Botta, in cui sta per essere realizzata la nuova Scuola di Cavalleria.

ETIMOLOGIA
E' un diminutivo del termine latino pinarium, ossia pineta, luogo piantato a pini.

MANIFESTAZIONI
Cioccolato a Torino e provincia: fine febbraio/prima quindicina di marzo;
Fiera Primaverile: l'ultimo lunedì di aprile;
Mostra Mercato dell'Antiquariato Minore: primo fine settimana di maggio, ultimo fine settimana di settembre;
Concorsi Ippici Nazionali ed Internazionali: maggio e settembre;
Porte aperte allo sport
Maggiolibri: durante il mese di maggio;
Sestrierestorico: tappa pinerolese della Manifestazione di Regolarità per auto storiche, seconda quindicina di giugno;
Festival Internazionale Teatro di Figura Pinerolo: durante il mese di giugno
Arcipelago Estate
Fiera Patronale: l'ultimo lunedì di agosto;
Rassegna dell'Artigianato del Pinerolese: fine agosto;
Rievocazione storica "La Maschera di Ferro": primo fine settimana di ottobre
Città d'arte a Porte Aperte: seconda domenica di ottobre;
Capodanno in Piazza

LA MASCHERA DI FERRO
Una delle maggiori manifestazioni della città è la rievocazione storica della Maschera di Ferro. La leggenda vuole infatti che il misterioso personaggio storico risiedette nella cittadella di Pinerolo; sul colle di San Maurizio c'è un piccolo monumento dedicato proprio a questa leggenda.
Il mistero di questa maschera (che in realtà non era di ferro, ma un semplice panno di velluto nero che copriva il volto fino al naso, con rinforzi in metallo al bordo) resiste da quasi trecento anni: sono state avanzate ben quarantotto ipotesi di identificazione (e forse anche qualcuna di più). In realtà si sa che nel 1681, quando governatore della fortezza era un certo Benigno di Saint-Mars, erano rinchiusi nella cittadella cinque prigioneri: il conte Enrico Antonio Mattioli, un certo Eustachio Dauger, un monaco, un certo Dubrueil, un certo La Rivière.
Di questi cinque prigionieri, tre restarono a Pinerolo, due lasciarono il carcere per iniziare il viaggio che si concluse alla Bastiglia di Parigi, dove la Maschera di Ferro passò gli ultimi anni di vita. I due sono La Rivière e Dauger: il primo morì ad Exilles il 5 gennaio 1687, e pertanto Eustachio Dauger potrebbe essere la Maschera di Ferro. É assai improbabile che il potente regista (era riuscito infatti ad ottenere delle misure così complesse per la carcerazione della Maschera di Ferro) di questa “commedia” carceraria si sia dato tutto quel daffare per impedire che il misterioso recluso rivelasse la propria identità scoprendosi il volto anche solo dinnanzi alle guardie incaricate della sua custodia, e nello stesso tempo sia stato così sprovveduto da lasciare che il suo nome autentico venisse riportato pari pari sui registri del carcere. Naturalmente non è escluso che lo zelante Saint-Mars abbia affibbiato al suo custodito il nome di persona esistente o già esistita, magari un altro recluso conosciuto durante una sua precedente permanenza in servizio presso una delle tante fortezze distribuite sul territorio di Francia. È stato accertato che parecchi mesi prima della traduzione della Maschera di Ferro al Forte di Exilles il governatore della fortezza di Pinerolo si recò presso il Forte di Exilles allo scopo di verificarne de visu l’idoneità ad ospitare il misterioso personaggio.
Insoddisfatto di ciò che aveva visto, il Saint-Mars dispose la realizzazione di lavori in muratura piuttosto cospicui, volti soprattutto a garantire la “massima sicurezza” nella sorveglianza della Maschera di Ferro: non ci si prende un tal disturbo per un Eustachio Dauger qualsiasi. L’unica conclusione che se ne può trarre quindi, tenuto conto di come proseguirà la storia del misterioso recluso dopo la detenzione in Pinerolo, è che il mistero della Maschera di ferro sia destinato a rimanere tale per sempre. Ogni anno a Pinerolo, nel primo fine settimana di ottobre, si rievoca la leggenda della Maschera di Ferro con una manifestazione in costume a cui partecipano numerosi gruppi storici della provincia di Torino, detta "La Maschera di Ferro e i moschettieri". Ogni anno la Maschera di Ferro viene impersonata per l'intero weekend da un personaggio (nelle ultime edizioni personaggi noti a livello nazionale), che viene svelato alla fine delle celebrazioni in Piazza Vittorio Veneto (Piazza Fontana). Questi i personaggi che hanno impersonato la Maschera di Ferro:
1999: Alberto Negro
2000: Nicola Chiabrando
2001: Alberto Aymar
2002: Maurizio Agliodo
2003: Sandro Vannucci
2004: Fabrizio Voghera
2005: Piero Gros
2006: Livio Berruti
2007: Luigi Pelazza
2008: Pippo Franco

