Alpignano
Piemonte

Alpignano è un comune della provincia di Torino; dista 14 km dal capoluogo. Alpignano sorge a cavallo della Dora Riparia nella pianura della Val di Susa. Il suo territorio si colloca tra i 280 e i 370 m s.l.m. e una superficie destinata a parchi e giardini di 1,98 km². Si trova inoltre su una catena di colline moreniche formatesi durante l'ultima glaciazione, tra i 230.000 e 185.000 anni fa. Fino a pochi anni fa si poteva ammirare un grande masso erratico, sovrastante il Ponte Vecchio, trascinato a valle dai ghiacciai. Fu fatto saltare per costruire una centrale elettrica. La Dora Riparia divide esattamente a metà il territorio comunale. Le due frazioni erano unite da un ponticello (originario dell'epoca romana) ricostruito nel 1736 e largo appena 3,5 metri. Si legge in alcuni documenti che nelle "ore di punta", a mezzogiorno e alla sera, soprattutto d'estate quando i contadini rientravano coi carri agricoli, attraversare il ponte diventava un vero problema. Tale ponte, benché ristrutturato con tecniche moderne, esiste ancora oggi ed è noto con il nome di Ponte Vecchio, ed unisce le due sponde del paese all'altezza del centro storico e della biblioteca comunale, all'interno della quale trova sede l'ecomuseo dedicato all'opera di Alessandro Cruto. In epoca fascista, tra il 1935 ed il 1936, venne portata a termine la costruzione di un secondo ponte il quale venne inaugurato, per la precisione, il giorno 3 maggio 1936 con la benedizione del parroco locale ed una sfilata a cui presero parte le Autorità, la popolazione cittadina e parte della popolazione dei paesi vicini. Quest'ultimo ponte è situato più ad ovest del primo, ed è noto agli alpignanesi con il nome di Ponte nuovo. La divisione del paese in due frazioni da parte del fiume, citata sopra, non era una questione puramente geografica. Si narra difatti (benché non esistano o non siano stati ritrovati documenti in proposito) che la Dora Riparia fosse vista, soprattutto in passato, come un vero e proprio confine da parte degli abitanti delle due parti. Le rivalità riguardavano i ragazzini in età scolare i quali, dopo le lezioni, pare si ritrovassero sulle due sponde opposte del fiume per intraprendere una battaglia a colpi di sassi divisi in due squadre corrispondenti alle opposte sponde del paese. Tali rivalità riguardavano comunque anche il mondo degli adulti: pare difatti che persino per la compilazione delle liste per il Consiglio Comunale si dovesse procedere ad un'equa spartizione dei posti tra abitanti delle due frazioni. Questa rivalità, oltre alla sfera politica, non risparmiava neppure quella religiosa: si racconta infatti che, durante la messa, i fedeli abitanti sulla sponda sinistra si sedessero nei banchi di sinistra della Chiesa e viceversa. Verso la fine del XIX secolo il comune fu sede di una radicale trasformazione con un notevole impulso all'industrializzazione. Nel 1885 fu edificata, su un'area precedentemente occupata dai mulini del conte Revelli e su parte del greto della Dora, la prima fabbrica di lampadine a incandescenza, la Società Italiana di Elettricità Sistema Cruto. Con pochi mezzi, ma con l'utilizzo di geniali strumenti da lui inventati riuscì ad ottenere lamine di carbonio omogenee in grado di sostituire il bambù carbonizzato, fino ad allora adottato, come filamento per le lampadine. Nel 1927 la Philips rilevò la fabbrica, iniziando una produzione di massa, segnando il destino industriale di Alpignano, vocazione ulteriormente consolidatasi nel dopoguerra con la creazione di nuove industrie, soprattutto meccaniche. Il 10 maggio 1933 viene collocata sulla facciata del Dopolavoro Philips una lapide per ricordare che in quello stesso locale, nel 1885, venivano fabbricate le prime lampade elettriche d'Italia, grazie all'ingegno e alla ferrea volontà di Alessandro Cruto. Ora sul territorio comunale sono presenti attività industriali legate principalmente al settore metalmeccanico e meccanico, oltre che a quello agricolo. Con l'aumento esponenziale della popolazione si è reso necessaria la costruzione di nuove case che hanno dato luogo alla formazione di nuovi quartieri: l'elegante Belvedere, verso Rivoli, ed altri come il quartiere Sassetto verso Pianezza. Negli ultimi anni Alpignano ha subito un ridimensionamento della sua attività industriale, dovuto soprattutto al ridimensionamento attuato dalla Philips ed alla chiusura, nel 2006, di quella che fino ad allora era rimasta la maggiore fabbrica del territorio alpignanese, la Borgo.

