Soriano
nel Cimino è un comune che dista da Viterbo
circa 15 km. Posto a 509 metri s.l.m., alle pendici
del Monte Cimino, a nord del Lazio, tra il Tirreno
e l'Appennino. E' il comune più grande del
comprensorio dei Monti Cimini, oltre ad essere uno
dei più importanti della Provincia di Viterbo.
Fa parte della Comunità Montana dei Cimini.
ETIMOLOGIA
Il termine "Soriano" deriva dal nome latino
di persona Surius, la specifica si riferisce alla
sua posizione geografica nei pressi dei monti Cimini.
DA
VEDERE
Il
Castello Orsini fatto costruire da Orso Orsini
nel XIII secolo; fu dimora estiva del Papa Nicolò
III Orsini, zio di Orso. Il castello è stato
carcere di massima sicurezza fino agli anni 90, quando
è stato restituito alla comunità sorianese.
Visitando il Castellio i segni del passato da carcere
sono ben visibili. Attualmente viene gestito dall'Università
degli Studi di Viterbo. Suggestiva la visita al merlo
maschio, da dove è possibile godere di un meraviglioso
panorama su tutto il paese.
Il
Palazzo Chigi-Albani (XVI secolo), uno dei maggiori
capolavori dell'architetto Ottaviano Schiratti, al
cui interno si trova la famosa Fontana Papacqua.
La
Chiesa di San Giorgio: piccola chiesa romanica
dell'XI secolo.
La
Chiesa di San Nicola di Bari (Duomo), che si affaccia
sulla piazza principale del paese, su progetto di
Giulio Camporese è del 1794. Imponente l'organo
che il visitatore si trova alle proprie spalle, entrando
in chiesa.
La
Chiesa di Sant'Eutizio.
La
fontana di dentro (o Fontana Vecchia): costruita
nel XV secolo, sotto il pontificato di Niccolò
V, per approvvigionare d'acqua la popolazione sorianese.
Dai sorianesi è chiamata Fontana tonna ("Fontana
tonda") per via della sua forma circolare.
La
Porta Romana ingresso al paese provenendo dai
monti cimini che è una copia perfetta, ad eccezione
del materiale usato (la porta eretta a Soriano è
in peperino), della più famosa Porta Pia di
Roma. La porta venne realizzata come quella di Roma,
su disegno di Michelangelo Buonarroti, dal principe
Carlo Albani.
MANIFESTAZIONI
Torneo degli Arcieri e Sagra della Castagna (primo
e secondo fine settimana di ottobre), con rievocazione
storiche e le competizioni tra le quattro contrade
(Papacqua, Rocca, Trinità, San Giorgio)
IL
MONTE CIMINO
Il monte Cimino (1053 m s.l.m.), che sovrasta il centro
abitato, è la vetta più alta dei Monti
Cimini; ha sulla sua sommità una faggeta secolare
di circa 57 ettari. La Faggeta del Monte Cimino è
senza ombra di dubbio la più maestosa ed imponente
del Centro Italia, ed è stata sede di molti
celebri film, tra cui "Il Marchese del Grillo"
dell'indimenticabile Alberto Sordi. Il Monte Cimino
è la vetta più alta della provincia
di Viterbo e dalla sua sommità permette di
dominare la valle del Tevere e tutti i borghi circostanti;
una leggenda popolare, dice che dalla sommità
della torre che si trova sulla vetta del Cimino, sia
possibile scorgere nei giorni di cielo sereno persino
la Cupola di San Pietro. Agli antichi romani la "selva
Cimina" appariva come un luogo tetro, sacro ed
invalicabile, ed è probabilmente per questo
motivo che nei monti cimini, sono stati trovati resti
di antichi tempietti probabilmente dedicati a Giove
Cimino. Durante la guerra contro gli etruschi, per
i romani guidati dal Console Quinto Fabio Rulliano,
fu fondamentale scalare la vetta del Cimino, infatti
tale impresa, permise loro di scorgere tutti gli accampamenti
etruschi ancora presenti nella valle del Tevere e
non ancora caduti sotto la pressante avanzata romana.
CHIA
Chia è una frazione di Soriano nel Cimino:
un borgo di circa 400 persone posto a circa 300 metri
di altezza sul livello del mare che si erge in posizione
panoramica sulla valle del Tevere. L'antico nucleo
risalente circa al 1100 d.C., anche se attualmente
in avanzato stato di degrado, conserva ancora la sua
pianta originale ed ha notevole interesse storico.
I boschi sono disseminati di antiche tombe rupestri,
e furono abitati fin dal periodo pre-etrusco (case
ipogee, tombe a grotta, pozzi, ecc.). Non lontana
è l'affascinante zona archeologica di Santa
Cecilia. È famoso nel viterbese il detto "Chia,
due case e una via" per la ristrettezza dei suoi
confini. Chia era particolarmente amata da Pier Paolo
Pasolini, che l'elesse sua seconda dimora restaurandone
un antico castello con una bellissima torre.
IL
PEPERINO
Soriano nel Cimino, è senza dubbio la patria
del peperino. Lorigine del nome: Il nome peperino
deriva dal latino tardo peperinus, derivato di piper
pepe, per la presenza di particelle nere
simili a grani di pepe. Processo di formazione: il
Peperino, una ignimbrite di tipo tufo saldato, deriva
dalla cementazione di materiali vulcanici dellantico
Vulcano Cimino. Nel corso dei secoli il tutto si è
consolidato, sia per effetto di azioni fisiche connesse
con movimenti orogenici, sia per la naturale presenza
di cemento formatosi dalla decomposizione di particelle
vetrose e di calcio. Questo processo di formazione
rende il peperino resistente al tempo ed agli agenti
atmosferici, pur rendendolo facilmente lavorabile.
