Tuscania
è un comune in provincia di Viterbo e dista
dal capoluogo circa 18 km. Tuscania, come molti dei
comuni limitrofi e come tipico di questa zona del
viterbese, sorge su alcuni (in questo caso, sette)
promontori di roccia tufacea posti tra i fiumi Marta
e Capecchio che dominano, permettendone il controllo,
la valle del Marta (ovvero un'importante via di comunicazione
e transumanza che univa, fin dalla preistoria, il
lago di Bolsena con il mar Tirreno, nei pressi dell'attuale
Tarquinia). Da citare come curiosità le leggende
mitologiche sull'origine della città: la prima,
riportata dallo storico romano Tito Annio Lusco, vorrebbe
Tuscania fondata dal figlio di Enea, Ascanio, sul
luogo del ritrovamento di dodici cuccioli di cane
(da cui il nome latino Tus-cana) mentre una seconda
indica come fondatore Tusco, figlio di Ercole e di
Araxe.
ETIMOLOGIA
Essendo l'antico centro etrusco Tuscana poi diventato
romano, riflette l'antico nome del popolo etrusco
tuscus.
DA
VEDERE
Castello del Rivellino
Torre di Lavello
Mura di Tuscania
Fontana delle Sette Cannelle o del Butinale, di origine
etrusco-romana
Necropoli di Pian di Mola
Necropoli etrusca e Tomba della Regina (detta anche
"Grotta della Regina"), situata presso la
chiesa della Madonna dell'Olivo
MUSEI
Museo Archeologico Nazionale Etrusco
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa romanica di San Pietro in Tuscania
Duomo, dedicato a San Giacomo
Chiesa romanica di Santa Maria Maggiore
Chiesa di Santa Maria della Rosa, romanica
Chiesa di Santa Maria del Riposo, rinascimentale
MANIFESTAZIONI
Festa di Sant'Antonio Abate e Sagra della Frittella
di Cavolfiore (domenica più vicina al 17 gennaio).
ORIGINI
E CENNI STORICI
Oltre ad alcune tracce risalenti già al paleolitico,
i rinvenimenti presso le necropoli etrusche delle
Scalette e del Pantacciano fanno datare i primi importanti
insediamenti in questa zona tra l'età del rame
e quella del bronzo antico (cioè tra il terzo
e la prima metà del secondo millennio a.C.).
La prima importante fase di espansione degli insediamenti
della zona, legata allo sviluppo della civiltà
etrusca e rientrante nella tendenza nella regione
al sorgere in tale periodo di piccole città
stato, ebbe inizio a partire dall'VIII secolo a.C.
con l'urbanizzazione dell'acropoli posta sul colle
di San Pietro (attualmente all'esterno della cinta
muraria cittadina). In questo periodo non è
possibile parlare di un unico centro abitato ma (come
anche indicato dal rinvenimento sul territorio di
dodici distinte necropoli rupestri), più probabilmente,
di un insieme di piccoli villaggi a vocazione prevalentemente
agricola che avevano come punto di riferimento economico,
amministrativo e religioso proprio il colle San Pietro
che divenne, in breve, uno dei più importanti
centri politici e religiosi della Tuscia. Nei secoli
successivi la posizione geografica della città,
posta a metà strada tra il mar Tirreno, il
lago di Bolsena e l'Etruria interna, come anche il
controllo della valle del Marta, favorirono lo sviluppo
ed il prosperare della Tuscania etrusca (con il nome,
all'epoca, di Tusena) trasformandola da insieme di
insediamenti prevalentemente agricoli a città
commerciale, fino a diventare una delle più
importanti città della lucumonia di Tarquinia
e centro della rete viaria di collegamento tra la
costa e l'entroterra. A partire dal IV secolo a.C.,
in seguito alla sconfitta ad opera dei Greci delle
città etrusche della costa, assunse importanza
anche il commercio marittimo, esercitato da Tuscania
per mezzo del porto di Regas (nei pressi dell'attuale
Montalto di Castro). Non vi sono testimonianze storiche
della partecipazione di Tuscania alle battaglie che,
intorno al 280 a.C., portarono alla sottomissione
delle città etrusche dell'Alto Lazio a Roma;
il passaggio di Tuscania sotto la dominazione romana
avvenne dunque, con buona probabilità, in maniera
pacifica; di tale dominazione Tuscania non ne risentì
ma ne trasse, al contrario, vantaggio: venne potenziata
l'agricoltura e vi fu il fiorire di botteghe artigiane
per la produzione di sarcofagi decorati prodotti sia
in terracotta che in nenfro (una varietà di
tufo: l'ignimbrite trachitica). La costruzione di
acquedotti, di terme e, in primo luogo quella - intorno
al 225 a.C. - di una delle più importanti direttrici
di comunicazione dell'epoca, la via Clodia, fecero
di Tuscania uno dei più importanti centri della
zona. A seguito della cosiddetta guerra sociale (90
a.C. - 88 a.C.), Tuscania fu poi eletta municipium
romano ed assegnata alla tribù Stellatina.
In seguito, nel V secolo, divenne una delle prime
sedi vescovili in Italia rimanendo tale fino al 1653.
