Ariccia
è un comune della provincia di Roma, situato
nell'area dei Castelli Romani, in Lazio. Ariccia è
un vero e proprio gioiello di storia, cultura, architettura,
arte e gastronomia ma anche polo commerciale florido
e in via di sviluppo. Molto importante il turismo
che ha un enorme potenziale: 10.000 presenze ogni
anno e strutture alberghiere in espansione. In età
romana Aricia, sede di un celebre tempio di Diana,
era la prima statio lungo la via Appia Antica provenendo
da Roma. Oggi Ariccia è famosa per per l'imponente
e famoso ponte e per il seicentesco Palazzo Chigi
con la prospiciente collegiata di Santa Maria Assunta,
opere progettate da Gian Lorenzo Bernini. Ariccia
è anche famosa in virtù delle sue specialità
culinarie (Porchetta, Mozzarella di Bufala). Per tale
ragione il sabato sera le fraschette, locali tipici
dove gustare questi prodotti, sono luogo di incontro
di quanti vogliono mangiare bene e bere buon vino
(in particolare per degustare la famosa Romanella,
vinello dolce, bianco o rosso, leggermente frizzante,
che allieta le serate in compagnia degli amici). Il
clima di Ariccia è sempre stato molto salubre,
comportando una grande incidenza sulla longevità
degli abitanti dei luogo. Il territorio ariccino,
come quello dell'intera area dei Colli Albani, è
stata soggetto tra i 600.000 ed i 20.000 anni fa circa
all'attività vulcanica del Vulcano Laziale.
Il suolo è dunque composto in massima parte
di materiale vulcanico, ed abbondano minerali caratteristici
come il peperino, la pietra sperone del Tuscolo ed
il tufo.
ETIMOLOGIA
Ariccia è l'evoluzione dell'antico toponimo
latino designante la città di Aricia, dal latino
"Aricia" da "arare". Secondo alcuni
potrebbe trattarsi di un eponimo (nome di un personaggio
storico o mitico che dà il nome ad una città)
riferendosi alla dea Cerere. Questo nome deriverebbe
dal nome proprio della moglie del leggendario fondatore
di Aricia, Virbio o Ippolito, figlio di Teseo, che
dopo aver fondato una città nel luogo in cui
Diana l'aveva portato in salvo dall'ira paterna, le
diede il nome della consorte.
MANIFESTAZIONI
L'evento caratteristico di Ariccia è la sagra
della porchetta che si tiene nei primi giorni di settembre,
tre giorni di divertimento insieme alla compagnia
della banda musicale città di Ariccia, con
il famoso carro della porchetta e infine i fuochi
pirotecnici visibili dal ponte monumentale.
Per
molti anni inoltre nella città si tenne il
celebre Festival degli sconosciuti di Ariccia, che
ha portato sulla scena grandi cantanti, prima tra
i quali Rita Pavone.
PALAZZO
CHIGI
Edificato dalla famiglia Savelli, passò poi
alla famiglia Chigi che iniziò i lavori di
ampliamento nel 1667. Il progetto del nuovo palazzo
fu ideato da Gian Lorenzo Bernini e da Girolamo Fontana.
Il polo museale più importante di Ariccia è
il complesso monumentale di Palazzo Chigi, dal 1988
di proprietà comunale, all'interno del quale
sono ospitati diversi percorsi museali. La più
importante raccolta museale del palazzo è la
Collezione Chigi, composta da dipinti, sculture, decorazioni,
arredi e suppellettili raccolte nel palazzo dai principi
Chigi nei quattrocento anni della loro permanenza
nella residenza. Tra la fine degli anni Novanta e
il Duemila la collezione Chigi si è arricchita
di nuove opere d'arte, radunate nell'autunno 2007
nel Museo del Barocco, composto dalla Collezione Fagiolo
(raccolta dal critico d'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco)
e dalle donazioni di Luigi Koelliker. Ad oggi è
una delle poche zone dei Castelli Romani in cui la
vegetazione si sia conservata nella forma originaria.
