Ivrea
è un comune della provincia di Torino in Piemonte.
È capoluogo dell'omonimo circondario e viene
considerata la "capitale virtuale del Canavese".
E' collocata in un'area formata da un grande ghiacciaio
del Pleistocene, il quale trasportò nel tempo
numerosi detriti che andarono a formare una serie
di rilievi morenici, tra cui La Serra lunga 25 Km,
che separa il Canavese dal Biellese. La particolare
disposizione dei rilievi morenici tende a formare
un vero e proprio anfiteatro, nel quale Ivrea è
collocata al centro. In seguito al ritiro del ghiacciaio,
la zona si arricchì di numerosi laghi che ancora
oggi circondano la città, ovvero il Lago Sirio,
il Lago San Michele, il Lago Pistono, il Lago Nero
e il Lago di Campagna. Poco più lontano si
trovano anche il Lago di Viverone e il Lago di Candia.
Ad ovest di Ivrea è possibile raggiungere la
Valchiusella, mentre a nord la Val d'Aosta. Nonostante
la vicinanza di Biella, Ivrea è ancora parte
della provincia di Torino. In particolare dista circa
26 km dalla prima e 53 km dal capoluogo di regione.
Il centro storico di Ivrea si inerpica su di una collina
che porta al Castello ed al Duomo, mentre la parte
moderna si estende in piano occupando le due sponde
della Dora Baltea e i territori circostanti. Nel 1468
per volere di Iolanda di Francia, venne costruito
il Naviglio di Ivrea, un canale irriguo destinato
a rifornire di acqua le risaie del vercellese e che,
essendo in origine navigabile, permetteva il collegamento
tra Ivrea e Vercelli. Ivrea è suddivisa fra
26 quartieri e rioni, essi sono: San Grato, Canton
Vesco, Canton Vigna, La Sacca, Bellavista, Via Miniere-Via
Jervis, zona Porta Torino-Stazione-Movicentro-Via
Dora Baltea, Borghetto, Centro Storico, Crist, Porta
Aosta-Sant'Antonio, San Pietro Martire, Via Sant'Ulderico,
Lago Sirio, Prafagiolo, Canton Gabriel, Lago San Michele,
Montodo-Monte della Guardia, Porta Vercelli, San Lorenzo,
La Fiorana, San Giovanni, Canton Gillio, La Fornace,
Torre Balfredo, San Bernardo. Lo sviluppo socio-economico
di Ivrea, soprattutto nel secondo dopoguerra, fu legato
in ampia misura alla crescita ed alla politica sociale
del gruppo Olivetti, avente in Ivrea il suo centro
amministrativo ed importanti insediamenti industriali.
Con la crisi della Olivetti a partire dall'inizio
degli anni '90, Ivrea ha vissuto una sofferta riconversione
della sua struttura economica ed occupazionale, che
ha visto una crescita della piccola e media industria
e l'aumento delle attività terziarie. Attualmente
nei dintorni di Ivrea vi sono numerose ditte di piccole
dimensioni, ma di notevole contenuto tecnologico.
La città è stata protagonista di una
interessante esperienza di governo locale, incentrata
su ideali di federalismo e socialismo umanitario,
esperienza del tutto singolare in Italia. La fabbrica
fondata da Camillo Olivetti fin dalla sua nascita
si è distinta dal resto del panorama industriale
italiano, perché non perseguiva solo il profitto,
ma anche il progresso sociale e culturale dei suoi
dipendenti. Il comprensorio industriale disponeva
di una fitta rete di ambulatori medici per tutte le
patologie, di asili nido, una mensa e una biblioteca;
il tutto era a disposizione gratuitamente per i dipendenti
e per i loro familiari. Il territorio comunale, assieme
a quello di alcuni comuni limitrofi, ospita un'area
di indubbio interesse naturalistico caratterizzata
dalla presenza di cinque laghi di origine morenica.
