Gottolengo
è un comune della provincia di Brescia in Lombardia.
Si trova nella zona della Bassa Bresciana, il punto
più meridionale e con più comuni di
tutta la provincia. Gottolengo è un importante
sito archeologico, dato l'alto numero di reperti dissotterrati
a partire dalla metà degli anni venti nella
zona del Castellaro. Oggi il comune è anche
un centro industriale, ma conserva ancora numerose
tracce di vita contadina alla quale il paese è
rimasto attaccato fino a non molti decenni fa. La
piccola e ormai disabitata frazione di Solaro si trova
a nord del centro abitato. Il territorio di Gottolengo
è compreso nella pianura Padana. Il comune
è situato accanto ai confini delle province
di Cremona e di Mantova ed è inserito nell'area
della Bassa Bresciana, ovvero il territorio di pianura
a sud della provincia; il paese è perciò
interamente pianeggiante. L'unica altura è
sita in località Castellaro, un clivo che costituisce
il punto più elevato di Gottolengo (65 m s.l.m).
Il principale fiume passante per il paese è
il Gambara, nome attribuitogli poiché attraversa
l'omonimo comune con il quale Gottolengo confina a
meridione. Fra l'Ottocento ed il Novecento alcuni
gottolenghesi, come del resto molti italiani, emigrarono
in cerca di fortuna nelle Americhe (USA e Argentina
in particolare) o in Australia. Negli anni immediatamente
successivi alla seconda guerra mondiale la popolazione
del comune raggiunse il suo picco più alto
con 5225 abitanti. In quegli anni anche la frazione
di Solaro, oggi deserta, contava circa 1500 residenti
che abitavano nelle enormi cascine a corte tipiche
della Val Padana e anche in alcune strutture pubbliche.
Negli anni successivi una nuova ondata migratoria
coinvolse il paese, con destinazione le grandi città
del nord Italia come Milano, Torino, Genova e Brescia
alla ricerca di lavoro nelle nascenti fabbriche. Negli
ultimi tempi nel comune è in atto una forte
crescita di cittadini extracomunitari. Il territorio
di Gottolengo, come già accennato in parte,
fu a partire dai primi anni del secolo scorso oggetto
di ricerche scientifiche e rinvenimenti archeologici.
La zona in cui avvennero i primi ritrovamenti, oggi
detta "Castellaro", è un'area costituita
da un basso altopiano posta ai limiti meridionali
del centro abitato. Nel corso degli anni da questo
luogo sono riaffiorati vari oggetti di vita quotidiana,
come rudimentali telai, armi, resti di bronzo ed un
prezioso corno in terracotta, considerato fra gli
strumenti da suono più antichi del mondo. Attualmente
parte dei ritrovamenti, attribuiti a popolazioni quali
Cenomani e Romani, sono custoditi nel piccolo museo
comunale di Gottolengo ospitato all'interno della
casa torre. Numerose sono inoltre le lapidi romane
rinvenute nella zona, tra le quali ricordiamo quella,
citata in precedenza, inserita nell'abside della parrocchiale
e una che ricorda lo scioglimento di un voto ad Apollo.
MANIFESTAZIONI
Festa della Madonna del Carmelo
La festa si tiene attorno alla metà del mese
di luglio a partire dal giorno in cui si venera la
Madonna del Carmelo. I festeggiamenti durano circa
una settimana e iniziano con la processione per le
vie del paese: la statua mariana viene trasferita
dalla chiesa di San Girolamo alla parrocchiale, dove
rimane esposta per tutta la durata dell'evento. La
festa è contornata dalla fiera del paese.
Sagra
della patata
Questa sagra è stata istituita nel 2002 per
promuvere la coltivazione della patata, ortaggio simbolo
di Gottolengo introdotto a partire dal Cinquecento
dai padri Carmelitani del convento di San Girolamo.