DA VEDERE INOLTRE
Collegiata
di Santa Maria Assunta
La collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo è
il principale luogo di culto cattolico di Ariccia,
e venne costruita tra il 1664 ed il 1665 su progetto
dell'architetto Gian Lorenzo Bernini, grazie all'interessamento
di papa Alessandro VII e si suo fratello, il cardinale
Flavio Chigi. A pianta circolare con cappelle laterali,
è una delle architetture più celebri
ed apprezzate dei Castelli Romani: la facciata principale
prospetta sulla scenografica piazza di Corte.
Santuario
di Santa Maria di Galloro
Il santuario di Maria Santissima di Galloro è
il secondo luogo di culto cattolico di Ariccia per
importanza, ed uno dei santuari mariani più
importanti del Lazio. Edificato tra il 1624 ed il
1633 assieme all'attiguo convento (che fu retto prima
dalla Congregazione Vallombrosana e poi dalla Compagnia
di Gesù), l'attuale aspetto venne dato alla
chiesa con gli interventi del 1662-1663 finanziati
dai principi Chigi, con la consulenza di Gian Lorenzo
Bernini, che ne disegnò la facciata e parte
dell'altare maggiore.
Chiesa
di Santa Maria Assunta
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta è
il principale luogo di culto della località
Fontana di Papa a Cecchina di Ariccia, situata lungo
la via Nettunense.
Chiesa
sconsacrata di San Nicola di Bari
La chiesa sconsacrata di San Nicola di Bari è
un luogo di culto cattolico sconsacrato ed oggi adibito
a sala teatrale comunale. Edificato su progetto di
Luigi Bernini (fratello di Gian Lorenzo) nel 1665,
sorge sulle murature dell'antica collegiata di Santa
Maria Assunta precedente agli interventi chigiani.
Fu sede, assieme all'attiguo ex-collegio di San Nicola,
del collegio della congregazione dei Padri della Dottrina
Cristiana.
Oratorio
di via Silvia
L'oratorio di via Silvia è un piccolo oratorio
cattolico edificato nella prima metà dell'Ottocento
nell'area più popolosa del centro storico,
oggi annesso alla parrocchia della collegiata di Santa
Maria Assunta.
Ex-collegio
di San Nicola
Attiguo all'omonima chiesa sconsacrata di San Nicola
di Bari, ospita oggi il Municipio. È un grande
complesso di edifici situato nella parte più
antica del borgo antico, con vista panoramica su Vallericcia.
Architetture
militari
Sono stati rinvenuti diversi tratti delle mura difensive
dell'antica Aricia, sia dalla parte dell'acropoli
(due cortine parallele in blocchetti di peperino con
terrapieno interno) che dalla parte di Vallericcia
(muratura in opera quadrata). Le mura antiche, già
esistenti nel V secolo a.C., vennero probabilmente
rifatte nel III secolo a.C. con l'inclusione del sobborgo
lungo la via Appia e nel II secolo a.C. con la costruzione
di una porta d'accesso. Tuttavia alla fine del periodo
repubblicano la loro efficenza doveva essere già
stata compromessa da nuove costruzione civili addossate
alle mura stesse.
L'abitato
moderno di Ariccia non è dotato di alcuna opera
difensiva, ma semplicemente circondato da case sufficientemente
protette dal forte pendio del colle, almeno su tre
lati. Due erano le porte d'accesso al paese:
Porta
Napoletana; già rifatta ed allargata dai Savelli
nel 1642, l'aspetto attuale -su disegno di Gian Lorenzo
Bernini- le venne dato dai Chigi immediatamente dopo
che ebbero acquistato il feudo, nel 1661. Fu il principale
accesso al paese fino al Settecento: dal piazzale
adiacente la porta si gode una spettacolare panoramica
a 360° su Vallericcia.
Porta Romana o Portella; a causa delle sue piccole
dimensioni, venne murata nel 1642 ed in tal stato
rimase fino all'Ottocento.
