Fiano Romano
Lazio

Fiano Romano è un comune della provincia di Roma.

ETIMOLOGIA
Probabilmente deriva da Flaiano dal nome latino di persona Flavius a cui si aggiunge il suffisso -anus che indica appartenenza, oppure da Flavianum per i possedimenti che la gens Flavia aveva in zona. Si ipotizza (poco concretamente) che possa derivare dalla forma diminutiva latina fanulum che significa tempietto.


EDIFICI RELIGIOSI

Chiesa di Santo Stefano Nuovo
È stata iniziata a costruire a partire dalla 2ª metà del XV secolo e rimaneggiata, secondo attestazioni storiche dell'Archivio di Stato, nel 1774. La chiesa ha una pianta basilicale su 3 navate sormontate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri di travertino. L'altare è sito dietro un arco di trionfo racchiuso entro un timpano sorretto da 2 colonne con capitelli corinzi. Al centro è posto un quadro di Antonio del Massaro, detto il Pastura, rappresentante la Madonna tra i santi: Giovanni Battista, Stefano, Biagio e Pietro. Sulla navata destra vi è il mausoleo di Niccolò III Orsini, degli affreschi provenienti dalla Chiesa di Santa Maria ad Pontem e la cappella dell'Annunziata (già degli Orsini) nel cui interno vi sono una tavola del Cristo Salvatore e degli affreschi attribuiti alla scuola del Pinturicchio. Sulla navata sinistra vi è il sarcofago di Pietro Gregorio Ottoboni Boncompagni Ludovisi Duca di Fiano ed una campana del 1278 realizzata da Guidotto da Pisa dedicata a San Martino. Altri affreschi portano alla ad una cappella ornata di abside, di un crocifisso in legno ed un altare con basamento di pietra (forse originariamente un pilastro). Anticamente questa cappella constava di affreschi.

Chiesa di Santa Maria ad Pontem
Il nome è dovuto alla posizione sul Tevere rispetto all'Abbazia di Farfa. Anche se è stata ristrutturata recentemente conserva l'aspetto originario. Nell'interno ora vi è una pinacoteca.

Chiesa di Santo Stefano Vecchio
È sita poco fuori dalla città, sul lato ovest. Nonostante fosse la chiesa principale di Fiano Romano, ora è di proprietà privata, per via che tale chiesa risulta essere fuori mano per la stragrande maggioranza della popolazione fianese. L'interno ha pianta basilicale, fu cenobio benedettino, presenta stile romanico dei secoli XII e XIII ma con svariati rimaneggiamenti e restauri successivi. Le 3 navate sono separate da 10 colonne per parte in granito. I capitelli sono tutti quanti diversi e constanti di un pilastro centrale ognuno. Ai 2 lati del portale d'ingresso vi sono un candelabro per parte realizzati in bronzo a colonne tortili con spirali richiamanti le piante di alloro ed alti circa 3 metri ciascuno. L'altare odierno è sito nella parte absidale al posto del vecchio ciborio e realizzato in marmo greco. Il ciborio è stato portato dapprima nel Collegio Irlandese di Roma, poi al Metropolitan Museum di New York dov'è esposto tutt'ora. Il campanile consta di 3 ordini di finestre, a partire dal basso: bifore, trifore e monofore.

Altre Chiese
La chiesa della Madonna del Carmine non ha un gran criterio estetico ed architettonico di cui non si hanno notizie precise.
Il Camassei, in un manoscritto del 1700, circa narra forse di questa chiesa, chiamandola Chiesa della Fraternita (usata anche come cimitero per i contadini).
La chiesa della Beata Vergine della Nuova o della Ruota (sullo stesso manoscritto non è ben intendibile il nome corretto).
La chiesa della Madonna delle Grazie sita di fronte all'Ospedale per i poveri.
Della chiesa di Sancti Georgi in Suburbio Castri Flaiani il Ghibelli cita che era possedimento del Monastero di Sant'Andrea e di San Gregorio al Clivo di Scauro a Roma.
La chiesa di Val Casale era gestita da un eremita e, nel suo interno, vi era una tela raffigurante San Giovanni di Dio di Francesco Trevisani.
La Chiesa di San Sebastiano veniva utilizzata nel giorno dell'Ascensione per fare una processione e benedire la campagna ed ottenere così un buon raccolto.