La sagra, che si è andata via via arricchendo
nel corso degli anni, si svolge generalmente a settembre,
l'ultimo fine settimana prima dell'inizio delle scuole,
ed è spesso contornata da spettacoli di paracadutismo,
cinofili, da concorsi di genere culinario e gare di
ortaggi giganti. La sagra si tiene all'interno del
palazzetto dello sport, dove vengono allestiti stand
espositivi e gastronomici relativi all'intero territorio
della Bassa Bresciana. L'evento è quindi a
carattere espositivo e gastronomico.
DA VEDERE
La
parrocchiale
L'attuale parrocchiale gottolenghese, dedicata ai
santi Pietro e Paolo, fu costruita a partire dal 1746
su progetto dell'architetto Domenico Prandini di Calvisano
per poter vantare una chiesa che non sfigurasse nel
confronto con quella del vicino comune di Gambara.
La costruzione fu ultimata nel 1765 e l'edificio consacrato
nel 1778, come ricordano due lapidi poste sul sovraporta
dei portalini del coro. La chiesa, costruita in stile
barocco, è ricca di numerosi affreschi, come
il Martirio di San Pietro posto in cima all'abside,
sotto il quale si trova la zona dell'altare maggiore.
Altra opera importante è la Vergine con San
Pietro, attribuita al Cignaroli, posta sopra il coro.
Oltre ai sette altari in marmo, costituiti da cellette
laterali e decorati con statue o affreschi la chiesa
racchiude al suo interno anche opere in legno raffiguranti
il Cristo morente in croce e la Madonna ed un organo
Serassi, costruito attorno alla seconda metà
dell'Ottocento e di recente restaurato. La facciata
è suddivisa in due ordini, sul primo marcapiano
si trovano le statue di San Pietro e di San Paolo,
mentre sulla sommità è presente la scultura
della risurrezione di Cristo. Nella parrocchiale vengono
officiate le principali funzioni religiose del paese.
Il
complesso di San Girolamo
Il Convento dei Carmelitani, dedicato a San Girolamo,
sorse nel 1479 al di fuori del borgo murato. I lavori
iniziarono dopo che un ricco orefice gottolenghese
aveva lasciato tutti i suoi averi al comune da utilizzarsi
in opere di bene. Il municipio decise di dare il denaro
ad un carmelitano e finanziò la costruzione
fornendo i mattoni necessari all'innalzamento del
monastero. La costruzione comprendeva il convento
con annessa una chiesa; i Carmelitani che vivevano
al suo interno erano dediti ad opere di carità
a favore dei poveri, prestando un servizio ospedaliero
ed assistenziale. È a questi frati che si deve,
nel Cinquecento, l'introduzione nella zona della coltivazione
della patata. Il monastero carmelitano fu soppresso
nel 1797 e trasformato in ospedale, e al suo interno
sono stati oggi costruiti degli alloggi. La chiesa
ha continuato ad esistere anche dopo lo smantellamento
del monastero come cappella dell'ospedale, divenendo
una dipendenza della parrocchia di Gottolengo; recentemente
è stata restaurata ed oggi funge da luogo di
culto solo in determinate occasioni. La chiesa è
costituita da un'unica navata ai cui lati si aprono
otto cellette decorate con numerosi affreschi di santi,
fra i quali spiccano quelli di Santa Lucia, Santa
Apollonia e Sant'Antonio abate. Oggetto di profonda
devozione da parte dei cittadini di Gottolengo è
la cinquecentesca statua in legno della Madonna del
Carmelo sita al suo interno.
Il
Santuario dell'Incidella
Il Santuario dell'Incidella, che si trova lungo la
strada che dal comune conduce alla frazione di Solaro
e a Isorella, è un luogo di culto dedicato
alla natività della Beata Vergine Maria. L'edificio,
composto da un oratorio e da una chiesa con campanile,
risale al XVII secolo ed è stato costruito
in stile barocco su di una cappella preesistente.
L'ingresso era in passato costituito da un porticato
a tre archi, andato distrutto durante gli anni sessanta
a causa di un incidente automobilistico. Attualmente
è stato realizzato un ampio spiazzo innanzi
al portone della chiesa e si sta pensando di ricostruire
il porticato sul modello di quello precedente.
