Minturno
è un comune della provincia di Latina. Conserva
i resti dell'antica città di Minturnae. Medaglia
d'Oro al Merito Civile (conferita con DPR il 3 agosto
1998). Il comune di Minturno è adagiato sulle
propaggini costiere e meridionali dei Monti Aurunci.
Le sue spiagge sono bagnate dal mar Tirreno e si spingono
a sud sino alla foce del Garigliano. La parte principale
dell'abitato oggi si estende con continuità
dalla collina della medievale Traetto (oggi Minturno)
fino alle località costiere di Scauri e di
Marina. Il comune è situato lungo la tratta
ferroviaria Roma-Formia-Napoli e vanta un proprio
scalo (Stazione di Minturno-Scauri). L'antica città
di Minturnae era collocata sulla sponda destra del
Garigliano.
Minturno
é medaglia d'oro al Merito Civile con la seguente
motivazione: «Durante l'ultimo conflitto mondiale,
la città ed il suo contado, situati a ridosso
della linea Gustav, furono teatro di durissime battaglie
e violenti bombardamenti che provocarono numerose
vittime ed ingenti danni. Cittadini, inermi e stremati
dalle privazioni, furono passati per le armi dalla
rappresaglia dell'esercito tedesco in ritirata. Innumerevoli
furono gli esempi di amore alla Patria e di nobile
spirito di sacrificio».
ETIMOLOGIA
La denominazione della città deriva, forse,
da Me-nath-ur (preda del fuoco) o da Minotauro, figura
della mitologia greca.
MANIFESTAZIONI
Il Carnevale a Scauri, sfilata di carri allegorici
e di gruppi di animazione sul Lungomare (martedì
grasso);
Passio Christi a Pulcherini (Venerdì Santo);
Sagra delle Regne (festa dei covoni di grano), sfilata
di carri votivi, battitura delle spighe, spettacoli
folkloristici, mostre ed incendio del Castello Baronale
(secondo week-end di luglio);
Festa della Pacchiana a Marina (metà luglio);
Festival del Sud Pontino, Incontri con il Folklore
Internazionale (prima metà di agosto);
Festa di San Nicandro Martire a Tremensuoli (seconda
domenica d'agosto);
Arrivederci a Scauri - Festa del Mare, corteo di barche
aux flambeaux, gare sportive, spettacoli musicali,
fuochi d'artificio e Premio "Marco Emilio Scauro
" ai turisti veterani (penultimo week-end di
agosto);
Festa di Maria SS. delle Grazie (1° settembre);
Festa di Maria Bambina a Santa Maria Infante (1^ settimana
di settembre);
Festa della Natività di Maria a Scauri (8 settembre);
Mostra del Presepe, dell'Artigianato e dell'Antiquariato
"Natale al Castello" (prima decade di dicembre);
Fiera di Santa Lucia (13 dicembre);
Presepe vivente nel borgo (periodo natalizio).
SCAURI
Il maggiore centro abitato del comune è Scauri,
località turistica che conta, d'inverno, oltre
7 mila abitanti e che raggiunge, d'estate, circa 70
mila presenze. Scauri (anticamente Pirae) è
una località turistica, frazione del comune
di Minturno, che si affaccia sulla costa laziale del
Mar Tirreno. Oggi Scauri è una località
turistica e commerciale, riprendendo i fasti dell'epoca
romana che l'avevano consacrata quale centro di villeggiatura
dei patrizi. La conferma giunge dal ritrovamento,
sulla fascia litoranea, di rovine di ville romane.
Durante il periodo repubblicano, il console Marco
Emilio Scauro la scelse per sbrigare i suoi affari
e per concedersi qualche giorno di relax. I segni
di queste "vacanze tirreniche" del famoso
politico si trovano oggi in via Mura Megalitiche,
dove sorgono le rovine della sua villa residenziale.
Allora ebbe inizio la tradizione turistica di Scauri.
