Cremona
è un comune della Lombardia, capoluogo dell'omonima
provincia. È scherzosamente nota come la "città
delle tre T", ossia turòon, Turàs,
tetàs (torrone, Torrazzo, tettone). In tempi
recenti e con l'intento di onorare un cremonese illustre
e conosciutissimo ad un pubblico che si vuole sempre
più vasto, la terza "T" viene spesso
sostituita con il nome di Tognazzi, il celebre attore
cremonese: "Torrone, Torrazzo, Tognazzi ("Tùgnass")
- anche in dialetto.
ETIMOLOGIA
L'origine del toponimo è incerta, ma sembra
preromano, forse gallico o celtico, e legato alla
variante prelatina "carm" del termine "carra",
cioè sasso, roccia, e dal comune suffisso pure
prelatino -ona.
DA
VEDERE
La
Piazza del Comune, di eccezionale raffinatezza ed
importanza architettonica, è il fulcro storico
e artistico della città di Cremona. È
situata nel punto più elevato della città
secondo il tipico schema urbanistico medievale ed
è quasi completamente circondata da pregevoli
architetture romanico-medievali quali il Duomo, il
Torrazzo, il Battistero il Palazzo del Comune e la
Loggia dei Militi. È considerata, per la sua
monumentale bellezza e lo splendido grado di conservazione
delle opere presenti, una delle piazze medievali più
suggestive d'Italia e nel mondo. Il centro storico
di Cremona ha il suo vertice artistico nella medievale
Piazza del Comune, spazio urbano assai unitario e
suggestivo che può vantare anche alcuni dei
maggiori monumenti medievali italiani come:
il
Duomo, il Torrazzo, la Loggia dei Militi, il Palazzo
del Comune, il Battistero.
Non
solo la piazza ma l'intera città è disseminata
di svariate architetture di pregio che sono: Palazzo
Cittanova, Palazzo Fodri, il Teatro Ponchielli, la
Chiesa di San Michele, la Chiesa di San Luca
la Chiesa di San Sigismondo, la Chiesa di Sant'Agostino,
la Chiesa di Sant'Agata, la Chiesa di Sant'Imerio
la Chiesa di Sant' Ilario, la Chiesa di San Marcellino,
la Chiesa di Santa Lucia, la Chiesa di Santa Rita
Ricco
anche il polo culturale cittadino che si avvale di
notevoli istituzioni museali come:
il
Museo Civico Ala Ponzone, il Museo Stradivariano,
il Museo della Civiltà Contadina
il Museo Berenziano, la Pinacoteca del Museo Civico,
il Museo di Storia Naturale.
MANIFESTAZIONI
Tradizionalmente, la "Fiera di San Pietro",
amatissima dai cremonesi grandi e piccoli, vede l'installarsi
di giochi e attrazioni in un'area vicino al fiume
Po durante tutto il mese di giugno; la fiera culmina
negli altrettanto tradizionali fuochi d'artificio
e nell'allestimento di bancarelle lungo viale Po nei
tre giorni precedenti.
Negli
ultimi anni si assiste, nel mese di novembre, a "Cremona
la Dolce - Festa del Torrone", kermesse dedicata
al torrone in tutte le sue versioni, con cortei storici
e manifestazioni varie legate alla rievocazione storica
delle nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza,
celebrate a Cremona il 25 ottobre 1441, occasione
nella quale " sarebbe stato - secondo una fortunata
trovata pubblicitaria risalente agli anni Trenta -
" realizzato per la prima volta il torrone, gloria
culinaria cittadina insieme alla mostarda.
La
"Fiera del bestiame", fiera campionaria
dedicata al mondo dell'allevamento e della zootecnia,
attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti
da tutta Europa, come pure Mondomusica, in ottobre,
per gli appassionati degli strumenti ad arco.
FESTA
DEL TORRONE
Cremona è ormai considerata la capitale del
Torrone. La leggenda vuole che il dolce fosse ufficialmente
presentato in occasione delle nozze di Bianca Maria
Visconti e Francesco Sforza, il 25 ottobre 1441. È
questa la voce della favola a cui si affianca la storia
di un dolce che, magari non si chiamava torrone, ma
le cui origini risalgono al Medioevo. Cremona era
al tempo un importante centro commerciale, grazie
alla sua posizione lungo il fiume Po. Crocevia di
traffici mercantili, la città del Torrazzo
fu meta di mercanti che commerciavano spezie e stoffe
preziose, provenienti dall’Oriente e dal bacino
del Mediterraneo.