PERSONAGGI FAMOSI
Sabrina Ferilli (Attrice e showgirl)

FRANCESCO DI FIANO
Scarse sono le notizie relative alla biografia di Francesco, il più grande fra gli uomini di cultura nati a Fiano. Sul fatto che sia nato nella nostra cittadina non ci sono dubbi: il nome subisce diverse varianti nei manoscritti (Fianus, Fiani, de Flaiano, de Flagano, de Flagiano, de Faxano, de Frana, de Fiavano, de Fyano, de Fiancano, de Fiana ………), ma nel 1380, in alcuni versi che l’umanista Quatriario di Sulmona invia all’amico Francesco da Fiano, scrive che la sua missiva lo troverà “a Fiano, che dietro guarda il Soratte e davanti il Tevere”, sgombrando il campo da ogni incertezza. Incerta è la data della nascita, che può variare dal 1340 al 1350; sono certi, invece, sia il nome del padre di Francesco (Antonio Cecchi di Fiano), che la data della morte del letterato (1421). L’importanza di Francesco da Fiano nella storia della cultura è stata posta nella giusta evidenza grazie, soprattutto, all’appassionato lavoro di ricerca di un altro grande fianese, don Igino Taù, dell’Istituto Salesiano “Villa Sora” di Frascati (RM), che alla fine del 1961 licenziò alla stampa l’oneroso studio sull’opera più conosciuta di Francesco “Contra ridiculos oblocutores et fellitos detractores poetarum”. Con il “Contra oblocutores” il Fianese si inserisce nella polemica tra i primi umanisti e gli anti umanisti: pur appartenendo alla Curia romana, dove numerosi erano gli oppositori e detrattori della poesia classica, egli ha il coraggio di difendere gli antichi poeti e di questi afferma energicamente il diritto di essere citati non solo alla presenza del Papa, ma di Cristo stesso. È ridicolo accusare di anti-cristianesimo, i poeti nati prima di Cristo. Alcuni di loro, anzi, possono essere considerati come profeti del Cristianesimo. Il Consiglio Comunale di Fiano Romano, nella seduta del 22 febbraio 1989, deliberò con voti unanimi parere favorevole alla decisione espressa dal Collegio dei Docenti e dal Consiglio di Istituto, di intitolare la scuola media statale della nostra cittadina a Francesco da Fiano, il quale “indica alla sua gente la via del rinnovamento nel segno della tradizione”. Oltre a Francesco da Fiano, possono essere indicati i nomi di altri letterati fianesi: messer Nucio da Fiano, nel 1473 professore universitario a Roma; frate Giorgio da Fiano, francescano riformista, che nel 1609 pubblicò a Venezia le rime spirituali del suo amico e confratello Bartolomeo di Saluzzo. La tradizione poetica è stata tramandata attraverso i secoli e ancora oggi è viva a Fiano, anche grazie ai “Poeti a Braccio” che, tra un bicchiere di vino e l’altro, cantano versi improvvisati simpaticissimi e, talvolta, di notevole fattura.

ORIGINI DI FIANO ROMANO
Secondo alcuni studiosi la città etrusca di Capena, il cui territorio era compreso tra gli odierni paesi di Capena, Civitella San Paolo e Fiano Romano, venne distrutta agli inizi del IV secolo a.C. dai Romani insieme all'alleata Veio. Gli abitanti si sparsero in piccoli insediamenti sulle vicine colline, che sotto il dominio di Roma crebbero in importanza e rappresentarono i futuri nuclei oltre che di Fiano, di Civitella San Paolo e dell'attuale Capena, di Morlupo, di Rignano Flaminio e di Castelnuovo di Porto. Secondo altri la distruzione non ebbe luogo, essendosi Capena arresa ai Romani, e Fiano si sarebbe invece sviluppata in seguito alla decadenza del centro religioso di Lucus Feronia. La popolazione locale, per sfuggire alle invasioni barbariche si sarebbe rifugiata sulle colline costituendo gli insediamenti dai quali ebbero origine Fiano, Civitella San Paolo e Nazzano.

