Pralboino
è un comune della provincia di Brescia. I suoi
abitanti sono detti pralboinesi. Il paese dista dal
capoluogo di provincia, Brescia, circa 35 chilometri.
Il territorio Pralboinese è situato nella Pianura
Padana. Il comune confina a sud con la provincia di
Cremona. Il paese è principalmente pianeggiante
sebbene il centro e la zona nord-est è più
rialzata della zona sud-ovest. La zona più
elevata del comune è l'altura sulla quale si
trova via Dossello e via Borgo di Sopra, spiegando
il loro nome, la quale si trova ad un'altezza di 48
m s.l.m. Dal punto di vista idrografico, Pralboino
è bagnato ad ovest dal fiume Mella, mentre
il suo territorio è solcato da numerosi canali
artificiali utilizzati per irrigare i campi. Fra questi,
degno di nota è il canale Santa Giovanna, una
roggia irrigua scavata nel 1509 per bonificare le
paludi del territorio ghedese e per irrigare i terreni
dei Comuni di Leno, Pavone del Mella e Pralboino,
presso il quale la roggia si divide in due rami che
vanno a sfociare nel fiume Mella. Il clima è
quello tipico dei comuni dell'alta val Padana: l'estate
è caratterizzata da caldo afoso con elevata
umidità, mentre l'inverno è invece rigido
e spesso nebbioso, con sporadiche nevicate durante
i mesi più freddi. Il comune è classificato
nella zona E.
ETIMOLOGIA
Nel secolo XIII era conosciuto come Prato Albuyno.
E' un composto tra le parole prato e il nome di persona
Alboino. Probabilmente deriva dal re Longobardo Alboino.
LA CHIESA DI SANT'ANDREA
La chiesa di Sant'Andrea è la chiesa parrocchiale
di Pralboino. Costruita alla fine del Settecento in
sostituzione del precedente luogo di culto, contiene
importanti opere d'arte, fra cui una tela attribuita
al Romanino, due del Moretto, due di Sante Cattaneo
e l'altare maggiore progettato da Rodolfo Vantini.
La chiesa viene costruita tra il 1781 e il 1790 sulle
fondamenta di un edificio preesistente, abbattuto
nel 1780 perché fatiscente. Il campanile, alto
35 metri, viene realizzato nel 1804, mentre la facciata
rimarrà incompiuta. Il pavimento originariamente
in cotto, è stato rifatto nel 1910. La facciata,
in mattoni al rustico, è ripartita su due ordini
di lesene e abbellita da un portale in marmo di Botticino,
impostato su colonne di ordine ionico e sormontato
da una cimasa ad arco ribassato.
All'interno, la chiesa presenta si sviluppa su una
pianta a navata unica lunga 60 metri e larga 15, molto
ampia e ariosa. Le pareti sono ritmate da lesene che
incorniciano quattro cappelle per lato, ricavate all'interno
di grandi archi. Sugli altari del lato destro sono
posti, in successione, una Madonna col Bambino e alcuni
santi attribuita al Romanino, la Beata Paola Gambara
Costa di Luigi Campini e la Pala di Pralboino, del
Moretto. L'altare maggiore è dominato da una
grande mensa in marmo di Botticino, progettata dall'architetto
Rodolfo Vantini. La maestosità dell'altare,
a cui si accede tramite cinque gradini, è sottolineata
dai sei alti candelabri in ottone prodotti anch'essi
su disegno del Vantini. Il coro ligneo che occupa
l'intera parete absidale è sormontato da una
tela di Sante Cattaneo riproducente il Martirio di
Sant'Andrea, titolare della Chiesa e patrono dei pescatori
del fiume Mella. Sul lato sinistro della navata sono
invece degni di nota l'altare di san Flaviano, con
pala nuovamente di Sante Cattaneo, e l'altare di san
Rocco che ospita un'altra tela del Moretto, la Madonna
col Bambino con i santi Rocco e Sebastiano. L'organo
è opera della ditta Bernasconi di Varese e
risale al 1875.
LA SAGRA DI SAN FLAVIANO
Festa patronale, dedicata a san Flaviano, che si svolge
ogni anno la seconda domenica di ottobre. Il lunedì
seguente, detto "San Flavianino", è
considerato giorno festivo. I resti del patrono, traslati
nel paese nel 1673, sono conservati nella chiesa parrocchiale
in una teca di vetro nascosta dietro ad un dipinto
che viene tolto in occasione della festività.
La teca è portata in processione per le vie
del paese ogni cinque anni. In questo giorno nel centro
del paese vengono allestite bancarelle di vario genere,
mentre negli edifici pubblici vengono organizzate
esposizioni e nella piazza antistante la chiesa parrocchiale
sono presenti delle giostre. In occasione della processione
del 2010, svoltasi il 10 ottobre, la teca è
stata sostituita da una statua di legno rappresentante
il santo.
ORIGINI E CENNI STORICI
Nel 569 Alboino, re del bellicoso popolo germanico
dei Longobardi, dopo aver messo a ferro e fuoco il
Friuli ed il Veneto, mosse il suo esercito alla presa
prima di Mantova, poi di Brescia e delle altre città
lombarde. Proprio in preparazione all'assedio di Brescia,
Alboino si accampò in un territorio posto ad
una certa distanza dalla città. La località,
per questo motivo, fu da quel momento chiamata Prato
di Alboino, poi Prat'Alboino ed in seguito Pralboino.
Quando Desiderio, ultimo re dei Longobardi, fondò
nel 758 il monastero di Leno, lo dotò di un
vasto territorio, comprendente Pralboino, ed affidò
ai monaci Benedettini la bonifica e la coltivazione
di quelle terre. Il piccolo villaggio sorto al passaggio
di Alboino, poté così svilupparsi e
diventare una borgata sempre più importante.
Dopo i primi duecento anni del Regno Longobardo ebbe
inizio, con Carlo Magno, l'era feudale e Pralboino
fu ceduto, ai primi del novecento, dall'Abate di Leno
alla casata dei Gambara in cambio dei servigi resi
al capostipite della famiglia, Ancilao, che aveva
difeso le proprietà del monastero dagli attacchi
degli Ungari. I Gambara ressero le sorti del paese
come feudatari e signori sino al 1797, anno che segnò,
ad opera di Napoleone, l'abolizione dei diritti feudali
con la caduta della Repubblica di Venezia, alla quale
il territorio di Pralboino fu soggetto quasi ininterrottamente
per 370 anni. Fino al 1815 Pralboino subì la
dominazione Napoleonica e successivamente quella Austriaca
fino al 1859. Fece poi parte del Regno d'Italia e
quindi della Repubblica dal 1946.