La
città, nella prima metà del XIII secolo,
fu eletta capitale del nord Italia da Federico II
che vi si stabilì con la sua corte e quindi,
presumibilmente, anche con i suoi cuochi. La corte
federiciana costituì una sorta di punto di
connubio fra la cultura Occidentale, latina, e quella
araba, e non è improbabile che proprio agli
spezieri, ai cuochi di Federico II si debba il lungo
viaggio del dolce dalle calde terre dell’Islam
fino alla pianura padana, complice il prestigio della
città e quella via di comunicazione importantissima
che fu il Po, determinante non solo per i commerci
ma anche per gli incontri della cultura, delle tradizioni
e dei costumi di popolazioni e genti differenti. È
in questo periodo a cui devono, con ogni probabilità,
farsi risalire le origini del dolce a base di mandorle,
miele, e albume. Il dolce, tipico dell’area mediterranea,
è di probabile origine araba e se ne ha notizia
proprio in un testo tradotto dall’arabo in latino
da Iambobino da Cremona, vissuto fra la fine del XII
e gli inizi del XIII secolo. Nel testo si trova una
ricetta molto simile all’attuale torrone. In
realtà il piatto sembra rifarsi più
a un croccante, in quanto negli ingredienti manca
l’albume e sono invece presenti mandorle sgusciate,
zucchero seccato e tritato in porzioni uguali, posti
sul fuoco con aggiunta di acqua di rose ben zuccherata
e aromatizzata dalla canfora. Al di là delle
ipotesi storiche una cosa sembra certa, il torrone
si caratterizzò, da subito, come prodotto locale,
venduto dagli aromatari o speziali. Il commercio del
dolce fu tale che provocò l’intervento
del senato di Milano per evitare frodi all’ordine
del giorno. In un ordine del senato di Milano del
1572 si stabilisce infatti di vendere torrone, cotognata
o altra frutta in scatole dal peso stabilito, per
evitare imbrogli ai danni dei consumatori cinquecenteschi.
La fortuna del torrone è confermata da altri
documenti che attestano come il dolce fosse un ingrediente
della cucina cremonese e non mancasse mai sulle tavole,
soprattutto in occasione delle feste. I funzionari
spagnoli infatti in un documento ringraziano i cremonesi
per il dono di «scattole 30 torrone, et albarelli
(vasetti) de codogni in zucaro et 13 salami».
Gli ambasciatori cremonesi nella capitale del ducato
fanno di più, caldeggiano il dono del dolce
in occasione del Natale, un modo come un altro per
addolcire i politici e guadagnarsi qualche facilitazione
sul piano dei negoziati fra le due città. A
confermare come la cotognata e il torrone fossero
prodotti locali sono le Leggi suntuarie del 1572 che
vietavano l’uso e il commercio di marzapane,
confetti, torte di pinoli e canditi, ma non mettevano
nessuna limitazione all’uso e consumo del torrone.
Sono questi i segni di una nascita e sviluppo cremonese
del torrone che, se pure non è certo fosse
consacrato con tale nome nel celebre matrimonio, rimane
un segno dolce nella storia della città del
Torrazzo.
ORIGINI
Fondata dai romani nel 218 a.C. come castrum avanzato
in riva al Po, su antichi insediamenti preesistenti.
La leggenda più conosciuta vuole che la città
sia stata fondata da Ercole; in realtà fu da
sempre un importante e vitale centro dell'area padana
durante tutto il periodo repubblicano, con un anfiteatro
per giochi ludici, un foro e monumentali bagni termali.