E' possibile compiere un lungo itinerario che collega
i vari bacini, i quali sono:
Lago
San Michele (Ivrea)
Lago di Campagna (o Lago di Cascinette) (Cascinette
d'Ivrea)
Lago Sirio (si estende fra Ivrea e Chiaverano)
Lago Pistono (o Lago di Montalto) (Montalto Dora)
Lago Nero (si estende fra Montalto Dora e Borgofranco
d'Ivrea)
ETIMOLOGIA
Documentato con il nome di origine celtica latinizzato
Eporedia. E' una fusione tra epo (cavallo) e reda
(veicolo a quattro ruote) con l'aggiunta del suffisso
-ia che ha funzione collettiva, ossia di indicare
la presenza in abbondanza di "carri equestri"
che probabilmente proteggevano la città. Il
nome subì poi delle modifiche diventando Yporeia
poi Ivreia fino ad Ivrea.
MANIFESTAZIONI
Il
Carnevale
Ivrea è nota per il proprio carnevale storico
nel quale ha luogo la celebre "battaglia delle
arance". L'origine del carnevale risale al 1808,
anno in cui il governo napoleonico comandò
di riunificare i precedenti carnevali rionali in un'unica
festa. Si mescolano nel complesso svolgimento delle
feste carnevalesche, costumi ed altri elementi folcloristici
che recuperano alcuni avvenimenti della storia eporediese,
dalle lotte contro l'odiato marchese del Monferrato
(che la leggenda vuole sia stato ucciso dalla "Mugnaia",
la reginetta del carnevale), all'eco delle rivolte
popolari dei tuchini, sino ai simboli della rivolta
giacobina (i "berretti frigi", gli "scarli",
ecc.) ed alle divise dell'esercito napoleonico.
Festa
del Santo Patrono - San Savino
La festa del santo patrono di Ivrea, ovvero San Savino,
si tiene il 7 luglio. Per l'occasione viene effettuato
il sabato notte uno spettacolo pirotecnico (ben visibile
dal lungo Dora), inoltre vengono allestite numerose
bancarelle e un piccolo luna park nella zona del mercato.
GASTRONOMIA
Torta
Novecento
La torta Novecento venne inventata alla fine dell'Ottocento
dal mastro pasticcere eporediese Ottavio Bertinotti,
per celebrare l'arrivo del nuovo secolo. Il brevetto
venne tuttavia depositato solo nel 1972 e rilevato
in seguito dalla pasticceria Balla, che tutt'oggi
produce la torta dalla ricetta segreta. Questo è
pertanto l'unico posto nel mondo dove è possibile
degustare la torta Novecento originale. Il dolce è
composto da due strati di Pan di Spagna al cioccolato
separati da uno strato di crema al cioccolato, molto
delicata e di difficile imitazione. La superficie
è ricoperta da zucchero a velo.
Polentina
di Ivrea
E' una piccola torta ideata nel 1922 dai fratelli
Strobbia, i quali brevettarono in seguito la ricetta.
Solitamente viene realizzata con piccole forme monoporzione,
grandi quanto il palmo di una mano. La consistenza
è morbida, mentre all'aspetto si presenta di
colore marroncino, ma dal cuore giallo. Ciò
è dovuto all'impiego della farina di mais e
della fecola, mentre la colorazione esterna è
dovuta alla sottile copertura a base di miele, succo
d'arancia e granella.
Eporediesi
Gli eporediesi sono dei biscotti dalle origini ignote.
Non hanno pertanto una ricetta ben definita, ma esistono
numerose varianti. Hanno una forma appiattita e abbastanza
larga, dall'aspetto screpolato e dalla consistenza
particolare: l'esterno è infatti croccante,
mentre il cuore è tenero. Gli ingredienti principali
sono il cacao, le nocciole e le mandorle.
Tofeja
La Tofeja di fagioli non è esattamente un piatto
tipico di Ivrea, ma dell'intero Canavese. Durante
il carnevale viene venduta ai passanti (sia come assaggio
che da asporto) principalmente dalle società
del Castellazzo e di Monte Navale. La Tofeja è
uno stufato di fagioli cotti con la cotenna di maiale
e con salamelle speziate. Si tratta di un piatto dalla
lunga cottura, di circa 6 ore, che avviene all'interno
di opportuni pentoloni di terracotta dall'elevata
capienza e posti sopra dei fornelli a legna. Il risultato
è una zuppa dalla consistenza cremosa, ma con
i fagioli ancora interi, da abbinare al vin brulé.