MANIFESTAZIONI

Palio dij Cossòt - San Giacomo si festeggia il 25 luglio. In questa occasione si corre il Palio dij Cossòt lungo le vie del centro storico, in occasione del quale quattro rappresentanti dei quattro borghi del paese si sfidano in una corsa per le vie del centro storico portando a spalle delle zucche cave piene d'acqua: il vincitore sarà decretato in base all'ordine d'arrivo e al volume di acqua risparmiato. Proprio la statua del santo patrono, che lo vede portare con sé un bastone da passeggio con appese alcune zucche, ha fatto sì che un tempo gli alpignanesi venissero chiamati, dagli abitanti dei paesi vicini, mangia cusot (tradotto dal piemontese: mangiatori di zucche).

Alpignano Let's Movie - Ogni dicembre l'Informagiovani e il Comune di Alpignano organizzano un concorso nel quale giovani filmmaker possono incontrarsi e presentare le proprie produzioni. Nel 2011 presidenti della giuria sono stati i registi torinesi Gianluca e Massimiliano De Serio.

Cossòt d'Oro - Riconoscimento assegnato ogni anno agli alpignanesi (singoli o associazioni) che si sono maggiormente distinte in una delle seguenti sezioni: Attività sociali, Attività sportive, Cultura, Attività economiche; più una sezione Speciale. Dall'edizione 2010 ogni anno è premiata una sola sezione, più il premio Speciale, a rotazione.

Premio Letterario Alberto Tallone - Assegnato ogni anno a maggio, premia le eccellenze nel campo della narrativa e della poesia in lingua italiana, piemontese e francese. I premi consistono in pregiate edizioni edite dalla stamperia fondata dal tipografo Alberto Tallone. Presidente della giuria è Camillo Brero.


LA PIAZZA, IL CASTELLO E LA TORRE
All'ingresso del Castello possiamo trovare la piazza della Parrocchia, l'antica Piazza del Ballo, centro nevralgico del borgo medioevale, un tempo circondato da mura. Nei pressi si può trovare la Torre, risalente al trecento, imponente costruzione in cotto, poi adattata nel XVIII secolo a campanile.

LA PARROCCHIALE
L'attuale Parrocchiale di San Martino di Tours è rifacimento di una chiesa del secolo precedente, venne edificata nel 1695 grazie al potente influsso della Confraternita di Santa Croce, ma soltanto nel 1807 fu restaurata ed ampliata e convertita in parrocchia. Al suo interno sono conservate pregevoli opere artistiche, fra le quali una Madonna, opera di Stefano Maria Clemente, ed un Crocifisso in legno del XVIII secolo, realizzato dallo scultore Carlo Giuseppe Plura, il paliotto d'altare in stuccoforte del XVIII secolo, ed altre. La chiesa è dotata di un organo a canne[3] a trasmissione mista, che è stato costruito nel 1903 da Achille Baldi.

LA CAPPELLA DI SAN SEBASTIANO
Nel borgo omonimo è situata la Cappella di San Sebastiano, dedicata anche ai santi Grato e Rocco la cui origine è antecedente il XVII secolo. Nel 1630 durante il periodo della peste i superstiti capi famiglia di Alpignano si radunarono in questa chiesa e fecero solenne voto a nome della comunità di celebrare una serie di funzioni religiose allo scopo di liberare il paese dall'epidemia.