CENNI STORICI
All’epoca buia delle invasioni barbariche, nelle campagne la chiesa rappresentava l’unica autorità, che sarà poi consolidata nel sec. V con la fondazione dei conventi Benedettini. Fiano (Fundus Fianus o Flavianus o Flaganus) era compreso nella Provincia denominata “La Teverina” sotto la diocesi di Porto, controllata dai Monaci Benedettini di S. Paolo; il “Fundus” viene nominato per la prima volta nel diploma di Lotario I dell’anno 840 per l’abbazia di Farfa. In seguito, del “Fundus” si ritrovano tracce in vari atti e documenti: nel 1013 è ricordato tra i beni che Benedetto VIII aveva in precedenza donato a Farfa; nel 1058 i conti di Galeria donarono ai monaci la Chiesa di “Sancta Maria ad Pontem de Flaiano” e quella di S. Biagio “infra castellum de Flaiano” . Nel 1081, una bolla di Papa Gregorio VII riconosce il “Castellum” Flaianum di proprietà del monastero di S. Paolo. Nel 1139, l’abate di S. Paolo rivolge a Papa Innocenzo III la protesta per l’usurpazione del Castello operata dagli eredi di Tebaldo da Cencio. In seguito, Papa Alessandro III e gli imperatori Federico I ed Enrico IV confermeranno con atti ufficiali i diritti dei benedettini di S. Paolo su Fiano. Più tardi (1300), gli Orsini acquistarono circa la metà di Fiano; l’altra metà entrerà a far parte del patrimonio della stessa famiglia tra il 1404 e il 1406, per opera di Paolo Orsini, che la acquistò per soli 1.100 fiorini, avvalendosi della parentela che lo legava come cognato all’abate di San Paolo. I discendenti di Paolo Orsini vendettero, poi, Fiano con Morlupo e Monte la Guardia, per 10.000 fiorini ai Colonna, i quali non rimasero a lungo a Fiano, in quanto nel 1443 Fiano e Scorano vengono divisi tra il Monastero di S. Paolo e Orso Orsini. Da quest’ultimo, nel 1451, fu posta un’ipoteca a favore della moglie Elisabetta d'Anguillara sul castello di Fiano. Nel 1478 governava Fiano Paola Orsini e nel 1489 la città apparteneva a Niccolò III Orsini. Niccolò III Orsini (1442-1510) è stato il più importante signore di Fiano: conosciuto da tutti per la fama di grande generale, fu al servizio di Firenze e, poi, di Venezia, e salvò la Serenissima con la strenua difesa di Padova contro l’esercito strapotente dell’imperatore Massimiliano. Niccolò III, che era anche conte di Nola, Pitigliano e Sovana, a Fiano fece costruire (1489-1493) il Castello Ducale (su disegno di Giuliano da Sangallo), che ha avuto l’onore di ricevere nel 1493 la visita di Papa Alessandro IV Borgia, accompagnato da personaggi notevoli, come il giovanissimo cardinale di Valenza (Cesare Borgia) e il cardinale Piccolomini (futuro Papa Pio III). Alla morte di Niccolò III, i due figli legittimi, Ludoviso e Aldobrandino litigarono a lungo per il possesso di Fiano e per risolvere la questione nel 1514 il Papa Leone X dovette inviare come mediatore Giordano Orsini. Fiano appartenne agli Orsini fino al 1600, quando Alessandro lo vendette a Caterina de' Nobili, madre del Cardinale Francesco Sforza, il quale nel 1607 ottenne il titolo di duca di Fiano per Sforzino, suo figlio naturale. Nel 1621, Orazio Ludovisi, generale della Chiesa, comprò il Ducato di Fiano e nel 1690 lo rivendette a Papa Alessandro VIII, il quale lo regalò a Marco Ottoboni, suo nipote e generale delle galere pontificie, ed ai suoi successori. Per più di duecento anni, gli Ottoboni furono i signori di Fiano (1690-1897), fino a quando il principe Don Marco Ottoboni- Boncompagni-Ludovisi Senatore del Regno, pur mantenedo il titolo di duca di Fiano (che, con il nome e lo stemma, trasmise agli eredi e successori nella "primogenitura Ottoboni" istituita da Alessandro VIII° nel 1690 e che prevedeva anche la "successione femminile" in caso di estinzione della discendenza maschile), vendette al costruttore Carlo Menotti il Castello e i terreni per 900.000 lire. Alla morte di Carlo Menotti , ereditò il patrimonio il figlio Mario. Dopo la Grande Guerra (1915-18), una parte della tenuta dei Menotti fu ceduta agli ex combattenti, che la pagarono una somma esigua. Con l’inizio dell’epoca fascista, Mario Menotti andò in India, dove morirà molto tempo dopo, e l’Amministrazione delle terre fu affidata al conte Orsolino Cencelli. Ma i fianesi richiedevano con forza la concessione di altre terre e alla fine della II Guerra Mondiale, iniziarono un’aspra e lunga lotta per ottenerla. Per quanto riguarda il Castello è stato acquistato dal Comune di Fiano Romano, che ha compensato la Congregazione delle Suore Domenicane con la costruzione di un meraviglioso complesso alle falde di una collina vicinissima al centro di Fiano, che ospita numerosissimi bambini della Scuola Materna delle Suore. 'Il periodo più recente è stato caratterizzato da una fortissima speculazione edilizia che ha portato il paese a disperdere la propria cultura e a diventare una borgata periferica di Roma. Questo fatto ha evidenziato enormi problemi per quanto riguarda i servizi sociali: non esistono infatti infrastrutture capaci di sostenere l'enorme quantità di persone giunte a Fiano negli ultimi tempi. Le scuole sono al collasso e non esiste un piano integrato di trasporto nonostante la vicinanza con la ferrovia metropolitana di Fara Sabina.

DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

.
CASA 2000 - FIANO ROMANO - RM