Ronciglione
è un comune in provincia di Viterbo, situato
lungo il percorso ad ovest del Lago di Vico della
via Francigena. Dista dal capoluogo circa 20 km e
circa 45 km da Roma. Posizionata a nord di Roma, tra
la via Cassia e la via Flaminia, sul percorso della
via Cassia cimina, la parte medioevale di Ronciglione
sorge su un grosso ciglione tufaceo, posto alla confluenza
di due corsi d'acqua, il Rio Vicano, emissario del
Lago di Vico, e il Fosso Chianello che, dopo le colmate
farnesiane del XVI secolo, ora scorre sotterraneo.
Le colmate dei Farnese hanno permesso lo sviluppo
rinascimentale e moderno della cittadina su un secondo
sperone tufaceo.
ETIMOLOGIA
Deriva dal termine "Ronco" frequente in
zona con l'aggiunta dei suffissi -ilia e -one.
IL
LAGO DI VICO
Di grande interesse naturalistico, posizionato a nord
di Ronciglione, il lago di Vico è probabilmente
il meglio conservato tra i grandi laghi italiani di
origine vulcanica. Incluso tra le aree di particolare
valore naturalistico del Lazio, tra i biotopi di rilevante
interesse vegetazionale in Italia e parte della Riserva
naturale del lago di Vico, consente lo sviluppo della
vita di numerose e rare specie animali. Formatosi
dal riempimento di un cratere vulcanico si è
vista dimezzata la superficie in epoca etrusca con
la costruzione di un canale sotterraneo che, attraversando
la montagna e gettando le acque del lago nel vallone
formando il Rio Vicano, ha permesso di rendere fertile
un grande territorio.
DA
VEDERE
La Rocca ("I Torrioni")
Eretta nell'alto medioevo dai Prefetti di Vico a guardia
dell'unico accesso naturale alla città, nei
secoli successivi mutò spesso proprietà,
destinazione e forma. Fu appannaggio dei Conti degli
Anguillara, dei Della Rovere e dei Farnese dal 1526
al 1649, sotto la proprietà dei Della Rovere
la rocca subì i maggiori cambiamenti, in particolare
tra il 1475 e il 1480 con la ristrutturazione voluta
da Papa Sisto IV ed affidata all'architetto fiorentino
Giovanni Dolci che vi aggiunse il mastio circolare
e le quattro torri fortificate agli angoli, che tra
l'altro diedero al castello l'attuale nome popolare
"I Torrioni". Vi soggiornarono eminentissimi
personaggi tra i quali papa Sisto IV e papa Paolo
III, ma andò poi, nel 1649, in mano alla Santa
Sede, che la cedette nel 1756 al genovese Girolamo
Marè, il quale, pur impegnandosi alla sua conservazione
ed all'abbellimento, la lasciò allo stato di
abbandono.
Palazzo
Comunale
Terminato nel 1552, nel 1744 venne ristrutturato e
vi fu aggiunto un orologio disegnato dall'architetto
Sebastiano Cipriani, dal 1816 è sede dell'amministrazione
comunale, che precedentemente trovava spazio in un
palazzo medioevale. Al suo interno vi è custodito
un sarcofago romano.
Fontana
grande
Attribuita popolarmente al Vignola (architetto del
Palazzo Farnese della vicina Caprarola, in realtà
fu anch'essa commissionata dal cardinale Alessandro
Farnese (che fece erigere anche il Palazzo Farnese),
ma all'architetto Antonio Gentili da Faenza. Costruita
in pietra arenaria, presenta tre unicorni (spesso
chiamati "cavalli marini") dalla cui bocca
sgorga l'acqua che va a riempire le due vasche sottostanti.
Porta
Romana
Costruita nel 1618 per volontà del duca Odoardo
Farnese dal Vignola attualmente divide il centro storico
della cittadina dalla zona sud, è stata spesso
oggetto di modifiche, nel 1857 ad esempio venne aggiunta
sulla sommità una torretta munita di orologio
che venne poi rimossa nel 1954 per alleggerire il
carico sulla struttura.
Casa
museo della Venerabile Mariangela Virgili
Si tratta della casa, ora trasformata in museo dai
fedeli di Mariangela Virgili, Terziaria Carmelitana
dell'Antica Osservanza, sulla cui persona è
in corso un processo di beatificazione. Il palazzo
dei Virgili, posto nell'angolo più caratteristico
di Piazza degli Angeli, nel borgo Medioevale, con
lo stemma gentilizio sul frontale del portone d'ingresso,
con il finestrone rinascimentale, i residui più
antichi di una bifora e di una scalea, è uno
dei monumenti più interessanti del Centro storico
di Ronciglione Nel Seicento la famiglia Virgili era
decaduta e il secondo piano del palazzo era abitato
dalla famiglia della Venerabile. Esiste ancora la
cella (= recinto di legno) dove essa visse e morì.