DA VEDERE
Piazza Vittorio Veneto (più nota come Piazza Fontana): è il punto di ritrovo centrale dei pinerolesi; progettata nel 1738, venne realizzata spianando i fossati antistanti le mura seicentesche. Questa vasta area fu fino al 1830 la piazza d'armi della cittadina, una delle più estese d'Italia; oggi è sede dei mercati settimanali (mercoledì e sabato). Al suo interno sono collocate una fontana con vasca monoblocco in pietra di Malanaggio e la statua in marmo dedica al generale Filippo Brignone, eroe di Palestro, opera di Odoardo Tabacchi (1879).
Sul lato nord di Piazza Vittorio Veneto si affaccia il Palazzo del Comune: originamente arsenale della fortezza cittadina, negli anni del fascismo ne venne ristrutturata la facciata e costruita la torre civica. Ospita il Museo Civico (cimeli bodoniani, armi, monete, dipinti ottocenteschi di scuola locale) e la notevole Biblioteca Comunale Alliaudi (oltre 100.000 volumi, manoscritti, incunaboli, e un prezioso fondo di libri rari).
Sul lato est si trova Palazzo Vittone, dal nome dell'architetto Bernardo Antonio Vittone, allievo di Filippo Juvara, che lo progettò nel 1740. Fu commissionato dal re Carlo Emanuele III per accogliervi l'Ospizio dei Catecumeni. Dal 1816 fu poi destinato a collegio municipale, poi vescovile ed infine dal 1867 collegio civico. Oggi è sede di importanti musei ed istituzioni culturali.

Numerose sono le case medievali: tra di esse, il Palazzo dei Principi d'Acaia o Castel Nuovo, costruito nel 1318 e più tardi modificato; la quattrocentesca Casa del Senato; la Casa del Vicario, costruzione in cotto del XVI secolo.
Il Duomo, dedicato a San Donato e già ricordato nel 1044, ripreso nei secoli XV, XVI e XVIII e ancora restaurato nel XIX, si presenta in forme gotiche con tre rosoni e tre portali in facciata dei quali quello centrale sormontato da un'alta ghimberga. Nell'interno conserva acquasantiere gotiche e il coro, un pulpito e un leggio in legno, intagliato nel '600. Il campanile, del 1425, nel Medioevo era una Torre Civica; è rimasto incompiuto. La chiesa di San Maurizio, già ricordata nel 1078, venne ricostruita nel 1470 e restaurata nel 1897: ha un campanile tardo romanico del 1336 e conserva affreschi del XV secolo, una Ascensione della Vergine del pittore ticinese Petrini di Carona e una Natività della Vergine di Beaumont e vi pregò il futuro papa Pio XI ancora ragazzo. Attiguo alla parte posteriore della chiesa, e rivolto in direzione opposta, è il santuario della Madonna delle Grazie (XVI secolo), che sorge in posizione panoramica.
Del 1438, e in parte conservata con il campanile coevo, è la chiesa di San Domenico, che ha resti di affreschi del XV secolo.

Alcune chiese barocche sono quelle di San Rocco, a una navata con presbiterio ellittico, eretta nel 1744 da Giuseppe Gerolamo Buniva: la sagrestia è attribuita a Bernardo Vittone, quella di San Giuseppe, ora sconsacrata e usata come sala da concerti intitolata a Italo Tajo, ma precedentemente sede di un monastero gesuita. Del XIX secolo sono il Teatro Sociale (1842) e il Tempio Valdese (1855-60), edificato dopo l'editto di emancipazione di Carlo Alberto.

