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Carimate
è un comune della provincia di Como in Lombardia.
Situato nella parte meridionale della provincia, nella
zona collinare a nord dell'area brianzola, confina
a nord con il comune di Cantù, a sud con quello
di Lentate sul Seveso, a nord-est con Figino Serenza,
a sud-est con Novedrate e ad ovest con Cermenate.
Dista 42 km dall'aeroporto di Milano-Malpensa, 32
km da Milano e 17 km da Como. Carimate è posto
sul margine ovest della Brianza, nella valle del fiume
Seveso, sulle prime colline di origine morenica delle
prealpi lombarde, ad una quota media di circa 300
metri sul livello del mare. Dista circa 15 chilometri
dal capoluogo (Como). Oltre al Fiume Seveso e al Torrente
Serenza, sul territorio di Carimate troviamo il Torrentello
Feranda (che sgorga da Montesolaro e forma a Nord
del paese lomonima Valle, lambendo la Collina
di Villa Vismara). Nelle vicinanze si trovano il Torrente
Majarola (o Mariola) proveniente da Cantù e
il canale Acqua Negra per lirrigazione delle
piane. Il paese ha un dislivello collinare che parte
da circa 280 m s.l.m. fino ai 330 m s.l.m. Il territorio
è boscoso e scosceso lungo il Torrente Serenza
e il Torrente Feranda, per il resto è caratterizzato
da dolci rilievi collinari, eccezion fatta per la
zona attorno al Fiume Seveso e a Sud del paese, in
località La Valle, dove il territorio è
pianeggiante ed è quindi utilizzato per la
coltivazione. Carimate fa parte del Parco della Brughiera
Briantea. Le attività industriali impiegano
quasi la metà della forza lavorativa. Molto
importante è la manifattura di mobili, con
una forte presenza di aziende medio piccole nel settore.
Circa il quindici per cento dell'impiego è
nel settore dei servizi, di cui una parte nel settore
alberghiero e della ristorazione. Il comune di Carimate
offre innanzitutto la bellezza naturalistica tipica
della Brianza, tra dolci colline e boschi. Diverse
sono le attrezzature turistiche: campi da golf, calcio,
basket, ciclismo. Il livello della ricettività
alberghiera ne fa una meta importante per il turismo
di fine settimana dei milanesi. Le ex scuderie del
castello, divenute sede della cooperativa il Torchio,
ospitano periodiche mostre di artigianato, antiquariato
ed eventi altri culturali.
ETIMOLOGIA
Attestato come Kalimalo, potrebbe derivare dal latino
calamus (canna) o calamatum o calametum (canneto).
Secondo altri deriva dal nome latino di persona Carimus,
con l'aggiunta del suffisso -ate.
DA
VEDERE
Castello di Carimate (1345)
"Il Torchio" (centro storico - ex scuderie
del castello)
Villa Calvi, nella frazione di Montesolaro
Chiesa parrocchiale Beata Vergine Assunta (Montesolaro)
Santuario Madonna dell'Albero (1517)
Cappella Gentilizia
Cappelletta Sant'Alessandro
CHIESA
PARROCCHIALE DI SAN GIORGIO E MARIA IMMACOLATA (1753)
La parrocchia di Carimate fa parte dell'arcidiocesi
di Milano (zona pastorale V-Monza, decanato di Cantù)
La data di origine della parrocchia di Carimate viene
fatta risalire a prima del 1225. Infatti, già
nel 1225, nel primo bando contro gli eretici, si parla
di Ambrogio da Subinaco, notaio del borgo di Canturio
e cancelliere del Potestà: Subinaco è
un piccolo cascinaggio situato nella parrocchia di
Carimate nella nostra Pieve ove tuttora esiste un
antico oratorio di SantAmbrogio ed alcuni ruderi
che manifestano esservi stati maggiori fabbricati
(Annoni). Il 28 aprile 1248 Preposto di Cantù
è Ghero o Ghezzone da Subinaco (Annoni). Dagli
atti della visita di san Carlo Borromeo (1566) si
hanno notizie certe dell'esistenza sia della chiesa
parrocchiale, sia del santuario di Santa Maria. San
Carlo staccò dalla parrocchia la frazione di
Montesolaro, come risulta dai registri esistenti presso
l'archivio parrocchiale di Carimate che ha inizio
il 27 marzo 1575. Inizialmente intitolata a San Giorgio
e successivamente (con la costruzione della nuova
parrocchiale nel 1753) anche all'Immacolata Concezione
(prima nella diocesi), la parrocchia di Carimate ha
avuto negli anni diversi luoghi di culto. La presenza
di diversi oratori in epoca antecedente
al 1753, infatti, è testimoniata da alcuni
scritti di Goffredo da Bussero del 1286 che da esistente
una chiesa dedicata a San Salvatore (santo venerato
in età longobarda). Oltre alla chiesa di San
Salvatore nel 1286 erano presenti a Carimate anche
la chiesa di Sant'Alessandro (con altari di Sant'Andrea
e Santo Stefano) e quella di San Salvatore di Subinago
(dedicazione di epoca altomedievale). Nel 1430 vi
si trova l'antica chiesa di San Giorgio e nel 1517
il santuario della Madonna dell'Albero, visitato,
nel 1566, da San Carlo. Nel 1752 venne abbattuta la
vecchia parrocchiale per far posto alla nuova chiesa
di San Giorgio e della Beata Vergine Immacolata. Un
tempo alla parrocchia apparteneva anche una parte
consistente della zona di Cantù Asnago, ceduta
nel 1939 alla diocesi di Como. La Comunità
di Carimate è oggi formata dagli abitanti di
diverse località: il centro (il paese), La
Valle, la Stazione e le zone residenziali.
