Muggiò
è situata lungo una terrazza pianeggiante (altopiano
asciutto milanese) ad una quota massima di 186 metri
sul livello del mare, ad una media di 170 metri s.l.m.
e ad una minima di 164 metri s.l.m. (fraz. Taccona),
con un'estensione territoriale di circa 5,6 km²,
è una città appartenente alla regione
Lombardia ed alla provincia di Monza e Brianza. Soglia
meridionale dell'area Briantea, confinante con Monza
(4 km al centro), la città dista dal capoluogo
lombardo solo 16 km ed è collocata di poco
al suo nord-est. Il suo centro è situato a
45°35'34 dì latitudine nord
e a 3°1324" di longitudine ovest dal
meridiano di Monte Mario (Roma), vertice geodetico.
ETIMOLOGIA
Il nome deriva da metula, diminutivo di meta (altura)
per la sua posizione geografica a ridosso di una "pianura
ondulata".
MANIFESTAZIONI
6 gennaio Corteo dei Magi
6 gennaio Mercatino della Befana
17 gennaio Falò di Sant'Antonio Abate
Terzo sabato di marzo Giochiamo con Papà
Secondo week end di maggio Pr.E.Gio, Giovani
in Festa
Terzo sabato di maggio Bimbinfesta
2 giugno Taccona in festa: sagra dei produttori
agricoli
Primo week end di luglio - A Partilha, Festival dei
Popoli
Terza domenica di settembre Festa patronale
dedicata alla Madonna Addolorata del Castagno
Quarta domenica di settembre Ville Aperte
Prima domenica di ottobre - Festa patronale dedicata
alla Madonna del Rosario (Fraz. Taccona)
Terza domenica di ottobre Festa della Castagna
Quarta domenica di novembre - Vivaci in Città,
Giornata internazionale dei Diritti dell'infanzia
e dell'adolescenza
13 dicembre - Premio Santa Lucia: consegna delle benemerenze
civiche
Seconda domenica di dicembre Presepe vivente
nel centro storico
DA VEDERE
Cappella
di San Rocco
La Cappella di San Rocco si trova nel centro storico,
sulla strada che porta a Monza (Via G. Mazzini). Nonostante
oggi si trovi in pieno centro, l'edificio era una
cappella campestre, dei Sancti Rochi Campestris. La
costruzione fu iniziata nel 1524 ed intitolata al
protettore degli appestati. L'architettura è
semplice, la cappella è preceduta da un pronao
con colonne in granito. All'interno, sopra l'altare
di marmo, si trova una statua del Cristo, che porta
sulla testa dei capelli naturali.
Nel 2004 la chiesa è stata restaurata, per
riportarla allo splendore di un tempo. Per la festività
di San Rocco, il 16 agosto, dalla cappella parte una
processione che si dirige verso la Parrocchiale dei
SS. Pietro e Paolo Apostoli.
Croci
stanziali della Peste
Due colonne in pietra, sormontate da una croce in
ferro, situate una all'incrocio tra le vie Guglielmo
Marconi e Santa Croce alla Taccona di Muggiò,
l'altra a nord del territorio comunale, sul confine
con Desio a fianco di via Libertà, ricordano
il luogo ove sono stati sepolti i morti di quella
triste e famosa peste cosiddetta di San Carlo (1576),
che decimò la popolazione di quel secolo.
Mausoleo
Casati, Stampa di Soncino
Il Mausoleo, collocato all'interno del cimitero urbano,
ospita i sepolcri di molti componenti della nobile
famiglia Casati, tra cui quelli di Teresa Casati (1787-1830),
Federico Confalonieri (1785-1846), Gabrio Casati (1798-1873),
Angelo Casati (1802-1846), Camillo Casati (1805-1869),
Luigi Agostino Casati (1827-1881), Rinaldo Casati
(1844-1898), Camillo Casati Stampa di Soncino (1877-1946),
Alessandro Casati (1881-1955), Alfonso Casati (1918-1944),
Camillo Casati Stampa di Soncino (1927-1970) e Anna
Fallarino, Casati Stampa di Soncino (1929-1970), questi
ultimi noti alla cronaca per il Delitto di via Puccini.