DA VEDERE
Il
Castello
Celebrato anche da Carducci, il castello delle tre
torri è un po' l'emblema della città.
Fatto edificare (1357) da Amedeo VI di Savoia; realizzato
interamente in mattoni, a pianta trapezoidale con
quattro torri circolari poste a suoi vertici, era
stato pensato come fortificazione difensiva (funzione
che poi non svolse rivelandosi insufficiente, con
l'introduzione della polvere da sparo, a sostenere
i colpi dellartiglieria). Adibito a ricovero,
un fulmine fece esplodere, nel 1676, una delle quattro
torri utilizzata come deposito di munizioni: non venne
più ricostruita. Già utilizzato come
carcere, oggi è saltuariamente sede di mostre
e manifestazioni.
Torre
Santo Stefano
Fu il campanile dell'omonima abbazia benedettina dellXI
secolo, costruita per volere del vescovo Enrico. Poco
si conosce riguardo alla struttura originale del complesso,
dato che al giorno d'oggi sono rimaste poche testimonianze
storiche. La torre (e quindi l'abbazia) venne costruita
con laterizio di probabile origina romana, mentre
da un punto di vista architettonico risulta essere
un esempio di architettura romanica canavesana. L'abbazia
venne distrutta parzialmente durante il dominio francese
nel 1558, per ordine del maresciallo Brissac, e successivamente
nel 1757 per mano del conte Perrone. Quest'ultimo
volle ampliare il giardino del suo palazzo (oggi sede
del Tribunale), che un tempo si affacciava sull'area.
Il risultato fu la distruzione completa del complesso,
eccezion fatta per la torre campanaria che ancora
oggi si trova nei giardini pubblici di Ivrea. Nei
primi anni 2000, la torre è stata sottoposta
a un profondo restauro.
Duomo
di Santa Maria
Il reperimento di cospicui resti di costruzioni romane
visibili nelle parti più antiche della chiesa
o rinvenuti durante gli scavi ottocenteschi per l'edificazione
della nuova facciata, fanno ritenere che sopra l'altura
sulla quale oggi si erge il duomo, fosse già
presente, fin dal I secolo a.C., un tempio romano
in asse con il sottostante teatro (di cui sono ancora
visibili alcune tracce). Tale tempio fu poi trasformato
in chiesa cristiana tra la fine del IV e l'inizio
del V secolo, quando venne istituita la diocesi di
Ivrea. Espanso verso l'anno 1000 per iniziativa del
vescovo Warmondo, si conservano oggi, dell'antica
struttura romanica, i due campanili, le colonne visibili
nel deambulatorio dietro l'abside e la cripta affrescata
(contenente un antico sarcofago romano, che la tradizione
vuole abbia poi conservato le spoglie di San Besso,
copatrono di Ivrea assieme a San Savino). Nel corso
della ricostruzione avvenuta nel XII secolo, in seguito
al terremoto del 1117, la cattedrale cambiò
dunque profondamente la propria fisionomia adottando
una pianta assai più simile a quella odierna.
Nel 1516 il vescovo Bonifacio Ferrero fece edificare
una nuova facciata con un portico in stile bramantesco
che sostituì l'antica facciata romanica. Nel
1854 essa venne a sua volta sostituita dall'attuale
facciata neoclassica, ideata dall'architetto Gaetano
Bertolotti.
Chiesa
di San Bernardino
La Chiesa di San Bernardino è in stile gotico
e di modeste proporzioni. Venne fatta costruire, assieme
allannesso convento, a partire dal 1455 dall'ordine
francescano dai Frati Minori. L'edificio venne completato
nel 1457 ed era era a pianta quadrangolare con volte
a crociera. Nel 1465 ebbero luogo dei lavori di ampliamento,
con la costruzione di una navata per l'accesso al
pubblico e di due cappelle laterali. Il monastero
iniziò il suo declino verso la fine del XVI
secolo e nel Settecento il complesso subì un
ulteriore degrado a causa delle successive occupazioni
militari, sino alla conquista napoleonica ed alla
abolizione delle proprietà ecclesiastiche.
