Castelnuovo
di Porto è un comune della provincia di Roma
nel Lazio.
ETIMOLOGIA
Il nome fa riferimento ad un Castrum Novum, castello
nuovo (di costruzione più recente rispetto
ad uno già esistente) presente in zona. La
specifica "di Porto" fa riferimento alla
vicina cittadina di Porto.
EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa di SS Agostino e Antonio Abate
Chiesa di San Sebastiano
ORIGINI E CENNI STORICI
Le origini di Castelnuovo di Porto sono riconducibili
alla storia dell'antica città stato di Capena
(Capena Veteres) che sorgeva sul colle della Civitucola,
ed era la capitale dei Capenati, fiorente popolazione
italica che prosperava a nord-ovest del Tevere prima
dell'avvento di Roma; I Capenati probabilmente parlavano
la lingua falisca, affine al latino, ma erano politicamente
legati agli Etruschi anziché ai Latini. Il
territorio Capenate (Ager Capenas) si estendeva lungo
la riva destra del Tevere, confinava a nord con quello
dei Falisci, a est con il Tevere e i Sabini, e a sud
ovest con il territorio etrusco di Veio. Comprendeva
gli attuali comuni di: Capena, Civitella San Paolo,
Morlupo, Fiano, Nazzano, Ponzano Romano, Filacciano,
Torrita Tiberina, Rignano Flaminio, Sant'Oreste, Castelnuovo
di Porto e Riano. Di epoca romana poco si sa. Si ignorano
anche le origini, forse la città è stata
costruita sulle rovine di un oppido dei dintorni di
Capena o inerenti alle colonie di Pentapolis. Comunque,
le prime notizie risalgono al 1074 tramite una bolla
papale (di Gregorio VII) in cui viene chiamata Castrum
Novum e definita come feudo per metà di San
Paolo fuori le mura (forse Civitella San Paolo). Il
nome, poi divenuto "Castello Nuovo", probabilmente
è da ricercare alla costruzione di un nuovo
castello a discapito di uno più antico. In
seguito fu occupata da Stefano di Teobaldo ma, nel
1139, papa Innocenzo II restituisce il castello ai
legittimi proprietari. Nel 1208, papa Innocenzo III
favorendo suo fratello Riccardo Conti non fece i conti
con Onorio III che riconfermò di nuovo il castello
agli originari proprietari. Nel 1252 il castello risulta
proprietà dei Colonna, indi dopo vari passaggi
di proprietà pervenne a Stefano Colonna che
migliorò la struttura difensiva del castello.
Bonifacio VIII Caetani tolse il castello ai Colonna,
come acerrimo nemico della famiglia, ma, nel 1306,
Clemente V, riassegnò il castello alla famiglia
romana. Il papa Eugenio IV, fece espugnare il castello,
ma Niccolò V Parentucelli, nel 1477, restituì
di nuovo il castello ai Colonna. Nel 1501 Alessandro
VI Borgia confiscò il castello e lo dotò
di difese armate, per poi ritornare di nuovo ai Colonna,
il quale cercò di porre fine alle lotte con
la vicina Civitella San Paolo. Nel 1518 fu dei Di
Francesco. La famiglia successivamente entrò
in lotta con Zagarolo e altre famiglie per via di
gestione sui castelli. La bagarre fu sedata dal papa
Paolo III con una bolla datata 11 gennaio 1539. Successivamente
(nel 1581) fu gestito dallo stato della chiesa. A
nulla servirono lamentele da parte della precedente
famiglia per la restituzione del castello. Il 12 giugno
1627, Scipione Degli Effetti è concessionato
delle entrate del castello. Una lapide sul muro esterno
del castello menziona il restauro della Via Flaminia
del 1580 da parte di Clarice Colonna Anguillara. Un'altra
lapide ricorda quando Carlo III di Borbone alloggiò
in questo castello mentre si apprestava ad espugnare
il Regno di Napoli. Simboli araldici sui portali,
invece, fanno capire le famiglie che si sono succedute
nel castello.