Dal 1º novembre 2008 il Comune di Muggiò
ha formalmente acquisito - dopo oltre 12 anni di trattative
e diter burocratico - lo storico Mausoleo funebre
attraverso latto amministrativo della decadenza
(previsto nel regolamento dei Servizi Cimiteriali)
concordato tra il Sindaco Dott. Fossati e il Conte
Donà dalle Rose consorte dellultima discendente;
poi ratificato nel Consiglio Comunale del 13 novembre
dello stesso anno.
Oratorio
dei Santi Re Magi
Collocato nellala orientale di Palazzo Taccona,
degno di nota è il piccolo Oratorio dedicato
a Santi Re Magi (m. 6,20 x 6,20 più m. 1,80
per l'altare), Monumento Nazionale. Questa graziosa
chiesina, fulcro storico-religioso della frazione
di Muggiò, sostituisce la cappella campestre
dedicata a Santa Margherita, eretta sempre per devozione
da Don Baldassare Taccona e andata perduta alla fine
del XVI secolo. Al suo interno sono custoditi due
bassorilievi ovali raffiguranti i nobili proprietari
del Palazzo e, una pregevole pala d'altare "l'Adorazione
dei Magi"; nell'impianto iconografico della tela
settecentesca compaiono alcune figure estranee allo
storico evento, in primo piano una bimba, forse la
figlioletta dei Conti, che offre dei doni alla Sacra
Famiglia; in un angolo fa capolino il ritratto della
contessa. Durante alcuni restauri, sotto il suo piano
di calpestio, è stato rinvenuto un sepolcro
coi resti di una dodicenne; corrispondenti probabilmente
all'unigenita erede che, prematuramente scomparsa,
ha deciso la fine del casato dei Taccona.
Palazzo
Besozzi, Scorpioni Dè Rasini
Un tempo collocato alle spalle della barocca Chiesa
dei Santi Pietro e Paolo (scomparsa), l'edificio a
due piani sorge in via Baruso e si affaccia su un
vasto giardino prospettico romboidale. Il corpo principale,
al primo livello, è dotato di un'ampia terrazza
con scalinata centrale esterna d'accesso. Già
proprietà settecentesca del conte Paolo Besozzi,
passa successivamente al nobile Don Paolo Scorpioni
Dè Rasini, e, sul finire dell'Ottocento ad
una famiglia locale che ne è ancora proprietaria.
L'immobile appare oggi molto rimaneggiato.
Palazzo
Bolagnos, Andreani, Santambrogio
La costruzione d'impostazione barocca, presenta all'interno
un portico colonnato ed un vasto scalone d'onore con
meraviglioso parapetto in arenaria; perduto purtroppo
il giardino originale a disegno geometrico, rimasto
tale per tutto il corso dell'Ottocento. Il lotto edificato,
posto nel cuore dell'abitato, si affaccia sulla piazza
dell'antica Parrocchiale (oggi scomparsa) intitolata
ad Antonio Gramsci, già appartenuto ai conti
Bolagnos, è successivamente passato agli Andreani,
ai nobili Santambrogio e ancor oggi è di proprietà
privata.
Palazzo
Brusa, Mariani
Attiguo a villa Isimbardi, Monumento Nazionale, il
palazzo Brusa di Muggiò si realizza sul finire
del XVIII secolo, inglobando una preesistente costruzione
risalente probabilmente al 1400. Caratteristiche del
complesso sono la vasta corte interna a pianta quadrata,
un vano, al piano terra, con otto colonne isolate
e volte a crociera ed altri spazi chiusi un tempo
destinati a scuderie per i nobili Isimbardi.