ORIGINI
E CENNI STORICI
La fondazione della città di Aricia sarebbe
avvenuta, secondo un'incerta notizia riportata da
Gaio Giulio Solino, ad opera di un certo Archiloco,
re dei Siculi, in età antichissima. I resti
rinvenuti nella parte alta della città testimoniano
di un centro risalente all'VIII-VII secolo a.C. (mura
di fortificazione in blocchi di peperino). La città
faceva parte della Lega Latina e nel suo territorio,
comprendente anche il Lago di Nemi con gli attuali
territori dei comuni di Nemi, Genzano e buon parte
del comune di Albano, aveva sede il santuario federale
di Diana Aricina (o Diana Nemorense). Sotto le sue
mura si combatté la battaglia di Aricia descritta
da Tito Livio. Si narra, infatti, che nel 506 a.C.
gli Aricini, alleati dei Cumani, sconfissero gli Etruschi,
capeggiati da Arunte figlio di Porsenna. Dopo la definitiva
conquista romana agli inizi del IV secolo a.C., la
città ebbe titolo di municipium e l'abitato
si espanse anche nella valle sottostante, dove era
attraversato dalla via Appia nel suo antico e originario
percorso e per lungo tempo, la prima statio di posta
lungo la Via Appia, a partire da Roma. La vicinanza
con Roma e la bellezza dei luoghi favorirono la costruzione
delle sue numerose ville, delle quali esistono ancora
diversi resti nelle campagne circostanti. Con le invasioni
barbariche, proprio a causa della sua posizione, la
città fu saccheggiata dai Goti, dai Vandali
e dai Saraceni che nell'827 la distrussero. Gli abitanti
si trasferirono, quindi, nell'antica acropoli e crearono
una nuova comunità. Nel 990 il Castrum o Castellanum
Ariciensis era dominio di Guido conte di Tuscolo.
Con papa Nicolò II il Castello divenne proprietà
della Santa Sede che nel 1116 concesse nuovamente
il feudo alla potente famiglia tuscolana. Nel 1223,
su ordine di Papa Onorio III (della famiglia Savelli),
fu restituita alla Chiesa che ne ebbe il controllo
fino alla prima metà del XV secolo. La città
di Ariccia comincia, via via, a spopolarsi fino ad
essere assoggettata all'amministrazione del Castello
di Lariano, prima, e di Genzano, poi, che ne registra
una popolazione di circa 100 persone. Nel 1400 circa
il territorio divenne proprietà del monastero
di Sant'Anastasio delle Tre Fontane e, dopo un breve
controllo da parte dei Savelli, che fecero erigere
il palazzo omonimo, venne ceduto all'Abbazia di Grottaferrata.
Nel 1437 papa Sisto IV consegnò, nuovamente,
la città ai Savelli che realizzarono una serie
di opere come il prosciugamento del lago situato nella
Valle (lago di Vallericcia). Nel 1661 la città
fu attribuita alla famiglia Chigi, che apportò
modifiche e ampliamenti al palazzo Savelli, tuttora
dominante la piazza principale (Piazza di Corte),
che mutò la denominazione in palazzo Chigi.
Papa Alessandro VII, esponente della famiglia Chigi,
dimorò a lungo nella città e trasformò
radicalmente l'assetto urbanistico grazie anche al
determinate contributo di Gian Lorenzo Bernini a cui
si deve la bellissima piazza e la Chiesa dell'Assunta
che fronteggia il Palazzo. Anche Ariccia ebbe una
parte nei fatti del 1798 concernenti alla Repubblica
Romana (vedi Rivoluzione Francese nei Castelli Romani
e a Velletri). Nel 1854 Papa Pio IX fece costruire
il ponte, a tre ordini di archi, che sormontando il
foltissimo bosco, ora denominato parco Chigi, permetteva
alla via Appia di risalire fino alla collina di Galloro.
Il ponte fu distrutto durante i bombardamenti della
seconda guerra mondiale e ricostruito nel 1947. Una
parte del ponte crollò il 18 gennaio del 1967
per il cedimento di un pilone, ed un altro pilone
cedette il successivo 27 agosto, fu quindi ricostruito
nella sua forma attuale, ed in quanto drammatico teatro
di innumerevoli suicidi lANAS nel 1997, su progetto
e pressioni del Comune, ha posto in opera eleganti
reti di protezione in tensostruttura.