Sutri
è un comune che dista circa 34 km da Viterbo
e circa 50 km da Roma (circa 35 km dall'uscita Cassia
Bis del GRA). Sutri sorge su un imponente rilievo
di tufo che domina la via Cassia. Le sue origini sono
molto antiche e presenta evidenti testimonianze del
suo passato: un anfiteatro romano completamente scavato
nel tufo, una necropoli etrusca formata da decine
di tombe scavate nel tufo, mura etrusche incorporate
da quelle medievali, un mitreo incorporato da una
chiesa (della Madonna del Parto), un Duomo di origine
romanica. Il comune di Sutri fa parte dell'Associazione
dei Comuni Italiani sulla Via Francigena, come passaggio
per i pellegrini diretti a Roma da nord. Il comune
di Sutri ha ricevuto nel 2003 dal Touring Club Italiano
e dalla Regione Lazio la Bandiera Arancione come attestato
di qualità turistica ed ambientale. Sutri può
essere raggiunta in auto da Roma o da Viterbo percorrendo
la via Cassia (da Roma si consiglia dal GRA l'uscita
Cassia Bis/Veientana). Sono effettuati frequenti collegamenti
per entrambe le città dalle linee Co.Tra.L..
Un ulteriore collegamento disponibile, ma sconsigliato,
è il treno da Roma a Capranica. Per raggiungere
Sutri dall'autostrada A1, è consigliabile uscire
a Magliano Sabina, percorrere la Flaminia seguendo
le indicazioni prima per Civita Castellana, poi per
Nepi/Cassia, infine per Sutri.
ETIMOLOGIA
Anticamente chiamato Sutrium, potrebbe derivare dall'etrusco
Suthri, forse dal tema sutro (sterile) riferito all'aridità
della terra.
MANIFESTAZIONI
Nella settimana che include il 16 settembre, dies
natalis della patrona Santa Dolcissima, vengono organizzate
manifestazioni che comprendono una processione religiosa
con il simulacro della Santa ed uno spettacolo pirotecnico
con fiaccolata all'interno dell'anfiteatro la domenica
sera.
Il
17 gennaio, giorno dedicato a Sant'Antonio abate,
viene organizzata una sfilata di cavalli e, nella
domenica successiva, viene conteso un palio. La festività
è legata ad una leggenda secondo cui il santo
avrebbe salvato, nel XIX secolo, gli animali del paese
da una grave epidemia.
A
giugno, in occasione del Corpus Domini, viene organizzata
una processione religiosa ed una splendida infiorata
lungo la strada principale del paese.
In
occasione del Natale, viene organizzato il presepe
vivente presso la necropoli rupestre.
Durante
l'estate Sutri collabora al Festival Barocco, un festival
di musica classica della Tuscia Viterbese con numerosi
concerti, spesso gratuiti, che a Sutri si svolgono
nella Chiesa di S. Francesco, sconsacrata e poi riconsacrata,
a Villa Savorelli, o presso l'anfiteatro. In passato
hanno partecipato al Festival musicisti del calibro
di Severino Gazzelloni e Gustav Leonhardt.
Una
delle prime due domeniche di settembre si tiene ogni
anno la sagra del fagiolo. Il fagiolo di Sutri, detto
"della Regina" è una varietà
molto apprezzata per il sapore e l'alta digeribilità.
Altri prodotti tipici locali sono i funghi porcini
e i vini.
MUSEI
Museo del Patrimonium di Sutri
Mostra Mineraria Permanente
EDIFICI
RELIGIOSI
Santa Maria Assunta
San Francesco
San Silvestro
San Sebastiano
San Rocco
Santissima Concezione
Santa Maria del Tempio
Madonna del Parto
EDIFICI
STORICI
Anfiteatro romano di Sutri
Villa Savorelli
Porta Vecchia
Necropoli di Sutri
Torre degli Arraggiati
ORIGINI
E CENNI STORICI
La storia di Sutri (anticamente Sutrium) è
testimoniata dai numerosi ritrovamenti archeologici
nella zona appartenenti a diverse epoche. Le sue origini
sono molto antiche, probabilmente risalenti all'età
del bronzo. La sua fondazione è, secondo la
leggenda, da attribuirsi ad un antico popolo di navigatori
orientali, i Pelasgi. Altre leggende parlano della
fondazione da parte di Saturno, che appare a cavallo
con tre spighe di grano in mano nello stemma ufficiale
del comune. Ebbe un forte sviluppo nel periodo di
dominazione etrusca, come centro agricolo e commerciale.
Come passaggio obbligato per l'Etruria, fu conquistata
definitivamente nel 383 a.C. dai Romani, dopo la caduta
di Veio. Successivamente sostenne il passaggio di
diverse orde barbariche in viaggio per la via Cassia
alla volta di Roma, fungendo da baluardo del consolato
e dell'impero. Tra il V e l'VIII secolo Sutri fu coinvolta
nelle lotte tra Longobardi e Bizantini, fino a che,
nel 728, il re dei Longobardi Liutprando offrì
la città e le terre circostanti al papa Gregorio
II. Questa donazione viene considerata l'inizio del
dominio temporale della Chiesa, ovvero il primo passo
per la costruzione del Patrimonio di San Pietro. Nel
IX secolo si colloca la leggenda di Berta, sorella
di Carlo Magno, diseredata ed esule per aver avuto
rapporti con un uomo di umili origini. Secondo tale
leggenda, lungo la strada per Roma, ella si fermò
a Sutri (secondo alcuni avendola ricevuta in dono
dal fratello come dimora) e partorì in una
grotta Rolando (o Orlando), poi nominato paladino
di Francia dallo stesso imperatore e protagonista
di numerose opere sulle sue gesta cavalleresche. In
età feudale fu al centro degli scontri tra
guelfi e ghibellini, culminati nell'incendio che distrusse
il borgo nel 1433, ad opera di Nicolò Fortebraccio,
capitano di ventura. Da quel momento si ebbe un rapido
declino dell'importanza demografica ed economica,
dovuto anche al dirottamento delle rotte commerciali
sulla Cassia Cimina, a favore di Ronciglione, fortemente
potenziata dai Farnese. Sutri si ridusse quindi ad
una cittadina rurale di secondo piano nello Stato
Pontificio, facile merce di scambio per le famiglie
nobili. Alla fine del XVIII secolo, Sutri fu conquistata
dalle truppe francesi e accomunata a Ronciglione.
Nella Restaurazione fu resa allo Stato Pontificio.
Sutri è un'importante sede vescovile almeno
dal V secolo, sebbene la leggenda voglia che San Pietro
stesso vi inviò San Romolo come vescovo, agli
albori del cristianesimo. Il primo vescovo residente
di cui si ha notizia certa è Sant'Eusebio,
nel 465. Tra il 1243 ed il 1244 la città è
stata per breve tempo sede papale, quando Papa Innocenzo
IV vi si stabilì per fuggire dall'imperatore
Federico II, che egli aveva scomunicato. Nel 1435
la sede vescovile fu unificata con quella di Nepi,
a riprova del declino demografico ed economico avvenuto
all'epoca. Nel 1556 è stata sede vescovile
del futuro Papa Pio V, poi santificato, a cui sono
dedicate molte opere nel Duomo cittadino.