Palazzo
Porro, Carcano (poi Collegio Barnabitico)
Antica residenza dei conti Porro, massimi proprietari
terrieri di Muggiò nel Settecento, venduta
nel 1756 all'Opera Bartolomeo Zucchi poi Congregazione
della Compagnia di Gesù, per renderla un luogo
di villeggiatura estiva ed autunnale riservata ad
insegnanti e allievi dei monzesi Istituti Zucchi,
Longoni e Santa Maria degli Angeli, nonché
dei Superiori dell'Ordine Barnabita di Monza e Milano
sino al 1886. Tra i suoi ospiti troviamo Carlo Porta
(1775-1821) insigne poeta milanese. Sul finire dell'Ottocento
la costruzione viene trasformata in opificio prima
di essere ceduta alla Chiesa e Diocesi di Milano.
Sullo storico giardino, negli anni 1895-1897, si erige
la monumentale Chiesa Parrocchiale dedicata ai Santi
Pietro e Paolo. Il corpo principale del fabbricato
rivolto a sud verso il vasto giardino, composto da
due ordini sovrapposti di loggiati a sette fornici
viene così demolito per lasciar spazio a Piazza
della Chiesa. Del complesso architettonico scompare
anche la torretta quadrangolare utilizzata dai Padri
Barnabiti come osservatorio astronomico. Superstiti
e ancora visibili le ali laterali che conferivano
all'edificio una tipologia a ferro di cavallo, quella
ad est, da anni sede della Mutua Volontaria
Centro Benessere (già utilizzata ad Asilo Infantile
Ing. Antonio Santambrogio); quella ad
ovest, adibita a Canonica o residenza
del Clero (rimaneggiata negli anni sessanta del secolo
scorso). Tracce di elementi architettonici originari
del primitivo palazzo seicentesco (quattro colonne
in pietra) sono state rinvenute nel corpo del fabbricato
durante i lavori di ristrutturazione effettuati sul
finire Novecento e lasciate a vista.
Palazzo
Taccona, Palazzi, Bertoglio, D'Adda
Posto in posizione strategica, tra la vie che collegano
la frazione di Muggiò a Cinisello-Milano e
a Monza (Torneamento), si tratta di una imponente
residenza nobiliare della seconda metà del
XVIII secolo. In quel periodo, un edificio preesistente,
di proprietà dei conti Taccona, fu rimaneggiato
fino ad assumere l'aspetto attuale. L'edificio, riconosciuto
Monumento Nazionale nel 2002, presenta una forma ad
"U" e si ispira alle cosiddette ville di
delizia tipiche della Lombardia del Settecento. Nella
struttura, in posizione centrale, un profondo portico,
rivolto verso il cortile, da accesso allo scalone
d'onore che conduce al piano nobile. L'edificio conserva
anche la cappella gentilizia dedicata ai Santi Magi.
Parrocchiale
dei SS. Pietro e Paolo
Monumento Nazionale (Legge 1/6/1939 n° 1089);
essa sorge in forme lombardo-gotiche, sull'area centrale
di un ex Collegio Barnabitico (già residenza
dei conti Porro), su progetto di due rinomati architetti
milanesi: Angelo Savoldi (1845-1916) e Giambattista
Borsani (1850-1906), che s'ispirarono alla Basilica
di Sant'Andrea in Vercelli (1219-1227). La posa della
sua prima pietra risale al 23 giugno 1895, l'apertura
al culto nel 1897. La torre campanaria con cuspide
conica s'innalza tra il 1920 e il 1922. La facciata
principale viene ultimata nel rispetto dell'antico
progetto solo nel 1968, per opera dell'arch. Arialdo
Latocca; tripartita, questa è stata tutta rivestita
in cotto con elementi in trachite - travertino e arricchita
con icone legate alla vita dei due Apostoli: sul bronzeo
portale centrale viene raffigurata la loro vocazione,
nei vetri istoriati del rosone centrale vi è
il loro martirio, ed in alto sul timpano, il gruppo
scultoreo rappresenta la gloria acquisita attraverso
la croce di Cristo. L'interno, imponente ed elegante,
conferma lo slancio preannunciato in facciata: sulla
pianta a croce latina si sviluppano le campate con
volte a crociera, tre navate che conducono al transetto,
agli estremi del quale sono poste due cappelle minori.