ALTRI EDIFICI RELIGIOSI
La piccola Chiesa di San Giuseppe, in stile barocco, venne edificata nel 1769. La cupola presenta una evidente influenza borrominiana, ma è stilisticamente attribuibile ad un architetto dell'area del Vittone. Come testimoniato da documenti del XI secolo, troviamo l'antichissima e piccola Chiesa di Santa Maria del Ponte, nel corso del tempo più volte rimaneggiata. Venne edificata per la salvaguardia dei viandanti e si trova quasi a picco sulla Dora, nei pressi del Ponte Vecchio, anch'esso più volte soggetto a ricostruzioni. Grazie alla sua strategica posizione fu spesso al centro di eventi bellici, come nel 1690 quando venne fatto saltare per impedire all'esercito francese di entrare ad Alpignano per poi dilagare verso Torino. Nel 1936 fu costruito poco distante il Ponte Nuovo, ad un'arcata singola, in cemento armato.

ORIGINI E CENNI STORICI
Il territorio su cui sorge Alpignano fu abitato in epoca preromana da popolazioni celto - liguri: prima dalla tribù ligure dei Taurini o Taurisci, in seguito dai Galli, infine divenne colonia romana. Durante gli scavi del 1832 sono state rinvenute tombe dal pavimento in mattoni con pareti di pietra lavorata a lastra e coperchi di marmo contenenti frammenti ossei, lucerne fittili, suppellettili, vasi di terra a scodella, e tre epigrafi marmoree studiate e pubblicate dal Mommsen nel Corpus Inscriptionum Latinarum. La più lunga e vetusta di queste riguarda il monumento funebre di Cornelia, liberta di Lucio, di proprietà dell'Istituto missioni della Consolata, è esposta presso la locale biblioteca civica: le altre due sono conservate presso privati. Secondo lo storico locale, il Cupia, nel 312 d.C. si verificò il primo ed importante conflitto tra gli eserciti di Costantino e Massenzio in lotta per il primato imperiale. Lo storico afferma che i Campi Taurinati, teatro della battaglia sono identificabili nel tratto di pianura a ovest della strada che unisce Rivoli ad Alpignano. Dopo il periodo romano non si hanno più notizie del luogo fino al 1007, quando secondo alcuni documenti, avviene la sua cessione da parte del vescovo Gesone di Torino al conte francese Ugone di Montboissere. Nel 1047, grazie ad un diploma dell'imperatore Enrico IV diretto ai canonici del Capitolo di Torino, confermava loro una serie di diritti e privilegi, ed anche il possesso del castello con la cappella e la Chiesa di Santa Maria d'oltre Dora. Nel secolo successivo il potere del vescovo di Torino si accrebbe ingerendosi anche nei possedimenti che il Capitolo vantava in Alpignano, così come è documentato in un atto del 9 giugno 1170 nel quale alcuni uomini di Alpignano, Anselmo, Ottone ed Evradro, offrivano al vescovo Milone di Torino ogni loro allodio, ossia terre da loro liberamente possedute, per poi riceverle nuovamente in feudo. Questi si impegnavano ad andare a vivere nel feudo vescovile e a costruirvi le loro case. Dal documento si evince che era il vescovo di Torino a possedere la giurisdizione sulla località. A quel tempo altri enti ecclesiastici vantavano diritti sulla località, tra i quali troviamo i potenti monaci della Abbazia di San Michele della Chiusa, San Pietro della Novalesa, l'Abbazia di Rivalta e la lontana Nonantola; tutti comunque ebbero possessi, privilegi e beni. Tra i primi vassalli dei vescovi torinesi troviamo i Di Alpignano e gli Arpino, che furono devoti al loro signore anche quando le sorti dell'episcopato torinese iniziarono a declinare a causa dell'affermazione verso la metà del XIII secolo della dominazione dei conti di Savoia. Nel 1294, Amedeo V di Savoia cedette Alpignano e i domini del Piemonte da Rivoli in giù, al nipote Filippo di Savoia divenuto successivamente per via matrimoniale principe d'Acaia. Alpignano passò così sotto la dominazione del principe d'Acaia che all'inizio del XIV secolo governò il territorio con un suo rappresentante: il castellano. Il primo fu Guglielmo di Montbel, signore