Nel 1910 Camillo Olivetti acquistò il complesso
per trasformarlo nella sua abitazione, mentre tra
il 1955 e il 1958 il figlio Adriano Olivetti trasformò
il tutto in sede per i servizi sociali e per le attività
dopolavoristiche dei dipendenti dell'Olivetti. Al
giorno d'oggi, la Chiesa di San Bernardino conserva
al proprio interno uno splendido ciclo di affreschi
sulla Vita e Passione di Cristo, realizzato tra il
1485 ed il 1490 da Giovanni Martino Spanzotti e restaurato
negli anni '50 grazie all'operato di Adriano Olivetti.
Chiesa
di San Gaudenzio
È una piccola chiesa di architettura tardo
barocca edificata tra il 1716 ed il 1724, attribuita
all'architetto sabaudo Luigi Andrea Guibert. L'edificio
sorge su una piccola altura, un tempo fuori dell'abitato
di Ivrea, mentre oggi è completamente circondata
(tranne la facciata) dallo sviluppo urbano. All'interno
è conservato un notevole ciclo di affreschi
di Luca Rossetti da Orta con scene dedicate alla vita
di San Gaudenzio, santo del IV secolo che si ritiene
nativo di Ivrea.
Santuario
di Monte Stella
Il Santuario di Monte Stella e' un luogo devozionale
posto su una collina che si erge nei pressi della
piazza del mercato, lungo la quale si snoda una Via
Crucis. Proseguendo in salita oltre al Santuario,
si giunge alla Cappella dei Tre Re, nella quale si
trova un affresco recentemente restaurato (Natività
e Santi Rocco e Sebastiano) di scuola spanzottiana.
Il santuario venne edificato nel 1627, ma al giorno
d'oggi solo il campanile è rimasto integro.
Il resto della costruzione, ovvero il tempio a pianta
circolare, risale al XIX secolo. Per quanto riguarda
la Cappella dei Tre Re, l'anno di edificazione risale
al 1220: la tradizione vuole che sia stato san Francesco,
di passaggio da Ivrea, a suggerirne la costruzione.
La cappella ha un'architettura romanica.
Museo
Civico P.A. Garda
Conserva reperti archeologici, etnografici ed artistici
(tra di essi un Presepe ligneo databile verso il 1470,
proveniente dalla Cappella dei Tre Re. Il museo è
soprattutto importante per la preziosa collezione
di lacche giapponesi e di altri oggetti darte
orientale donata nel 1874 alla città di Ivrea
da Pier Alessandro Garda.
Museo
all'aperto di architettura moderna (MAAM)
Inaugurato nel 2001, con l'intento di valorizzare
il "lascito culturale" della Olivetti, che
si distinse sin dagli anni '50 per i progetti d'avanguardia
realizzati nel campo dell'urbanistica e dell'architettura
industriale e civile (tutti sviluppati da architetti
prestigiosi). Il percorso museale si snoda lungo la
via Guglielmo Jervis e altri siti contigui. Gli edifici
raccolti dal MAAM sono: Palazzo Uffici 1 e 2 (sede
dell'Olivetti), le Officine e centrale termica ICO,
l'asilo nido, la mensa, il centro studi, il quartiere
residenziale Crist, l'unità residenziale Talponia
(consistente di case interrate) e numerose altre abitazioni
per dipendenti e dirigenti. Vicino al Palazzo Uffici
1, ha inizio il comune di Banchette, il cui quartiere
moderno composto essenzialmente da palazzine, è
stato proprio costruito negli anni '60 e '70 per conto
dell'Olivetti, al fine di garantire un'abitazione
per i propri dipendenti vicina al sito lavorativo.
Altri luoghi di interesse sono la fontana Camillo
Olivetti, situata di fronte al Ponte Isabella in prossimità
del Lungo Dora, e il complesso La Serra. Quest'ultimo
è un grande edificio a forma di macchina per
scrivere, contenente al suo interno un albergo, una
sala conferenze e una piscina.
