Castellazzo Bormida
Piemonte

Castellazzo Bormida è un comune in provincia di Alessandria, nella pianura tra l'Orba e la Bormida. Il territorio di Castellazzo Bormida ha una superficie di 45,19 km2. L'altezza del comune è compresa tra 90 e 132 m s.l.m.. Il palazzo comunale è ad un'altezza di 104 m s.l.m. Il comune confina a nord con il comune di Alessandria, a est con i comuni di Frugarolo e Casal Cermelli, a sud con i comuni di Predosa e Castelspina ed a ovest con i comune di Gamalero, Frascaro, Borgoratto Alessandrino e Oviglio. Il centro abitato ricopre una piccola parte rispetto al territorio comunale. Il comune possiede solo una frazione, Fontanasse che viene considerata mezza in quanto l'abitato è tagliato dal confine tra Castellazzo Bormida e Casal Cermelli. Il territorio è costellato da moltissime cascine dislocate su tutto il territorio. Molte cascine, grandi e lontane dal centro abitato, sono diventate nella storia quasi frazioni con chiesa annessa. Le cascine videro l'ultimo ripopolamento nei primi anni dell'immigrazione dal Veneto e dal meridione diventando centri molto popolosi.

MANIFESTAZIONI

Motoraduno
Il motoraduno internazionale Madonnina dei Centauri si tiene tutti gli anni durante la II settimana di luglio, in collaborazione con il comune di Alessandria. L'evento fu ideato dal farmacista castellazzese Marco Re. Curiosità: il primo motociclista di ogni paese entra, per seguire la funzione religiosa, in chiesa con il motore acceso e il motociclista che ha percorso più chilometri per giungere a Castellazzo Bormida viene premiato.

Galleria Gamondio
Nata nel 1968, è una collettiva d'arte contemporanea che si svolge nelle settimane centrali dela festa del paese. La collettiva fino al 2006 è stata organizzata al pian terreno delle scuole medie. Dal 2006 la galleria non ha ancora trovato una sistemazione definitiva: nel 2006 è stata organizzata presso la canonica di San Martino, nel 2007 presso la chiesa di Santo Stefano e nel 2008 presso l'oratorio di San Nicola. Dal 2007 la galleria ospita le opere realizzate durante l'estemporanea di pittura organizzata dal comune.

Palio dell'oca
Il Palio dell'oca è una manifestazione folkloristica che viene organizzata ogni anno la III domenica di settembre. Viene svolto in piazza Vittorio Emanuele II (la piazza centrale), dove con delle balle di paglia vine creato un percorso a forma di "U" dove vengo fatte correre le oche. Durante il palio vengono anche disputati dei giochi tra i vari partecipanti dei rioni quali: il tiro alla fune, l'ago nel pagliaio ecc. I rioni che parteciperanno alla XXIII edizione sono:

Borgo San Carlo
Bruera Santo Stefano
Contrada Grande
Gattara-Torrione
Madonnina
Ponte Borgonuovo
Ponte San Michele
San Sebastiano

Mostra Mercato della zucca
La Mostra Mercato della zucca è l'ultima manifestazione del settembre castellazzese. Nata nel 1992, viene organizzata ogni anno per elogiare uno dei prodotti tipici castellazzesi, la zucca. Durante la manifestazione i produttori locali organizzano un'esposizione dei loro prodotti e vengono preparati diversi piatti a base di zucca che possono essere degustati durante la manifestazione.

Settembre Castellazzese
Il settembre castellazzese è il contenitore di tutte le manifestazioni della festa del paese. Ha inizio alla fine di agosto con la conferenza stampa, nella quale viene presentato ufficialmente il programma dei festeggiamenti, ed ha termine con la mostra mercato della zucca.