Nella sua casa le pareti sono ricoperte di una insolita
tappezzeria: si possono, infatti, ammirare svariate
centinaia di ex voto in argento che rappresentano
cuori, occhi ed altre parti anatomiche; poi tavolette
e tele votive, album con fotografie di gente comune
e di soldati di tutte le guerre, compresi quelli degli
attuali contingenti in missione di pace. Dei numerosi
registri, con le firme e le dediche dei visitatori,
per alcune vicissitudini oggi ne rimangono solo cinque.
Il più antico risale allanno 1910
Chiesa
di Santa Maria della Provvidenza
Costruita sul ciglio di un burrone ai margini del
borgo medioevale nell'XI secolo, era originariamente
conosciuta come Sant'Andrea, acquisì l'attuale
nome nel 1742, quando, durante un ingente restauro
dovuto al cedimento della rupe su cui poggia, venne
ritrovato un importante affresco raffigurante una
Madonna con bambino, poiché, terminati i fondi
per il restauro, questo ritrovamento permise al parroco
di ricevere nuovi fondi per il continuo dei lavori,
venne definito come una provvidenza e posto sull'altare
maggiore, diede il nome a tutta la Chiesa.
Chiesa
di Sant'Eusebio
A un paio di chilometri, lungo la strada per Roma,
si intravede la chiesetta romanica di Sant'Eusebio
risalente al VII secolo: nell'interno (a tre navate
con colonne sormontate da arcaici capitelli) si conservano
alcuni affreschi, tra cui l'Ultima Cena (forse del
XII secolo), Redentore benedicente tra gli Evangelisti
(XIII secolo) e una quattrocentesca Madonna col Bambino
tra i Santi Eusebio e Stefano (aggiunte nel XVII secolo).
Duomo
Il Duomo, grande e maestoso, fu costruito nel 1671
su disegno del Rainaldi. In esso sono custodite numerose
opere d'arte tra le quali spicca l'altare sinistro,
realizzato con marmi policromi e ornato da una pala
di Giuseppe Ghezzi raffigurante la Madonna del Rosario.
Pregevole, infine, un trittico quattrocentesco di
Gabriele di Francesco raffigurante il San Salvatore
benedicente e posto sull'altare destro.
Chiesa
di Sant'Andrea
Realizzata, probabilmente sulla base di un'antica
chiesa detta San Leonardo, nel XII secolo in stile
gotico, attualmente rimangono visibili solo dei frammenti
di colonne e capitelli marmorei, la struttura esterna
e il campanile fatto erigere dal Conte Everso degli
Anguillara nel 1436 per mano del maestro Galasto.
È composto da piani con finestre in successione
monofore, bifore e trifore e da un ultimo piano a
pianta ottagonale, sulla porzione di facciata della
Chiesa ancora presente, composta da pietre a vista,
è visibile lo stemma degli Anguillara.
MANIFESTAZIONI
CARNEVALE
DI RONCIGLIONE
Nato dalla tradizione del carnevale romano rinascimentale
e barocco, il carnevale di Ronciglione rievoca nei
suoi spettacoli gran parte della storia e della tradizione
della cittadina. Dalla cavalcata degli Ussari, che
ripercorre il percorso di una storica cavalcata dei
soldati francesi in epoca rinascimentale al teatro
tradizionale. Ma ciò che rende celebre questo
carnevale sono i colori del Corso di Gala, la vitalità
dei partecipanti e soprattutto le Corse a Vuoto.
CORSE
A VUOTO
A Ronciglione vengono corsi annualmente due palii
di corse a vuoto, il Palio Della Manna, nell'ambito
del Carnevale di Ronciglione, in onore di un'antica
e generosa famiglia locale, e il Palio di San Bartolomeo,
in onore del santo patrono del paese, in agosto. Analogamente
al Palio di Siena, le corse assumono il carattere
di una disputa stracittadina. I nove rioni della città
presentano ciascuno due cavalli, che si contendono
il palio in due giorni di corse. Il primo giorno i
diciotto cavalli corrono in tre '"carriere"
(batterie) separate, da sei cavalli ciascuna: i primi
due di ogni batteria e due sorteggiati tra i terzi
classificati si sfideranno il secondo giorno, nella
batteria finale da otto cavalli. I cavalli corrono
lungo le vie rinascimentali del paese, su un percorso
misto, fatto di asfalto e pavé, oltrepassando
una stretta porta, il cantone del gricio, considerata
particolarmente ostica, e la faticosa salita di Montecavallo.