d'Entremont. Fino al 1º febbraio 1337 Alpignano fu una castellania, quando Giacomo d'Acaia investì sul luogo, assieme a San Gillio, un discendente di Guglielmo di Montbel, a ricompensa dei servizi prestatigli. La signoria dei Montbel durò per più di 200 anni. L'ultimo di loro, Carlo, si adoperò con forza per garantire al suo principe, il duca Emanuele Filiberto, la fedeltà del popolo nel difficilissimo periodo che vide il Piemonte occupato dagli eserciti della Francia con il duca impegnato a combattere nella Fiandre al servizio dello zio, l'imperatore Carlo V. Nei primi anni del XV secolo venne eretta la parrocchia intitolata a San Martino di Tours (edificio che in seguito a numerose riduzioni è ora la cappella dei Caduti). Nel 1559, Carlo di Montbel moriva privo di eredi. Emanuele Filiberto cede in feudo Alpignano assieme ai territori di Frossasco e San Secondo di Pinerolo ad Andrea Provana dei signori di Leinì, a cui è attribuibile la ricostruzione del castello, sui resti di precedenti edifici medioevali. Il Provana rafforzò il suo diritto di godere del feudo, contro ogni possibile rivendicazione da parte degli eredi degli antichi possessori, sposando Caterina Spinola vedova di Carlo di Montbel. Il Provana apparteneva ad una delle più antiche, illustri e ramificate famiglie nobili Piemontesi; partecipò con Emanuele Filiberto I di Savoia alla difesa di Nizza, attaccata dal corsaro Barabarossa nel 1543, e alle guerre di Carlo V in Germania, Fiandra e Piccardia. Dopo la Pace di Cateau Cambrésis ritornò in patria con il duca e organizzò una piccola marina da guerra per contrastare le incursioni dell'Impero ottomano e dei Corsari barbareschi. Il suo nome però passerà alla storia per aver partecipato, in qualità di ammiraglio delle galere sabaude alla battaglia di Lepanto nel 1571. In questo scontro vittorioso il Provana subì una profonda ferita alla testa, ma nonostante i postumi del colpo lo obbligassero a letto, a distanza di due giorni dal grandioso avvenimento, redasse la più lunga relazione sulla battaglia, la più importante che si conosca. Fu insignito del titolo di Cavaliere nell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Ordine del Collare) e poi di"Grande Ammiraglio" dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Ordine Mauriziano). Tra il 1686 e il 1698 fu costruita la nuova sede parrocchiale che fu trasferita nel 1807, nello stesso anno la torre d'entrata del castello divenne la torre campanaria della nuova vicina parrocchiale. Morto l'ultimo erede dei Provana nel 1799, (altre fonti affermano il 1798), il castello passò al demanio, e venne quindi venduto dai francesi nel 1804 all'avvocato Paroletti, interessato a demolirlo in quanto circolava nel paese la leggenda di un tesoro nascosto; il Paroletti lo cedette ai Riberi, che a sua volta, nel 1944, lo cedettero all'Istituto Missioni Consolata. Nel 1886 sulla riva destra della Dora nasce la "Società italiana di elettricità sistema Cruto", fabbrica per la produzione di lampade elettriche con filamento in carbonio, fondata da Alessandro Cruto. L'attività legata alla produzione di lampade elettriche si ingrandì e cambiò più volte proprietà, passando prima alla Edison Clerici e poi, nel 1927, alla Philips. Nel 1957 Alberto Tallone, già libraio antiquario e stampatore a Parigi, apre ad Alpignano la stamperia Tallone dove produce, a mano, edizioni rare e pregiate di opere classiche.

DATI RIEPILOGATIVI

in lavorazione

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LICEO VITTORIA - ISTITUTO VITTORIA - VITTORIA INTERNATIONAL SCHOOL - TORINO - TO
LICEO D'ARTE E SPETTACOLO TEATRO NUOVO TORINO - TO
ISTITUTI RIUNITI SALOTTO E FIORITO - RIVOLI - TO
LE SCUOLE DELL'ARCA - SCUOLA PRIMARIA COMISSETTI - SCUOLA MEDIA F.LLI GUALANDI - LICEO SCIENTIFICO FRASSATI - PIANEZZA - TO
Engim Piemonte - Torino - Formazione Professionale - Torino - TO
CASA DI CURA E RIPOSO SAN LUCA - Pecetto Torinese - TO