EDIFICI RELIGIOSI

Chiesa di Santa Maria della Corte
La chiesa di Santa Maria della Corte viene citata per la prima volta in un istrumento del 1005 che nomina la fondazione della chiesa "in curte regia Gamundii" (da cui il suffisso della Corte) da parte di Maria figlia del re longobardo Adalberto. Da subito la chiesa è parrocchiale. Nel 1443 la chiesa con annesso convento, costruito agli inizi del XV secolo, passa ai padri serviti. La chiesa viene più volte demolita e ricostruita. La prima chiesa è probabilmente ad aula unica e anche molto piccola. Nel 1494, al termine della messa dello Spirito Santo, si dà inizio alla solenne demolizione. La chiesa viene ricostruita a tre navate, probabilmente in stile tardogotico. La consacrazione avviene il 2 febbraio 1534, il giorno dopo la consacrazione di San Martino appena ingrandita. Inondata dalla Bormida nel 1647, e bruciata dai francesi nel 1651 della chiesa rimane solo il campanile e un crocefisso dichiarato miracolato da papa Benedetto XV. Tra il 1665 e il 1717 la chiesa è ricostruita secondo il vecchio progetto per sfruttare le fondamenta rimaste; i lavori sono affidati all'architetto alessandrino Guglielmo Trotti che però modifica l'aspetto interno. Nel 1802 il Maire napoleonico dichiara sciolta la comunità di Santa Maria e nel 1807 i padri serviti abbandonano il convento che ritornerà nelle mani del clero secolare nel 1817. Il convento viene diviso tra la parrocchia e il municipio. Nel 1894 vengono intrapresi i lavori di risanamento della pavimentazione e degli affreschi interni. La chiesa di Santa Maria della Corte è la prima parrocchia del paese e si può vantare del leone alato simbolo di Venezia, lasciato appunto dalla serenissima repubblica di Venezia.

Chiesa dei Santi Carlo ed Anna
La chiesa venne costruita per volontà testamentale di Maddalena Trotti e nel 1631 venne posata la prima pietra. Le guerre del periodo ritardano i lavori che vengono interrotti per mancanza da materiale e mano d'opera (nel frattempo il titolo di parrocchia è tenuto dal vicinissimo oratorio della Santissima Annunziata). Nel 1665 venne terminato il coro e nel 1714 venne consacrata. Nel 1892 su progetto dell'ingegnere Crescentino Caselli, venne rialzato il campanile. Al suo interno è conservata una statua lignea della Madonna del Carmine (detta dai castellazzesi della provvidenza) della bottega del Maragliano. La chiesa dei Santi Carlo ed Anna è la terza parrocchia del paese.

Chiesa di San Martino
Sicuramente è la chiesa più antica di Castellazzo, fondata sicuramente prima del 1000. Il primo documento che la cita è un atto redatto nel 1106 nella piazza attigua dove si trova anche l'indicazione di Gamondio libero comune « in locum Gamundii, in platea S. Martini » La chiesa è parrocchiale da sempre, e trova una sua gemella costruita nella nuova città di Alessandria. Dal 1264 la chiesa è retta dai Padri Agostiniani. Durante i vari ampliamenti la facciata viene posta a meridione rispetto all'originale che era posta a levante. La chiesa è ingrandita nel XIV secolo inglobando parte della primordiale chiesa. Nel 1534 terminano i lavori spostando ulteriormente la facciata in avanti fino ad inglobare la torre che era Albo Pretorio. Il primo febbraio la chiesa viene consacrata da Leonardo di Vercelli, vescovo di Betlemme. La facciata viene completata nel 1561. Nel 1895 prende fuoco il campanile posteriore. Viene ricostruito sopralzandolo di 15 metri sulle strutture del precedente dall'architetto Giuseppe Boidi Trotti. Negli anni trenta la chiesa viene ristrutturata per riportarla al suo stato iniziale, scrostando l'esterno che era colorato a rigoni orizzontali. La chiesa di San Martino è la seconda parrocchia del paese.

Chiesa di Santo Stefano
La chiesa di Santo Stefano "extra muros" ha un'origine certamente monastica per la sua lontananza dall'abitato di allora. La fondazione risale all'incirca alla metà dell' XI secolo dall'impronta romanica che l'edificio conserva: tre absidi (rimaneggiate nel corso dei secoli) e la cripta. Le absidi trovano le loro gemelle nell'abbazia di Santa Giustina a Sezzadio, dello stesso periodo, ma anche a Castellazzo si ha nella storia un'altra chiesa con tre absidi: San Giovanni del Mortuzzo o delle rane. L'antica Santo Stefano vede periodi di abbandono nel 500 e solo alla fine del secolo (1596-97) vengono iniziati i lavori di restauro che si protrarranno fini alla metà del 1600. La chiesa viene rialzata e la facciata completamente rifatta. La chiesa, oggi di proprietà del comune, ha subito dei restauri nel 1997-98 che hanno portato alla luce che le dimensioni in pianta dell'oratorio originale erano le stesse di quello giunto ai giorni nostri.

