Porto
San Giorgio è un comune della provincia di
Fermo, nelle Marche. Fa parte della Zona Territoriale
n. 11 di Fermo dell'Azienda Sanitaria Unica Regionale
delle Marche (in sigla Z.T. n. 11 - A.S.U.R. Marche).
Già appartenente alla Provincia di Ascoli Piceno
fa ora parte della Provincia di Fermo. Confina da
tre lati con il comune di Fermo e il mare Adriatico,
ad est. Il dialetto di Porto San Giorgio non si differenzia
da quello diffuso nell'area fermana, molto usato per
la sua facile comprensione, è scivolante con
le sue consonanti morbide, ma la forte presenza delle
vocali u ed o riporta ad un'italica lingua antica,
infatti ha molte assonanze (se non similitudini) con
il latino. Un esempio è dato dall'espressione
dialettale "gne nòccia" che deriva
dal latino ne noceat con significato: "che non
ti nuoccia" ossia "che ti sia propizio".
Ciò è dovuto principalmente all'aver
fatto parte a lungo, oltre che della storia di Roma
antica e del suo impero, anche dello Stato Pontificio
fino all'Unità d'Italia. La cittadina è
detta in dialetto fermano semplicemente Lu Portu,
cioè Il Porto, com'è chiamata generalmente
dagli abitanti dell'entroterra, sia del capoluogo
e sia della provincia, o modernamente, con italianizzazione
pressoché totale, San Giorgio, denominazione
preferita dai sangiorgesi. Nei bar e nei ritrovi frequentati
dai marinai e dalla gente comune a Porto San Giorgio
si gioca a "Trucco", un gioco di carte che
richiama, nelle regole, nei termini e nel nome, il
"Truco", il gioco tradizionale argentino
e di tutti i paesi bagnati dal Río de la Plata.
A "Truco" a volte giocano i personaggi dei
romanzi di Osvaldo Soriano, scambiandosi ricordi ed
illusioni. Il "Trucco" si gioca anche in
Catalogna e in alcune città di mare del sud
della Francia, portato anche lì dal girovagare
perpetuo di instancabili marinai.
ETIMOLOGIA
Citato con il nome di S. Georgici de Portu, ha preso
il nome di una chiesa dedicata a San Giorgio, patrono
del paese.
MANIFESTAZIONI
Il programma culturale di Porto San Giorgio si caratterizza
per varie iniziative dedicate alla letteratura, all'arte
e alla musica.
Fra queste, ricordiamo le rassegne "Di Villa
in Villa. Percorsi di musica e pensiero tra le ville
sangiorgesi", o "In Ascolto della Bellezza.
Festival di musica d'essai". Oltre a ciò,
possiamo citare il Festival "Rocca Aeterna. Incontri
di Medioevo e Fantasia", dedicato al mondo fantasy
e all'universo medievale, nonché il ciclo di
conferenze "Sentieri del Pensare. Riflessioni
sulla realtà tra filosofia e letteratura".
La stagione del teatro di prosa di Porto San Giorgio
possiede anch'essa una sua specificità in quanto,
a partire dalla stagione 2008/2009 si incentra in
maniera monografica e tematica su un solo tema o su
di un solo autore. Ogni estate a Porto San Giorgio
si svolge un importante festival internazionale di
scacchi frequentato da giocatori professionisti di
tutto il mondo. Famosa è la Padella Gigante
dell'Adriatico (diametro 4 metri con una capienza
di 1000 litri di olio) usata in occasione di feste
di paese quali ad esempio "La Festa del Mare"
(che si tiene di norma l'ultima settimana di luglio)
dove vengono eseguite in poche ore spettacolari fritture
di quintali di calamaretti.
DA
VEDERE
Rocca Tiepolo. Interessante esempio di resti murari
di una rocca del XIII secolo. Attualmente adibita
a teatro all'aperto per manifestazioni culturali.
Villa Bonaparte (Pelagallo). Costruita agli inizi
del XIX secolo su progetto di Ireneo Aleandri, la
villa, in stile neoclassico, è circondata da
un vasto parco e adornata di decorazioni su bassorilievi
con trofei d'armi. Fu costruita su richiesta di Girolamo
Bonaparte, che soggiornò a Porto San Giorgio
tra il 1829 e 1832.
Nella chiesa del cimitero si conserva una tavola raffigurante
la Crocifissione (XVI secolo).
ENOGASTRONOMIA
La cucina sangiorgese ricalca quella di tutto il Piceno
ed è di solito a base di pesce e verdure, ma
con presenza anche di carni e di fritture, basti pensare
alle famose olive all'ascolana. I piatti tipici sono:
i garagoli, o cucciulìtti (lumachine di mare
in brodetto di sugo rosso e spezie), il brodetto (brodo
di pesci e crostacei misti) e i vincisgrassi (simili
per aspetto alle lasagne, ma con condimento di fegatini
e cacciagione). I primi due dovuti alla tradizione
marinara il secondo, invece, si fa risalire al nome
del generale austriaco Windisch Graetz che nel 1799
cinse d'assedio Ancona, attribuendo la paternità
al suo cuoco personale; ma altri sostengono che già
nel 1781 la ricetta compaia in un libro di cucina
del cuoco maceratese Nebbia, in cui viene descritta
la preparazione di particolari lasagne chiamate "princisgrass".
Dolci tipici sono: l'amandovolo, a base di mandorle
e cioccolato fondente, il fristingo (dolce natalizio
di fichi, mandorle, pinoli e noci), la cicerchiata
e le sfrappe (dolci che si gustano a carnevale). Liquore
tipico: Anisetta, Mistrà (liquori all'anice
simili alla sambuca) e vino cotto (difficilmente si
trova in vendita). In occasioni particolari, si possono
servire i finocchi in pinzimonio, la mozzarella a
crudo e le arance a fette condite con olio, sale e
olive nere. Il pane è insipido e simile al
toscano.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Noto ai tempi di Plinio il Vecchio come Navale Firmanorum,
e citato da Strabone nella Tavola Peutingeriana come
Castrum Firmanorum o Castellum Firmanorum, Porto San
Giorgio è legata allo sviluppo del porto di
Fermo, tanto da essere chiamata ancora nel Medioevo
con il nome latino di Portus Firmi, probabilmente
sito in epoca romana alla foce del fiume Ete. Collegata
alla città di Fermo dalla strada Pompeiana,
così chiamata in onore del generale romano
Gneo Pompeo Strabone, d'origine fermana, che aveva
proprietà latifondiere nel Piceno Fermano.
Fu padre del console Gneo Pompeo Magno e rivale di
Caio Giulio Cesare. Divenuto fortezza nell'XI secolo
col nome di Castel San Giorgio, nel 1164 passò
al Capitolo di Fermo e nel 1266 fu preso in affitto
dal comune di Fermo. Lorenzo Tiepolo, podestà
di Fermo e futuro doge di Venezia, ridette impulso
al porto, dotandolo di una roccaforte. La cittadina
sviluppatasi nel corso del XVII secolo tra la linea
di costa e la via Lauretana, con l'urbanizzazione
del Borgo Marinaro, durante il periodo napoleonico
Porto San Giorgio divenne autonoma da Fermo e dopo
l'Unità d'Italia definì il proprio ambito
territoriale.