CENNI
STORICI
Nel 69 d.C. fu assediata e distrutta dalle truppe
di Vespasiano e successivamente riedificata con l'aiuto
dello stesso imperatore. Per un lungo periodo la città
scompare dalle cronache della storia, citata solo
in pochi documenti, o nominata per la provenienza
di qualche personaggio storico. Nel 603 d.C. Cremona,
baluardo bizantino, fu conquistata dai longobardi
che ne smembrano il territorio, forse già in
parte conquistato in precedenza. La città retta
dal Vescovo non divenne sede di ducato e anche dopo
la conquista carolingia il Vescovo Conte manterrà
e amplierà il suo controllo sulla città
e sul contado. Tra il novecento e il mille la città
accresce il suo potere, grazie ad importanti concessioni
ai vescovi rettori della città. Tra gli altri
si distinguono Liutprando, che fu chiamato alla corte
imperiale in Sassonia, pur rimanendo vescovo, e Olderico,
che riuscì ad ottenere importanti privilegi
per la città dall'imperatore Ottone III. Furono
i vescovi Lamberto e Ubaldo a creare dissidi con la
popolazione cremonese per la gestione delle proprietà
del Monastero di S.Lorenzo con la mediazione dell'imperatore
Corrado II che nel 1037, stabilitosi in città,
diede rifugio a papa Benedetto IX (il papa ragazzino).
Con l'imperatore Enrico IV la città si rifiutò
di pagare gli oppressivi balzelli che l'impero richiedeva
e che il vescovo conte imponeva ai cittadini. Nacque
cosi la narrazione del leggendario scontro tra il
principe Enrico e Giovanni Baldesio (Zanén
de la Bàla) gonfaloniere maggiore della città.
Zanén disarcionò il principe risparmiando
alla città il pagamento della palla d'oro di
circa tre chili che tutti gli anni la città
doveva all'imperatore e che per quell'anno fu donata
a Berta, la fidanzata del cavaliere, come dote per
il suo matrimonio. A questaleggenda si aggiunge una
notizia storica pochi anni dopo.
Lo
stemma cittadino ricorda appunto questo episodio,
col braccio di Baldesio che sorregge la palla d'oro
del tributo, con il motto riportante la frase "la
mia forza sta nel braccio" in lingua latina.
Nel 1093 si formò una alleanza militare anti
imperiale capeggiata da Matilde di Canossa, che aveva
numerosi possedimenti a cavallo del Po, con l'alleanza
di Lodi, Milano, Cremona, Piacenza. Il conflitto si
risolse con il giuramento di obbedienza dell'imperatore
Enrico IV a papa Urbano II e con la donazione nel
1098 dell'Insula Fulcheria (l'area di Crema) alla
città di Cremona che con questo atto si costituì
in libero comune, diventando una delle più
ricche, potenti e popolose città dell'italia
Settentrionale. A partire da questa data il comune
lottò con i comuni vicini per ampliare o difendere
il proprio territorio. Le guerre furono numerose e
spesso vittoriose come nel 1107 per il possesso di
Tortona o nel 1111 che segnò la sconfitta nei
pressi di Bressanoro. In questo periodo la città
ebbe forti divisioni interne fra la parte di città
legata ai ghibellini, città vecchia, e quella
legata a guelfi, città nuova. Il conflitto
giunse al punto di creare due palazzi comunali con
l'edificazione del Palazzo Cittanova, ancora esistente.
Con la discesa del Barbarossa la città si alleò
all'imperatore che appoggiò Cremona contro
la rivolta di Crema aiutata dai milanesi nelle loro
rivendicazioni d'indipendenza. La vittoria e la fedeltà
all'impero permise al comune di battere moneta e quindi
di creare una zecca con la realizzazione di una bolla
imperiale. Nel 1160 Cremona riconquistò Crema
e dando appoggio all'imperatore dà l'assalto
a Milano distruggendola (1162), alla città
fu affidata l'area di Porta Romana in Milano. È
solo nel 1167 che la città si schiera con gli
altri comuni italiani contro l'impero entrando a far
parte della Lega Lombarda che il 29 maggio 1176 sconfisse
le truppe imperiali a Legnano. L'unione durò
poco e le città tornarono a scontrarsi nel
1213 a Castelleone dove i cremonesi sconfissero una
lega milanese composta dai comuni di Lodi, Piacenza,
Crema, Novara, Como e l'appoggio dei bresciani. Nel
1232 inizia il legame tra Cremona e l'imperatore Federico
II chiamato in causa in una disputa di potere interno
alla città. La nuova alleanza con l'impero
portò alla vittoria nella battaglia di Cortenuova
contro la Lega Lombarda. Federico II portò
spesso la sua corte nella città e l'unico episodio
spiacevole fu la sconfitta ad opera dei parmigiani
a Vittoria, città creatura di Federico II,
che portò alla cattura di più di duemila
cremonesi. Alcuni anni dopo la ritorsione nei confronti
dei parmigiani fu molto dura con una sconfitta militare
ad opera di Umberto Pallavicino (o Pelavicino) durante
la quale sottrassero il carroccio nemico e i pantaloni,
che in segno di profondo scherno e derisione rimasero
appesi alle volte del duomo di Cremona per secoli.
