Usmate
Velate è un comune della provincia di Monza
e della Brianza, situato circa 13 km a nord di Monza
ed a metà strada (25 km) tra Milano e Lecco.
Usmate Velate è disteso su un territorio collinare,
tipico della Brianza, al confine con la provincia
di Lecco. Copre una superficie di 9,97 km² situati
mediamente a 246 m s.l.m. Confina con i comuni di:
Arcore, Camparada, Casatenovo, Carnate, Lomagna e
Vimercate. Usmate Velate, secondo la classificazione
dei climi di Köppen, gode di un clima temperato
delle medie latitudini, piovoso o generalmente umido
in tutte le stagioni e con estati molto calde e afose
con temperature che non superano mediamente i 35 °C.
Le precipitazioni si concentrano nei periodi compresi
tra marzo e maggio, con un leggero calo nei mesi estivi,
e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre
e novembre inoltrato. Usmate Velate è posizionato
all'inizio della tangenziale Est di Milano (A51) con
gli svincoli di Usmate Velate Nord e Usmate Velate
Sud. Inoltre il comune è posto sulla ex SS36,
che anni fa passava in centro paese. La stazione di
Carnate-Usmate è un importante punto d'incrocio
per le linee ferroviarie Monza-Lecco e Seregno-Bergamo.
La maggior parte degli impianti sportivi del paese,
sono ubicati nel Centro Sportivo Comunale di via Bernardino
Luini. Ad Usmate Velate è possibile fare molti
e vari sport come rugby, calcio, pallavolo, basket,
tennis, bocce, tiro con l'arco, skate ecc. Le varie
partite di pallavolo e basket si disputano in serata
nel palazzetto; le partite di tennis o le sfide a
bocce in vari capannoni, mentre tiro con l'arco, rugby,
calcio e skate all'aperto in campi molto ampi. Molto
frequentata e conosciuta è la cosiddetta rampa,
dove vengono organizzati tornei di skateboard, concerti
e feste di intrattenimento, facendo arrivare gente
anche da zone lontane.
ETIMOLOGIA
Deriva da Uximate e si riferisce all'antico nome di
persona Auximus con l'aggiunta del suffisso -ate.
"Velate" deriva dall'antica denominazione
loco Veliate.
USMATE
Usmate era anticamente chiamata "Uocimate"
e, prima che Vimercate divenisse Pieve della Martesana,
segnava il confine meridionale della Brianza. Cresceva,
come a difesa della verde e fertile terra briantina,
una lunga estensione di fittissime boscaglie che si
prolungavano, da un lato, fino a Casate Vecchio e,
dall'altro, fino a Lomagna. Sin dai tempi antichi
Usmate possedeva una chiesa dedicata al vescovo San
Zenone, ma non era costituita in parrocchia. Fu San
Carlo Borromeo che la rese tale nel 1571, poiché,
prima di allora, Usmate fece sempre parte della Parrocchia
di Vimercate. Dopo la pace di Costanza, sorsero nuove
contese fra nobili e plebei milanesi, con frequenti
spargimenti di sangue. I nobili, sopraffatti, furono
costretti a rifugiarsi nei nostri paesi briantini,
dove tenevano i loro possedimenti. Guidotto da Usmate,
eletto Console, riuscì a radunare in Lecco
gli arbitri delle due parti e a concludere, nel 1219,
quel patto conosciuto col nome di Pace di Lecco, mediante
il quale i nobili esuli poterono rientrare in Milano.
Al principio del XIV secolo, le terre di Usmate erano
di proprietà di Bernabò Visconti, Signore
di Milano, e si narra che il temuto tiranno qui si
recasse sovente, allettato dal piacere della caccia
a cui si prestavano le fitte boscaglie allora esistenti.
Anche Usmate fu teatro di sanguinose battaglie; celebre
quella avvenuta nel febbraio 1322 tra l'esercito ghibellino,
capitanato da Marco Visconti, e l'esercito guelfo.
