Lodi
Vecchio è un comune della provincia di Lodi
in Lombardia. Se nulla di monumentale si presentava
agli occhi dell'umanista e archeologo Ciriaco Anconetano,
tuttavia il sottosuolo restituiva bronzi ed altri
manufatti ceramici, che venivano continuamente alla
luce grazie a rinvenimenti occasionali. Si costituiscono
così, tra la fine del Quattrocento e il Settecento,
raccolte e collezioni archeologiche. Agli inizi dell'Ottocento
questa "ricerca" nel terreno dell'antica
Laus assume un aspetto sistematico. In questo periodo,
infatti, è la nobile famiglia dei Cavezzali
ad intraprendere scavi nei loro possedimenti, in particolare
tra il fiume Sillaro e il presunto foro. Frutto di
questa attività di scavo fu la scoperta di
una grande quantità di materiali, in marmo
e in bronzo. Gli scavi a Lodi Vecchio ripreso negli
anni Cinquanta del Novecento, sotto la guida del Professore
Antonio Frova, per indagare su alcuni aspetti della
forma urbis della città romana. Degli anni
Ottanta è il ritrovamento dei resti di un teatro
di età augustea. Quasi contemporanei i ritrovamenti,
nelle immediate vicinanze, di strutture murarie pertinenti
ad un anfiteatro. Questo centro ha visto negli ultimi
anni un incremento demografico economico e sociale
grazie anche allo sviluppo urbanistico ed edilizio,
attraverso la costruzione di case popolari, economiche
e civili e la ristrutturazione del vecchio centro.
Per l'immigrazione dalle cascine e dai paesi limitrofi,
specie durante gli anni sessanta, Lodi Vecchio ha
pressoché raddoppiato il numero dei suoi abitanti,
e può quindi a ragione essere considerato il
più grande dei piccoli centri del Lodigiano.
Alla tradizionale attività agricola, che conta
oggi numerose aziende con attrezzature moderne, si
è affiancata l'iniziativa industriale, con
imprese che operano nei più svariati settori
tra cui metallurgico, chimico, meccanico, lavorazione
del legno, vetro e materie plastiche. La produzione
che in quest'ultimo periodo ha avuto un incremento
maggiore è soprattutto legata all´artigianato
e alla media e piccola industria, che conta una sessantina
di imprese. La forza lavoro impiegata è fra
l´altro aumentata a oltre 1000 unità,
riducendo quindi parzialmente il pendolarismo. Anche
il settore commerciale e turistico hanno risentito
di un particolare incremento: a Lodi Vecchio sono
infatti presenti tre centri commerciali e un'importante
struttura alberghiera, servizi di ogni genere e numerosi
professionisti.
ETIMOLOGIA
Sorge sull'antica Laus Pompei ed il nome corrisponde
al latino laus, laudis (lode, onore, fama) e la forma
attuale è un locativo plurale in -is. Un'ipotesi
non accreditata ritiene che l'antico nome del paese
fosse Alauda.
DA
VEDERE
Di testimonianze dell'antica Laus romana si hanno
reperti archeologici conservati nei musei di Lodi
e Milano.
Dell'antica città rimangono integre la Basilica
di San Bassiano e la cappella votiva dei Santi Nabore,
Felice e Vittore.
Fra gli edifici più interessanti del paese,
segnaliamo anche:
Chiesa Parrocchiale di San Pietro, che divenne parte
dell'omonima abbazia Benedettina che fu, dopo la distruzione
di Laus, perno della rinascita di questo territorio.
il settecentesco Palazzo Rho/Bignami.
l'ex Conventino di Santa Maria, adibito a museo cittadino,
e gli adiacenti resti dell'antico Foro romano e della
Cattedrale di Santa Maria.
Cappella della Madonna della Valletta, edificata in
zona Valletta, costruita sopra il canale Trivulzio.
Cappella campestre di Santa Maria Rossa.
la Cascina San Marco, che fu sede di un'abbazia dei
monaci di Cluny.
la Cascina Gualdane, che conserva ancora funzionante
l'antico mulino costruito nel 1797.
RIEPILOGO EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di San Pietro
Cappella di Santa Maria Rossa
Cappella di Santa Maria della Valletta
Cappella dei SS. Naborre e Felice
Basilica di San Bassiano
ORIGINI E CENNI STORICI
A Lodi Vecchio sorgeva dal 600 a.C. uno dei primi
centri delle popolazioni di origine celtica che dimoravano
nella pianura padana. Plinio il Vecchio afferma che
venne fondata dai Celti Boi, sebbene storicamente
quel territorio fu sempre occupato dagli Insubri.
Fu un importante villaggio romano denominato Laus
Pompeia in onore di Gneo Pompeo Strabone, padre di
Pompeo Magno. Era situato sulla Via Æmilia,
tra Ad Nonum (nel territorio di Melegnano), che era
a circa undici chilometri, e Tres Tabernæ (14,5
km), uno dei centri con questo nome. Giulio Cesare
nel 49 a.C., in riconoscimento del contributo dato
dalle popolazioni della Valle Padana alla sua causa,
concesse a Laus Pompeia il titolo di municipium. Il
12 luglio 303 vi furono decapitati San Felice e San
Nabore, soldati romani convertiti al cristianesimo.