Il
1 novembre 1266 Umberto Pallavicino venne cacciato
dalla città e con esso cadde il governo ghibellino.
Al suo posto prese il potere Buoso da Dovara, anch'egli
ghibellino, il quale lo cedette al Consorzio di Pace
e Fede il quale lo gestì sino al 31 dicembre
1270. L'anno seguente fu istituita la figura del Capitano
del Popolo che assunse, per parte guelfa, i poteri
comunali. Questa fase durò sino al 1276 quando
Cremona passò alla signoria del marchese Cavalcabò,
che ne diresse indirettamente le sorti sino al 1305
e il figlio Guglielmo Cavalcabò ne ereditò
i poteri sino al 1310. In questo periodo furono costruite
numerose opere edilizie: la cella campanaria del Torrazzo
e la ghirlanda ottagonale con cuspide conica, la chiesa
romanica di S.Francesco, i transetti della cattedrale
e la costruzione della Loggia del Militi. Sempre nello
stesso periodo vi furono numerose sistemazione agrarie
tra le quali si può menzionare la realizzazione
di importanti canali irrigui nel territorio a vocazione
agricola; un esempio per tutti fu la costruzione del
Dugale Delmona databile agli inizi del XIV sec. A
partire dal 1311 la signoria dei Cavalcabò
si alternò con signori esterni alle famiglie
cremonesi di partito guelfo. Tra questi vi furono
Arrigo VII di Lussemburgo ghibellino nel 1311, Gilberto
da Correggio nel 1312 e Roberto di Puglia nel 1313.
Con la fine della signoria di Giacomo Cavacabò
il 29 novembre 1322 entrò in scena un'altra
influente famiglia lombarda i Visconti, con Galeazzo
I, che influenzeranno la storia della città
per i successivi centocinquanta anni. La città
fu retta dai Visconti in alternanza con importanti
figure politiche nel panorama europeo del tempo, come
Ludovico il Bavaro imperatore nel 1327 o Giovanni
di Lussemburgo re di Boemia nel 1331, sino al 1403.
In quell'anno vi fu la riconquista della signoria
da parte della famiglia Cavalcabò che non durò
a lungo. Il 25 luglio del 1406 Cabrino Fondulo, capitano
delle truppe di Ugolino Cavalcabò, uccise con
un inganno i maschi della famiglia Cavalcabò
assumendola signoria della città. Impossibilitato
a gestire il potere si ritirò a Castelleone
in cambio di 40000 fiorini d'oro pagati dalla famiglia
Visconti. Nel 1406 la signoria passò definitivamente
Filippo Maria Visconti che la rese ereditaria. Cremona
con questo atto entrò definitivamente nel Ducato
di Milano e ne seguì le sorti sino all'unità
d'Italia. Sotto i Visconti prima e gli Sforza poi
Cremona ebbe un intenso sviluppo culturale e religioso.
Nel 1411 Palazzo Cittanova divenne sede dell'Università
dei Mercanti di fustagno.