Le semplici colonne in pietra si alternano a possenti
pilastri sagomati sui quali poggiano gli archi a tutto
sesto, in tali colonne polistili, ai rossi mattoni
si alternano le fasce di granito. All'incrocio fra
la navata centrale e il transetto si eleva la cupola,
la cui volta a raggiera poggia sul tamburo ottagonale
con finestre trifore. Due lesene d'altare attribuite
ad Antonio Canova (1757-1822) fino agl'anni sessanta
incorniciavano il prestigioso dipinto "Cristo
in croce con la Maddalena" di Francesco Hayez
(1791-1882) commissionato nel 1827 dalla Famiglia
Isimbardi (oggi conservato presso il Museo Diocesano
di Milano) ora sostituito da una riproduzione fotografica.
Parrocchiale
di San Giuseppe
Alla frazione Taccona, verso la fine degli anni cinquanta
del secolo scorso, s'innalza su disegno di mons. Enrico
Villa, architetto della Curia milanese, la Parrocchiale
dedicata a San Giuseppe. Il moderno tempio, consacrato
il 31 maggio 1959 dall'allora Arcivescovo di Milano
cardinal Giovanni Battista Montini (eletto poi Sommo
Pontefice con il nome di Paolo VI); è ultimato
solo nel 1978 e benedetto l'anno seguente dal cardinale
Giovanni Colombo. L'abside della chiesa è impreziosita
da una decorazione musiva, opera d'arte, concepita
da don Perugia (primo parroco di Taccona), progettata
dall'artista Trento Longaretti ed eseguita dai fratelli
mosaicisti bollatesi Edoardo ed Eugenio Toniutti.
Il grandioso mosaico, che s'impone per bellezza e
maestosità, rappresenta una grande sintesi
biblica che va dalla Creazione, al peccato originale,
alla promessa e attesa del Salvatore, fino all'Annunciazione,
per confluire nel Cristo immolato, figurato nell'agnello
dell'Apocalisse; da Lui il racconto passa alla Chiesa
fondata sugli Apostoli per concludersi con il Cristo
del Giudizio Universale circondato dai cori angelici.
Santuario
della Beata Vergine Addolorata del Castagno
Uno storico viale pedonale alberato, detto un tempo
"delle Rimembranze" ora "del Castano",
conduce dalla centralissima via Italia al sacro edificio
dedicato alla Beata Vergine Addolorata. Lungo il percorso
sono stati recentemente collocati, ai piedi dei Castani,
61 cippi in pietra con targhe nominali a ricordo dei
sessantun muggioresi caduti durante la Grande Guerra
(1915-1918). La chiesa in stile barocco, dono del
conte Giuseppe Bolagnos alla popolazione di Muggiò,
si edifica agli inizi Settecento sul luogo della primitiva
cappella votiva, sorta nel XVI secolo in seguito ad
un evento straordinario. Questo importante Santuario
mariano di plurisecolare devozione viene ufficialmente
riconosciuto dalla Chiesa di Roma e consacrato il
29 giugno 1937 dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster
e papa Pio XI (al secolo Achille Ratti da Desio) concede
nuove indulgenze. Nell'ottobre 1945, qui vi si celebra
una Santa Messa solenne alla quale partecipano clero,
autorità locali, reduci di guerra e tutta l'intera
popolazione, la chiesa è infatti tra quelle
"poche elette" dall'arcidiocesi di Milano
a svolgere speciali funzioni di ringraziamento alla
cessazione del Secondo conflitto mondiale.
