Viterbo
è una città del Lazio capoluogo dell'omonima
provincia. Conosciuta in tutto il mondo come la Città
dei Papi, è situata al centro della provincia,
a ridosso dei MontiCimini e vicina al Lago di Vico
ed anche a quello di Bolsena. In provincia di Viterbo
si trovano centri molto importanti come Soriano nel
Cimino, Civita Castellana e Tarquinia. Netta la differenza
urbanistica fra il centro storico di stampo prettamente
medievale e la periferia caratterizzata da palazzi
di concezione moderna. Appena fuori del centro di
Viterbo ci sono le rinomate Terme dei Papi e la sorgente
termale del Bullicame, citata anche da Dante Alighieri
nel canto XIV dell'Inferno, che alimenta la grande
piscina natatoria della Terme dei Papi e varie "pozze".
Altre sorgenti, tutte appartenenti al bacino del Bullicame
alimentano altre "pozze" disseminate nella
campagna circostante. Nella immediate vicinanze della
città c'è la necropoli etrusca di Castel
d'Asso, e ad appena nove chilometri le rovine della
"splendidissima" Ferento. La città
vive di un'economia prevalentemente terziaria: oltre
ad essere capoluogo di provincia, è sede universitaria,
sede militare del Comando dell'Aviazione dell'Esercito
(AVES) e relativo Centro di addestramento, nonché
della Scuola Sottufficiali Esercito (SSE, ex Scuola
Allievi Sottufficiali - SAS) e della Scuola Marescialli
Aeronautica Militare (SMAM).
ETIMOLOGIA
Deriva da Viterbium forse legato a vetus urbs, ossia
"vecchia città".
CENNI
STORICI
Si hanno tracce di insediamenti neolitici ed
eneolitici e qualche segno etrusco nella lontana storia
di Viterbo, ma molti storici sono portati a credere
che nel periodo etrusco l'insediamento non raggiungesse
lo stato di vicus, a differenza degli storici quattrocenteschi
che supponevano una tetrapoli etrusca, fuorviati dalla
sigla FAVL che secondo le teorie di frate Annio, era
formata dalle iniziali di quattro villaggi (Fanum,
Arbanum, Vetulonia, Longula). Probabilmente dopo la
conquista romana fu costituito in stazione militare,
chiamato Castrum Herculis per la presenza in loco
di un tempio dedicato all'eroe mitologico (il leone
simbolo di Viterbo deriva da questo aneddoto). La
città medievale tuttavia trae origine da un
"castrum", una fortificazione longobarda
posta al confine tra i loro possessi nella Tuscia
e il ducato bizantino di Roma: il colle di San Lorenzo,
ricordato nella donazione di Sutri tra i possessi
che Liutprando promette alla Chiesa nel 729, fu fortificato
nel 773 da Desiderio, nell'ultimo periodo della sua
contesa con Carlo Magno. Dell'852 un documento papale
che riconosce il Castrum Viterbii proprietà
delle terre di San Pietro, mentre Ottone I annovera
il castello tra i possessi della Chiesa. Nel sec.
XI, l'incremento demografico contribuì alla
nascita di nuclei abitativi fuori dal castrum, e,
attorno al 1090, a un primo tratto di mura; nel 1099
la scelta dei primi consoli sancisce il passaggio
a istituzioni comunali. È il XII secolo il
periodo in cui Viterbo, libero comune, si assicura
il possesso di numerosi castelli: in tal senso laprotezione
di Federico I (presente nella città nel 1162)
, e il suo riconoscimento del comune viterbese, conferisce
legittimità alla sua politica di espansione.
Nel 1172 viene distrutta la città di Ferento
il cui simbolo (una palma) viene aggiunto a quello
di Viterbo (il leone) emblema tutt'ora vigente, attorno
al 1190 viene assediata Corneto, l'imperatore attacca
Roma con l'esercito viterbese. Il "districtus"
del comune aumenta considerevolmente. Ulteriore elemento
che accresce il prestigio e l'importanza politica
di Viterbo, è la sua elevazione a cattedra
vescovile nel 1194 ai danni di Tuscania, la cui precedente
predominanza nella Tuscia romana viene meno. All'inizio
del XIII secolo la città viene inserita nell'orbita
papale, soprattutto con il disegno di Innocenzo III,
che tentò di costituire uno stato territoriale:
Viterbo nel 1207 ospitò il Parlamento degli
stati della Chiesa. Tuttavia, insofferente per la
presenza papale, la città invocò la
protezione di Federico II: si apre così fino
al 1250 circa un periodo di lotte interne tra guelfi
(la famiglia dei Gatti) e ghibellini (i Tignosi).