Il colore: il classico colore del peperino è
il bigio, ma nelle nostre zone è estratto in
due varietà: peperino grigio chiaro e peperino
rosa, lavagrigia e lavarosa. Il peperino di color
rosa è molto più raro ed apprezzato
e si può trovare esclusivamente nel territorio
di Soriano nel Cimino. La storia: questa pietra è
stata utilizzata fin dal paleolitico e poi, via via,
dagli etruschi per i loro sarcofagi, dai romani per
gli edifici pubblici, fino a diventare materiale edificabile
dominante per le costruzioni medievali e rinascimentali.
Nelletà antica (allepoca di etruschi
e romani) nella nostra zona il peperino fu utilizzato
per la costruzione del teatro di Ferento. Nel medioevo
nella nostra zona il peperino fu utilizzato per la
costruzione di diversi quartieri a Viterbo, e per
buona parte del centro storico e dei maggiori monumenti
di Soriano nel Cimino.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Di origine etrusca, forse l'antica Surrina vetus,
il primo nucleo di Soriano nel Cimino passò
dai monaci Benedettini ai Guastapane ed ai Pandolfi
poi, accusati questi di eresia, al nipote di papa
Niccolò III Orso Orsini che realizzò
la costruzione dell'intero castello (1277-1279). Dal
XIII al XV secolo si alternarono alla guida di Soriano
ora Signorie ora Castellani di nomina papale fino
al 1435 anno in cui sul sagrato del Duomo fu decapitato
Giacomo di Vico esponente della potente famiglia dei
Prefetti di Vico ed il dominio di Soriano tornò
nuovamente alla Chiesa. Innocenzo VIII nominò
castellano lo spagnolo Didaco Carvajal, molto amato
dalla popolazione, questi fu oggetto di un avvenimento
che ancora oggi viene rievocato durante la Sagra delle
Castagne. Il 7 novembre 1489 il conte Pietro Paolo
Nardini, barone della vicina Vignanello, insieme a
quattro cortigiani furono ospitati dal Carvajal per
la notte. Gli ospiti, sicuri di non essere scoperti,
uccisero Didaco di Carvajal e, da una torre, fecero
segnali con una torcia ai loro soldati per occupare
Soriano. Fortunatamente il segnale fu visto e la popolazione
accorsa unita riuscì a mettere in fuga gli
assalitori e catturati i traditori li gettarono dall'alto
della torre. Il papa Innocenzo VIII vista la fedeltà
dei Sorianesi promulgò la "Bolla d'Oro"
con la quale concesse alla popolazione frutti e proventi
ed autorizzò l'aggiunta sullo stemma della
parola Fidelitas. Soriano assunse grande importanza
nel XIII secolo quando i papi si trasferirono a Viterbo.
Papa Niccolò III accusò i signori di
Soriano di eresia e conquistò la cittadina
per darla poi a suo fratello Orso Orsini. Dante nell'Inferno
fa riferimento a questo papa nel canto XIX facendogli
dire:e veramente fui figliuol dell'orsa, cupido si
per avanzar gli orsatti. L'imponente castello che
domina il paese fu fatto costruire da Papa Niccolò
III nel 1278, nella seconda metà del XV secolo
fu restaurato e rinforzato. L'importanza di questa
fortezza nella difesa dello stato papale è
dimostrata dagli stemmi dei papi Callisto III e Innocenzo
VIII. È presente anche lo stemma del Cardinale
Rodrigo Borgia a indicare il ruolo svolto per circa
50 anni prima come vice cancelliere sotto 5 papi e
successivamente come papa con il nome di Alessandro
VI. Soriano può contare su un ampio rifornimento
di acqua ed ha un discreto numero di fontane. La fontana
all'interno delle vecchie mura del paese fu dedicata
a papa Niccolò IV alla metà del XV secolo.
Questa fontana ha la tipica forma delle fontane che
si trovano a Viterbo. Nella seconda metà del
XVI secolo Soriano fu controllata da un cardinale
tedesco che fece costruire un'altra fontana, questa
al di fuori delle mura. Nel XVIII secolo il paese
passò sotto il dominio della famiglia Albani,
la famiglia del papa Clemente XI. In questo periodo
il paese fu ampliato e dotato di nuove mura. Una nuova
grande porta si presentava ai viaggiatori provenienti
da Roma (sulla facciata di questa porta c'è
il simbolo araldico della famiglia Albani, tre monti
sotto una stella). Agli Albani si deve anche la nuova
facciata della chiesa di Sant'Eutizio, la principale
chiesa della parte antica del paese. Gli Albani allargarono
il palazzo dei precedenti signori di Soriano, che
era stato progettato dal Vignola, abbellirono i suoi
giardini con numerose fontane, una delle quali è
scolpita direttamente nella roccia ed è chiamata
Fontana di Papacqua. La cattedrale risale al XVIII
secolo, progettata da Giuseppe Camporese, la sua facciata
presenta l'impatto del neoclassicismo su un progetto
tipicamente barocco. Il paese è stato bombardato
durante la seconda guerra mondiale e l'entrata alla
parte antica è stata gravemente danneggiata.