Teatro
Giacosa
Fu costruito nel 1829, su progetto dell'architetto
Maurizio Storero, che era stato incaricato dall'Amministrazione
Comunale di costruire un Nuovo Teatro Civico. Con
uno spettacolo, rappresentato il 30 novembre, nel
1922 il Teatro Civico venne intitolato a Giuseppe
Giacosa, su proposta di Salvator Gotta, nativo di
Montalto Dora, una cittadina dell'eporediese. La storia
del teatro è reperibile sul sito ufficiale
del teatro stesso storia del teatro.
Cinema
Boario
Costruito nel 1910, è uno dei primi cinema
italiani. E' situato quasi all'entrata di Via Palestro,
la via principale della città ed è tuttora
attivo, nonostante sia stato ampiamente ristrutturato
e ammodernato.
CRONOLOGIA
STORICA
V secolo a.C.: i Salassi, popolazione di origine celtica
stabilitasi nel Canavese, fondarono il villaggio fortificato
di Eporedia, toponimo che pare derivare dalla divinità
celtica Epona, da cui a propria volta deriva la denominazione
attuale degli abitanti.
anno 100 a.C.: Quarant'anni dopo il fallimento della
campagna militare del console Appio Claudio Pulcro,
la penetrazione romana nella pianura della Dora Baltea
si conclude con la costituzione della città
in colonia romana da parte del senato romano.
secolo VI secolo VIII: Ivrea è sede
dell'omonimo ducato sotto i Longobardi. Un personaggio
dell'Adelchi di Manzoni è il duca Guntigi d'Ivrea,
scelto da re Desiderio come difensore del Ducato di
Pavia.
secolo VIII: Ivrea diventa contea sotto il regno dei
Franchi; nasce la dinastia Anscarica
anno 1001: dopo un periodo di contrasti con il vescovo
Warmondo (sotto la cui potestà si trovava Ivrea),
Arduino conquista la città; l'anno dopo, a
Pavia, viene eletto re d'Italia da una dieta di principi
e signori italiani, contro il volere dell'imperatore
Ottone III: Ivrea è la Capitale del Regno d'Italia;
fine del secolo XI: dopo il periodo degli Arduinidi,
Ivrea torna ad essere dominata dalla signoria vescovile;
seconda metà del secolo XII si afferma, tra
grandi contrasti con il potere vescovile e le pretese
egemoniche del marchese del Monferrato, il "comune
di Ivrea e Canavese", destinato tuttavia a soccombere
nelle prime decadi del secolo successivo;
anno 1238: l'imperatore Federico II pone Ivrea sotto
il suo dominio; nel seguito la signoria della città
tornerà ad essere disputata tra il vescovo
di Ivrea, il marchese del Monferrato ed altri potentati,
tra cui il conte di Savoia;
anno 1356: Ivrea passa sotto il dominio del Conte
Verde di Savoia;
seconda metà del secolo XIV: Ivrea assiste
alla rivolta contadina contro i soprusi del nobili
canavesani che va sotto il nome di "tuchinaggio";
secolo XV-XVIII: ad eccezione di brevi periodi di
occupazione spagnola e poi francese nel secolo XVI,
Ivrea rimane alle dipendenze dei Savoia;
1800: (26 maggio) Napoleone è accolto in Ivrea
assieme alle sue truppe vittoriose;
1814: Ivrea torna ai Savoia con Vittorio Emanuele
I, re di Sardegna.
Dal 1859 al 1927 Ivrea e' il capoluogo dell'omonimo
circondario, uno dei cinque in cui era suddivisa la
provincia di Torino del Regno di Savoia.
1908: Fondazione dell'Olivetti.
anno 1927: Ivrea e altri 112 comuni del Canavese vengono
uniti ai comuni della Valle d'Aosta per costituire
la nuova Provincia di Aosta.
1945: con lo scioglimento della Provincia di Aosta,
Ivrea e il Canavese ritornano sotto la Provincia di
Torino.