Si inserisce in questo contesto di aspre lotte civili
e religiose la vita della più illustre figlia
di Viterbo: Santa Rosa (da Viterbo), che visse tra
il 1233 e il 1251. Si ricordano non solo suoi miracoli
in vita e post mortem, ma anche, benché fosse
giovanissima morendo ad appena 18 anni, la sua coraggiosa
predicazione contro gli eretici e i ghibellini, che
animò i Viterbesi a resistere contro l'assalto
dell'esercito di Federico II.
Il
fallito assedio di Federico II nel 1243, e il successo
dei Guelfi sancisce per la seconda metà del
XIII secolo la definitiva politica filo-papale: la
famiglia dei Gatti monopolizza le cariche municipali
e i pontefici scelgono Viterbo come sede papale. L'episodio
discriminante, che attira l'attenzione su Viterbo,
è l'elezione pontificale di Gregorio X: i cardinali
che dovevano eleggere il successore di Clemente IV
si riunivano inutilmente da quasi tre anni, quando
il popolo viterbese sdegnato di tanto indugio, sotto
la guida del Capitano del popolo Raniero Gatti, giunse
alla drastica decisione di chiudere a chiave i cardinali
nella sala dell'elezione (clausi cum clave), nutrirli
a pane e acqua, e scoperchiare il tetto lasciandoli
alle intemperie, finché non avessero eletto
il nuovo Papa; così abbastanza rapidamente
i cardinali scelsero il piacentino Tedaldo Visconti,
che era arcidiacono di Liegi (quindi neanche prete).
Il nuovo papa prenderà il nome di Gregorio
X ( 1271 ). Il nuovo papa, vista la bontà della
"clausura", stabilì che anche le
future elezioni papali avvenissero in una sede chiusa
a chiave: era nato il Conclave ! Dal 1261 al 1281
in Viterbo si tennero ben cinque conclavi. Nell'ultimo
di questi il popolo sobillato da Carlo d'Angiò,
irruppe nella sala del conclave e mise al carcere
duro il cardinale Matteo Orsini. Il nuovo papa che
uscì da questo conclave funestato dall'invasione
delpopolo viterbese fu un francese, proprio come voleva
Carlo d'Angiò. Martino IV, appena eletto, anziché
ringraziare i viterbesi che mettendo in difficoltà
i cardinali della famiglia Orsini, avevano favorito
la sua elezione, lancerà sulla città
di Viterbo un pesante interdetto e l'abbandonerà
in fretta e furia con tutta la corte pontificia. Si
chiude con questo spiacevole episodio, il periodo
aureo di Viterbo. I papi non verranno più ad
abitare in questa splendido comune dell'alto Lazio.
Infatti, con la curia papale a Viterbo, questa città
aveva raggiunto il suo massimo splendore. Economico,
come centro posto lungo vie di comunicazione importanti,
e architettonico, con l'edificazione di edifici pubblici
municipali, torri, chiese nel fiorire dello stile
gotico che i cistercensi avevano inaugurato nel luogo
con l'Abbazia di S. Martino al Cimino. L'esilio avignonese
dei papi contribuì alla decadenza della città
e al riaprirsi delle lotte interne. L'effimera ricostituzione
del Patrimonio di S. Pietro del cardinale Egidio Albornoz,
non impedì ai nobili Gatti e ai prefetti di
Vico di imporsi, con istituzioni ormai di tipo signorile,
a Viterbo. L'età moderna per Viterbo è
un periodo di scarsa vitalità, economica e
culturale: dal XVI secolo la città segue le
sorti dello Stato della Chiesa e vede tramontare del
tutto la vocazione internazionale che aveva assunto
nei secoli del basso medioevo. Viterbo nel 1867 con
la colonna garibaldina Acerbi fu testimone della sfortunata
Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma
conclusa a Mentana il 3 novembre con la sconfitta
di Garibaldi da parte dei pontifici e francesi. Con
l'unità d'Italia, aggregato quasi tutto il
Lazio nella provincia di Roma, Viterbo perse la qualifica
di capoluogo, che le fu restituita solo nel 1927.
DA
VEDERE
Il centro di Viterbo offre numerosissime oltre che
importanti opere d'arte. La più famosa è
certo il Palazzo dei Papi, costruito fra il 1255 e
il 1266 sul colle di San Lorenzo per proteggere il
pontefice, con la celebre loggia formata in un solo
lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate
che si intrecciano formando una elegante trabeazione.
Dalla loggia si entra nella grande Sala del Conclave,
teatro della famosa elezione di papa Clemente X (vedi
sopra).
