Novi
Ligure sorge nella zona sud-occidentale dell'alto
Monferrato (Basso Piemonte), nella regione
storica detta dell'Oltregiogo, ai margini
della porzione sinistra della Valle Scrivia.
L'abitato è situato sulle estreme pendici
settentrionali dell'Appennino Ligure, che
qui si addolcisce in colline ondulate, per
la maggior parte coltivate a vite e per la
restanteboscose. Difatti il territorio comunale
è caratterizzato dalla compresenza dei rilievi
collinari, subito retrostanti il centro storico
e i quartieri a questo adiacenti, e dalla
piana alluvionale che digrada verso il fiume
Scrivia.
DA
VEDERE
Centro di villeggiatura delle ricche famiglie
genovesi nel XVII e XVIII secolo, il centro
storico della città si caratterizza per la
presenza di numerosi palazzi nobiliari, molti
dei quali dalla facciata dipinta.
Di rilievo è pure Palazzo Negroni, ricco di
decorazioni dello stesso secolo e dotato di
due meridiane, una della quali basata sul
calendario rivoluzionario francese. Conserva
sul lato del cortile notevoli tracce della
decorazione originaria seicentesca. La più
importante piazza del centro storico è detta
Delle Piane, dal nome della storica famiglia
nobiliare genovese, sulla quale si affacciano,
oltre all'omonimo Palazzo Delle Piane, la
chiesa Collegiata e Palazzo Negroni. Di particolare
pregio è la tenuta La Marchesa, monumento
nazionale, una villa di campagna della seconda
metà del
XVIII secolo inserita nel sistema dei "Castelli
Aperti" del Basso Piemonte. La pieve di Santa
Maria è il più antico edificio religioso della
città (XII secolo). Situata in posizione decentrata
lungo la strada per Cassano (un tempo era
infatti una chiesa campestre), ha pianta a
tre navata e absidi originali. All'interno,
un affresco
datato 1474, dipinto da Manfredino Boxilio,
raffigura l'allora signora di Novi, Oriana
di Campofregoso e alcuni santi (Sant'Anna,
San Giovanni e Santa Margherita). Novi conserva
ancora un breve tratto delle mura cittadine,
erette nel 1447, demolite nel 1825 e la torre
alta 30 metri (visitabile) del castello, smantellato
già nel XVIII secolo. In estate è possibile
visitarne anche i sotterranei. Anche questo
polo fa parte dei "Castelli Aperti".
IL
MUSEO DEI CAMPIONISSIMI
Nel 2003 è stato inaugurato il Museo dei campionissimi
(dal soprannome con cui venivano chiamati
i due grandi ciclisti di
origine novese, Costante Girardengo e Fausto
Coppi, quest'ultimo in realtà nato a Castellania).
Si tratta di una vasta esposizione di 3.000
m2 dedicata alla storia della bicicletta,
del ciclismo agonistico e alle figure dei
due campioni novesi. La struttura ospita anche
importanti
manifestazini fieristiche periodiche (in particolare
Dolci terre di Novi, rassegna annuale enogastronomica
e di promozione dei prodotti locali nel mese
di dicembre e Mastro Artigiano,
esposizione dell'artigianato di eccellenza
piemontese, in primavera) e mostre temporanee.
MANIFESTAZIONI
Concerto Madonna della Neve, 5 agosto, del
Corpo musicale Romualdo Marenco;
Concerto di Santo Stefano, 26 dicembre, del
Corpo musicale Romualdo Marenco;
Concorso Internazionale di Composizione per
Banda Romualdo Marenco,
istituito dal Comune nel 2003 e dedicato al
compositore novese. Sfilate e Concerti. Ha
luogo
a inizio settembre;
Concorso Nazionale di Lettura Interpretativa;
Dolci Terre di Novi, rassegna enogastronomica
annuale incentrata sui prodotti del territorio
Novese;
Fiera del Bestiame, con particolare attenzione
verso le razze locali di allevamento, 25 novembre;
Fiera
di Santa Caterina. Nata nel 1607, 25 novembre;
Sagra dei Ceci in frazione Merella. Primo
week end di settembre;
Sagra della Trippa in frazione Merella. Ultimo
sabato di agosto.