La sorte delle armi arrise ai Guelfi che, messo in
fuga Marco Visconti, entrarono in Usmate, poi a Vimercate,
e subito dopo assediarono Monza. Usmate era talvolta
volgarmente chiamato "Osio", "Öeus"
nel dialetto locale. Questo perché, nel triste
periodo della dominazione spagnola, feudatari di Usmate
erano, appunto, i conti Osio. Fra questi, tristemente
famoso divenne il conte Gian Paolo Osio, che in Usmate
teneva un castello di cui non si conserva la minima
traccia. Fu il seduttore della famosa Monaca di Monza,
ricordata dal Manzoni ne "I promessi sposi";
signoreggiava e tiranneggiava commettendo, impunito,
orribili delitti; per uno di questi, però,
l'Osio e i suoi bravi furono citati a rendere conto.
Non essendo comparsi davanti alla giustizia e dubitando
che fossero nascosti nel castello di Usmate, questo
fu distrutto fino alle fondamenta nell'anno 1608,
ed il perfido conte venne, in seguito, ucciso da un
suo amico, nella cui casa si era rifugiato.
LA
CHIESA DI USMATE
La Chiesa S. Margherita situata in Via Cavour 33,
venne costruita nellanno 1930 per poi essere
completata definitivamente nel Natale del 1932. È
stata realizzata dalling. Antonio Casati di
Milano in stile romanico-lombardo. Fu consacrata il
22 ottobre del 1933 dal Cardinale Alfredo Ildefonso
Schuster che il 5 luglio del 1930 ne posò la
prima pietra; la scelta del terreno era dovuta alla
disponibilità del donatore, per questo venne
scelto proprio quel punto. Costruzione necessaria
anche in sostituzione della vecchia chiesa (lattuale
sala delloratorio Don Bosco in Via Cavour 1)
poiché troppo piccola per accogliere tutti
i fedeli. La Madonna del Drighet è diventata
importante perché, prima dell'epidemia di peste,
i contadini trovarono sul muro della casa limmagine
della Madonna, e durante l'epidemia, coloro che dovevano
transitare per Usmate (che a quei tempi si pronunciava
Os) per recarsi nei paesi vicini non venivano fatti
entrare in paese, poiché non vi erano ancora
casi di peste. Gli usmatesi, in quel periodo, si rivolgevano
alla Madonna per proteggerli dalla malattia, che si
stava diffondendo sempre più velocemente. Nellaffresco
sono raffigurati Maria, come madre, come arcangelo,
come "annunziata", due angioletti. L'arcangelo
reca un giglio, simbolo della purezza e della rinascita.
Laffresco è antecedente all'edificio.
Laffresco si trovava sul muro di un filatoio
che rimase fino al 1900. Della stessa epoca dell'affresco
è l'altare che ora si trova sul lato
sinistro della Chiesa, dove c'è la statua della
Madonna, ed un armadio del '600, dove vengono custoditi
gli arredi sacri. Entrando nella chiesa dal lato destro
si può notare la scultura in legno raffigurante
il Cristo crocifisso. Quest'opera è stata realizzata
nel 1938 dallo scultore locale di nome Silvio Monfrini,
deceduto nel 1969.
VELATE
Velate faceva anticamente parte del Comitato di Milano;
nelle cronache milanesi si legge che Berengario I,
longobardo, riconoscente verso il Capitolo di Monza
per vari benefici da esso ricevuti, con diploma 1º
luglio 920 fece dono al Capitolo stesso del villaggio
di Velate. In alcuni documenti citati da Paolo Frisi
nelle sue "Memorie", risulta che anche l'imperatore
Lotario, nel 1136, confermò tale possesso.
