Bozzolo
è un comune della provincia di Mantova in Lombardia.
Bozzolo è sede di una rassegna internazionale
d'arte fondata nel 1954 da don Primo Mazzolari. Tale
rassegna, curata da Aldo Carpi, viene interrotta con
la morte di don Mazzolari nel 1959, per essere ripresa,
in formula biennale, dal 2003. Giunta nel 2019 alla
15.a edizione. Numerosissimi gli artisti e i personaggi
della cultura vincolati alla Rassegna: dai direttori
delle accademie di Brera Franco Marrocco e Venezia
Giuseppe La Bruna, agli accademici Carlo Arturo Quintavalle
e Gloria Bianchino, agli artisti Ugo Riva, Paul Beel,
Pietro Manzo e Alessandro Papetti.
ETIMOLOGIA
Bozzolo, cittadina in provincia di Mantova, sotto
il nome latino di Vaudiolo, Vauxiolo, “piccolo
guado”, compare già in atti notarili
del IX e X secolo; nel 949 è definito castrum,
luogo fortificato, accanto al quale sorgono trenta
case rustiche.
DA VEDERE
Abbazia della Gironda - Sulla
statale per Cremona sorge questo piccolo oratorio,
restaurato nel 1938, sacello dell'antico monastero
benedettino, attestato dal 1101 e attivo fino al XIV
secolo, i cui beni vennero successivamente assegnati
in commenda ad alti prelati, molti dei quali della
famiglia Gonzaga. All'interno una pregevole ancona
seicentesca di legno scolpito e una statua della Beata
Vergine in terracotta policroma della prima metà
del XV secolo, opera di Elia della Marra, buon artigiano
locale. L'oratorio fa parte dell'Azienda "Abbazia
della Gironda".
Cappella dell'Ospedale. Decorata
da Umberto Barbiani, ospitò più volte,
in raccolta preghiera, l'arcivescovo di Milano, futuro
papa Paolo VI poco prima della sua ascesa al soglio
di Pietro.
Chiesa arcipretale di S. Pietro.
È l’antica chiesa degli Agostiniani,
presenti in Bozzolo fin dal 1518, eretta negli anni
Sessanta e Settanta del XVI secolo. Il suo bel campanile
è del 1606. Con la soppressione dell’ordine
religioso alla fine del diciottesimo secolo, chiesa
e convento passano al Demanio, che li cede alla parrocchia
di San Pietro in cambio dell’antica chiesa parrocchiale
romanica con gli edifici annessi sita nell’attuale
via Garibaldi. Il demanio, effettuato il cambio, con
atto del notaio Antonio Pavesi di Cremona il 25 luglio
1804 vendette l’antico tempio ad Angelo Ripari
di Tornata che lo demolì nel 1808. Nel 1804
avviene la traslocazione. L’interno, maestoso
e solenne, a tre navate con cinque cappelle per lato,
è stato interamente affrescato e riccamente
decorato dal pittore veronese Gaetano Miolato tra
il 1926 e il 1929. In fondo alla navata destra, sotto
una potente crocefissione del pittore Borbone, c’è
la tomba di don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo
dal 1932 fino alla morte nel 1959, e realizzata nel
1969 da un bozzetto dello scultore Giacomo Manzù.
Chiesa dei Disciplini. Oratorio
della Beata Vergine Maria della Misericordia, detta
della Disciplina. Edificio di origine cinquecentesca,
voluto dalla locale Confraternita dei Disciplini.
La chiesetta internamente ha subito una radicale ristrutturazione
e ridecorazione nel 1756. Il presbiterio ha una copertura
a botte, con quattro vele, decorate con affreschi
riconducibili alla tecnica del primo Settecento veneto.
A sinistra, abbiamo la cappella dedicata a San Gaetano
da Thiene; alla base, il Santo Sepolcro. A destra,
la cappella ornata da una bella pala, in cui San Francesco
da Paola, fondatore dell’ordine dei Minimi si
incontra con Ferdinando I, re di Napoli attribuita
a Francesco Maria Raineri, detto "lo Schivenoglia".
Chiesa della S.S. Trinità.
Promossa sul finire del XVI secolo dalla Confraternita
della Misericordia, che prende per l'occasione il
nome di Confraternita della Santissima Trinità
(1576), la chiesa sorge nel quartiere d'espansione
voluto da Vespasiano Gonzaga. Viene costruita nel
1617 e ampliata nel 1640 a spese del sagrato antistante
e nel 1700 arricchita di altari e opere d’arte.
La nuova chiesa, nelle forme attuali, viene consacrata
nel 1737. Essa conserva pregevoli opere: nel presbiterio,
la grande pala cinquecentesca della Trinità,
che incorona di Bozzolo, con un panorama del paese
nella parte inferiore, opera di autore cremonese;
del veronese G. Carpioni; l’estasi di San Francesco
di G. Anselmi, infine di Giambattista Natali, di fine
Seicento. Una ‘Madonna col Bambino’, tavola
del Francia, di proprietà della chiesa, è
conservata altrove. Ricchi intarsi marmorei rendono
magnifico l’altare maggiore.
