Civita
Castellana è un comune della provincia di Viterbo.
È a pochi chilometri da Roma e dista dal capoluogo
circa 50 km. È situata su uno sperone tufaceo,
tra le profonde gole di due affluenti del Treia, ai
piedi dei monti Cimini, lungo la via Flaminia. È
famosa per essere stata nell'epoca preromana, la capitale
della popolazione dei falisci. È nota anche
per essere il centro industriale specializzato nelle
ceramiche più importante d'Italia e tra i più
apprezzati nel mondo. Civita Castellana si trova in
una zona originata dalle eruzioni del vulcano Vicano
che hanno generato il tufo rosso, che caratterizza
il territorio. In seguito all'innalzamento dell'area,
l'azione erosiva delle acque ha dato origine alle
profonde gole che sono uno dei caratteri più
suggestivi del paesaggio.
ETIMOLOGIA
Papa Gregorio V le attribuì il nome di civitas,
(città - cittadinanza) da cui "Civita".
"Castellana" si riferisce al dominio che
il luogo aveva sui castelli circostanti
CENNI
STORICI
La
storia trimillenaria di Civita Castellana inizia con
quella dei falisci, una popolazione che si collocava
tra la civiltà degli etruschi e quella dei
romani. Le prime tracce di questa civiltà provengono
dagli scavi dell'antica Falerii Veteres, che aveva
rapporti commerciali con tutto il bacino del Mediterraneo.
La maggior parte dei ritrovamenti di grande valore
si trovano nel Museo nazionale dell'Agro Falisco che
raccoglie anche i reperti rinvenuti nell'area falisca
ma anche in altri grandi musei come il Louvre di Parigi.
Un popolo guerriero, quello dei falisci, che si scontrò
inevitabilmente con la vicina Roma. Sconfitti, i falisci
furono letteralmente cacciati dal sito fortificato
di Falerii Veteres e costretti a fondare un'altra
città su di una piana distante cinque km. La
nuova città si chiamò Falerii Novi.
Dieci secoli dopo, i falisci iniziarono a tornare
nella città abbandonata, in seguito alle guerre
gotiche e alle invasioni longobarde, dando vita a
uno sviluppo urbanistico che ancora oggi conserva
il suo tessuto medioevale. Falerii Veteres divenne
così Civita Castellana. Nel corso dei secoli
successivi Civita, sarà il luogo dove Papi
come Clemente III, Adriano IV, troveranno rifugio
in situazioni di estremo pericolo. Durante il periodo
del Rinascimento ci furono delle lotte tra due famiglie:
i Di Vico e i Savelli fino a quando, nel 1426, la
Santa Sede non riaffermò la propria giurisdizione.
Da quel momento la città seguì le sorti
dello Stato della Chiesa e molti furono i papi che
nel corso degli anni la visitarono e vi soggiornarono.
Tra questi non possiamo non menzionare Alessandro
VI, Giulio II, Pio VI. È sotto il pontificato
di Alessandro VI Borgia che iniziarono i lavori nel
forte Sangallo. Era l'anno 1494. L'evento più
importante del XVI secolo invece, fu l'attacco che
i Lanzichenecchi sferrarono a Civita Castellana nel
1527. Questi per ben due volte cercarono di impossessarsene,
avendone compreso l'importanza strategica. Questa
però riuscì a resistere. Fu in tale
occasione che l'archivio cittadino venne bruciato.
I secoli XVII e XVIII furono di pace. Così
ci si preoccupò di realizzare alcune opere
pubbliche. Nel 1589 venne realizzato ponte Felice,
nel 1609 la variante della via Flaminia, nel 1709
il ponte Clementino ed il collegamento tra la Cassia
e la Flaminia voluto da papa Pio VI risale invece
al 1787. Le idee della rivoluzione francese, ben presto
si diffusero in tutta Europa, Italia compresa. Raggiunsero
anche Civita Castellana tanto che, nel dicembre del
1798 le truppe francesi, guidate dal generale MacDonald
(e facenti parte dell'armata del generale Championnet),
sconfissero le truppe napoletane guidate dal generale
Mack. L'anno seguente gli Aretini si unirono agli
altri nemici dei francesi, ed attaccarono Civita Castellana.