MUSEI
Museo storico dell'Arma di Cavalleria: nei locali dell'ex Scuola di Applicazione di Cavalleria si possono ammirare la raccolta di cimeli, l'importante biblioteca e l'archivio storico.
Museo d'arte Preistorica: reperti archeologici, arte rupestre internazionale e sezione didattica.
Museo Etnografico: cultura popolare, tradizioni, costumi, lavoro, ambienti della pianura e delle valli del Pinerolese.
Civico Museo Didattico di Scienze Naturali: geologia, flora, fauna, collezione micologica, mineralogia pinerolese e delle valli limitrofe.
Collezione Civica d'Arte di Palazzo Vittone: maestri della pittura e della scultura dell'Ottocento, del Nocevento e contemporanei.
Museo della Diocesi: testimonianze storiche ed artistiche della vita religiosa in oltre 250 anni dalla fondazione della diocesi.
Museo Storico del Mutuo Soccorso: è la sede sociale della Società Generale fra gli Operai di Pinerolo.

FRAZIONI
Abbadia Alpina, comune fino al 1928, ricco di industrie, sito ad ovest del capoluogo, lungo la strada statale del Sestriere. Si trova sul luogo dove sorgeva l'abbazia di Santa Maria nel luogo detto di San Verano, fondata dalla marchesa Adelaide nel 1064 e distrutta dai francesi nel 1693. La chiesa parrocchiale, dedicata a San Verano e costruita forse su disegno di Juvara, è del 1724 (inizio dei lavori:1708, inaugurazione:1727) e custodisce i sepolcri di due vescovi di casa Savoia.
Baudenasca, anch'esso in passato comune , dove, sulle rive del torrente Chisone, con splendida vista del Monviso, è presente il galoppatoio militare; in questa frazione si celebra da alcuni anni un Carnevale con carri allegorici.
Riva di Pinerolo, situata ai margini della strada del Sestriere in direzione di Torino, a 4 km dal capoluogo; vi si trova un castello medievale, detto Motta dei Trucchetti, risalente al XIV secolo.
Talucco, frazione famosa per gli squisiti "Tomin elètrich" (tomini elettrici), dove fin dall'VIII secolo era presente una cella monastica benedettina appartenente all'abbazia di Novalesa.
Pascaretto, frazione che sorge all'estremità nord del territorio di Pinerolo, diviso con Piscina e Frossasco

