Salò 
Lombardia

Salò è un comune della provincia di Brescia in Lombardia. Fondazione romana, Salò tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 fu sede di alcuni ministeri della Repubblica Sociale Italiana (detta per questo Repubblica di Salò). Il comune di Salò, che si affaccia sull'omonimo golfo del lago di Garda, è racchiuso a ovest e a sud dai colli morenici e a nord dal Monte San Bartolomeo. La frazione di Barbarano è l'unica posta al di fuori del golfo, ma questa si estende sulla costa, ai piedi del monte, verso nord, confinando con Gardone Riviera. La città è posta sull’area sismotettonica “benacense” e pertanto è a rischio sismico. Dei terremoti storici vengono normalmente ricordati quello del 1901 e l'ultimo del 24 novembre 2004 entrambi classificabili con l'VIII grado della scala Mercalli.

DA VEDERE
Il duomo di Salò, dedicato a S. Maria Annunziata, rappresenta l'opera di maggior pregio architettonico. Al suo interno custodisce tele del Romanino, del Moretto, di Zenon Veronese e di Paolo Veneziano. Antonio Vassilacchi detto l'Aliense, vi eseguì diversi affreschi. Progettato da Filippo delle Vacche in tardo stile gotico, ma mai concluso, infatti la facciata rimane ancora incompleta.
Il cimitero monumentale, costruito sulla riva opposta del golfo, sul progetto di Rodolfo Vantini.

ALTRI EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa del convento dei Frati Cappuccini (in frazione Barbarano)
Chiesa di San Bernardino (1476)
Chiesa della Visitazione

EDIFICI STORICI
Palazzo Martinengo
Palazzo del Podestà o Capitano Rettore

MUSEI
Museo Storico del Nastro Azzurro

ETIMOLOGIA
Il nome Salò non ha una derivazione chiara, in molti hanno tentato di dare una definizione sull’origine, senza mai giungere ad una risposta certa. Alcuni lo fanno risalire al nome di una regina etrusca, Salodia, che abitò a Salò, fondando magnifici palazzi. Altri lo collegano ad un lucumone (magistrato) Saloo, nobile di stirpe etrusca, altri ancora al termine latino Salodium, che indicava le sale e le stanze di cui erano ricche le ville di epoca romana sul lago. Una spiegazione valida sembra essere quella che fa risalire il nome di Salò, al fatto che la città era, anche nell’antichità, la capitale economica dove veniva depositata una risorsa importantissima come il sale. Si deve tenere presente che Salò, nei tempi antichi, era collegata al mare Adriatico attraverso il fiume Mincio (emissario del lago di Garda), che arrivava al delta del Po e poi all’Adriatico. Quindi, tramite le navi, i romani risalivano le correnti marine e quelle fluviali fino a giungere a Salò, dove avevano i loro depositi.