Nella seconda metà del IV secolo divenne sede
vescovile per volere di Sant'Ambrogio, che designò
San Bassiano quale primo vescovo.
Subì le offese dei Barbari nel corso del V
secolo e durante la guerra gotica nel VI secolo.
Il moto espansionistico di Milano ebbe con Ariberto
d'Intimiano il primo impulso verso l'assoggettamento
di Lodi.
Nel 1036 si forma un fronte sudista (Lodi, Pavia,
Cremona) contro Ariberto e le milizie comunali milanesi
vengono piegate nella battaglia di Campomalo.
È tuttavia inevitabile la vittoria finale di
Milano, favorita da forti motivi politico-economici.
Nel 1111 le milizie milanesi prendono d'assedio la
città, i laudensi si difendono con l'aiuto
dei pavesi e dei cremonesi ma, dopo aver resistito
un mese, si arrendono e il 24 maggio la città
di Lodi viene rasa al suolo.
La pace imposta dai milanesi prevede la sudditanza
ai milanesi e il divieto di ricostruire gli edifici
distrutti. Il 24 aprile 1158 i milanesi incendiano
il resto della città e Lodi viene completamente
distrutta.
L'imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa,
per ribadire il proprio potere su Milano, ormai troppo
autonoma, decide di riedificare Lodi a pochi chilometri
di distanza ma in posizione maggiormente difendibile
(sul Colle Eghezzone).
Il 3 agosto 1158 Federico Barbarossa fonda la nuova
città di Lodi.
Divenuta cava da cui estrarre materiali di riutilizzo
per edificare la nuova città, a poco a poco
gli abitanti sbandati nelle vicinanze cominciarono
a ritornare, facendo così sorgere il villaggio
che prese il nome di Lauda Veteris.
Questo villaggio non cessò mai di essere bersaglio
delle scorrerie dei milanesi, essendo posta sull'unica
strada che collegava Milano con la nuova Lodi. Nel
1237 i milanesi vi posero campo, nel tentativo di
impedire a Federico II di entrare a Lodi. Dopo la
Battaglia di Cortenuova il legato pontificio Gregorio
di Montelongo con le milizie milanesi devastò
il villaggio, abbattendo tutti i campanili delle chiese
rimaste integre, approfittando dell'interdetto e della
successiva scomunica della diocesi lodigiana.
Il 15 giugno 1250, l'esercito milanese viene sconfitto
in battaglia dai lodigiani, supportati dai cremonesi.
Il 18 gennaio 1268 Lodi Vecchio fu devastato da un
incendio, fatto appiccare da Corradino di Svevia;
l'anno successivo vi si accamparono le milizie di
Napo della Torre.
Il 25 maggio 1278 il villaggio vide scontrarsi in
battaglia le truppe di Cassone della Torre e quelle
dell'arcivescovo Ottone Visconti, costretto alla fuga.
Tre anni dopo il paese è nuovamente occupato
dai milanesi capitanati dal marchese di Monferrato,
onde assediare Lodi, fautrice dei Torriani.
Nel maggio del 1294 Matteo Visconti occupa Lodi Vecchio,
innalzando un castello di legnami e facendo scavare
un fossato, per tener fronte ai lodigiani, che avevano
elevato a loro comandanti Mosca ed Erreco della Torre.
Il comportamento territoriale del lodigiano risalente
al Cinquecento vede, nello Stato di Milano, la presenza
di alcune realtà che sarebbero poi entrate
a pieno titolo a costituire quello che è l'odierno
territorio comunale di Lodi Vecchio. A quell'epoca
esistevano infatti il Comune di Lodivecchio, intorno
alla chiesa di San Pietro, con Santo Stefano di Lodi
Vecchio, il Comune di Gallinazza e Beni di Pol Codecà,
il Comune di San Bassiano di Lodi Vecchio con San
Marco di Lodi Vecchio, e Santa Maria di Lodivecchio,
intorno all'antica cattedrale.
Con la riforma austriaca del 1757 nascono due Comuni:
Lodi Vecchio e Santa Maria di Lodi Vecchio.
In età napoleonica (1809-16) furono aggregati
a Lodivecchio i comuni di Bagnolo, Cà de' Zecchi
e Pezzolo de' Codazzi, ridivenuti autonomi con la
costituzione del Regno Lombardo-Veneto. All'8 giugno
1805 il Comune di Lodi Vecchio conta 949 abitanti,
mentre Santa Maria di Lodivecchio (che verrà
aggregata definitivamente nel 1837) ne ha pochi di
più: sono 1069.
Dopo la seconda guerra mondiale Lodi Vecchio ha conosciuto
un forte sviluppo demografico ed economico. Il 22
gennaio 2006 viene attribuito a Lodi Vecchio il titolo
di città.