Chiesa della Santissima Trinità da Lungi
Fondata dai canonici Regolari di Santa Croce di Mortara, probabilmente intorno al 1130, la chiesa (priorato, ma anche parrocchia) viene citata per la prima volta nel 1134. Costruita sicuramente all'interno di un complesso monastico, del quale nell'Ottocento se ne trovano ancora abbondanti tracce di ruderi, nel cinquecento è usata come pagliaio. Gli interventi del Ghilini nel 1731 ci hanno fatto giungere molte parti antiche della chiesa. Il Ghilini, fece rialzare i muri per permettere una copertura a volta. Nel 1836 con la ristrutturazione della volta e la tinteggiatura delle pareti, l'edificio è riaperto al culto. Gli ultimi interventi sono delgli anni trenta del novecento da parte dell'architetto Mesturino della Soprintendenza delle Belle Arti di Torino, che fece riaprire le monofore dell'abside che erano state chiuse. Di importanza romanica rimangono oggi gran parte dell'abside, dei muri perimetrali e i capitelli, forse il maggior segno di arte a Castellazzo.

Santuario della Beata Vergine della Creta
La prima costruzione dell'edificio è dovuta al Castellazzese Giovanni Viola in ringraziamento della protezione durante l'epidemia di peste del 1630. La cappella, di circa 100 m2, aveva un soffitto a cassettoni, un campanile e conteneva un quadro raffigurante la Beata Vergine. Dubbi sono l'origine e la provenienza di questo quadro anche se la fattura ne denota l'antichissima datazione. La cappella viene demolita, per incuria, nel 1764. I Castellazzesi continuano a considerare il luogo sacro perciò, prima viene posta una croce di legno e poi viene eretto un pilone con raffigurata l'immagine della Madonna (il quadro venne posto in San Carlo dopo la distruzione della cappella). Nel periodo 1802-1848 si ha la costruzione della nuova chiesa e della cosiddetta "Rotonda" intorno al pilone. Il ritorno del Quadro nella nuova chiesa avvenne nel novembre 1846. Alla fine del XIX secolo si ha l'inizio della costruzione del Santuario vero e proprio. Viene inaugurato nel 1905 mentre la facciata con i campanili è terminata nel 1924. Le opere sono state condotte dall'architetto Giuseppe Boidi Trotti, sulla base del progetto dell'architetto Caselli di Alessandria. La facciata è opera del geometra Girolamo Buscaglia. Nel 1947 Pio XII conferì alla "Madonnina" (chiamata così da tutti i Castellazzesi) il titolo di Patrona dei Centauri, e da più di sessant'anni si tiene la seconda domenica di luglio il "Raduno Internazionale Madonnina dei Centauri"; in quell'occasione le porte della chiesa si aprono alle motociclette e il primo centauro di ogni nazione fa l'ingresso con la sua moto a motore acceso. Sui muri del corridoio che conduce alla Rotonda e nella Rotonda stessa si trovano molti ex-voto a significare la grande devozione per la Beata Vergine della Creta.