Oggi è una delle località balneari più
frequentate del Sud-Pontino. Nei periodi di alta stagione
si registrano circa 60-70 mila presenze in alloggi
privati, in strutture alberghiere ed in campings.
Fiori all'occhiello della cittadina del Lazio meridionale
sono la spiaggia, lunga circa 4 chilometri ed oggetto
di una recente opera di ripascimento, ed il bel Lungomare.
In base alla tesi, pressoché unanime, degli
studiosi, il nome della cittadina, che conta d'inverno
oltre 7.000 abitanti, trae origine da Marco Emilio
Scauro, princeps senatus, console romano nel 115 a.C.,
proprietario nell' antico porto di Pirae di una sontuosa
villa marittima. In assenza di un riscontro diretto,
tale ipotesi è suffragata da diversi indizi,
tra cui la cronologia della dimora (II-I sec. a.C.),
la coincidenza tra il toponimo ed il cognomen del
politico e l'uso immemorabile degli aggettivi scauriana
e scauritano. Secondo un'altra tesi (isolata), l'origine
del nome di Scauri è connessa con l'etimologia
greca: il toponimo deriverebbe da "eskhara",
che significa braciere ardente (relativamente al clima
mite della cittadina o forse alle piccole dune di
sabbia della spiaggia che - scaldandosi al sole -
divenivano roventi). Dell'antica città di Pirae,
di origine ausone, si può ammirare, oggi, un
tratto della cinta poligonale (le Mura Megalitiche)
con la porta urbana (forse del VII-VI secolo a.C.).
Tale insediamento era in rovina già all'epoca
di Plinio il Vecchio (I sec. d.C.). Alcuni studiosi
hanno teorizzato che Pirae fosse un "castrum",
un avamposto difensivo della città di Minturnae.
Secondo il Johnson, però, non è dimostrabile
che vi sia, a Minturnae, una gens antecedente a quella
dei "Pirani". Nei periodi repubblicano ed
imperiale, a Pirae sorsero alcune ville marittime,
una delle quali appartenne, secondo gli esperti, al
console Marco Emilio Scauro (162-90 o 89 a.C.), di
cui restano ancora alcune rovine, visibili nel vecchio
rione. A partire dallanno 830, varie sono le
citazioni della località nel Codex Diplomaticus
Cajetanus. Ad esempio, in un atto del 993 è
riportata la Chiesa di San Pietro Apostolo, sita in
"porto scauritano". In seguito fu un centro
produttivo, spesso soggetto a razzìe. A memoria
di questo periodo restano la Torre Quadrata (sul Monte
d'Oro) e quella dei Molini (nel vecchio rione): furono
erette rispettivamente nel XVI e nel XIV secolo a
difesa del litorale. Tuttavia, il 21 luglio 1552 il
corsaro Dragut sbarcò sul lido di Scauri e
trasse in schiavitù 200 cittadini. Tutte le
menzionate testimonianze archeologiche (tranne la
Torre Quadrata) sono racchiuse in proprietà
private, ma ricadono nell'Area Protetta di Gianola-Monte
di Scauri, che fa parte del Parco Regionale Riviera
di Ulisse. La Torre Quadrata fu costruita sul Monte
dOro, riconvertendo una fabbrica medioevale,
di forma circolare. Acquisita di recente dal Comune,
è stata restaurata per favorire la creazione
di un osservatorio ornitologico.
MARINA
DI MINTURNO
Marina di Minturno è una frazione balneare.
Nel suo territorio ricadono i resti della città
antica di Minturnae, in prossimità del fiume
Garigliano. Il sito di Monte dArgento, occupato
fin dallepoca protostorica, ospitò, nel
periodo romano, un sacello dedicato a Silvano. Nelle
età altomedievale e medievale, sullaltura,
si impiantò un castrum (castello), sede di
una delle contee in cui fu diviso il Ducato gaetano.