I francesi ben presto si riappropriarono della città
e la controllarono fino al 1815. Nel 1860 i garibaldini
diretti a Mentana, si fermarono a Civita. Il 12 settembre
del 1870 vi sostò lo stesso Vittorio Emanuele
II, diretto verso Roma con il suo esercito, che liberò
la città dal secolare potere della Chiesa,
annettendola a quello che poi sarebbe divenuto il
Regno d'Italia. È nel secolo XIX che a Civita
Castellana inizia una svolta economica ad opera di
Giuseppe Trevisan, un "imprenditore" veneto
che vi impianta le prime fabbriche di ceramica. Quella
della ceramica è una vocazione antica, dovuta
anche alla facile reperibilità dell'argilla
presente nel luogo. Col passare degli anni, accanto
al settore artistico si sviluppa anche quello industriale,
che avrà il suo massimo sviluppo nel secondo
dopoguerra. I settori di produzione sono i sanitari;
seguono le stoviglierie. Nasce il distretto industriale
che comprende anche i paesi limitrofi. Nel 1181 vi
si spense Papa Alessandro III, il grande pontefice
che aveva animato la lega dei comuni contro l'Impero.
Civita Castellana conserva un notevole patrimonio
artistico e archeologico, infatti Falerii Veteres
risulta essere uno dei principali siti dell'età
del Ferro e del Bronzo. E' ricca di aree templari,
di necropoli e di santuari.
DA
VEDERE
Il
Duomo, costruito dai Cosmati con facciata del XII
secolo e portico a grande arco centrale del 1210 (arricchito
da mosaici policromi dei marmorari romani Cosmati)
e con una grande cripta dei secoli VII e VIII;
Il Forte Sangallo, dove all'interno si può
visitare il Museo nazionale dell'Agro Falisco, inaugurato
nel 1977, raccoglie al suo interno materiali provenienti
dall'antica Civita Castellana (Falerii Veteres) e
dalle zone limitrofe. Il Forte San Gallo venne fatto
costruire da Alessandro VI Borgia su un precedente
edificio di età medioevale. Il progetto fu
affidato ad Antonio da Sangallo il Vecchio e portato
a termine dal nipote, Antonio da Sangallo il Giovane,
sotto il pontificato di papa Giulio II. Il mastio
ottagonale, il pozzo del cortile maggiore e il portone
di accesso alla fortezza, risalgono a quel periodo.
Interventi di restauro e di abbellimento, ci furono
con i pontefici successivi. Il forte fu non solo una
architettura militare, ma anche una dimora papale;
questo fino all'Ottocento.
Il museo della ceramica, che trovava collocazione
all'interno del Palazzo Petroni Andosilla si è
recentemente trasferito all'interno dell'istituto
scolastico d'Arte di via Gramsci dove è stata
recuperata l'antica chiesa di San Giorgio che è
attualmente sede del museo. Esso sorse nel 1996 con
lo scopo di esporre al pubblico opere ceramiche di
vari periodi, prevalentemente appartenenti agli anni
tra il '20 e il '60 del secolo scorso. All'interno
del Museo sono esposti vasi, piatti, manufatti, piastrelle
dipinte, che testimoniano la maestria dei più
importanti maestri ceramici locali. Costituiscono
invece eccezione alcuni reperti risalenti all' VIII
- XII sec., provenienti da cantine e pozzi cittadini.
antichi provengono dall'area del Santuario di Giunone
Curite (prima metà del VI sec a.C.), mentre
ai primi anni del V se a.C. appartengono i materiali
del Tempio di Mercurio e di altri due templi situati
sul Colle del Vignale.Il nuovo museo si è arricchito
di nuove opere donate da privati e ceramiche artistiche
dell'istituto statale d'Arte.
La chiesa S. Maria del Carmine;
Area archeologica di Vignale;
Palazzo Onorati;
Chiesa di San Francesco;
Palazzo Montalto;
Palazzo comunale;
Porta di Giove;
Porta Borgiana;
L'Abbazia di S. Maria in Faleri;
Chiesa di San Gregorio;
La necropoli della via Amerina;
Chiesa di Sant'Antonio abate;
Via del Rivellino con porta medievale;
Centro storico medievale con case e torri;
Fontana dei Draghi;
Meridiane e Palazzi con bifore;
Ponte Clementino;
Ponte Felice;
Monumento ai Caduti di Silvio Canevari;
Monumento ai caduti del mare;
Monumento ai ceramisti.