Romans
d'Isonzo è un comune della provincia di Gorizia
in Friuli-Venezia Giulia. Il comune si trova in una
zona pianeggiante del Friuli orientale, ed è
attraversato dai torrenti Torre, Judrio, Versa e dal
rio Bisunta. Romans si trova a 18 km dal capoluogo
di provincia Gorizia, a circa metà strada tra
Trieste e Udine. Il comune di Romans d'Isonzo, oltre
al capoluogo, comprende le frazioni Fratta e Versa.
Posta sull'antica strada postale che collega ancora
due città storiche come Gradisca d'Isonzo e
Palmanova, la città-fortezza del Cinquecento,
Romans si propone come un attivo paese nei settori
artigianale ed industriale. A Romans d'Isonzo, accanto
alla lingua italiana, la popolazione utilizza il friulano
goriziano, una variante della lingua friulana. Nel
territorio comunale vige la Legge regionale 18 dicembre
2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione
e promozione della lingua friulana", con la quale
la Regione Friuli Venezia Giulia stabilì le
denominazioni ufficiali in friulano standard e in
friulano locale dei comuni in cui effettivamente si
parla il friulano.
MANIFESTAZIONI
Panevìn (notte del 5 gennaio): accensione del
fuoco benaugurale, retaggio dell'era precristiana.
Benedizione degli animali (17 gennaio): benedizione
degli animali di fronte alla Cappella di Sant'Antonio
Abate di Romans.
Carnevale di Romans (ultima domenica di Carnevale):
sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati.
Al Mai (1º maggio): festa di passaggio per i
neo-diciottenni, che piantano un albero, simbolo della
maggiore età, in un giardino comunale.
Fiera di Santa Elisabetta (novembre): dal 1834, fiera
e mercato annuale di Romans dedicato a Santa Elisabetta
d'Ungheria, accompagnato dalla "Sagra dal dindiat"
(sagra del tacchino), con gara di pesatura dei tacchini
degli allevatori romanesi (Record nei Guinness dei
Primati 1999 un tacchino di 31,500 kg).
San Nicolò (sera del 5 dicembre): arrivo del
Santo, portatore di doni e dolciumi per i bambini.
ORIGINI E CENNI STORICI
Territorio abitato già in epoca preistorica,
la tradizione vuole la presenza in zona di un antico
castelliere. Rilevante la testimonianza romana con
cinque insediamenti rustici identificati. Nel 1986
venne scoperta in località "San Zorç"
una delle più vaste necropoli longobarde d'Italia,
alcuni reperti sono in mostra ai Musei archeologici
nazionali di Cividale (a 28 km), sede del primo ducato
longobardo e ad Aquileia (a 15 km), la capitale della
X Regio Venetia et Histria ai tempi di Augusto. Nel
Medioevo, Romans faceva parte dei territori dei Conti
di Gorizia. Il primo documento in cui sono ricordati
i tre nuclei abitativi del territorio attuale è
la donazione del marchese di Toscana Uldarico al Patriarca
di Aquileia (2 febbraio 1170). Quest'atto testimonia
l'antichità dell'insediamento ed indica la
denominazione di un insieme di ville esistenti a Romans:
Latina, Raccogliano e Pradigoi, come tre borghi distinti
che, nei nomi Predegoj e Rachelach hanno un'origine
slava, giustificata dalla colonizzazione del territorio
con genti slovene attorno all'anno 1000 che hanno
lasciato tracce toponomastiche a seguito delle tremende
incursioni ungare sul territorio. In un documento
di donazione all'Abbazia di Rosazzo del 1326, si cita
una "Mansio di Romans" e si ha notizia di
una "centa", ovvero di un insieme di abitazioni
raccolte e fortificate attorno alla chiesa. Diverse
furono le scorrerie dei turchi nel 1472, 1477 e la
più tremenda del 1499, quando la popolazione
si raccolse attorno alla Centa e in chiesa in cerca
di salvezza. Quando i territori della Contea di Gorizia
passarono agli Asburgo in seguito alla morte dell'ultimo
conte Leonardo (1500), inizia per il territorio un
periodo di contese tra l'autorità imperiale
e Venezia. Nel 1751 viene abolita l'autorità
patriarcale e Romans passa sotto la giurisdizione
ecclesiastica della neonata Arcidiocesi di Gorizia.
Durante le Guerre napoleoniche, anche il territorio
romanese subisce saccheggi da parte delle truppe francesi,
che non risparmiarono nemmeno le sepolture cimiteriali.
Il 21 marzo 1797 "il popolo di Fratta",
probabilmente ispirato dagli ideali rivoluzionari
napoleonici, saccheggiò il granaio e la cantina
della casa padronale del conte Vincenzo Strassoldo
portandosi a casa il frumento e le botti di vino ivi
esistenti, unico episodio di sollevazione popolare
nel territorio comunale. Durante il periodo di dominazione
francese, i tre centri abitati vennero a far parte
del "Dipartimento di Passariano" (che andava
dal Tagliamento all'Isonzo). Il 26 luglio 1866, durante
la terza guerra di indipendenza, Versa fu luogo di
uno scontro bellico che, a seguito di una "Tregua
d'Armi" firmata due giorni prima, non ebbe alcuna
conseguenza dal punto di vista del controllo politico
del territorio, che, in seguito all'Armistizio di
Cormòns, restò asburgico sino al 1919.
Presero parte a questo scontro da parte imperiale:
più di due squadroni del Reggimento Ussari
Württenberg, 18 compagnie dei Reggimenti "Arciduca
L. Vittore", "Nagy", "Granduca
di Toscana" e una sezione del 7º Reggimento
d'Artiglieria. Da parte italiana invece: cinque squadroni
di cavalleria del 9º Reggimento Lanceri di Firenze
oltre a quattordici compagnie dei Bersaglieri del
10º, 16º, 22º e 35º Battaglione
e la 5ª Batteria dell'8º Reggimento Artiglieria.
La battaglia fu molto importante per i Lanceri di
Firenze, che da allora, infatti, celebrano la loro
festa di Reggimento il 26 luglio. Nell'intento di
compiere l'attentato all'Imperatore Francesco Giuseppe,
allora in visita a Trieste, il noto irredentista giuliano
Guglielmo Oberdan (Wilhelm Oberdank), attraversò
il confine italo-austriaco clandestinamente e venne
notato dal Messo comunale di Versa, che ne fece voce
all'allora Sindaco Giovanni Natale Baldassi, il quale
a sua volta segnalò il sospetto alla gendarmeria
di Gradisca. Oberdan, dopo essersi rifocillato in
una nota osteria romanese (tutt'ora attiva), partì
in direzione Trieste ma venne arrestato a Ronchi soprattutto
grazie a questa segnalazione. L'Imperatore, successivamente,
conferì una "Croce d'oro di merito con
corona" anche al suddetto Sindaco con questa
motivazione: "In riconoscimento della loro particolare
assiduità alla pubblica sicurezza". La
fine del XIX secolo vide, come in tutto il Friuli,
la partenza di numerosi abitanti e interi nuclei famigliari
verso le Americhe. Nei primi anni del nuovo secolo
nacquero prime attività industriali sul territorio
comunale: a Romans erano allora attive un'importante
fornace di laterizi e uno stabilimento della Modiano
per la produzione di carta fine per sigarette.