Linsediamento fortificato si articolò
intorno ad un edificio di culto a pianta basilicale
che la tradizione collega alla sepoltura di Santa
Reparata, martire orientale associabile allaltro
culto locale, quello di
SANT'ALBINA
La Parrocchia della località balneare è
dedicata a San Biagio. Molto sentita è la ricorrenza
della Madonna del Carmine, in programma la domenica
successiva al 16 luglio. E affiancata dalla
Festa della Pacchiana, omaggio al costume tipico locale,
premiato come il più bello dItalia
nel 1930, in occasione delle nozze di Maria José
ed Umberto di Savoia.
TUFO
Tufo prende il nome dal costone tufaceo su cui sorge.
Al centro dell'abitato è situata la Chiesa
Parrocchiale di San Leonardo Abate (XVI secolo) che
ha subìto, nel tempo, varie trasformazioni.
L'edificio è a navata unica ed annovera un
transetto ed un altare con marmi policromi, montato
nella prima metà dell'Ottocento. La Festa in
onore del Santo Patrono si svolge lultimo week-end
di agosto.
TREMENSUOLI
Tremensuoli è una frazione collinare che domina
il litorale di Scauri. Secondo una balorda etimologia
popolare, tre Francesi (tre "monsieurs"),
invitati dalla dolcezza e piacevolezza del luogo,
costruirono sulla collina le prime abitazioni. Si
pensa anche che il nome derivi da "tres montes"
o "tres montoli", ossia paese circondato
da tre colline o situato tra tre colline: Monte Rotondo,
Monte Belvedere e il colle dove sorge Tremensuoli,
sulla cui cima si trova
CAPO TRIVIO
Capo Trivio. La zona "Le grotte" prende
il nome dai ruderi di una costruzione romana. Tremensuoli
è menzionata in un atto del X secolo, inserito
nel Codex diplomaticus cajetanus. Da segnalare la
Chiesa Parrocchiale di San Nicandro Martire, risalente
al XVI secolo: è a croce greca, con decorazioni
a stucco e volte a botte lunettate, che sono state
cancellate in un recente restauro. Vi si conservano
statue lignee del XIX secolo che raffigurano i Santi
Nicandro, Patrono del centro abitato, festeggiato
nel secondo fine settimana di agosto, e Sebastiano.
Un'altra Chiesa è dedicata al Sacro Cuore di
Gesù. Un apposito sito riunisce notizie storiche,
ricordi e novità sulla frazione.
SANTA
MARIA INFANTE
Il centro collinare di Santa Maria Infante prende
il nome dall'omonima Chiesa, la quale ha assunto varie
denominazioni nel tempo (Santa Maria de Olifano, Santa
Maria dello Lévano, Santa Maria dellElefante).
L'edificio del XVII secolo fu ricostruito nel secondo
dopoguerra, seguendo linee architettoniche moderne.
Nella chiesa è conservata un quadro della Madonna
delle Grazie con Santi, opera di Sebastiano Conca.
La Festa di Maria Bambina si tiene nella prima settimana
di settembre.
PULCHERINI
La frazione di Pulcherini deriva il proprio nome dal
"Casale Porcarinorum", segnalato anche come
"Villa Polcareni" nel 1447. Annovera la
Chiesa di San Giuseppe (XVIII secolo). La Festa in
suo onore si svolge il 19 marzo. Dal 1967, nel borgo,
il Venerdì Santo si svolge una suggestiva rievocazione
della Passione di Cristo.
DA
VEDERE
"Castello Baronale" (IX secolo circa), dove
soggiornarono, tra gli altri, San Tommaso d'Aquino,
Isabella Colonna e Giulia Gonzaga.
"Chiesa di San Pietro"(XI-XII secolo), caratterizzata
da un nartèce con arcate a sesto acuto disuguali.
Sul pròtiro si innalza il campanile a tre piani
di bifore romaniche. La pianta è a croce latina.