LA
BIBLIOTECA CIVICA
La Biblioteca civica di Novi Ligure, costituita
nel 1833, possiede oggi un consistente patrimonio
librario, valutabile in circa novantamila
volumi, tra i quali figurano anche diversi
periodici e quotidiani. L'attuale sede bibliotecaria,
inaugurata nel 1999, è stata ricavata dalla
riconversione di un ex convento seicentesco
delle Clarisse, nel centro storico. La struttura
possiede una sala di accoglienza, una sala
prestiti, una sala consultazione e studio,
una sala ragazzi, una sala bambini, l'emeroteca
ed un fondo antico con la saletta cinquecentine.
Sono presenti inoltre alcuni computer per
il collegamento ad internet ed una postazione
informatica riservata agli ipovedenti. Site
al pian terreno vi sono una sala conferenze
ed un auditorium nei quali
si svolgono durante l'anno diverse manifestazioni,
quali presentazioni di nuovi volumi, mostre,
incontri culturali, convegni, matrimoni civili
e spettacoli musicali e teatrali. La biblioteca
ospita anche il Centro comunale di cultura.
PERSONAGGI
FAMOSI
Tra i cittadini novesi più illustri si possono
citare i grandi ciclisti Costante Girardengo
e Fausto
Coppi, il compositore Romualdo Marenco, il
doge di Genova Paolo da Novi e il drammaturgo
Paolo Giacometti. Morì a Novi durante l'omonima
battaglia il generale francese Joubert. Grande
notorietà hanno acquisito pure in tempi recenti
l'attore e comico di origine novese Claudio
Bisio ed il giornalista Gigi Moncalvo.
IL
CICLISMO
La città è legata al ciclismo da sempre. Punto
di passaggio costante della Milano-Sanremo,
la "classica di primavera" più volte vinta
dai campionissimi concittadini Costante Girardengo
e Fausto Coppi, nel 2007 Novi ha ospitato
il campionato italiano di ciclismo su strada.
Per quanto riguarda invece le gare a
tappe, Novi ha è stata spesso interessata
sia dallo storico Giro dell'Appennino che
dal più famoso Giro d'Italia, di cui sono
da ricordare le edizioni:
1965, la 14ª tappa si conclude a Novi, da
cui parte la 15ª.
1978, la 1ª tappa si conclude a Novi, da cui
parte la 2ª.
2004, la 2ª tappa parte il 10 maggio, davanti
al Museo dei Campionissimi.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nota
come Curtis Nova, probabilmente costituita
da una comunità rurale non riunita in un borgo,
raccogliendo parte della popolazione della
vicina città romana di Libarna, dopo l'abbandono
di quest'ultima poco prima del disfacimento
dell'Impero
romano d'Occidente. Inizialmente parte della
Marca Obertenga, fu donata prima del 970 da
Ottone I al monastero di San Salvatore di
Pavia e divenne castello a cavallo dell'anno
Mille. Libero comune nei primi decenni del
XII secolo, si mantenne in
precario equilibrio tra le città di Tortona
e Pavia, in lotta tra loro, e Genova, alleata
dei pavesi. Entrata nell'orbita tortonese,
restò soggetta a questa città anche dopo la
pace di Costanza (1183). Ceduta al marchese
del Monferrato per un breve periodo (1223-1232),
tornò nuovamente a Tortona fino al 1264 per
poi passare sotto il dominio di Guglielmo
VII Lungaspada. Oggetto di contesa tra il
Monferrato e i signori di Milano, fu conquistata
da Giovanni Visconti nel 1353, che nel frattempo
aveva anche assunto la signoria di Genova.
Parte del Marchesato del Monferrato nei periodi
1164-1192, 1223-1232, 1264-1281,1283-1347,
1355, 1358-1380[3], che ne resse le sorti
complessivamente per poco meno di un secolo
e mezzo di storia.
Donata a Genova nel 1392, fu occupata da Facino
Cane nel 1409 che la tenne fino alla morte
(1412).
Tornata
nell'orbita milanese, fu infeudata alla famiglia
genovese dei Fregoso. Nel 1447 la comunità
di Novi decise di sottrarsi alla sfera milanese,
dopo la morte del duca Filippo Maria Visconti
e si diede a Genova con la sottoscrizione
di una convenzione, che non fu mai completamente
operativa, in seguito all'avvento degli Sforza.