Centro agricolo delle colline briantee, Velate conobbe
una significativa trasformazione tra Settecento e
Ottocento. Nei primi anni dell'Ottocento, il conte
Rinaldo di Barbiano, principe di Belgioioso d'Este,
concentrò nelle proprie mani larga parte dei
beni agricoli della comunità velatese, cui
aggiunse altri terreni siti in Usmate. Proprietario
di quasi 3.700 pertiche di terreno a Velate, il conte
fece della sua dimora nel centro del borgo una classica
villa di delizie, uno splendido e ampio soggiorno
estivo dotato di un oratorio privato e di un magnifico
parco. I beni del conte passarono alla figlia Maria
Beatrice, che nel 1812, aveva sposato il conte Giorgio
Giovanni Giulini della Porta. Particolarmente legata
a Velate, dove fece costruire una tomba di famiglia
(la Cappella S. Felice), Maria Beatrice sopravvisse
al marito ed ai figli maschi Rinaldo e Cesare. Alla
sua morte, avvenuta nel gennaio del 1871, i beni di
Velate passarono alla figlia Anna, vedova di Camillo
Casati. Attraverso complesse vicende famigliari un
cospicuo insieme di beni, concentrati nei centri di
Velate, Arcore, Muggiò e Usmate, venne ad ampliare
il patrimonio della famiglia Casati, in particolare
di Gian Alfonso Casati, settimo figlio di Anna Giulini
della Porta e di Camillo Casati, padre di Alessandro
Casati, amico di Benedetto Croce ed esponente di rilievo
del mondo liberale italiano. Nel 1919 la villa, il
parco e diversi terreni situati a nord-est di Velate
vennero venduti al commerciante Maurizio Scaccabarozzi
di Vimercate, che ve ne fece stabile dimora per la
sua famiglia. Velate ebbe l'aggiunta Milanese con
R.D. n° 1054 del 14 dicembre 1862. Usmate e Velate
facevano già parte della pieve di Vimercate
quando, nel gennaio 1475, il duca Francesco Sforza
conferì a Giovanni Antonio Secco, detto il
Conte Borella (o Secchi Borella, da un feudo nelle
Calabrie), prefetto delle scuderie ducali (che darà
origine alle famiglie Seccoborella, Borella de' Secchi
ed anche solo Borella), il titolo di conte, assegnandogli
il feudo di Vimercate con tutta la sua pieve. Circa
trecento anni più tardi, il conte Gian Battista
Trotti di Vimercate sposa Giulia Seccoborella e ne
rileva il feudo. L'unificazione di Usmate e Velate
risale al 24 febbraio 1869 quando Usmate, già
Comune autonomo, venne aggregato a Velate Milanese,
modificando la denominazione in Usmate di Velate.
Solo in data 15 agosto 1930 Velate Milanese fu autorizzato
a trasferire la sede municipale a Usmate di Velate,
assumendo così l'attuale denominazione di Usmate
Velate. Con deliberazione comunale in data 20 settembre
1930, l'allora Podestà Giuseppe Monfrinilo
presentò richiesta di concessione dello stemma
e del gonfalone del Comune, che fu accolta il 30 ottobre
1954, con Decreto del Presidente della Repubblica
Luigi Einaudi. Lo stemma adottato rievoca gli antichi
blasoni delle famiglie ricche e potenti che hanno
risieduto in Usmate Velate, dominando in paese e dintorni
per proprietà e potere e si compone di tre
sezioni o fasce: dall'alto, la prima raffigura un
martello (ponzone) fra due ali, di colore rosso su
fondo oro, simboli degli antichi stemmi delle famiglie
Ala e Ponzone; la sezione centrale presenta tre stelle
d'argento a sei punte su fondo azzurro, ricavate dallo
stemma della famiglia Osio; la sezione sottostante
riproduce una scacchiera a quadri argento e rosso,
presente nello stemma della famiglia Barbiano di Belgioioso.
Lo stemma è poi completato da una corona d'argento
e da due frasche, una di quercia e una di alloro,
gli ornamenti dei Comuni.
RIEPILOGO
EDIFICI STORICI
Villa Scaccabarozzi
Villa Borgia
RIEPILOGO
EDIFICI RELIGIOSI
Parrocchiale di Santa Maria Assunta (Velate)
Chiesetta del Dosso (Velate)
Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita Vergine e
Martire (Usmate)
PERSONAGGI
FAMOSI
Marco Ferradini, cantautore Italiano
Maurizio Vandelli, cantante Italiano degli Equipe
84.