Chiesa di San Francesco. Eretta
fra il 1604 e il 1606 da Giulio Cesare Gonzaga, primo
principe di Bozzolo, con l'intento di farne la cappella
palatina e il proprio mausoleo. È opera dell’architetto
Zilio de’ Zilii di Sant’Ambrogio in Valpolicella.
La facciata è scandita da elementi architettonici
classicheggianti distribuiti in due ordini sovrapposti,
da una grande finestra termale e da un alto classico
timpano triangolare, sormontato da cinque obelischi.
È senza abside; la parete di fondo sfoggia
preziosi marmi neri e inquadra il sepolcro simbolico
del principe, sovrastato da una pala che rappresenta
il Crocifisso con San Francesco e Giulio Cesare. La
tela, del pittore romano Gaspare Celio, è databile
intorno al 1605. Gli affreschi del soffitto sono del
bolognese Andrea Seghizzi che li eseguì nel
1666, mentre gli affreschi alle pareti, per i soggetti
laici proposti, sono riconducibili al 1798, quando
l’oratorio, chiuso al culto, diventa sede di
un circolo costituzionale.
Antica chiesa arcipretale era
dedicata a san Pietro, già prima del 1145,
sorgeva al centro del quartiere più antico
di Bozzolo, corrispondente grosso modo all’attuale
Siberia, in prossimità della curva di via Garibaldi.
Probabilmente era un edificio in stile romano-gotico,
affiancato da una poderosa torre campanaria. In questa
chiesa avvenne il 1º gennaio 1462, l’incontro
fra il marchese Ludovico Gonzaga e i figli Federico
e Francesco, ricordato in una cronaca del tempo che
ha consentito agli studiosi di interpretare una scena
dei dipinti mantegneschi della Camera degli Sposi,
sita al piano nobile del torrione nord-orientale del
Castello di San Giorgio, a Mantova. Il 19 gennaio
1770 Wolfgang Amadeus Mozart e il padre Leopold, in
viaggio per Milano, arrivarono a Bozzolo in serata.
Il “Notiziario” del 26 gennaio 1770 riporta
… "che il detto celebre giovanetto pel
corso di quasi due ore vi abbia dato saggio del suo
portentoso talento, suonando all’improvviso
sul clavicembalo varie suonate di valenti Autori".
La chiesa fu demolita nel 1808.
Sinagoga - L’edificio
ove sorgeva la Sinagoga di Bozzolo, sito nell’attuale
via Bonoldi al nº 10 ma all’epoca (diciassettesimo
secolo) di proprietà della famiglia Cantoni,
posta nel nuovo quartiere progettato da Vespasiano
Gonzaga e realizzato prima dal principe Giulio Cesare
e poi da Scipione Gonzaga, è ora adibita ad
abitazione. L'Arca Sacra è sta trasferita a
Revacha in Israele dopo la seconda guerra mondiale.
Ex Caserma Bianca. Già
sede del Catasto e dell'agenzia delle Entrate, futura
sede museale.
Palazzo Municipale. Costruito
attorno alla metà del XVI secolo (in alcune
stanze esistono ancora frammenti degli antichi affreschi)
è stato restaurato e innalzato tra il 1926
e il 1929 dando alla sua nobile facciata e al suo
alto porticato un tono rinascimentale. La facciata
è stata riaffrescata nel 2008. L’attigua
torre civica, terminata nel 1608, nel 1690 fu abbassata
di circa otto metri, perdendo la sommità che
minacciava di rovinare; per lo stesso motivo nel 1696
venne rimossa anche la balaustrata di marmo che ornava
i finestroni maggiori. Restaurata nel Settecento,
la torre fu dimezzata nel 1959 perché pericolante,
togliendo ai bozzolesi uno dei simboli più
amati della propria identità. Si accede dalla
storica loggia dove sono presenti le testimonianze
del Risorgimento e della Resistenza bozzolese.
Palazzo Casalini. Già
palazzo dei marchesi Gaddi sede del governo provvisorio
della Lombardia nel 1848.
Palazzo del Monte di Pietà.
Fondato per decreto di Vespasiano Gonzaga il 13 luglio
1568, utilizza vari lasciti: quello di Ercole Piatesi
segretario del principe Scipione Gonzaga (15 maggio
1631) permette di erigere il bell'edificio destinato
a ospitarlo. Attuale sede della Biblioteca e dell'Archivio
Storico Comunale si presenta con gli originali soffitti
a cassettone e le testimonianze marmoree del Pio istituto.
