Bolsena
è un comune della provincia di Viterbo e ne
dista circa 30 km.
ETIMOLOGIA
Chiamato in passato Volsinii derivando dall'etrusco
Velzna (il suffisso -vel è infatti tipico delle
derivazioni etrusche). Secondo alcuni potrebbe derivare
dal latino volgare Volsinum da cui poi deriverebbe
Bolsenum.
MANIFESTAZIONI
24 luglio Santa Cristina, martire. La sera del 23
luglio si svolge la Sacra rappresentazione dei Misteri
di Santa Cristina: alcuni quadri viventi, detti Misteri,
vengono allestiti per ricordare le sofferenze della
santa bambina. La processione con la statua di Santa
Cristina sosta davanti a ciascuna rappresentazione,
percorrendo la strada dalla Basilica fino alla Chiesa
del Santissimo Salvatore. I costumi e l'allestimento
sono particolarmente curati e le suddivisioni dei
ruoli e dei diversi allestimenti seguono una tradizione
che si tramanda di padre in figlio. La mattina successiva
la processione con la Santa parte dalla Chiesa del
Santissimo Salvatore fino a ritornare a Santa Cristina,
sostando davanti a nuove rappresentazioni che vengono
allestite. La tradizione cristiana ricorda il miracolo
eucaristico, avvenuto a Bolsena nel 1263. Un prete
di origine boema, durante la celebrazione dell'Eucarestia
sulla tomba di Santa Cristina, avrebbe avuto dei dubbi
sulla transustanziazione. D'un tratto del sangue,
sgorgato dall'Ostia consacrata, bagnò il corporale
e i lini liturgici. Papa Urbano IV, che si trovava
nella vicina Orvieto, fu informato dell'accaduto e
mandò il vescovo Giacomo per controllare la
situazione, con il compito di portare con sé
il sacro lino insanguinato. Nel 1264 il Papa promulgò
la Bolla Transiturus che istituiva la Festa del Corpus
Domini. A Bolsena sono custodite le sacre pietre,
di cui una è sempre esposta alla venerazione
dei fedeli.
LAGO
DI BOLSENA
Il lago di Bolsena è un lago dell'Italia centrale
formatosi oltre 300.000 anni or sono in seguito al
collasso calderico di alcuni vulcani appartenenti
alla catena dei monti Vulsini. Ha una forma ovale,
tipica per la sua origine, ha due isole e un fiume
emissario. Ha un'area totale di 113,5 km² (quinto
in Italia), si trova a 305 m s.l.m., ha una profondità
massima di 151 m e una profondità media di
81 m. È considerato il più grande lago
d'origine vulcanica d'Europa. Si trova interamente
nel territorio della provincia di Viterbo e precisamente
nella parte a Nord, detta Alta Tuscia. Per una parte
considerevole è lambito dalla strada consolare
Cassia, a pochi chilometri dal monte Amiata. Numerosi
sono gli insediamenti turistici, con particolare propensione
per il turismo a contatto con la natura, prevalentemente
nei campeggi, agriturismi e "bed and breakfast".
Le coste del lago sono generalmente basse e sabbiose
(caratteristica la sabbia di colore nero, residuo
degli antichi vulcani) in alcuni tratti anche paludose.
Tuttavia la costa non è affatto monotona ma
è interrotta spesso da piccole e basse penisole.
I promontori veri e propri sono pochi e per la precisione:
il Monte Bisenzio, che chiude a ovest i Monti Volsini,
il Capo San Bernardino, la penisola di Capodimonte,
la punta di Sant'Antonio. Lungo le coste si alternano
rive placide e tranquille, ideale per rilassarsi e
per pescare, a campi e orti, ricoperti di ulivi, vigne
e ortaggi. Dove l'uomo è meno presente si trovano
boschi isolati di querce, castagni, salici con estesi
canneti che offrono rifugio per i nidi di molti uccelli
lacustri. Agli alberi spesso vengono stese ad asciugare
le grandi reti dei pescatori, accanto alle loro barche,
le stesse da secoli, con remi asimmetrici e il posteriore
che funge da timone e viene manovrato stando in piedi.
Il turismo e gli insediamenti umani sono più
concentrati lungo la costa orientale e meridionale
dove sorgono i tre centri rivieraschi (Bolsena; Marta;
Capodimonte). La costa settentrionale è la
più bassa, mentre quella occidentale è
la più selvaggia e solitaria. In questi anni
il lago ha conosciuto un'allarmante innalzamento del
suo livello che sta erodendo la spiaggia e spesso
d'inverno, a causa delle forti piogge, giunge ad allagare
i campi e i paesi sulle rive, causando notevoli danni.
