Alfianello
è un comune della provincia di Brescia, in
Lombardia.
ETIMOLOGIA
Il toponimo deriva da Alfiano nuovo, una frazione
di Corte de' Frati, che a sua volta proviene dal
nome latino di persona Alfius al quale è
stato aggiunto il suffisso –anus, che indica
appartenenza.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La nascita del primo nucleo abitato nel territorio
del Comune di Alfianello risale all'età del
bronzo. Sul fiume Oglio, nel tratto che attraversa
il territorio alfianellese sono stati ritrovati
resti di un centro abitato palafitticolo affine
alla cosiddetta "cultura di Remedello"
. Sono stati portati alla luce interessanti reperti
archeologici, quali un antico e rudimentale aratro,
vasellame, vasi con iscrizioni etrusche, utensili
di uso comune (ora custoditi nel Museo di Manerbio)
. Sul fondo del fiume sarebbero celate almeno due
rudimentali imbarcazioni, avvistate nel corso dei
secoli durante particolari secche del fiume, non
si può dire se di epoca preistorica o medioevale.
Il villaggio in seguito abitato da celti di etnia
Cenomane, venne poi romanizzato al tempo della centuriazione
della pianura, dopo la conquista della Gallia. Secondo
le fonti architetto della centuriazione fu il giureconsulto
romano (di origine cremonese) Alfeno Varo, da cui
sarebbero derivati, secondo alcuni, vari toponimi
della zona (Alfiano, Alfianello, la valle Alfiana).
Non vi è comunque certezza sull'origine del
nome del Paese. L'insediamento romano originario,
venne spostato dalle sponde del fiume e costruito
su un piccolo rialzo del terreno, che digradava
verso l'Oglio in forma di palude. L'impianto originario
dell'attuale paese, ancora visibile, ricorda in
tutto la forma quasi perfettamente rettangolare
di un accampamento romano, con una zona più
rialzata adibita a castrum (attuale castello). Dopo
la caduta dell'Impero romano la zona venne occupata
stabilmente dai Longobardi (con corti a Brescia
e Leno). Il paese continuò ad essere abitato.
Si trova traccia del nome di Alfianello su un atto
di donazione in cui la vedova di un funzionario
Longobardo, donava il borgo e altre terre della
zona al Monastero di San Salvatore. Con il passaggio
ai monaci il Paese riprese vigore, dopo i periodi
bui delle invasioni barbariche. Si succedettero
vari ordini religiosi, tra cui una significativa
presenza dell'Ordine cluniacense (Alfianello fa
parte dei cosiddetti "Paesi cluniacensi").
Venne bonificato il territorio convogliando le acque
paludose in due alvei principali e venne ripresa
la coltivazione e soprattutto l'allevamento dei
suini. Nel territorio di Alfianello, da sempre paludoso,
non fu mai possibile operare coltivazioni intensive,
mentre trovavano un naturale habitat i suini, che
qui furono allevati fin dall'avvento dei Celti.
Proseguita sotto l'impero romano, e poi con i Longobardi,
l'attività intensiva di allevamento divenne
la vera ricchezza della popolazione per l'opera
dei monaci. Dal rinascimento fino all'800, le varie
famiglie nobili avevano in Paese palazzi rurali
con annesso allevamento di suini. Questa presenza
costante ha dato origine ad una attività
e ad una esperienza nel settore della lavorazione
della carne di maiale che ha radici millenarie.
Particolarmente apprezzato e famoso il "salame
di Alfianello", denominazione registrata. Il
Paese diede i natali a Ludovico Pavoni, appartenente
alla omonima famiglia, che divenne sacerdote e grande
innovatore nella educazione dei fanciulli, precursore
e maestro di San Giovanni Bosco, fatto beato dalla
Chiesa. Ad Alfianello nell'anno 1883 cadde il meteorite
(bolide) più grande che sia mai stato catalogato
in Europa, del peso di quasi due quintali. La notizia
ebbe grande eco in tutta la comunità scientifica
dell'epoca. Frammenti del meteorite sono esposti
nei maggiori musei del mondo. La famiglia sui terreni
della quale il meteorite atterrò usa ancora
la denominazione "bolide" nelle etichette
dei prodotti che escono dal suo caseificio.