Sperlonga
è un comune litoraneo del Lazio, in provincia
di Latina di circa 3.000 abitanti. È una rinomata
località di villeggiatura estiva balneare.
È situata lungo la linea ferroviaria Roma-Napoli
con la stazione più vicina situata a Fondi.
Fa parte della Comunità Montana "Monti
Ausoni" e del Parco regionale Riviera di Ulisse.
ETIMOLOGIA
Probabilmente deriva dal latino spelunca, ossia grotta
in riferimento alle numerose spelonche presenti in
zona.
DA
VEDERE
La chiesa di Santa Maria di Spelonca è menzionata
come esistente già nel 1135. A due navate,
con matronei, subì successivamente modifiche
e rifacimenti. Conserva una tela con la "Madonna
Assunta" sull'altare maggiore ed una statua lignea
di San Leone Magno, nella cappella del Presepe, che
gli fu dedicata al momento della sua consacrazione
come patrono del paese (dagli inizi del XVIII secolo).
La cappella di San Domenico conserva un altare settecentesco
e volta affrescata.
La chiesa di San Rocco, del XV secolo.
Palazzo Sabella. che ospitò nel 1379 l'antipapa
Clemente VII, in fuga da Anagni dopo la sconfitta
di Marino . La facciata venne rifatta nel XVI secolo.
Ma è l'intera struttura del paese, oggi fortemente
minacciata da un turismo di massa, a segnalarsi per
la sua forte connotazione mediterranea, caratterizzata
da case imbiancate a calce e da una struttura molto
simile alle città greche o arabe.
La "Torre centrale", detta localmente Torre
Maggiore, apparteneva al sistema di torri di avvistamento
impiantato nel XVI secolo: ne sopravvive solo una
porzione nell'attuale centro del paese.
La "Torre Truglia", edificata nel 1532 su
una precedente torre romana, si trova sulla punta
del promontorio su cui sorge il paese. Dopo la distruzione
del Barbarossa venne ricostruita nel 1611 e di nuovo
distrutta nel 1623. Tra il 1870 e il 1969 fu utilizzata
come sede per la Guardia di Finanza, mentre successivamente
divenne sede del "Centro educazione dell'ambiente
marino" del Parco naturale regionale "Riviera
d'Ulisse".
Al sistema difensivo appartenevano anche la "Torre
del Nibbio", inclusa in un castello baronale
prospiciente la piazzetta centrale del paese, e la
"Torre di Capovento", a 3 km a sud del paese,
anch'essa costruita nel 1532 e utilizzata come dogana
dal 1820.
La villa dell'imperatore romano Tiberio deriva dall'ingrandimento
di una precedente villa tardo-repubblicana, con ambienti
disposti intorno ad un portico. Una grotta naturale
venne sistemata come sala da pranzo estiva, con giochi
d'acqua e straordinari gruppi scultorei del ciclo
di Ulisse, rinvenuti in frammenti nel 1957 e attualmente
conservati nel "Museo archeologico nazionale
di Sperlonga".
MUSEI
Museo Archeologico Nazionale
ORIGINI
E CENNI STORICI
Nel territorio si trovano tracce di frequentazione
a partire dal paleolitico superiore. Secondo la tradizione
presso Sperlonga sorgeva la città di Amyclae,
fondata dagli Spartani. In età romana sorsero
nel territorio numerose ville, la più celebre
è quella appartenente all'imperatore Tiberio,
comprendente una grotta naturale modificata e decorata
con sculture del ciclo dell'eroe omerico Ulisse. Le
ville erano inoltre centri di produzione per l'industria
della pesca (vasche per l'allevamento). I ruderi della
villa imperiale furono adoperati come rifugio nel
VI secolo, ma il paese si sviluppò intorno
ad un castello sul promontorio di San Magno (65 m
s.l.m.), uno sperone dei monti Aurunci, a difesa dalle
incursioni via mare dei Saraceni, prendendo il nome
dalle numerose cavità naturali della zona (speluncae).
Il nome del castrum Speloncae appare in un documento
del X secolo: il castello comprendeva una piccola
chiesa dedicata a san Pietro, patrono dei pescatori.
Intorno al castello si sviluppò progressivamente
il paese per cerchi concentrici. Nell'XI secolo l'abitato
fu cinto da mura, di cui resta traccia di due porte:
"Portella" o "Porta Carrese" e
"Porta Marina", che portano lo stemma della
famiglia Caetani. Sperlonga restò un piccolo
paese di pescatori, continuamente minacciato dalle
incursioni dei pirati che arrivarono a rapire (come
ricordano i murales del paese) i suoi abitanti per
ridurli in schiavitù. Malgrado la costruzione
per la difesa della costa di una serie di torri di
avvistamento, la città venne distrutta nel
1534 da un attacco del pirata saraceno Khair Ad-Dìn,
detto il Barbarossa. Una seconda distruzione ad opera
dei Turchi si ebbe nel 1622. Con la ricostruzione
del XVIII e XIX secolo la cittadina assunse la forma
attuale ("a testuggine") e vennero erette
chiese e palazzi signorili. Fino al 1926 fece parte
della provincia di Caserta. Lo sviluppo, basato soprattutto
sul turismo si ebbe dopo l'apertura della via litoranea
tra Terracina e Gaeta, nel 1957, quando, infranto
il secolare isolamento, il paese uscì gradualmente
dall'estrema povertà che lo caratterizzava.
Forte impulso venne rappresentato anche dalla concomitanea
scoperta delle sculture della villa di Tiberio e dall'arrivo
di un turista d'eccezione, l'attore Raf Vallone, tra
i primi forestieri a innamorarsi del posto.