Oratori
Oratorio di Sant'Antonio abate: la confraternita di Sant'Antonio fu l'unica a possedere due chiese contemporaneamente, una nel centro e una nella campagna. L'attuale edificazione è del 1699. La facciata è una rifinitura di fine ottocento inizio novecento.
Oratorio della Santissima Pietà: la confraternita già presente nel 1298 riappare nella storia intorno al 1496 con l'oratorio di San Sebastiano in Borgo Nuovo che verrà soppiantato dall'attuale oratorio. Fino al settecento l'oratorio era affiancato dall'ospedale di Santa Caterina, poi confluito nell'ospedale riunito. A Natale ospita un grande presepio meccanico
Oratorio di San Sebastiano: l'oratorio non viene citato nell'elenco delle chiese del 1576 ma sapendo che era presente una chiesa di San Sebastiano in Borgo nuovo già nel 1496 sicuramente questa è più vecchia. La confraternita dell'oratorio aveva anche acquistato l'ospedale di San Bernardino, che diventò dei Santi Bernardino e Sebastiano; l'ospedale confluito nel 1760 con il Santa Caterina formerà l'ospedale dei Santi Bernardino e Caterina. L'oratorio sicuramente arretrato rispetto all'originale presenta una volta e una facciata costruite nell'Ottocento.
Oratorio della Santissima Trinità di via Roma o della Contrada Grande: la sua prima edificazione era stata possibile grazie al recupero del materiale dalla ormai demolita chiesa di Sant'Andrea, presso la porta di San Lazzaro. Intorno al 1790 iniziano i lavori per la riedificazione dell'oratorio che gravava in pessime condizioni. Varie assonanze interne ed esterne con lo scomparso oratorio di San Michele fanno propendere che l'architetto fu sempre Giuseppe Zani.

EDIFICI STORICI

Torre dell'orologio
La torre dell'orologio è la torre più antica rimasta a Castellazzo. Sorge sul perimetro delle antiche mura, sorte nel XI-XII. Il percorso delle prime mura è a forma ellittica e via General Moccagatta dove sorge la torre segue proprio il percorso delle antiche mura. La pianta della torre è a tre quarti di cerchio. La torre ha subito rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Curiosità: nel 1858 durante degli scavi nell'attuale via Gamondio (anch'essa sul percorso delle vecchie mura) furono messe in evidenza le fondazioni di un'analoga torre, certezza in più che il comune era circondato da mura con varie torri per la sicurezza.

Torrione della Gattara
Il torrione detto della Gattara dal nome del rione su cui sorge, è l'unico superstite di un sistema difensivo, costituito da mura e torri, fatto erigere dal commissario Cotta, per volontà del duca di Milano Ludovico il Moro, tra il 1496 e il 1498. Le mura del quattrocento dette le mura nuove, formavano un pentagono intorno al comune; oggi il percorso delle mura è ancora visibile dagli spalti che ne ripercorrono fedelmente il percorso dividendo il centro storico dalla periferia. Il torrione è a pianta circolare, è collegato attraverso ad un sistema di camminamenti sotterranei che portano al Castello. Il torrione è stato in tempo recente un deposito di ghiaccio.