Linterno è a tre navate, arricchite da
colonne provenienti da Minturnae. La navata centrale
è coperta con soffitto ligneo a cassettoni,
inaugurato il 17 agosto 1851 alla presenza del Re
Ferdinando II. Da rammentare: una tela raffigurante
"l'Ultima Cena" di Andrea Sabatini da Salerno,
la Cappella del Sacramento del 1587 (rivestita di
marmi polìcromi), il candelabro del Cero pasquale
(1264), il pergamo in stile cosmatesco (con elementi
riferibili al XIII secolo), la statua della Madonna
delle Grazie (1825), incoronata nel 2008 da Mons.
Fabio Bernardo DOnorio, Arcivescovo di Gaeta.
"Chiesa di San Francesco", costruita verso
il 1363 dalla famiglia Caetani. Sulla parete destra
si può ammirare l'affresco della Madonna delle
Grazie, Protettrice di Minturno.
"Chiesa dell'Annunziata" (XIV secolo), con
affreschi dell'epoca. Nellabside è dipinta
una "Crocifissione", realizzata nel 1333,
forse dagli allievi di Giotto. Fu a più riprese
danneggiata: dai pirati turchi nel 1552, dalle truppe
napoleoniche nel 1799 e da un incendio nel 1888. Fu
riaperta al culto nel 1931 come tempio votivo dei
minturnesi caduti nella Prima Guerra Mondiale, dopo
il restauro commissionato dal concittadino Pietro
Fedele, storico e Ministro della Pubblica Istruzione
nel 1925-28.
Rovine della città romana di Minturnae (presso
la frazione di Marina). Il Comprensorio archeologico
racchiude, oggi, gran parte dei resti della città-porto.
Spicca il maestoso Teatro Romano, costruito verso
il I sec. d.C. Diviso nei tre settori caratteristici
(scaena, orchestra, cavea), accoglieva oltre 4 mila
spettatori. Ogni estate, lantica struttura ospita
una prestigiosa Stagione di spettacoli, inaugurata
nellagosto del 1960 dallattrice Emma Gramatica,
protagonista de Le troiane di Euripide.
All'interno dellarea sono visibili un tratto
originale della via Appia (Decumanus Maximus), costruito
in blocchi di lava basaltica; i resti del Foro Repubblicano
(II sec. a.C.), del Capitolium (dedicato a Giove,
Giunone e Minerva), del Foro Imperiale, del Macellum
(mercato), delle Tabernae, del complesso termale (II
sec. d.C.). Negli spazi sottostanti alla càvea
è situato il Museo che accoglie statue acefale,
sculture, ex voto, epigrafi, monete (ripescate nel
vicino fiume) e numerosi reperti, rinvenuti nel secolo
scorso a Minturnae, nel centro urbano di Scauri e
nella zona di Castelforte. Testimonianze provenienti
da Minturnae sono custodite, tuttora, presso i Musei
Archeologici di Zagabria (Croazia) , Philadelphia
(USA) e di Napoli. Il moderno tracciato dellAppia
si interseca con numerose ed imponenti arcate dellAcquedotto
Romano, un tempo lungo circa 11 chilometri. Verso
la foce del Garigliano si trovano, poi, le rovine
di un antico luogo sacro, il Tempio della ninfa Marica,
divinità delle acque.
"Ponte pensile" sul Garigliano, con tiraggi
a catene di ferro, il primo realizzato in Italia,
restaurato alcuni anni fa. Commissionato dai Borbone,
fu progettato dall'ingegnere Luigi Giura ed inaugurato
nel 1832 dal Re Ferdinando II.
Rovine dell'antica Pirae (a Scauri vecchia). Sono
visibili un tratto delle "Mura Megalitiche"
(V-IV secolo a.C.) ed una porta urbana (forse VII-VI
sec. a.C.), con un criptoportico coperto con volta
a botte. Tali testimonianze sono racchiuse in proprietà
private, ma sono inserite nellArea Protetta
di Gianola-Monte di Scauri, che fa parte del Parco
Regionale Riviera di Ulisse.
Resti della villa del console romano Marco Emilio
Scauro, a Scauri vecchia. Da segnalare una porta a
doppio arco, che immette in un corridoio, decorato
da pitture parietali riferibili al III stile pompeiano,
e sette arcate cieche o fornici (II-I sec. a.C.).