ORIGINI E CENNI STORICI
Questa cittadina vanta pretese romane di antica data anche se, ancora prima dei romani, probabilmente in epoca preistorica, qui c’erano insediamenti neolitici di grande rilievo. Nella zona nord-occidentale di Salò (zona Lugone ora via Sant’Jago), fu rinvenuta una necropoli romana e, negli anni Settanta, fu condotta un’accurata campagna di scavi che portò alla scoperta di diverse tombe ed al rinvenimento di vario materiale tra cui un’anfora ora esposta al museo archeologico di Milano. Sembra che di questa piccola anfora, che riporta impresse scene di caccia, ne esista un’altra copia in Spagna. Il 4 novembre del 1334 le 34 comunità della riviera e di parte della val Sabbia fondarono la comunità della Riperia lacus Garde Brixiensis con capoluogo Maderno. Essa era una sorta di federazione con a capo un podestà. Non volendosi alleare né con Brescia, né con Verona, decidono di dedicarsi a Venezia che manderà un provveditore. Nel 1350 Salò e la riviera cadranno nelle mani dei Visconti, visto l'impossibilità per Venezia di proteggere un così lontano territorio. Nel 1362 Salò è cinta d'assedio da parte delle truppe scaligere e la resistenza dei cittadini, unita alla grande accoglienza per Beatrice Visconti, faranno sì che il capoluogo della riviera passi da Maderno a Salò. Con la salita al potere di Gian Galeazzo Visconti Maderno tornerà ad essere la capitale per un breve periodo per poi perdere nuovamente, durante la stesura degli statuti, il titolo. Alla morte del duca i rappresentanti di Salò e della Riviera occuparono il quinto posto nella processione funebre, ben più avanti di città quali Brescia o Verona. Nel 1428 Salò e la Rivera tornano ad essere dominio della Serenissima, per motu proprio della comunità, che abbandonano i visconti poco prima dell'assedio di Brescia. Nei successivi anni la riviera si schiera più volte a favore dei Visconti, mentre Brescia rimane fedele alla Dominante, pertanto Venezia porrà la Riviera nella giurisdizione di Brescia. Solo nel 1443 la riviera riuscirà a sganciarsi, almeno parzialmente da Brescia e a poter nuovamente accogliere sul Garda il Capitano della Riviera e Provveditore di Salò mandato dal senato veneziano. Durante questi anni Venezia elargirà alla Patria il titolo di Magnifica e di Figlia primogenita della Serenissima, insieme ad innumerevoli autonomie, tale da renderla quasi uno stato a se stante. Con la guerra della Lega di Cambrai la Magnifica Patria è conquistata da Francesi e Spagnoli, mal voluti dalla popolazione tornando poi ad innalzare le bandiere di San Marco. Dalla riviera, il 23 aprile 1570, partii una nave di armigeri per combattere contro il turco. Questi si fecero onore durante la battaglia di Lepanto. Nel 1580 il futuro santo Carlo Borromeo arriva in visita pastorale a Salò, dirimendo questioni e fondando un monte di Pietà spirituale per pagare degli insegnanti che educhino i giovinetti e i fanciulli poveri di Salò. Con l'arrivo di Napoleone a Salò il 17 agosto del 1796, inizia la fine della Magnifica Patria. Il 25 marzo dei messaggeri da Brescia, insorta con la dominante, porta l'annuncio della rivoluzione; i Salodiani in principio accolgono la notizia, poi, allontanatisi i bresciani, decidono per rimanere fedeli alla Serenissima: ha inizio la contro-rivoluzione, l'unica ufficialmente appoggiata da Venezia. Le truppe Bresciane e Bergamasche che attaccano il golfo vengono respinte e arrestate. Il mattino successivo, la città di Salò è costretta ad arrendersi ai francesi, che gli toglieranno il titolo di capitale e l'indipendenza da Brescia. Con il trattato di Campoformio passerà poi sotto il controllo asburgico. Terminate le guerre di restaurazione tra il regno d'Italia napoleonico e il regno Asburgico, culminati sul territorio con la Battaglia di Salò del 16 febbraio 1814, gli austriaci entrano in Salò dove vengono accolti in pompa magna. Salò si rivela fin da subito filo-austriaca, con alza bandiera e messe in duomo, nel tentativo di recuperare almeno parte dei privilegi perduti con la fine della Serenissima. Tali tentativi rimarranno vani, visto che il 5 aprile 1815, la cittadina, entra a far parte della "Imperial Regia Delegazione di Brescia" e diviene capoluogo del XIV Distretto comprendente 25 comuni. Viene istituito il Commissario distrettuale, soppresso il Tribunale giudiziario e istituita una Pretura di II classe. L'equiparazione con Gargnano, Preseglie, Vestone e Lonato vengono vissuti come un affronto alla centralità e alla superiorità politica di Salò sulla riviera. Inoltre il comune di Caccavero viene nuovamente istituito dopo la sua soppressione e aggregazione alla città durante la dominazione napoleonica, aggrava tale situazione. Vano fu il tentativo di fondare la provincia di Salò, osteggiato dalla città di Brescia e dall'omonima provincia. Durante l'occupazione austriaca a salò nasce la Società del Casino, che si occuperà della propaganda anti-imperialista. In questo periodo la vita sociale e culturale non si ferma, anzi acquista sempre più forza. Nell'agosto del 1814 viene istituita la società Filarmonica, che verrà riconosciuta come banda musicale dal Governo Lombardo Veneto nel 1823; tale banda è attiva ancora oggi. Nel 1824 nasce una Scuola pubblica di strumenti ad arco e nel 1838 si istituisce una "sala di istruzione per le esercitazioni del contrabbasso e del violoncello". Nello stesso anno nascerà anche l'Associazione di San Francesco di Sales. L'Ateneo e le scuole continuano la loro attività diventando noti anche fuori provincia. Nel 1826 apre il nuovo Ospedale civile, mentre nel 1851 giungerà un primo nucleo di suore Ancelle, guidate dalla stessa fondatrice Maria Crocifissa Di Rosa. Durante i moti risorgimentali del '48 Salò viene ripetutamente colpita dai combattimenti, che ne dilapideranno le casse comunali. Nel 1858 nasce la Società di Mutuo Soccorso, la prima della provincia, vincendo nel 1867 la medaglia d'argento all'Esposizione universale di Parigi del 1867. Il 17 giugno 1859 Nino Bixio entra trionfante a Salò e il giorno successivo lo raggiunge anche Giuseppe Garibaldi. Durante la battaglia di San Martino Salò fu invasa dai feriti e divenne un grande ospedale da campo. L'11 luglio 1859, con l'armistizio di Villafranca, Salò diviene parte del Regno di Sardegna e ne seguirà l'evoluzione nel Regno d'Italia. Ricominciò nuovamente l'eterna battaglia per riconquistare l'autonomia e la centralità in quanto capitale della Rivera e della Valle Sabbia. Questa volta, grazie anche all'intercessione di Giuseppe Zanardelli, i tentativi non furono completamente vani, infatti Salò divenne città il 15 dicembre 1860, capoluogo di circondario, comprendente i mandamenti di Salò, Gargnano, Preseglie, Vestone e Bagolino, sede di Sotto Prefettura e del Tribunale Collegiale giudiziario da cui dipendevano 5 preture del circondario. All'epoca la città non poteva ambire ad altri riconoscimenti vista l'esigua popolazione risultante dal censimento del 1861 in cui si registravano solo 5316 abitanti. Il 30 ottobre 1901 la città venne colpita da un forte terremoto che rese inagibili gran parte degli edifici pubblici e parte di quelli privati.Iniziò quindi il periodo dei grandi cantieri che cambiarono il volto dalla città, tra i quali troviamo: la creazione del Lungolago, la riedificazione di parte del palazzo comunale, la Scala Santa, la via Tavine e via dei Colli, la creazione di piazza Sant'Antonio (sventrando il quartiere omonimo), l'abbattimento delle vecchie carceri e la costruzione del nuovo, la piazza antistante l'ospedale, le nuove chiese di Villa, San Bernardino e Serniga e la costruzione delle scuole in via Gasparo. I lavori furono naturalmente rallentati a causa dello scoppio della prima guerra mondiale che non colpì la città.