Soltanto nel 2006 il livello del lago si è
avvicinato alle strade rivierasche sterrate, ritornando
poi ai livelli consueti, va considerato che avendo
un solo emissario, il fiume Marta, controllato da
bocchette, per regolare il deflusso delle acque, il
livello del lago può essere gestito senza creare
danni alla costa. Per valutare i cambiamenti di livello
del lago basta guardare le strutture storiche presenti
nei paesi rivieraschi, come il lavatoio presso la
spiaggia dei pescatori a Marta, oggi (giugno 2008)
al livello di quando è stato costruito decine
di anni fa. Un particolare del lago è la presenza
delle "sesse", particolari variazioni del
livello del lago, particolarmente imprevedibili e
inspiegabili. Una sessa ha raggiunto nel 2000 un dislivello
di circa 50 cm.
L'ISOLA
BISENTINA
L'isola Bisentina è la maggiore del lago per
superficie (17 ha) e può essere circumnavigata
con le motobarche che partono dal vicino centro di
Capodimonte. Conserva una natura quasi incontaminata
con folti boschi di leccio, giardini all'italiana,
panorami incantevoli e numerosi monumenti. Sono un
esempio la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo,
con l'imponente cupola realizzata dal Vignola, osservabile
anche dalla riva occidentale del lago, il convento
Francescano e e la villa dell'isola. Sono presenti
sull'isola sette cappelle, tra le quali vi sono la
Rocchina (il cui nome deriva dal fatto che riproduce,
in dimensioni ridotte, la Rocca sulla riva di Capodimonte),
la chiesa di Santa Caterina, la cappella del Crocefisso
con affreschi del '400. Si ricorda anche l'orribile
Malta dei Papa, carcere a vita scavato nella terra
destinato ai condannati per eresia dotato di un solo
piccolo buco per la luce. Si possono trovare anche
due statue, di cui una monumentale, di leone: una
locata sulle scale che portano alla cima del monte
Tabor, l'altra, la più grande, sulla lingua
orientale dell'isola. Si possono ammirare inoltre
bellissime insenature, la cima collinare del monte
Tabor, sotto la quale si trova un'antica colombaia,
gli strapiombi rocciosi sull'azzurro del lago ad Est
ed infine la parte verdeggiante sul lato meridionale
verso il paese di Capodimonte. Gli etruschi e i romani
hanno lasciato solo poche tracce della loro permanenza
sull'isola. Nel IX secolo vi si rifugiarono gli abitanti
della vicina Bisenzio (che gli diede il nome) distrutta
dai Saraceni. A metà 1200 divenne proprietà
dei signori di Bisenzio che in seguito a controversie
con gli isolani l'incendiarono abbandonandola. Nel
1261, Urbano IV riconquistò l'isola che nel
1333 fu nuovamente distrutta da Ludovico il Bavaro,
accusato d'eresia e scomunicato dal Papa. Proprietà
dei Farnese dal 1400 conobbe un periodo di gran prosperità,
fu visitata da numerosi Papi e dai Farnese e fu inglobata
nei territori del ducato di Castro. Tornata alla Chiesa,
nell'Ottocento divenne proprietà privata della
locale famiglia aristocratica dei Principi del Drago
che abitavano nel castello di Bolsena. La proprietaria
attuale è la principessa Angelica del Drago.
Qui sarebbe sepolto, nella tomba di famiglia, Pier
Luigi Farnese, signore di Parma e Piacenza, condottiero
militare, dalla discussa fama. Durante la II Guerra
Mondiale, il leccio millenario vicino al ponte, cavo
allinterno, fu usato dagli uomini della famiglia
del Drago e dai loro servitori per sfuggire ai Tedeschi.
Si narra che la piccola Angelica del Drago andasse
a portare i viveri ai rifugiati. LIsola Bisentina
è stata sede, nellestate 2002, del C.E.
Stupisciti di essere unico e, nellestate
2003, del C.E. Oltre il Sogno lAvventura
dei Reparti Hurricane e Nightingale del gruppo scout
AGESCI Roma 121.