Torri costiere. A Scauri, nell'Area Protetta che fa
parte del Parco Regionale Riviera di Ulisse, si trovano
la "Torre dei Molini" (XIV secolo), eretta
a difesa delle macine un tempo mosse dal Rio Capodacqua,
e la "Torre Quadrata" o "dei Cavallari",
sul "Monte d'Oro" (XVI secolo).
Resti del muro perimetrale della Cartiera di Scauri,
sulla via Appia, nei pressi della Chiesa Parrocchiale
dell'Immacolata. Fornitrice del Regno di Napoli, la
fabbrica venne citata dallo scrittore tedesco Johann
Wolfgang von Goethe nella monografia dedicata al pittore
di corte Jacob Philipp Hackert. Lo stabilimento scaurese
produsse fogli pregiati per la calcografia e la stamperia
reale.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La città di Minturnae sorgeva lungo il percorso
della via Appia, presso il fiume Garigliano. Le sue
origini risalgono ad un centro ausone, appartenente
alla Pentapoli Aurunca. Sconfitto il popolo aurunco
nel 340 a.C., i romani presero possesso del territorio.
Fu rifondata come colonia romana e al suo ager apparteneva
l'area tra i Monti Aurunci e il Tirreno, comprendente
una zona residenziale sulla costa dell'odierna Scauri
(già Pirae), con estese villae maritimae, e
una zona agricola e produttiva, lungo il fiume e sulle
colline, dove si trovavano diverse villae rusticae
o fattorie. Presso la foce del Garigliano sorgeva
il bosco sacro della dea Marica. Nelle paludi dell'antica
Minturnae trovò rifugio, nell88 a.C.,
il console Gaio Mario, tallonato dagli uomini del
rivale Silla. I magistrati locali ordinarono la sua
uccisione per mano di uno schiavo cimbro. Il condottiero
riuscì a sfuggire alla morte, dopo aver intimorito
il germanico. La città venne distrutta probabilmente
dai Longobardi tra il 580 e il 590. Dopo la distruzione
di Minturnae, gli abitanti si rifugiarono sul colle
vicino, fondando il centro di "Traetto"
o "Traietto". Il toponimo deriva dalla scafa
che univa le due sponde del Garigliano. Nell'VIII
secolo venne fondato il Patrimonium Traiectum, cioè
la città divenne centro di un latifondo gestito
da un diacono dipendente direttamente dal Papa. Sotto
il potere pontificio, Traetto fu cinta da mura, ma
venne distrutta, nell'883, dai Saraceni, che si stabilirono
nella piana del Garigliano. Essi vennero poi scacciati
dalla lega voluta da Papa Giovanni X. Passata sotto
il controllo di Gaeta, la città fu di nuovo
distrutta dagli Ungari. In seguito ebbe propri feudatari
e, alla fine del X secolo, fu donata all'Abbazia di
Montecassino. Nel 1061 l' Abate Desiderio concesse
agli abitanti le chartae libertatis, (carte di franchigia).
Dopo essere stata conquistata dai Normanni, nel XIII
secolo passò ai Conti dell'Aquila di Gaeta
e poi ai Caetani. Fu donata a Prospero Colonna che
aveva combattuto nel 1503 da parte francese nella
battaglia del Garigliano, con cui iniziò il
dominio spagnolo in Italia meridionale. Dal 1690 al
1806, anno in cui fu abolito il sistema feudale, la
città fu tenuta dai Conti Carafa. Durante l'occupazione
napoleonica, nel giorno di Pasqua del 1799, fu assalita
ed espugnata dalle truppe franco-polacche, nell'ambito
delle ritorsioni verso le città che fiancheggiavano
Fra' Diavolo: morirono 349 traettesi, nonché
molti abitanti dei paesi limitrofi. Il 13 luglio 1879
Traetto riprese l'antico nome di Minturno.