Accanto
al Palazzo dei Papi sorge anche il Duomo cattedrale,
dedicato a San Lorenzo. Poco distante da piazza del
Duomo si estende il vecchio quartiere medievale, conservato
quasi integro, di San Pellegrino. Interessante anche
la Piazza del Plebiscito, meglio conosciuta dai Viterbesi
come "Piazza del Comune" dove ha sede il
Municipio e la Prefettura. A lato del Corso, la Chiesa
di Santa Rosa, edificata su una piccola altura accanto
alla casa della patrona di Viterbo. Degni di menzione
anche la Piazza della Rocca, Piazza Fontana Grande,
la torre del Branca detta della Bella Galliana vicino
alla Porta Faul, le mura con le 2 porte principali
(Porta Romana e Fiorentina). Antichissima è
la chiesa di San Silvestro.
La
chiesa di Santa Maria Nuova è una delle più
antiche di Viterbo: risale, infatti, al 1080. Fu edificata
sui resti di un tempio dedicato a Giove Cimino, la
cui testa scolpita (che molti credettero in passato
raffigurasse Gesù) si sporge sopra il portale.
In un angolo esterno dell'edificio, figura un pulpito
in pietra cui si accedeva tramite una scala di legno.
Da esso predicò, nel 1266, San Tommaso d'Aquino.
All'interno è conservata una collezione di
pittura viterbese del periodo che va dal XIV al XVI
secolo. Nella navata di sinistra, in fondo, si trova
un pregevole trittico bizantino del 1180 di cuoio
che raffigura il Cristo. Le navate laterali presentano
un soffitto retto da capriate lignee e decorato da
formelle in ceramica. Nel Battistero da notare l'affresco
con i Santi Giovanni Battista, Girolamo e Lorenzo,
di Antonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura,
affine per alcuni aspetti ad Antoniazzo Romano e per
altri al Perugino. A un lato dell'altare maggiore,
è posto un ingresso all'antica cripta paleocristiana.
Una scala posta all'esterno dell'abside conduce ad
un chiostro, erroneamente definito "longobardo".
Il chiostro è rimasto sepolto e sconosciuto
fino agli anni '80 (non esistevano riferimenti o testimonianze
che ne suggerissero l'esistenza), finché il
crollo di un'ala del refettorio non ha condotto alla
sua scoperta.
Fuori
dal centro ma sempre nel territorio comunale importantissima
è la Necropoli di Castel d'Asso, la prima ad
essere scoperta cronologicamente, e si suppone a suo
tempo la più vasta. A due chilometri da Viterbo,
uno dei più notevoli esempi di arte rinascimentale
italiana: la Basilica della Madonna della Quercia,
primo monumento nazionale viterbese; sulla facciata
maestosa si possono ammirare tre lunette di Andrea
della Robbia, all'interno della chiesa pitture di
fra Bartolomeo della Porta, soffitto a cassettoni
della navata centrale, progettato da Antonio da Sangallo
il giovane, tempietto di Andrea Bregno. Nella frazione
di Bagnaia, importantissima è la Villa Lante,
definita dal Sitwell: One of the most beatiful places
in the world. Particolari
della città sono anche le numerose gallerie
sotterranee scavate nel tufo, che mettono in comunicazione
gran parte degli edifici del centro storico. Oggi
sono utilizzate come cantine; sono state utilizzate
ancora nella Seconda guerra mondiale come rifugio
della popolazione durante i bombardamenti aerei che
colpirono duramente la città nel 1943-44. Da
non dimenticare infine il grandioso Presepe, oggi
presso il Museo Civico, opera del pittore viterbese
del XV secolo Antonio del Massaro, detto il Pastura.
MUSEI
Museo Nazionale Etrusco, allocato nella Rocca dell'Albornoz
Museo Civico, riaperto negli spazi del convento di
S. Maria della Verità nel 1994
Museo della Ceramica della Tuscia, aperto nel 1996
Museo del Colle del Duomo, in piazza san Lorenzo
MANIFESTAZIONI
25 marzo, Fiera dell' Annunziata.
Maggio: San Pellegrino in Fiore, dove il quartiere
medievale viene totalmente ricoperto di fiori e piante.
Primavera\estate: Festival Barocco, rassegna internazionale
di musica classica.
4 settembre festa di Santa Rosa, com-patrona della
Città. La sera precedente, il 3 settembre,
avviene il trasporto della Macchina di Santa Rosa,
imponente costruzione votiva trasportata dai Facchini
di Santa Rosa.
Settembre Viterbese, un mese di festeggiamenti e eventi.