Villa
d'Almè è un comune della provincia di
Bergamo. Situato all’imbocco della Val Brembana,
dista circa 9 chilometri dal capoluogo orobico. Il
Comune di Villa d'Almè possiede un centro sportivo
attrezzato e frequentato, dotato di strutture per
la pratica del calcio (sia esso a 11 che a 7), del
calcetto e del tennis. Dal giugno 2012 la gestione
del centro è passata alla società A.S.D.
Villa d'Almè Valbrembana che ha permesso il
normale svolgimento delle attività sportive
dopo il fallimento della gestione precedente e che
conta circa 300 tesserati.
ETIMOLOGIA
Il toponimo, apparso per la prima volta in documenti
dell’anno 1098, deriva dal nome della zona,
Lemine, poi diventato Lemen e successivamente abbreviato
in Almè, mentre con il nome "Villa"
si intendevi un piccolo nucleo abitativo soggetto
all’influenza di un’entità superiore
quale una chiesa plebana. Denominato Almè con
Villa, è un composto di villa e della specifica
Almè che deriva da Almenno (in forma ridotta),
che designa un "vasto territorio" o dal
gallico lemos, olmo.
MONUMENTI
Il territorio comunale è costellato da numerose
ville e palazzi signorili, tra i quali spiccano Villa
Locatelli-Milesi risalente alla fine del XVIII secolo,
ornata da numerose decorazioni nei vari saloni che
la compongono con un grande giardino, e la Villa del
Ronco Alto edificata nel XVII secolo e composta da
elementi (colonne, capitelli e busti) ricavati da
antichi edifici, per la cui bellezza è stata
inserita nello stemma del comune. Di particolare interesse
sono anche le settecentesche Villa Olmo, Villa Baglioni,
annessa all’omonima casa di riposo, e la Ca'
dell'Ora, dotata di un loggiato affrescato. In ambito
religioso numerose sono le chiese: la principale è
la chiesa parrocchiale di San Faustino e Giovita,
costruita all’inizio del XIX secolo con una
struttura a singola navata. All’interno si possono
ammirare un organo di produzione Serassi e dipinti
di Carlo Ceresa e dell’artista locale Aldo Locatelli.
Nella frazione Bruntino è presente la Chiesa
parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, edificata
nel 1935, mentre in località Brughiera si trova
la chiesa Morti della Peste (in dialetto bergamasco
conosciuta come Cesina dei Morcc de la Scabla), costruita
in seguito alle epidemie di peste di manzoniana memoria.
Meritano menzione anche la cinquecentesca chiesa di
San Mauro, nei cui pressi si svolge la sagra dei biligocc,
la chiesa dell'Addolorata ritenuto l’edificio
sacro più antico del paese, a cui non è
possibile dare un’esatta collocazione temporale,
e la Chiesa della Casella, edificata presso la frazione
Ghiaie. Da non dimenticare la presenza nel paese dell’antico
tracciato della Via Priula, strada costruita dalla
repubblica di Venezia e recentemente sottoposta ad
opera di recupero.
MUSEI
Museo Civico Naturalistico "Severo Sini"
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa Parrocchiale Santi Faustino e Giovita
Chiesa Parrocchiale di Bruntino
Chiesa di San Mauro
Chiesa della Scabla
ORIGINI E CENNI STORICI
I primi segni della presenza umana risalgono all’epoca
preistorica, precisamente al IV millennio a.C., come
è stato possibile stabilire grazie al ritrovamento
di materiali utilizzati per la fabbricazione di utensili.
In seguito il territorio venne interessato da piccoli
insediamenti stabili di popolazioni appartenenti al
gruppo dei Liguri, a cui subentrarono gli Etruschi
nel periodo dell’età del bronzo ed i
Galli Cenomani tra il V ed il IV secolo a.C. Questi
caratterizzarono fortemente il territorio, inserendolo
nel contesto dell’insediamento di Lemine. Successivamente
si verificò la dominazione romana, i cui abitanti
si fusero con quelli di origine celtica presenti precedentemente.
Anche gli insediamenti ebbero un notevole sviluppo,
favoriti dalla costruzione di un’importante
strada di comunicazione, utilizzata principalmente
dai militari, che collegava la città orobica
con quella di Lecco, da cui poi era possibile raggiungere
il nord Europa. Questa favorì notevolmente
la trasformazione del sito da postazione militare
a centro demico, rinominato quindi pagus Lemennis.
Con il termine dell’impero romano il territorio
visse un periodo di scarsa antropizzazione, terminato
con l’arrivo della popolazione dei Longobardi
nel VI secolo, che diede vita alla curtis lemennis,
inserita nel ducato di Bergamo. A questa popolazione
subentrarono, a partire dall'VIII secolo, i Franchi,
con i quali Lemine diventò un beneficium entrando
nell’ordinamento e nel costume feudale. Inizialmente
i territori furono affidati ai Conti di Lecco, poi
dopo il 975 entrarono in possesso del vescovo di Bergamo,
il quale in seguito li diede in gestione ai monaci
della valle di Astino. Nel corso del XIV secolo il
territorio venne interessato dalle violente lotte
di fazione che videro Villa d’Almè schierato,
unitamente alla frazione Bruntino, con lo schieramento
ghibellino, e conseguentemente soggetto alle incursioni
dei guelfi. In quegli anni il borgo di Villa d’Almè
vide un progressivo ma inesorabile declino, e la sua
importanza andò scemando già nel XIV
secolo, dovuta al sempre minore utilizzo della strada
per Lecco. L’arrivo della Repubblica di Venezia
portò la fine degli scontri tra fazioni avverse,
ma anche un piccolo rilancio del borgo, grazie alla
presenza di piccole fonderie (a testimonianza di ciò,
sulle rive del fiume Brembo vicino alla frazione Campana
vi è un piccolo borgo chiamato, appunto, Fonderia)
in cui si costruivano gli armamenti della Serenissima,
nonché della via Priula, nuova strada di collegamento
tra Bergamo ed il Canton Grigioni. Poco interessato
dai regimi che successivamente si susseguirono nella
provincia di Bergamo, passò dalla dominazione
veneta alla Repubblica Cisalpina nel 1797, al Regno
Lombardo-Veneto nel 1815 ed infine al Regno d'Italia
nel 1859, anno in cui nel paese soggiornò Giuseppe
Garibaldi, intento a fare proseliti per la sua imminente
spedizione dei Mille. Nel 1927 il paese venne accorpato
ai comuni di Almè e Bruntino nel comune di
Almè con Villa. Nel 1948 tornò ad essere
comune autonomo.