Un tempo esisteva anche la località di Subinago
che è stata completamente distrutta negli Anni
Sessanta per far posto alle zone residenziali. Dal
1º settembre 2009 la parrocchia di Carimate è
una delle quattro parrocchie (insieme a quelle di
Figino Serenza, Montesolaro e Novedrate) che costituisce
la Comunità Pastorale "San Paolo"
della Serenza.
ORIGINI
E CENNI STORICI
In epoca antica si alternarono in questi luoghi popolazioni
di origine ligure, etrusca e quindi gallica, fino al
III secolo a.C., quando i Romani iniziarono a stabilire
un castrum a Como. Le prime notizie dell'esistenza di
Carimate risalgono al 859 d.C., in cui si parla di un
avvocato della Chiesa Milanese, certo Attone da Carimate.
Tra il 983 e il 1002 la famiglia di Attone viene probabilmente
investita del titolo di Capitani di Carimate. Nel 1149
Ardicio dei Capitani di Carimate fa erigere o ingrandire
un insediamento difensivo nella attuale posizione del
castello di Carimate. La costruzione del castello alla
base di quello attualmente esistente risale al 1345,
quando il feudo passa sotto il dominio dei Visconti,
signori di Milano. L'edificio è da questi usato
come postazione di villeggiatura e di caccia, ma è
anche situato in posizione strategica in prossimità
della strada che da Milano va a Como e quindi in Svizzera.
Il castello fa parte di una rete difensiva a nord di
Milano. Si sviluppa un piccolo borgo di personale legato
al castello, case di agricoltori, scuderie. Il castello
ed il borgo annesso rimangono legati ad un ramo secondario
dei Visconti di Milano, sino a quando nel 1795 la famiglia
si estingue con Ludovico Visconti Ajcardi, e i beni
ritornano in parte alla Curia Milanese per via delle
devoluzioni delle investiture feudali. I beni furono
così acquistati nel 1800 da Cristoforo e Carlo
Arnaboldi. Nel 1874 il castello, ora di proprietà
di Bernardo Arnaboldi Gazzaniga, viene sottoposto ad
un radicale intervento di restauro ad opera dell'architetto
Ercole Balossi Merlo, tendenti a ripristinare l'aspetto
che questo doveva avere in epoca medievale secondo i
precetti architettonici impartiti ai primi laureati
del Politecnico di Milano. L'attuale aspetto è
in sostanza il frutto di una ricostruzione in parte
archeologica ed in parte storica e filologica (con qualche
elemento di gusto romantico), attraverso la riscoperta
dell'affresco conservato nell'abside della chiesa dedicata
a Santa Maria dell'Albero (cappella cinquecentesca che
una volta si trovava all'interno delle mura del castello).
Nei decenni seguenti il paese ebbe forte sviluppo anche
in seguito alla realizzazione della linea ferroviaria
Milano-Monza-Como (1849), che ha una stazione nel comune.
La proprietà rimase alla famiglia Arnaboldi fino
al 1957, quando fu interamente ceduta ad una società
immobiliare, che ne fece un centro sportivo e residenziale,
realizzando anche il tuttora esistente campo da golf.
Problemi vari portarono la società a cedere le
diverse proprietà. Le strutture sportive passarono
ad un altro ente che ne è tuttora gestore, mentre
il castello fu venduto nel 1976 ad una società
di registrazione musicale di livello internazionale.
L'edificio fu ristrutturato per adattarlo alle funzioni
tecniche. Nel 1986 il castello di Carimate passò
nuovamente di mano ritrovando la vocazione all'accoglienza
come ristorante ed albergo con antiche sale attrezzate
per meeting e banchetti. Entrambe le trasformazioni,
al fine di adattare la vecchia struttura alle nuove
esigenze, portarono ad interventi di un certo peso sia
sull'apparato decorativo che sulla struttura dell'edificio.
A partire dagli anni '90, le ex scuderie furono trasformate
in un luogo di attrazione civica e culturale ad opera
di una cooperativa di cittadini.
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Popolazione
Residente 4.320 (M 2.128, F 2.192)
Densità per Kmq: 829,2
Superficie: 5,21 Kmq
CAP
22060
Prefisso Telefonico 031
Codice Istat 013046
Codice Catastale B778
Denominazione
Abitanti carimatesi
Santo Patrono San Giorgio e Maria Immacolata
Festa Patronale 8 dicembre
Giorno di Mercato Settimanale giovedì mattina
Località
e Frazioni di Carimate
Montesolaro, Borgata Valle-Stazione
Comuni
Confinanti
Cantù, Cermenate, Figino Serenza, Lentate
sul Seveso (MB), Novedrate.
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