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
Nell’ottobre 1943 nasceva tra Salò e Gargnano la Repubblica Sociale Italiana, conosciuta come Repubblica di Salò. La presenza, nella cittadina lombarda, del Ministero degli esteri, delle cabine per i giornalisti e del servizio traduzioni comunicati esteri che emettevano tutti i comunicati ufficiali della repubblica, fece si che fosse indicata con il nome della città, anche se la capitale rimaneva ufficialmente Roma. La scelta di portare i principali ministeri sulla riva benacense, non fu dovuto alla storia della riviera, ma a ben diverse motivazioni: innanzitutto la vicinanza con il Tirolo, amministrato dai tedeschi, che giungeva fino al comune di Limone. In secondo luogo la zona era scarsamente interessata dall'attività partigiana e tale fenomeno rimarrà circoscritto anche dopo per la presenza della RSI. Infine era al di fuori dalle aree industriali del nord d'Italia. In verità tutte queste motivazioni erano delle scusanti per porre il nuovo stato sotto il controllo nazista e ad impedire un effettivo governo del territorio da parte di Mussolini, vista la sua decentralizzazione rispetto al teatro di tutte le vicende economico militari. Il ministero degli esteri occupò Villa Simonini (oggi hotel Laurin), come sede ufficiale, e l'albergo Barbarano, per i dipendenti e la mensa. Tale ministero era presieduto ufficialmente dallo stesso Mussolini, ma che rimase a Villa Feltrinelli a Gargnano. Il secondo ministero presente era quello del Ministero della Cultura popolare (MINCULPOP) e della Divisione Spettacolo che occupò Villa Amadei e il palazzo della Croce Rossa Italiana. Per quanto riguarda i media, a Villa ex Angelini erano presenti le cabine telefoniche riservate ai giornalisti, mentre L'Agenzia Stefani, agenzia di stampa della propaganda fascista, si trovava nell’edificio delle scuole elementari; presidente era il senatore Luigi Barbini e segretario Ernesto Daquanno. Detta agenzia era in collegamento con il Palazzo del Capitano-Rettore Veneto (all’interno dell’attuale municipio), sede dell’ufficio interpreti per la traduzione dei comunicati esteri. A Salò erano presenti anche le forze di polizie e militari: nel Liceo Scientifico si trovavano un reparto della Muti e uno della Xª Flottiglia MAS al comando di Junio Valerio Borghese, nella Casa del Fascio (oggi bar Italia) stazionavano le guardie di Mussolini, agli ordini del Console della milizia Albonetti. In piazza Vittorio Emanuele, allora piazza Ettore Muti (eroe della prima guerra mondiale e seguace di D’Annunzio nell’impresa di Fiume), l’ex Palazzo Castagna, ora sede della banca Valsabbina, ospitava il comando del Corpo di Polizia Repubblicana, il cui capo era Tullio Tamburini. Nell’ex Collegio Civico, in via Brunati c’era il comando della Guardia Nazionale Repubblicana che aveva sostituito la soppressa arma dei Carabinieri, il comando era affidato a Renato Ricci. Altri ufficiali si trovavano presso l’ex caserma dei Carabinieri, mentre l’oratorio maschile era a disposizione di un raggruppamento delle brigate nere. Infine il Teatro Comunale veniva utilizzato oltre che per spettacoli di alto valore artistico, anche per convegni e assemblee politiche. Poche furono le visite di Mussolini a Salò, ma una sola fu ufficiale, quando venne a rendere omaggio alla salma di Serafino Mazzolini, sottosegretario agli Esteri, deceduto nella Villa Portesina di Salò il 23 febbraio 1945. Durante la ritirata, il 29 aprile 1945, i tedeschi fecero esplodere delle bombe che colpirono l'intera famiglia di un funzionario del Ministero degli Esteri, Arduino Arduini. Per quanto riguarda la Resistenza, essa non fece grandi azioni sul territorio comunale, ma l'unico atto degno di nota è la fuga di un capo-partigiano dall'ospedale civile, con sparatoria in cui morirono due fascisti, organizzata dal gruppo partigiani della zona.