A seguito del crollo dell'Impero Romano d'Occidente,
Tuscania fu travolta, al pari del resto dell'Italia,
da diverse invasioni barbariche venendo successivamente
occupata dagli Eruli, dai Goti e dai Longobardi i
quali la conquistarono, guidati da Alboino, nel 569,
l'anno successivo alla loro discesa in Italia (o,
secondo altre fonti, nel 574). A tale dominazione
pose fine, due secoli più tardi, la conquista
del regno longobardo da parte dei Franchi di Carlo
Magno, nel 774. Pochi anni più tardi, nel 781,
con la donazione da parte di Carlo Magno al Papa Adriano
I, la città entrò a far parte del patrimonio
della Chiesa.
Dal 967 al 1066 fu soggetta alla famiglia degli Anguillara,
dal 1080 fu poi feudo degli Aldobrandeschi e, successivamente,
dei Marchesi di Toscana; nel 1081 venne assediata
dalle truppe di Enrico IV, il quale era sceso in Italia
a fine marzo a seguito della seconda scomunica inflittagli
da Papa Gregorio VII (la prima delle quali legata
al famoso episodio di Matilde di Canossa).
Nel XII secolo divenne libero comune esercitando il
proprio dominio su di un vasto territorio che comprendeva
numerosi castelli tra i quali quelli di Ancarano,
Acquabona, Canino, Carcarella, Cellere, Montalto di
Castro, Piansano e Tessennano. Nel XIII secolo il
possesso della città rimase al centro delle
lotte di potere fra l'impero ed il papato che portarono
Federico II di Svevia a conquistarla entrando in città
il 2 marzo del 1240 e la città a dotarsi di
ampie mura che la proteggessero da attacchi esterni.
Nel 1222 il soggiorno di San Francesco d'Assisi a
Tuscania diede avvio ad un periodo di forte ripresa
del sentimento religioso cittadino ed alla costruzione
di numerosi monasteri nel territorio circostante.
Le contese tra le famiglie di Guelfi e Ghibellini,
l'occupazione subita e la crisi economica dovuta alla
perdita di importanza della via Clodia diedero inizio
ad un primo periodo di decadenza e di perdita di prestigio
di Tuscania a favore della vicina Viterbo la quale
era stata anch'essa elevata al rango di sede vescovile
da Papa Celestino III, nel 1192.
All'inizio del XIV secolo risale inoltre il curioso
cambio di nome della città: i termini della
resa, conseguente alla fallita spedizione militare
contro Papa Bonifacio VIII, imposero infatti, oltre
al pagamento di un consistente tributo in grano, all'invio
annuale di otto giocatori per le feste del Testaccio
a Roma, all'asportazione della campana comunale e
delle inferriate poste alle porte d'ingresso della
città, anche il cambio del nome, in senso dispregiativo,
da Tuscana a Tuscanella.
Durante il governo del legato pontificio cardinale
Egidio Albornoz (inviato da Papa Innocenzo VI, tra
il 1353 ed il 1367, a ripristinare il controllo pontificio
sui territori della Chiesa nel corso della cattività
avignonese) la città visse un periodo di tranquillità
relativa, anche se non duratura.
Martino V, eletto papa al termine del Concilio di
Costanza (che aveva messo fine allo Scisma d'Occidente),
come riconoscimento della lealtà della città
alla causa pontifica nominò Tuscania nel 1421
contea e ne diede l'investitura al capitano di ventura
Angelo Broglio da Lavello detto il Tartaglia, colui
il quale durante lo stesso Concilio di Costanza aveva
assunto la carica di Rettore del Patrimonio della
Chiesa: questi stabilì in città la propria
residenza costruendovi alcuni edifici (ancor oggi
è possibili ammirare la Torre del Lavello)
e realizzandovi un'ampia piazza d'armi.
Sul finire del secolo, nel 1495, Tuscania fu saccheggiata
dall'esercito francese di Carlo VIII il quale, proveniente
da Firenze e diretto al sud per occupare il Regno
di Napoli quale erede di Maria d'Angiò, trovò
la città in gran parte sguarnita di difese:
il cardinale Giovanni Vitelleschi da Corneto inviato
da Papa Eugenio IV a sedare la lunga serie di lotte
tra signorotti locali e le continue ribellioni della
città (come quella del 1491 che aveva portato
i tuscaniesi ad impiccare sul colle Rivellino il commissario
pontificio Bernardone Della Posta per protestare contro
le pesanti gabelle) nonché a restituire il
possesso della stessa al papato aveva infatti, solo
poco tempo prima, fatto radere al suolo la maggior
parte delle fortificazioni difensive che si trovavano
sul territorio tuscaniese. In seguito a tale avvenimento
ebbe inizio per Tuscania un periodo di lento declino
che, nei secoli successivi, tenne la città
ai margini degli avvenimenti storici più importanti:
Tuscania seguì, senza più registrare
avvenimenti degni di rilievo, le sorti dello Stato
della Chiesa fino al 1870 e solo dopo l'Unità
d'Italia cominciò, progressivamente, una relativa
ripresa sociale ed economica. Il 12 settembre 1911
un Regio Decreto restituì infine alla città
il suo antico nome. Alle 19:09 del 6 febbraio 1971
un terremoto semidistrusse Tuscania, provocando 31
morti, il lesionamento ed il crollo di molte case
ed edifici tra i quali le chiese romaniche di San
Pietro e Santa Maria Maggiore che furono successivamente
restaurate. Nel 1997 il Lazio ha istituito, con la
legge regionale 29, la "Riserva Naturale di Tuscania",
di circa 2000 ettari.