Il
Teatro Zanardelli
Una fra le principali sedi della cultura gottolenghese
è il teatro Zanardelli, struttura di fine Ottocento
costruita su due piani rialzati in grado di ospitare
fino a un massimo di 200 persone e recentemente restaurata,
in cui ogni anno vengono proposte varie opere eseguite
da diverse compagnie. Le commedie dialettali sono
spesso eseguite dall'unica compagnia teatrale con
sede in Gottolengo, la "QUO VADIS", diffusa
però solo a livello locale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La zona in cui sorge l'odierno comune di Gottolengo
cominciò ad essere abitata fin dal 2000 a.C.,
quando i primi uomini iniziarono a stabilirsi nella
zona del Castellaro, costruendo inizialmente semplici
palafitte. Essi scelsero di vivere in quel luogo perché
circondato da un torrente sopra cui si trovava un'altura
strategica. Tuttavia la località fu abbandonata
già sul finire dell'età del bronzo e
un nuovo villaggio fu fondato nel luogo in cui oggi
sorge e si sviluppa l'attuale centro abitato. Il fatto
è testimoniato dalla presenza della cosiddetta
Lapide dei Quattuorviri (I secolo d.C.) che ricorda
l'innalzamento in seguito ad un decreto dei decurioni,
ossia il consiglio cittadino con sede a Brixia (l'odierna
Brescia, del cui municipium faceva parte Gottolengo),
di una torre di difesa sotto la cura dei supremi magistrati
municipali, i Quattuorviri. Alla fine del VI secolo
il territorio gottolenghese cadde in mano ai Longobardi,
i quali successivamente lo donarono alla nascente
Badia Leonense, abbazia diretta da benedettini con
sede a Leno. L'edificio religioso fu fatto costruire
da Desiderio nel 758, re longobardo originario di
Brescia, già fondatore nella sua città
natale, con l'ausilio della moglie Ansa, del Monastero
di Santa Giulia, di cui era stata nominata prima badessa
la figlia Anselperga. In epoca tardo medioevale e
rinascimentale Gottolengo divenne un borgo murato
di media importanza, dapprima sotto la giurisdizione
politico-amministrativa dei monaci della Badia, poi
sotto l'egemonia dei Visconti ed infine sotto il controllo
della Repubblica di Venezia. Nell'ottobre del 1521
il borgo venne saccheggiato dai Lanzichenecchi e cadde
in uno stato di miseria e abbandono. Nello stesso
anno venne conferito a Gottolengo un riconoscimento
dal governo francese; il comune fu insignito di tre
gigli di Francia, che tutt'oggi appaiono sullo stemma
del paese, per aver aiutato la Repubblica di Venezia
alleata dei Francesi nella resistenza contro Carlo
V d'Asburgo. Nel 1836 Gottolengo venne flagellato
da un'epidemia di colera. Di conseguenza venne fondato,
al di fuori del centro abitato nella località
di Castellaro, un lazzaretto, ove i malati venivano
ricoverati per non infettare la popolazione sana che
viveva entro le mura del comune. A cavallo fra la
fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento iniziò
a svilupparsi il settore terziario, parallelamente
all'istituzione della prima banca agricola. Pochi
anni dopo, allo scoppio della Grande guerra, dal paese
partirono per il fronte molti soldati, oggi ricordati
come eroi della patria nel monumento ai caduti di
Gottolengo che sorge lungo la strada provinciale per
Leno. Il paese venne scosso dalla Seconda guerra mondiale
e, al cessare delle ostilità, con la località
liberata dagli Angloamericani, la cittadina era ormai
caduta in uno stato di assoluta miseria. Fu solo con
la rivoluzione industriale del secondo dopoguerra
che nel paese iniziò a mutare l'assetto economico.
Ai vecchi mestieri e alle tradizionali attività
agricolo-artigianali si sono venute affiancando nel
tempo diverse imprese industriali, ma nel paese è
rimasto ancora oggi molto vivo lo spirito contadino
di un tempo, che riveste ancora oggi un'importanza
economica e sociale determinante.