Santuario
della Madonna delle Grazie, già di Santa Giuliana
Vergine Martire
Sorge presso la cascina di Santa Giuliana e risale
al XIII secolo. Nel 1965 a lavori di restauro ultimati,
l'antica ed umile costruzione presenta un nuovo assetto:
un piccolo vano diametralmente opposto alla sacrestia
già esistente, completa la pianta a croce latina,
un pronao in mattonato composto da quattro snelle
colonne adorna la facciata. Un documento del 1754,
attesta l'esistenza di un minuscolo camposanto antistante
la chiesetta. L'interno conserva l'antico soffitto
a cassettoni e tre dipinti settecenteschi raffiguranti
San Carlo, San Giuseppe e Santa Giuliana Vergine Martire.
I restauri inoltre, portano alla luce reperti archeologici
(fittili) anteriori all'XI secolo (asportati), ciò
fa pensare che il monumento più antico della
città abbia un'origine ancor più remota.
Villa
Casati, Stampa di Soncino
La prestigiosa villa ha origine intorno alla fine
del XV secolo quale residenza estiva dei Casati, una
ricca e nobile famiglia guelfa milanese. Nel nucleo
storico di Muggiò, associata alle tenute sorge
la palazzina con elegante portico e giardino di contorno.
Questa dimora avita vede il passaggio di diverse generazioni
Casati e ospita personaggi illustri come i cugini
cardinali Carlo e Federico dei principi Borromeo durante
le loro visite pastorali al borgo (1579 / 1604-1611).
Nel 1798 Agostino Casati (1739-1820), II° Conte
Casati, ex Ciambellano imperiale, per il rinnovo di
questa sua dimora estiva affida l'incarico all'architetto
austriaco Leopold Pollack (Vienna 1751 - Milano 1806)
già autore di villa Barbiano di Belgiojoso
d'Este, poi Reale e del Teatro Filodrammatici a Milano.
La concezione progettuale di villa Casati, mirabile
capolavoro di architettura Neoclassica, s'imposta
su un prisma rettangolare, da cui sporge, al centro
di uno dei lati maggiori, un cilindroide a base ellittica
coronato da una cupola colonnata. La sua tipologia
deriva dall'arte barocca tradizionale e richiama modelli
francesi e viennesi. La costruzione, nel corso dell'Ottocento,
è pervenuta per eredità ai nipoti di
Agostino: Teresa, Gabrio, Angelo e Camillo Casati,
figli orfani del fratello Gaspare (1756-1808) e successivamente
ai loro discendenti; infine, nel 1975, l'Amministrazione
Comunale l'ha simbolicamente acquistata dalla nobildonna
Annamaria dei marchesi Casati Stampa di Soncino in
Donà dalle Rose (Roma, 1951), ultima discendente
in vita della storica dinastia. Oggi Villa Casati
Stampa di Soncino, Monumento nazionale (Legge 1 giugno
1939 n. 1089) e splendida sede municipale, rivive
i fasti del passato grazie al restauro architettonico
conclusosi nel 1982.
Villa
Isimbardi, D'Adda
L'immobile, Monumento nazionale (Legge 1 giugno 1939
n. 1089), ha particolare interesse architettonico
perché villa del XVIII secolo (su una trave
del sottotetto vi è incisa l'annata della probabile
edificazione: 1783), a due piani con portico centrale
a tre fornici (volte a crociera) e due colonne in
pietra; i corpi di fabbrica laterali conferiscono
all'edificio una tipologia ad "U". Sul piano
di campagna, oltre il triportico è collocato
il Salone di Ricevimento con magnifico soffitto affrescato
d'ispirazione neoclassica (figure ed anfore), altre
sale ed anditi adiacenti presentano affreschi "a
grisaille" giunti ai giorni nostri in un ottimo
stato di conservazione. Sul piano nobile, di notevole
interesse, si trova in posizione centrale il vasto
Salone delle Feste l'odierna Sala di rappresentanza
della Città. In una delle stanze dell'edificio,
durante le festività natalizie del 1849, si
spegne improvvisamente Maria dei marchesi Isimbardi
(nata nel 1827), figlia di Don Pietro Isimbardi (1799-1878)
e di Luigia dei marchesi Litta Modignani; giovane
sposa di Giovanni D'Adda (1808-1859), Marchese di
Pandino e madre di Emanuele D'Adda, ultimo discendente
delle due nobili casate. Le spoglie della nobildonna,
sono poi tumulate nella Cappella Vela di Villa Borromeo
d'Adda in Arcore, appositamente edificata per custodirle.