Palazzo Piccioni. Dimora dei
conti Piccioni che ospitò due volte l'imperatore
d'Austria Giuseppe II d'Asburgo e successivamente
re Carlo Alberto di Piemonte con il figlio Vittorio
Emanuele II. Dal balcone del palazzo re Carlo Alberto
arringò, il 28 luglio 1848, con il suo proclama
all'Italia, i popoli oppressi dal tiranno straniero.
Qui, per tre mesi, fu ospitato, salvato e curato Alessandro
della Marmora, gravemente ferito nella battaglia di
Goito. Tra gli ospiti illustri si annovera anche il
generale Giuseppe Garibaldi.
Palazzo del Tribunale. Costruito
tra il 1584 e il 1592 da Vespasiano Gonzaga con l’intento
di farne un ospedale per i poveri; l'edificio non
verrà mai usato a questo scopo. Dopo il 1630
diventa proprietà di don Camillo Gonzaga. È
caserma sotto gli austriaci (caserma nera), ospitò
dal 1859 al 1923 il Tribunale civile e penale con
annessa Pretura, commissariato di P.S. ed Archivio
Notarile. Sede di collegio elettorale nel quale, a
livello nazionale, veniva eletto un senatore. Anche
Camillo Benso, conte di Cavour, Giovanni Chiassi e
altri furono eletti in questo collegio.
Palazzo degli Arcipreti. Sono
conservati, oltre agli archivi delle parrocchie di
Bozzolo: anche lo studio di don Primo Mazzolari e
tutti i ritratti degli Arcipreti bozzolesi dal XVI
secolo ad oggi.
Teatro Sociale. Opera dell'architetto
Vergani; qui, tra gli altri, debuttò e concluse
la sua carriera mondiale il tenore Tito Schipa.
Tezzoglio. Antica segheria
e mulino, attracco e punto panoramico alla confluenza
del Delmona con il fiume Oglio. Stazione della Greenway
dell'Oglio - percorso ciclabile di 300 km Adamello-Torre
d'Oglio.
Cimitero ebraico. A Bozzolo
già dall'inizio del sedicesimo secolo è
documentata la presenza di un banco feneratizio gestito
da ebrei, ma è dalla metà di quel secolo
che prende corpo una folta comunità ebraica
a causa dell’espulsione dai domini pontifici
e poi, da parte di Filippo II re di Spagna, dal ducato
di Milano delle comunità ebraiche ivi residenti.
Nel 1611 Isabella Gonzaga di Novellara, moglie di
Ferrante e madre di Scipione Gonzaga, concede alla
comunità l’apertura di un cimitero all’interno
del paese. Poi nel 1797, con la disposizione governativa
che impose lo spostamento dei cimiteri fuori dai centri
abitati, venne concessa l’apertura del nuovo
cimitero, che venne usato fino al 1904. All'interno
sono state collocate alcune lapidi provenienti dall'antico
cimitero. Nel 1999, grazie al generoso intervento
del dott. Claudio Segré, discendente di una
famiglia bozzolese, il cimitero fu restaurato e completato
poi dalla ricostruzione della camera mortuaria.
Antiche mura gonzaghesche.
Nella prima metà del XVII secolo, Giulio Cesare
e Scipione cingono l’intero abitato di mura,
munite di bastioni e lunette e interrotte da due porte,
Porta Cremona e Porta Mantova detta ora porta san
Martino. Le mura sono costruite alla moderna, provviste
di un retrostante terrapieno, con mattoni provenienti
dalle fornaci della zona e materiali ricavati dalla
demolizione delle fortificazioni dei borghi del principato.
La cerchia muraria, nella quale era stata aperta la
breccia detta Barriera Cairoli a fine Settecento,
dagli inizi del XX secolo comincia a essere sentita
come inutile, dannosa, fonte di spese per la comunità,
ostacolo all’espansione economica del borgo:
via via si procede all’abbattimento di vari
tratti verso sud e ovest fino al settimo decennio
del secolo, quando, paradossalmente, nel 1972 circa,
l’Istituto Italiano dei Castelli ne restaura
un breve tratto presso Porta San Martino. Ora ne rimangono
circa 800 metri.
Porta San Martino - Porta Mantova
- Edificata nel XVII secolo e ricostruita nel XIX
secolo.
CENNI STORICI
L’abitato si sviluppa su un terrazzo alluvionale
sovrastante l’Oglio, il quale nei secoli sposta
il suo letto verso nord, liberando la fertile Regona.