ORIGINI E CENNI STORICI
Il documento più antico in cui si trova citato Gamondio, come corte regia, è del 938 (937) d.C. In questo diploma la regina Berta riceve dagli imperatori Ugo e Lotario varie zone tra cui la corte regia di Gamondio. Prima di questo diploma ci sono solo congetture ed ipotesi (origine romanica), oltre alla frase molto lusinghiera del monaco Jacob di Acqui. Gamondio è corte regia quindi proprietà imperiale diretta, ma con sicura presenza di terreni e di uomini liberi. Nel gennaio 1106 con un documento redatto nella Parrocchia di San Martino, si ha la prima traccia di Gamondio come libero comune e nel 1146 stipula con la Repubblica di Genova un patto commerciale molto importante. È il periodo di maggior splendore per Gamondio. Nel 1155 le milizie di Gamondio si uniscono con Federico I Barbarossa per assediare nel 1158 Milano. Le alleanze si cambiano in pochissimo tempo e solo dieci anni dopo Gamondio insieme a Marengo e Borgoglio, e con l'aiuto economico di Genova, si ritrovano nella zona di Rovereto per fondare una città in onore di papa Alessandro III, avversario del Barbarossa. Nel XII secolo esistono notizie per almeno diciassette chiese nel territorio di Gamondio, e tra queste molte vengono riprodotte nella nuova città in costruzione; tra le più importanti San Martino, Santa Maria dei Campi, San Giacomo, Sant'Andrea. Per la centralità della sua posizione, il borgo offre almeno tre "ospedali" per il conforto dei pellegrini: il convento probabilmente presente alla Santissima Trinità da Lungi, sulla via romana detta Æmilia Scauri, l'ospedale di San Ranieri a Cantalupo, e l'ospedale di San Lazzaro, fondato da membri dell'omonimo ordine militare assistenziale. Con il passare degli anni si inizia a confondere nei documenti ufficiali il toponimo di Gamondio, usato sia per il comune che per un quartiere di Alessandria. Dal XIV secolo con il toponimo Gamondio si indicherà il territorio e con Castellacium il centro abitato, dopo poco il toponimo Gamondio rimarrà alla città e a tutto il territorio di Castellazzo verrà dato il toponimo di Castellacium, derivato sicuramente dalle varie rovine di fortificazioni presenti nel comune. Dopo alcuni anni di rapporti non proprio pacifici, entra nell'orbita della nuova città; viene istituito il Contado di Alessandria, sorta di consorzio ammistrativo-commerciale di cui Castellazzo rimarrà esponente principale fino all'estinzione nel XVIII secolo. Nel Trecento le chiese sono attestate in numero almeno pari a ventitré. Nel 1437 il borgo viene infeudato dai Visconti a Vitaliano Borromeo. Il feudo rimase nell'orbita di Milano fino alla morte di Francesco II Sforza, nel 1535. Dopo il controllo milanese, inizia la dominazione spagnola che durerà 146 anni. Nel 1707 la zona di Castellazzo passa sotto Casa Savoia e nel 1778, morto l'ultimo feudatario senza figli, Castellazzo passa alle dirette dipendenze della casa regnante.
Nel 1863 il paese assume con regio decreto la denominazione attuale. Ottocento e metà Novecento vedono l'affermarsi di attività artigianali legate all'industria serica (molte le filande funzionanti nel paese) e all'edilizia, partendo dalla costruzione diretta di fornaci (sistema Hoffman) per la materia prima dell'epoca, i mattoni.
All'epoca della Rivoluzione francese a Castellazzo erano in funzione già tre filande, nel 1850 si arrivò a undici stabilimenti, nel 1880 si consolidarono le tre aziende dei fratelli Boidi, Pistarini, Ricagni. La produzione serica locale era particolarmente pregiata per lucentezza e qualità. Si contavano due milioni di mori-gelsi (Mario Prati: Tesi di Laurea in Economia e Commercio, Università di Torino).
Il paese si ricompatta dalla seconda metà dell'Ottocento, con la creazione di enti, circoli e società a scopo assistenziale e ricreativo: nascono l'Asilo Prigione, la Banca Popolare di Castellazzo, il Circolo di Lettura, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la banda musicale "Giacomo Panizza", il MotoClub, il Touring Club ciclistico. All'inizio del XX secolo le confraternite perdono vigore, e in vario modo scompaiono le piccole chiese di San Rocco, San Michele, Santissima Annunziata, San Giovanni e Santa Croce.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 4.611 (M 2.244, F 2.367)
Densità per Kmq: 102,2
Superficie: 45,10 Kmq

CAP 15073
Prefisso Telefonico 0131
Codice Istat 006047
Codice Catastale C148

Denominazione Abitanti castellazzesi
Slogan della Città L'antica Gamondio
Santo Patrono Madonna Addolorata
Festa Patronale terza domenica di settembre

Il Comune di Castellazzo Bormida fa parte di:
Regione Agraria n. 11 - Pianura del Tanaro Alessandrino e del Bormida
Associazione dei Comuni del Monferrato

Comuni Confinanti
Alessandria, Borgoratto Alessandrino, Casal Cermelli, Castelspina, Frascaro, Frugarolo, Gamalero, Oviglio, Predosa

Riepilogo Chiese e altri edifici religiosi
Santuario della Beata Vergine della Creta e delle Grazie :: Frati Minori Cappuccini
Chiesa di Santo Stefano
Chiesa di Santa Maria della Corte
Chiesa di San Martino
Chiesa di San Carlo e Anna
Chiesa della Trinità da Lungi
Chiesa dei Cappuccini

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Conseervatorio Vivaldi Alessandria
ENAIP PIEMONTE