ORIGINI E CENNI STORICI
Si ritiene che il nome originario della città
possa derivare dall'aggettivo latino metulatus, da
metula, a sua volta diminutivo della voce latina meta,
con significato di altura, mucchio, ad indicare la
conformazione ondulata. La variegata etimologia che
la città ha assunto attraverso i secoli si
conosce dalla lettura di antichi scritti. Il primo
centro abitato a sorgere ove si trova oggi Muggiò
è Ameglao; questo nome appare per la prima
volta in una disposizione testamentaria di Ansperto,
Arcivescovo di Milano, datata Anno Domini 879, tra
i testimoni di questo documento troviamo un certo
Rachinfredus de Ameglao. Da tale nome
la città arrivò al nome attuale attraverso
diverse modifiche. Nel 912 il centro aveva già
assunto il nome di Meglao; nel Codice Diplomatico
Monzese si riferisce di Guidobaldo e Gotifredi de
Vico Meglao. Nel 1196 il nome era diventato Migloe,
agli onori della scrittura un nostro concittadino:
Montino de Migloe. Tale nome viene confermato anche
nei documenti relativi ad un censimento del 1398.
Durante i secoli successivi, diversi documenti religiosi
parlano del centro definendolo Migioe, Mugloe e nell'accezione
latina di Muglovium. È della seconda metà
del XIII secolo la prima comparsa del nome di Muggiò,
per quanto questo toponimo riapparirà solo
in documenti del 1790 (e si parla di Mugiò,
con una sola g). Solo dall'inizio del XIX secolo il
nome di Muggiò sarà definitivo. La presenza
di nomi prettamente germanici nei primi documenti
storici rinvenuti, fanno pensare che la sua costituzione
sia avvenuta all'epoca delle invasioni barbariche
ed in particolare di quella del popolo Longobardo.
In epoca feudale Muggiò seguì le sorti
di Desio (sede della Pieve) passando, dapprima sotto
la dominazione dei Visconti - sino alla metà
del'400 - poi fu, da Luigi XII Re di Francia e Duca
di Milano, concessa al dottore, fisico, Gabriele Pirovano
ed ai suoi eredi. Nel 1518, fu ceduto ad Ottaviano
Rho che lo perdette nel 1521, perché seguace
dei francesi; passò quindi sotto Francesco
II Sforza, successivamente a Galeazzo Ferreri, al
Cavalier Vespasiano Roadino, a Giacomo Gallarati (10
settembre 1530) e, all'estinzione della linea, fu
acquistato da Giorgio Manriquez (7 maggio 1550) sotto
il ducato di Filippo II di Spagna. In epoche diverse,
in assenza di sovrano, i marchesi Manriguez cedettero
vari centri della Pieve a diverse famiglie, ma tennero
Desio, Muggiò ed altri sette villaggi. Alla
morte del Marchese Lodovico (24 gennaio 1791) il consigliere
Conte Pietro Secco Commeno ereditò questo feudo,
per concessione fatta antecedentemente (20 novembre
1779) dall'Imperatrice d'Austria Maria Teresa d'Asburgo,
avendo egli sposato Laura Manriquez, figlia di Don
Lodovico. La presa di possesso avvenne il 28 novembre
del 1795; con la venuta di Napoleone Bonaparte nel
1796 cadde ogni diritto feudale sul territorio. In
quest'arco di tempo s'inseriscono nella storia di
Muggiò personaggi di nobili famiglie locali
e milanesi, quali gli Scorpioni Dè Rasini,
i Casati, i Porro, gli Isimbardi, i Bolagnos, i D'Adda,
i Taccona, gli Antona Traversi, i Greppi, i Nobili
e i Santambrogio, che lasciarono varie testimonianze.
