Cava
Manara è un comune della provincia di Pavia
in Lombardia. Si trova presso il Po, alta sul bordo
del terrazzo alluvionale, non lontano dalla confluenza
del Ticino, al confine tra la Lomellina e la piccola
regione del Siccomario. Tra le personalità
di Cava Manara ricordiamo Camillo Golgi, primo Nobel
della Medicina Italiana che, per breve tempo, fu a
Cava Manara medico condotto.
ETIMOLOGIA
La prima parte del nome, ossia "cava" sta
ad indicare gli antichi canali costruiti per deviare
il fiume. L'accezione Manara, invece, è stata
inserita in onore di Luciano Manara, combattente dell'Ottocento
che combatté in questo luogo contro gli austriaci.
CENNI STORICI
Cava è nota fin dal XIII secolo, quando apparteneva
al territorio soggetto a Pavia, incluso nella podesteria
o squadra di Sommo, nella regione della Lomellina;
amministrativamente però la squadra di Sommo
era aggregata all'Oltrepò Pavese. Era allora
detta Cava Taverna. Nel 1466 fu infeudata alla famiglia
Eustachi di Pavia, passando attorno al 1650 ai marchesi
Olevano, che terranno il feudo sino all'abolizione
del feudalesimo nel 1797. Il territorio di Cava apparteneva
allora alla Lomellina, ai confini con il Siccomario;
nel 1707 esso passò con la Lomellina ai Savoia,
mentre il Siccomario, con l'Oltrepò da cui
dipendeva amministrativamente, restava allo Stato
di Milano. Nel 1743 anche questo territorio, che comprendeva
alcune delle attuali frazioni di Cava, passò
al territorio sabaudo. Sotto i Savoia continuò
a far parte della provincia di Lomellina, e dal 1859
fu incluso nella Provincia di Pavia. Nel 1863 prese
il nuovo nome di Cava Manara in onore di Luciano Manara,
che vi aveva combattuto nel 1849. Nel 1871 al comune
di Cava Manara furono aggregati i soppressi comuni
di Torre de' Torti e di Gerrechiozzo. Torre de' Torti
(CC L266), di origini medievali, fece parte dello
stesso feudo di Cava, appartenente agli Eustachi e
poi agli Olevano. Divenne particolarmente nota nel
XVIII secolo, poiché, situato com'era ai confini
tra la Lomellina e il Siccomario, insieme ad altri
tre piccoli centri (San Fedele e Travedo, frazioni
di Sommo, e Campomaggiore, fraz. di Carbonara al Ticino),
quando la Lomellina passò ai Savoia, l'Austria
(padrona del Milanese) rifiutò di consegnare
queste quattro terre, ritenendole parte del Siccomario.
Per un certo tempo (1710-1738) dunque questa zona
rimase senza padrone, divenendo un rifugio di malviventi.
Solo dopo alcuni anni, grazie alla mediazione inglese,
la questione fu risolta a vantaggio dei Savoia. Nel
1871 il comune fu aggregato a Cava Manara. Gerrechiozzo,
o Gerre Chiozzo (CC D992), sorse probabilmente dall'unione
di due paesi (era detto infatti Gere e Chiozzo), di
incerta localizzazione (infatti quello che attualmente
è detto Gerrechiozzo si chiamava un tempo Rotto
di Rea). Era uno dei numerosi piccoli comuni del Siccomario,
infeudato fino al XVIII secolo ai Beccaria. Tra il
1707 e il 1743 il confine di Stato tra lo stato sabaudo
e il Milanese austriaco passava tra Gerrechiozzo e
Cava: dal 1743 anche Gerrechiozzo passava ai Savoia.
Nel XIX secolo, aperta la nuova strada del ponte sul
Po (attuale statale dei Giovi), su di essa si andò
sviluppando il nuovo centro di Tre Re, così
detto da un'osteria di tale nome, che divenne capoluogo
del comune. Nel 1838 a questo comune venne aggregato
quello di Mezzana Corti, ma nel 1871 fu abolito e
unito a Cava Manara. Mezzana Corti ebbe una storia
molto tormentata a causa del vicinanza del Po. Esso
formava, all'inizio del XVIII secolo, un'ampia ansa
a sud di Mezzana, fino a comprendere un tratto dell'attuale
comune di Bressana Bottarone, e all'interno di essa
sorgeva un grosso paese detto appunto Mezzana Corti,
presso l'attuale Cascina Bella di Bressana; tale comune
comprendeva anche Bottarone, oltre il Po. Verso la
metà di quel secolo il Po tagliò l'ansa,
e solo un breve territorio rimase a nord del Po; quando
poi i confini amministrativi (1800) furono riportati
sul Po, al comune di Mezzana Corti rimaneva solo una
piccola parte del territorio originario, quello appunto
rimasto a nord del Po. Qui si era andato nel frattempo
sviluppando il nuovo paese. Esso rimase un comune
solo fino al 1838, poi fu unito a Gerrechiozzo.