I cavalli vengono allenati per tutto l'anno dalle
nove scuderie rivali. Le corse a vuoto di Ronciglione
sono state oggetto delle proteste animaliste per via
dell'alto numero di incidenti che interessano i cavalli,
spesso mortali, a causa della pavimentazione a pavé,
poco adatta agli animali, della folle velocità
alla quale sono addestrati a correre e per le sostanze
dopanti che, come venne dimostrato negli anni novanta,
spesso venivano utilizzate.
FESTA
DI SANTA MARIA DELLA PROVVIDENZA
Le origini del nome e della festa di Santa Maria
della Provvidenza si riallacciano ad un episodio
accaduto nel 1742 e del quale fu protagonista Padre
Angelo Ferretti, nipote della Venerabile Mariangela
Virgili, che, ricordandosi di una profezia della zia,
dopo la morte di questa, aveva intrapreso il restauro
della Chiesa crollata. Persuaso di trovare il tesoro,
di cui la zia aveva parlato, il 9 giugno sotto il
piccone dei muratori invece di oro e argento fu scoperta
un'antica Madonna affrescata. Capì allora che
di questo tesoro parlava la zia e, per
la gioia, incominciò a gridare "Provvidenza,
Provvidenza" tanto da far accorrere tutta la
gente del borgo. Da quel giorno la chiesa fu chiamata
Santa Maria della Provvidenza o Madonna della Provvidenza.
Era il 9 giugno 1742, come si legge su di un cippo
venuto alla luce nel 1955. Da allora, nella prima
domenica di giugno, per festeggiare l'avvenimento,
in tutte le famiglie dei borghi si consuma un pasto
a base dì gnocchi di patate. Di tutte queste
notizie troviamo riscontro leggendo la vita della
Venerabile Mariangela Virgili, nata e vissuta a Ronciglione
dal 1661 al 1734. Nel corso degli anni, la data della
festa fu spostata varie volte fino ad arrivare alla
prima domenica di agosto. A gestire la festa è,
da sempre, la Confraternita di S. Maria della Provvidenza
che, sotto la guida del governatore, Carlo Trappolini,
crebbe d'importanza e di prestigio. Suo successore
fu Oreste Marini, detto Sandro. Egli dette ulteriore
impulso alla manifestazione e cominciò a far
gustare gli gnocchi di patate alla gente che partecipava
alla festa. È così che è nata
la "Gnoccata". Oggi a curare i festeggiamenti,
che durano cinque giorni, oltre alla Confraternita
c'è l'Associazione Culturale Mariangela Virgili
che, con le manifestazioni culturali, popolari, artistiche
e sportive, ha dato alla festa una risonanza nazionale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
Alla primitiva Ronciglione vi si aveva accesso da
Porta Castello, presso Piazza dell'Olmo e da Ponte
delle Tavole e Porta Pèntoma sotto la Torre-Campanile
della Provvidenza. Il documento più antico
nel quale si trova citato il nome di Ronciglione,
risale al 1103. Cipriano Manente, storico orvietano
del sec. XVI, pone come data approssimativa di fondazione
(nel caso, si tratterebbe di rifondazione sopra le
antiche rovine) l'anno 1045 per intervento dei prefetti
di Vico che dominarono la "Valle Tiberina...
et il Lago di Vico". Nel 1526 Ronciglione venne
in possesso dei Farnese e sotto la loro avveduta signoria
visse il periodo di maggior sviluppo e splendore (1526-1649).
Fu
un centro economicamente avanzato per il vasto apparato
manifatturiero: ferriere, ramiere, cartiere, ceramiche,
armerie, stamperie etc. ed ebbe una vivacità
culturale legata a varie Accademie (Desiderosi,Cimina,
Arcadico Cimina, Erculea Cimina etc.) e tipografie
dove furono stampati fra l'altro la prima edizione
italiana della Secchia Rapita del Tassoni (1642) e
dell'Aminta del Tasso. Nel 1728 Papa Benedetto XIII
eresse Ronciglione Città. Il secolo XVIII si
chiuse drammaticamente con i moti antifrancesi, durante
la prima Repubblica Romana del 1798-1799. L'incendio,
appiccato alle truppe francesi del Generale Valterre,
divampò dal 28 al 30 luglio 1799 e distrusse
174 edifici e tutto l'Archivio Storico.