ORIGINI E CENNI STORICI
Citato per la prima volta nel 981 con il nome Pinarolium (pineta) in un diploma di Ottone II con il quale si confermavano al vescovo di Torino le proprietà, i diritti e i privilegi sulla città goduti dai suoi predecessori. In questo periodo Pinerolo non era una vera e propria città, bensì una Corte formata dai borghi di San Verano, San Pietro Val Lemina, San Maurizio (il borgo alto di Pinerolo) e San Donato(borgo basso). All'epoca, di tali villaggi San Verano era il più importante, trovandosi all'imbocco della Val Chisone. Nel 1064 la città fu ceduta ai benedettini dell'abbazia di San Verano, oggi Abbadia Alpina, per volere di Adelaide di Susa. Contro le rivendicazioni del vescovo di Torino, appoggiate da un diploma di Federico I, i pinerolesi insorsero in difesa dei benedettini, guadagnando così le libertà comunali.
Conobbe lotte e ribellioni sotto Tommaso I di Savoia che l'aveva occupata nel 1220 e forti contrasti con l'abbazia di San Verano la quale, nel 1243, rinunciò ai suoi diritti in favore di Amedeo IV di Savoia e del fratello Tommaso II di Savoia. Sotto Tommaso ed i suoi discendenti del ramo di Acaia ebbe pace e prosperità: eletta nel 1295 capitale dei loro possedimenti in Piemonte, rimase tale fino al'estinzione del ramo dei Savoia-Acaia nel 1418, quando Amedeo VIII riunì in un solo Stato tutti i possessi dei Savoia in Italia e in Francia.
Subì la dominazione francese dal 1536 al 1574, dopo il quale ricevette il titolo di Città dal conte Emanuele Filiberto di Savoia. Fu nuovamente occupata dalla Francia in virtù del trattato di Cherasco (1631). Il cardinale Richelieu affidò allora a Vauban, il più grande ingegnere militare francese dell'epoca, il compito di rendere Pinerolo una straordinaria fortezza destinata a garantire alla Francia il controllo dell'Italia settentrionale. A spese di continui espropri di beni e terreni dei cittadini, furono restaurate le mura cittadine, il castello venne ricostruito, la cittadella fu ampliata. Rimanevano alla città due sole porte, quella di Francia e quella di Torino. molti laboratori artigiani furono demoliti e gli operai furono trasferiti a Lione, la cui industria venne potenziata a scapito di quella pinerolese.
La fortezza di Pinerolo, il "Donjon", fu usata anche come prigione, dove Luigi XIV mandava i suoi nemici, tra i quali il misterioso personaggio noto come "Maschera di Ferro".
Pinerolo fu riconquistata da Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1696, ma prima di andarsene il Re Sole fece saltare la cittadella e il castello. Carlo Emanuele III ottenne da Benedetto XIV la nomina di Pinerolo a sede vescovile. Il commercio riprese quota, la popolazione passò da 5 mila a 7 mila abitanti e tornarono a fiorire gli ordini religiosi.
Nel 1801 il Piemonte fu annesso alla Francia e Pinerolo fu per l'ultima volta occupata da parte dei Francesi, fino al 1814 con la caduta di Napoleone e del suo impero ed il ritorno del Piemonte a Vittorio Emanuele I.
Nel 1821 ebbe inizio da Pinerolo il movimento insurrezionale capeggiato da Santorre di Santarosa e Guglielmo Moffa di Lisio, che preludeva al Risorgimento italiano.
Iniziò un periodo di sviluppo economico ed edilizio: ponti, strade, ferrovie (la linea Torino-Pinerolo è inaugurata nel 1854) che facilitano i commerci con la Liguria e con il resto della regione.
Nel 1848 fu fondata a Pinerolo la prima società di mutuo soccorso d'Italia, la "Società generale degli operai" creata per «l'unione, la fratellanza, il mutuo soccorso e la scambievole istruzione». Nel 1849 fu trasferita in città (proveniente da Venaria) la Scuola d'Applicazione di Cavalleria (soppressa nel 1945), ora sede, tra l'altro, del Museo nazionale dell'arma di cavalleria e del Museo di Arte Preistorica.
Dalle valli laterali affluì in città nuova popolazione: gli abitanti passarono da 12.000 nel 1819 a 18.000 nel 1890.
Partecipò attivamente alla Resistenza italiana.
Il dopoguerra vide un'ulteriore industrializzazione, con la nascita di nuovi stabilimenti. Negli ultimi anni, però, anche per compensare le difficoltà del settore industriale, la città ha puntato maggiormente sul turismo, avendo avuto un glorioso passato come capitale del principato del Piemonte dal 1295 al 1418. L'8 settembre 1974 a Pinerolo vengono arrestati i fondatori delle Brigate Rosse, Renato Curcio ed Alberto Franceschini.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 34.806 (M 16.438, F 18.368)
Densità per Kmq: 692,2
Superficie: 50,28 Kmq

CAP 10064
Prefisso Telefonico 0121
Codice Istat 001191
Codice Catastale G674

Denominazione Abitanti pinerolesi
Santo Patrono San Donato
Festa Patronale primo lunedi dopo l'ultima domenica di agosto

Il Comune di Pinerolo fa parte di:
Comunità Montana Pinerolese Pedemontano
Comuni Olimpici - Olimpiadi Invernali di Torino 2006
Rete dei Comuni Solidali: Comuni della Terra per il Mondo (Recosol)

Comuni Confinanti
Buriasco, Frossasco, Garzigliana, Macello, Osasco, Pinasca, Piscina, Porte, Roletto, San Pietro Val Lemina, San Secondo di Pinerolo, Scalenghe.

Il comune è gemellato con
Derventa (Bosnia Erzegovina), dal luglio 2005
San Francisco (Provincia di Cordoba, Repubblica Argentina), dal giugno 1996
Gap (Hautes-Alpes, Francia), dall'agosto 1963
Traunstein (Baviera, Germania), dall'agosto 1986.

RIEPILOGO MUSEI
Museo Diocesano d'Arte Sacra
Centro Studi e Museo d'Arte Preistorica
Collezione Civica d'Arte di Palazzo Vittone
Museo Civico Etnografico del Pinerolese e Museo del Legno
Museo Nazionale dell'Arma di Cavalleria
Museo Storico del Mutuo Soccorso
Museo Civico Didattico di Scienze Naturali

RIEPILOGO EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di San Domenico
Santuario della Madonna delle Grazie
Chiesa vecchia della Madonna degli Angeli
Chiesa nuova della Madonna degli Angeli
Chiesa di Santa Maria Liberatrice
Chiesa di Santa Croce
Chiesa di San Rocco
Chiesa di San Giuseppe
Chiesa del Monatero della Visitazione
Cattedrale di San Donato
Chiesa di San Maurizio.

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