Nel
1441 la città fu scelta per celebrare le nozze
tra Francesco I Sforza e Bianca Maria Visconti il
25 ottobre nel tempietto eretto dai Benedettini, oggi
sostituito dalla chiesa di S. Sigismondo costruita
in un periodo di poco successivo. Si racconta che
proprio nel banchetto nuziale di Francesco Sforza
e Bianca Maria Visconti sia stato servito per la prima
volta il torrone, che è ora uno dei prodotti
più noti di Cremona; ma non si tratta di verità
storica, e neppure di tradizione antica, in quanto
si tratta di una felice trovata pubblicitaria dell'industria
dolciaria cremonese del primo Novecento. Anche Ludovico
il Moro finanziò importanti opere cittadine
per la cattedrale, come il sopralzo del frontone e
la realizzazione del porticato denominato la Bertazzola,
il battistero, rivestito parzialmente in marmo, il
rifacimento della facciata della chiesa di S.Agata
e del Palazzo Comunale. Nel 1446, Cremona fu accerchiata
dalle truppe di Francesco Piccinino e di Luigi dal
Verme. I Veneziani inviarono in suo soccorso Scaramuccia
da Forlì, che riuscì a superare l'assedio,
provocando il fallimento dell'impresa dei due condottieri
e portando alla liberazione della città. Con
la guerra tra Ludovico il Moro e la Francia di Luigi
XII Cremona passò per un breve periodo sotto
la Repubblica di Venezia, dal 1499 al 1509. La vittoria
della lega a Agnadello riportò Cremona al Ducato
di Milano retto dai francesi di Luigi XII l'11 maggio
del 1509. Le alterne vicende che vedono opporsi Spagna,
Francia, Repubblica di Venezia e Ducato di Milano,
nella persona di Massimiliano Sforza, hanno termine
con il Trattato di Noyon del 1513 che sancisce l'esilio
del duca di Milano. La conquista definitiva della
città ad opera degli spagnoli avvenne nel 1524
con la presa del Castello di Santa Croce. La sconfitta
francese e l'espulsione delle truppe dal Ducato di
Milano viene sancita nel 1526 dal Trattato di Madrid.
La città assopita e rassegnata alle continue
scorribande e ai cambiamenti delle truppe vincitrici
non interrompe, anche in questo periodo, l'interesse
per l'abbellimento artistico della città. Un
esempio ne è la costruzione della loggia realizzata,
in stile bramantesco, sul porticato posto in facciata
al Duomo (Bertazzola) ad opera di Lorenzo Trotti.
Nel 1546 il ducato passa a Filippo II re di Spagna
e futuro erede del titolo imperiale inizia per Cremona
e la Lombardia in generale un lungo periodo di dominazione
che tenderà a sottrarre risorse senza reinvestire
nelle opere infrastrutturali e produttive del territorio.
Le opere artistiche continueranno ad essere commissionate
sia per gli edifici religiosi che per i palazzi della
nuova aristocrazia spagnola, oltre che per la vecchia
aristocrazia cremonese. Nel 1550 Lorenzo Trotti termina
la loggia sul lato destro della Cattedrale, nel 1614
fu ricostruita la chiesa dei Santi Siro e Sepolcro
su disegno di Antonio Gialdini. Alla fine del seicento
l'incapacità spagnola di gestione del territorio,
dopo la carestia (1628) e la peste (1630) unito all'interesse
della casata d'Austria per l'Italia settentrionale
portò prima alla conquista francese il 9 febbraio
1701 e successivamente alla conquista austriaca del
10 aprile 1707. La conquista fu sancita dalla Pace
di Utrecht nel 1714.
ECONOMIA
L'Hotel
Ristorante Duomo é ubicato a due passi da Piazza
Duomo, dove, dal giardino-ristorante si può
ammirare il famoso “Torrazzo”. I proprietari,
Sig. Giovanni e Sig.a Giovanninalo gestiscono da 30
anni. L’Hotel è completamente ristrutturato,
con tutti icomforts, aria condizionata e tv satellitare.
Possiede un granderistorante per gustare i piatti
della cucina tradizionale italiana, sia a base di
pesce che di carne scelta.
Banca
Cremonese Credito Cooperativo é una banca locale
con 15 filiali di cui 3 a Cremona. Con 31.600 clienti
privati, 5.000 aziende clienti, 24.900 conti correnti,
rappresenta da anni una delle realtà più
dinamiche del territorio a sostegno dell'economia
locale e dei piccoli risparmiatori. E' inoltre partner
ufficiale del Comune di Cremona nella realizzazione
di una collana dedicata alla storia di Cremona.
Sorini
Spa: era il lontano 1915, quando nel retro della farmacia
di Castelleone, Il Dr. Fausto Sorini iniziava a produrre
le Caramelle digestive al Rabarbaro. Il successo fu
tale che ben presto il Laboratorio artigianale si
trasformò in una dinamica industria specializzata
nella produzione di Caramelle, pastigliaggi, marmellate
e cotognate. Oggi l’Azienda SORINI, diventata
s.p.a., si è adeguata alle nuove esigenze del
mercato dedicandosi prevalentemente alla lavorazione
di prodotti di cioccolato. Questo le ha permesso di
aprirsi ai mercati internazionali verso i quali esporta
circa un terzo del fatturato che nel 2004 ha raggiunto
la cifra di 55 milioni di Euro.