EVENTI SPORTIVI
Dal 1961 al 1966 sulle strade cittadine si corre il Circuito del Garda corsa automobilistica, riservata alle Formula 1, Formula 2, Formula Junior e GT Abarth. Corsa già svoltasi dal 1921 al 1927e dal 1948 al 1950.
Nel 1962 la città ospitò il Campionato del mondo di ciclismo su strada.
Nel 1971 fu sede di arrivo di tappa del 54° Giro d'Italia. Cronometro, con arrivo in località Serniga, vinta da Davide Boifava.
Nel 2001 fu nuovamente sede di arrivo di tappa del 84° Giro d'Italia. Cronometro vinta da Dario Frigo.
Nel 2007 il golfo di Salò ha ospitato il Campionato Europeo Asso99.

DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 10.039 (M 4.720, F 5.319)
Densità per Kmq: 337,4

CAP 25087
Prefisso Telefonico 0365
Codice Istat 017170
Codice Catastale H717

Denominazione Abitanti salodiani
Santo Patrono San Carlo Borromeo
Festa Patronale 4 novembre

Numero Famiglie 4.299
Numero Abitazioni 5.591

Il Comune di Salò fa parte di:
Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano
Regione Agraria n. 11 - Morenica Nord-Occidentale del Benaco
Parco Alto Garda Bresciano
Comunità del Garda (associazioni enti del bacino del lago di Garda)

Località e Frazioni di Salò
Barbarano, Campoverde, Cunettone, Renzano, Villa

Comuni Confinanti
Gardone Riviera, Gavardo, Puegnago sul Garda, Roè Volciano, San Felice del Benaco, Torri del Benaco (VR), Vobarno.

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scuola santa maria della pace - brescia - bs
SCUOLA DON ORIONE - BOTTICINO (BS)
CANTINA COLLI MORENICI ALTO MANTOVANO - PONTI SUL MINCIO - MN
SOLIDEA - CALZATURIFICIO PINELLI - CASTEL GOFFREDO - MN
Istituto Santa Maria degli Angeli Madri Orsoline
EUROSWITCH - SALE MARASINO (BS)