Da sempre definita la città rossa
della Brianza, Muggiò è una città
solidale che ancor oggi vive la secolare tradizione
legata al mondo della cooperazione sociale dai vari
colori "politici". Qui nel 1898 viene costituita
una Società di Mutuo Soccorso per lassistenza
alla comunità agricola dellepoca. Nel
1912 viene istituita una Società Cooperativa
Popolare con trattoria dapprima collocata in
piazza Garibaldi, poi trasferitasi allombra
del campanile nel 1921 e reintitolata "Cooperativa
di Consumo Silvio Pellico" dal nome della via
(già via per Cinisello) ove è tuttora
ubicata, affiliata Italcoop. A queste, ispirandosi
ai valori fondanti della cooperazione italiana per
risolvere il problema casa, si aggiunge nel 1919 la
"Cooperativa Edificatrice di Muggiò"
(oggi questa realtà conta quasi cinquemila
soci iscritti e mille case realizzate, delle quali
trecento in affitto, oltre a negozi, magazzini e numerosi
box). Nel 1926 si costituisce la Mutua Volontaria
di Assistenza e Previdenza alla popolazione muggiorese.
Unaltra Cooperativa di Consumo con Forno
nasce nel 1926, resiste al fascismo e alla guerra,
e apre nel 1958 un primo negozio a libero servizio
e nel 1969, in via Baruso, uno dei primi supermercati
della città e circondario; nel 1970 Primo Casati,
il suo Presidente, propone ai soci un progetto di
fusione con altre cooperative del nord Milano, gettando
così le basi per la creazione di Unicoop Lombardia
prima e, nel 1983, di Coop Lombardia (sul finire del
secolo scorso sinaugura il Centro Commerciale
COOP di viale Repubblica a sostituzione del market
"storico"). Nel 1927 nasce la Società
Cooperativa Acqua Potabile, infine, nel 1959 viene
fondata unaltra Società Cooperativa Edificatrice
Popolare la Villoresi.
STADIO
SUPERGA 1949
Lo stadio cittadino, dedicato ai Caduti della sciagura
aerea (la squadra del Grande Torino) avvenuta il 4
maggio 1949, nota come Tragedia di Superga; è
realizzato su progetto dell'architetto Roberto Biscardini
negli anni 1982-84. Collocato, inclinato (secondo
il corretto asse eliotermico), a sud del Canale Villoresi
e ben inserito all'interno del Parco Locale d'Interesse
Sovracomunale Grugnotorto-Villoresi (progettato alla
fine degli anni settanta dall'architetto milanese
Maurice Munir Cerasi), il verde campo di gioco è
utilizzato dalle due società calcistiche cittadine:
il Football Club Muggiò San Carlo dai colori
sociali giallo-blu (nato nel 2004 sulle ceneri della
prima associazione di calcio risalente agli anni quaranta
poi rifondata nel 1964) e la Società Calcio
Taccona - i giallo-rossi - (fondata nel 1968). Nel
corso degli anni ottanta questo prestigioso impianto
sportivo ha ospitato, per alcuni allenamenti, il Milan
di Ruud Gullit (1962) e il Napoli di Diego Armando
Maradona (1960) nelle sue trasferte milanesi. Un altro
rettangolo di gioco ad esso adiacente è stato
invece dedicato a Gaetano Scirea (1953-1989), già
Capitano della Juventus F.C., della Nazionale di calcio
e Campione del Mondo (1982).