L'ISOLA
MARTANA
Situata di fronte al centro abitato di Marta, da cui
prende il nome, l'isola Martana avrebbe custodito
le spoglie di Santa Cristina con l'intenzione di evitare
che cadessero preda dei barbari. L'isola Martana è
stata, inoltre, al centro della tragica vicenda storica
di Amalasunta, regina dei Goti che prese il potere
alla morte di Teodorico e, dopo essere stata portata
con l'inganno sull'isola qui fu trucidata dal cugino
Teodato. L'isola, disabitata, fu un tempo sede di
un convento degli Agostiniani. Attualmente è
proprietà privata e quindi non ne è
possibile la visita.
MUSEI
Santuario Eucaristico
Museo Territoriale del Lago di Bolsena
EDIFICI
STORICI
Castello di Bolsena
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesa di San Francesco (XIII secolo)
Santuario Basilica di Santa Cristina :: Sacramentini
CENNI
STORICI
Volsinii (in latino) è stata una antica città
etrusca (Velzna in etrusco) e poi romana. Centro politico
e religioso di primaria importanza, le fonti antiche
testimoniano la sua distruzione nel 264 a.C. ad opera
dei Romani, in seguito alla quale venne rifondato
il centro romano di Volsinii (detto anche modernamente
Volsinii novae), l'attuale Bolsena. L'identificazione
dell'antico centro etrusco (modernamente indicato
come Volsinii veteres) è invece discussa: secondo
l'ipotesi più accreditata si tratterebbe dell'antica
Orvieto mentre secondo altri dovrebbe essere identificata
sempre con la Volsinii romana e dunque l'attuale Bolsena.
Esiste inoltre un'identificazione del sito presso
Montefiascone. Il toponimo Velzna è anche probabilmente
alla base del nome etrusco di Felsina. Fece parte
della lega delle dodici città etrusche (dodecapoli),
che aveva sede nel santuario federale del Fanum Voltumnae,
dedicato al dio Vertumno (Vertumnus o Vortumnus in
latino), corrispondente al Veltumna o Voltumna etrusco.
La localizzazione di questo santuario non è
ancora stata precisamente identificata. La città
fu a lungo in lotta con Roma nel corso del IV e della
prima metà del III secolo a.C., come ci racconta
lo storico romano Tito Livio:
nel 392 a.C. (Livio, V, 31-32) venne respinta un'incursione
dei Volsiniesi nel territorio romano
nel 308 a.C. (Livio, IX, 41) il console Publio Decio
Mure conquistò dei centri fortificati nel suo
territorio;
nel 294 a.C. (Livio, X, 37) il console Lucio Postumio
Megello sconfisse in una battaglia presso la stessa
città, i Volsiniesi, alleati con le città
etrusche di Perusia e Arretium, costringendo gli Etruschi
al pagamento di un ingente tributo e ad accettare
una pace di quarant'anni;
nel 280 a.C. (Livio, epitome, XI) la città,
alleata con Vulci, fu nuovamente sconfitta e soggiogata,
come riportano i Fasti capitolini.
Valerio Massimo (IX,1) cita Volsinii come ricca e
ordinata città, ma ne ne racconta anche la
decadenza morale (dal suo punto di vista), per avervi
preso il sopravvento le classi servili. Probabilmente
un governo popolare aveva rimpiazzato un governo oligarchico
filoromano e i Romani intervennero per ripristinare
la situazione a loro favorevole, con una spedizione
guidata dal console Quinto Fabio Gurgite.
Morto questi in battaglia, nel 264 a.C. il console
Marco Fulvio Flacco fu inviato contro la città
per domare la ribellione e la distrusse. Venne riportato
a Roma un ricco bottino, tra cui numerosissime statue
in bronzo, offerte in dono agli dei: negli scavi del
santuario dell'area sacra di Sant'Omobono a Roma,
è stata rinvenuta la base di uno di questi
donari, identificato dall'iscrizione di dedica del
console Flacco. Fu inoltre edificato sull'Aventino
(secondo l'uso romano dell'evocatio) un tempio dedicato
al dio Vertumnus o Vortumnus, dove sarebbero state
presenti pitture raffiguranti il console Flacco quale
trionfatore. L'autore bizantino Giovanni Zonara ("Epitome
storica", 8, 7, 4-8) riferisce che la città
venne quindi nuovamente rifondata in luogo diverso.
Plinio il Vecchio (Naturalis historia, II, 53) cita
Volsinii, come ricchissima città degli Etruschi,
e la dice interamente distrutta ad opera di un fulmine.
Volsinii fu in seguito un municipio romano, facente
parte della regio VII Etruria di età augustea,
identificato con l'attuale Bolsena, che conserva cospicui
resti antichi nell'attuale zona archeologica romana.
Nel municipio nacquero il potente Seiano e lo stoico
Musonio Rufo.