Pofi
è un comune della provincia di Frosinone nel
Lazio. Pofi è situato sopra un vulcano spento
e per questo ha una terra molto fertile per la coltivazione
di fiori, ortaggi ecc. Nel territorio comunale scorre
il fiume Sacco. Pofi è Medaglia d'argento al
merito civile con la seguente motivazione: «Centro
situato in posizione strategica ed occupato dall'esercito
tedesco impegnato a difesa della linea Gustav, fu
oggetto di rastrellamenti da parte delle truppe naziste
e di numerosi bombardamenti che provocarono molte
vittime civili e ingenti danni all'abitato. Anche
con l'arrivo delle truppe alleate il paese subì
soprusi, saccheggi e atti di efferata violenza su
uomini e donne. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio
ed amor patrio (1943/1944).»
ETIMOLOGIA
L'origine del nome è sconosciuta. Si ipotizza
che derivi dal nome germanico di persona Boffo con
la variante della P al posto della B.
AREE VERDI
Di notevole interesse l'area boschiva a sud-est del
territorio comunale, in zona Caragno, demominata "Macchia
di Pofi".
CHIESA DI SANT'ANTONINO MARTIRE
La chiesa di Sant'Antonino Martire a Pofi, in provincia
di Frosinone, è un'antica chiesa romanica che
sorge nella contrada La Cupa. La chiesa di Sant'Antonino
è stata costruita tra l'XI e il XII secolo
nel luogo in cui, secondo un'antica tradizione, Sant'Antonino
avrebbe fatto sgorgare una fonte per dissetare i viandanti
diretti a Roma. La chiesa è in stile romanico
e ha la facciata a capanna affiancata dal campanile
a più piani con bifore. L'interno della chiesa
ha una sola navata ed è affrescato con Scene
dell'Inferno, del Paradiso e del Purgatorio ispirate
alla Divina Commedia di Dante.
APPROFONDIMENTO di Nicoletta
Trento
La Chiesa di S. Antonio fu edificata tra l’XI
- XII secolo a Pofi in località colle Cupa
dove sostò il francese S. Antonino di Pamiers,
che fece scaturire una fonte di acqua per dissetare
i pellegrini al suo seguito, come illustrato da un
dipinto di datazione recente sulla parete dietro l’altare.
La struttura architettonica in stile romanico consta
di una semplice facciata a capanna affiancata dal
campanile ed ha una piccola e suggestiva cripta sotto
l’altare. L’interno ha pavimento in cotto
e il soffitto a capriata lignea. Particolarmente elegante
la trabeazione lignea istoriata, che sovrasta l’altare
con medaglioni con figure policrome alternati a croce
quadrilobate con al centro un rosetta, simbolo araldico
del cardinal Floriti che ne fece dono. Ma, certamente,
a rendere unica nel panorama ciociaro la chiesa di
S. Antonino sono le pitture murali del Giudizio Universale
scene dal linguaggio popolare ma con nessi teologici
ben definiti. Tre grandi riquadri offrono lo spazio
alle scene dominate in alto dalla figura di Cristo,
che mostra le stigmate racchiuso entro una mandorla
e sorretto da 4 angeli”; a seguire, in basso,
“l’esaltazione della Croce e degli strumenti
della Passione (chiodi ,flagello, sudario) da parte
di angeli adoranti ”, simbolo della salvezza
dell’umanità grazie al sacrificio di
Cristo, affiancati da una teoria di santi e sante
che campeggiano su uno sfondo dorato. Sotto la croce,
rispettivamente a sinistra e a destra, le figure di
San Giovanni Battista affiancato da un santo guerriero;
a destra la Vergine in preghiera in atto di adorare
in misteri della Redenzione, sul suo mantello una
stella la classifica Maria come stella del Mattino.
Dalla calma aulicità di queste scene si passa
alla concitazione dei registri inferiori dove si consuma
la tragedia del Giudizio. Con la “Resurrezione
dei morti”; qui le anime che escono dai sepolcri
in attesa del giudizio finale pregano o voltano le
spalle alla croce per anelare la resurrezione nel
caso dei beati, o per sfuggire il castigo nel caso
dei dannati. E’ la grande figura di San Michele
Arcangelo a pesare le anime sulla bilancia destinando
i giusti in paradiso e i dannati all’inferno.
I diavoli con ali di pipistrello conducono i colpevoli
verso Satana. Tra queste figure si riconoscono anche
un pontefice, un cardinale, un re, un vescovo, un
frate francescano attesi da Lucifero che ha sulle
spalle teste di dragoni e tra le mani figure di dannati
che rappresentano i 7 vizi capitali, corredate da
scritti per chi sapeva leggere. Non è un caso
che queste scene, dall’alto potere didascalico
e, dunque, destinato ad un pubblico prevalentemente
di analfabeti, si trovino nella controfacciata della
chiesa: esse avevano il compito di ricordare a chi
usciva dal tempio di seguire i comandamenti del Signore
per aspirare alla vita eterna. Sulla parete della
navata di sinistra un residuo di affresco mostra Dio
che sorregge Gesù crocifisso simbolo del mistero
della Redenzione.
MUSEI
Museo Civico Preistorico
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di Sant'Andrea
Chiesa di Sant'Antonino, di stile romanico
Chiesa di Santa Maria Maggiore