Passata sotto il dominio francese dopo la
disfatta di Ludovico il Moro, restò sotto
il dominio feudale dei Fregoso, fino all'avvento
a Genova di Andrea Doria. La Repubblica di
Genova, infatti, abbandonato l'alleato francese
e rivolte le proprie attenzioni verso l'imperatore
Carlo V,
in cambio dell'indipendenza, provvide a ampliare
il proprio entroterra conquistandola nel 1529.
Da quel momento, Novi passò sotto il dominio
diretto di Genova (diventando la città più
importante del territorio chiamato Oltregiogo)
e vi rimase fino alla fine della Repubblica
di Genova (avvenuta nel 1797) prima e della
Repubblica Ligure (nell'anno 1805) poi, se
si esclude l'occupazione austro-piemontese
durante la guerra di successione austriaca
(1745-46). Nel 1799, all'epoca della Repubblica
Ligure, Novi fu teatro di un'aspra battaglia,
sostenuta tra i corsi del Lemme e dello Scrivia
e combattuta fra gli austro-russi guidati
dai
generali Melas e Suvorov ed i francesi comandati
dal generale Joubert (che trovò la morte nelle
fasi iniziali dello scontro, lasciando il
comando nelle mani di Moreau).
In
seguito alla sconfitta i francesi furono costretti
a ripiegare su Genova. Entrò quindi a far
parte del Primo Impero francese, compresa
nel territorio del Dipartimento di Genova,
di cui fu parte dal 1805 al 1815, anno in
cui, conseguentemente agli accordi del Congresso
di Vienna, il dipartimento venne abolito e
la città annessa al Regno di Sardegna. Capoluogo
di provincia dal 1818 come parte della regione
Liguria, dopo la promulgazione del Decreto
Rattazzi assunse il nome di "Novi Ligure",
sia per sottolineare un importante periodo
storico della città, sia per evidenziare l'opinione
contraria creatasi in seguito alla riforma
amministrativa voluta dal primo ministro Rattazzi,
che soppresse la provincia nel 1859, incorporandola
in quella
di Alessandria e quindi al Piemonte. La seconda
metà dell'Ottocento si rilevò essere per la
città un periodo di forte espansione, grazie
all'arrivo della ferrovia Torino-Genova prima
e al collegamento con la linea Genova Milano
poi. La strategica posizione geografica, unita
alla disponibilità di ampi spazi, manovalanza
(garantita dall'inurbamento degli abitanti
delle campagne e delle valli circostanti)
e alle nuove infrastrutture (che garantivano
il rapido trasferimento
delle merci prodotte) favorì il sorgere di
nuove industrie. Tra queste degne di nota
fu la "Carbonifera" del novese Edilio Raggio,
che sul finire del XIX secolo produceva le
mattonelle di carbone per la trazione delle
locomotive[4]. Fu proprio l'aumento dei traffici
reciproci tra Novi ed il porto di Genova uno
dei motivi della realizzazione, nel 1889,
del "secondo valico" appenninico. L'ormai
forte vocazione industriale fu ulteriormente
accresciuta dall'insediamento, avvenuto nel
1900 della "ferriera",
una grande acciaieria posta alla periferia
dell'abitato, in prossimità del parco ferroviario
di San Bovo. Il lasso di tempo che va dalla
prima guerra mondiale alla seconda fu caratterizzato
da un rallentamento dello sviluppo; in particolare,
fu la seconda guerra mondiale a lasciare le
ferite più pesanti in città. L'8 luglio 1944
(due mesi esatti prima che si rendesse pubblico
l'Armistizio di Cassibile) la città, a causa
della sue infrastrutture ferroviarie strategiche,
fu pesantemente bombardata dai bombardieri
alleati Lioré-et-Olivier LeO 451. Il bombardamento
causò oltre cento vittime e ridusse in macerie
molti edifici, oggi una lapide ricorda il
terribile evento. Il periodo successivo all'armistizio
fu caratterizzato dall'azione di formazioni
partigiane (quali la Divisione Pinan Cichero)
contrapposte a quelle nazi-fascite. Per quanto
riguarda le sorti belliche di Novi vanno ricordate
anche la battaglia di Pertuso e la precedente
strage della Benedicta.