Come tutte le terre alla destra del fiume, Bozzolo
appartiene alla diocesi di Cremona ed è dominato,
durante il Medioevo, da grandi famiglie feudali cremonesi,
come i Dovara e i Cavalcabò. Indipendente dal
vescovo è invece la vicina Abbazia benedettina
di santa Maria della Gironda, attestata in epoca matildica
da un’investitura del 1101 e abbandonata dai
monaci nel XIV secolo. Il borgo fu concesso dal Barbarossa
in signoria ai Cavalcabò di Cremona che lo
possiedono fino al XV secolo. Come altri paesi dell’Oltre
Oglio, così Bozzolo nel 1408 passa sotto il
dominio dei Gonzaga, signori di Mantova e, nel 1478,
con Gazzuolo, San Martino, Rivarolo, Commessaggio,
Sabbioneta, Pomponesco e Isola Dovarese, viene incluso
in una consignoria, autonoma rispetto ai Gonzaga di
Mantova e dipendente solo dal Sacro Romano Impero,
assegnata per testamento da Lodovico, secondo marchese
di Mantova, ai figli cadetti cardinal Francesco e
Giovan Francesco, e ai loro eredi. Le “terre”
di questa consignoria vengono gestite come una sorta
di “condominio” e costituiscono uno stato
autonomo. Dal 1315 al 1701 fu possedimento del ramo
cadetto dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo. Alla
fine del Cinquecento, per volere del duca Vespasiano
Gonzaga, Bozzolo venne cinta da mura. Nel 1594 ottenne
il titolo di città. La famiglia distribuisce
le diverse terre ai propri membri, che le governano
e le abbelliscono. Ricordiamo i più importanti
signori di Bozzolo. Vespasiano (1531-1591), benché
risieda a Sabbioneta, di cui è duca, tuttavia
riorganizza urbanisticamente Bozzolo, ne raddoppia
la popolazione, portandola a quasi quattromila persone,
e pone le premesse per la nascita di una seconda parrocchia;
inoltre, munisce il castello, già ricostruito
secondo moduli rinascimentali dal capostipite Giovan
Francesco, di una possente cinta fortificata con baluardi
a prova di cannone; il complesso verrà demolito
nel 1812. Il suo successore Giulio Cesare, nel 1594,
ottiene dall’imperatore Rodolfo II la trasformazione
della consignoria in un feudo imperiale, per Bozzolo,
che ne diventa la capitale, il titolo di città
e per sé quello di principe. Gli succedono
in ordine il nipote Scipione e i suoi figli Ferdinando
e Giovan Francesco, entrambi senza discendenti. Il
principato, nel 1703, è assegnato ai Gonzaga
duchi di Mantova e, nel 1708, ai Gonzaga duchi di
Guastalla; nel 1746, passa all’Impero che, nel
1771, ne cancella l’autonomia annettendolo alla
Lombardia austriaca. Bozzolo, sotto l’imperatore
Giuseppe II, per il biennio 1786-1788, è anche
capoluogo di provincia. La sua storia successiva coincide
con quella della Lombardia; nel 1848, per pochi mesi,
da aprile a luglio, è sede del Commissariato
straordinario per i servizi amministrativi e finanziari
riguardanti le terre mantovane liberate; nel 1859,
entra a far parte del Regno d’Italia. Fra XIX
e XX secolo la città vive un periodo di prosperità
economica e è punto di riferimento di tutto
il circondario per i servizi e gli uffici amministrativi
e giudiziari che vi hanno sede (Ospedale, Catasto,
Pretura, Tribunale civile e penale, magazzini e negozi).
Già alla fine del XVI secolo la popolazione
del paese eccedeva largamente il ridotto territorio
agricolo disponibile e aveva bisogno di occupazioni
manifatturiere: ricordiamo la filanda della seta,
già attiva nel Settecento, la fabbricazione
di stoviglie, durata fino a tutto l’Ottocento,
la produzione di carrozze leggere e veloci, che dalla
prima metà dell’Ottocento giunge con
notevole fortuna fino al secondo dopoguerra (le famose
“Baracchine” di Bozzolo), il calzificio
e l’industria meccanica dei primi decenni del
Novecento, infine l’industria lattiero-casearia
del secondo dopoguerra. Per questi motivi la crisi
dell’agricoltura degli ultimi anni non ha modificato
la consistenza demografica del paese, mantenutasi
per quattro secoli e fino a oggi sui quattromila abitanti.
Un episodio importante del secolo scorso è
rappresentato dall’unione delle due parrocchie
della Santissima Trinità e di San Pietro nell’unica
parrocchia di San Pietro Apostolo, attuata nel 1932,
quando don Primo Mazzolari, un sacerdote che appartiene
alla storia religiosa, culturale e politica del suo
tempo, viene nominato arciprete e parroco di Bozzolo,
incarico mantenuto fino alla morte, avvenuta nel 1959.
L'11 novembre 2016 il presidente della Repubblica
Sergio Mattarella si è recato in visita a Bozzolo
sulla tomba di don Primo Mazzolari. Il 20 giugno 2017
papa Francesco si è recato in visita a Bozzolo
per ricordare la figura di don Primo Mazzolari.