Pordenone
è una città del Firuli Venezia-Giulia,
capoluogo dell'omonima provincia. La
città è suddivisa in sei circoscrizioni
comunali: Rorai-Cappuccini, Nord (comprendente il
quartiere della Comina), Centro, Torre, Borgomeduna,
Sud (comprendente i quartieri di Villanova e Vallenoncello).
La città ha inglobato come quartieri, dal secondo
dopoguerra fino agli anni settanta, alcuni borghi
limitrofi (attualmente contigui nel tessuto urbano)
come Torre (l'insediamento più antico nel territorio
comunale risalente all'epoca romana), Rorai Grande,
Vallenoncello e Villanova di Pordenone (quest'ultimi
tutti di epoca medioevale). È di epoca più
recente (XIX secolo) la località di Borgomeduna,
un insediamento agricolo (Borgocampagna). Precedentemente
l'inclusione, dopo l'annessione allo stato unitario
italiano (1866), questi nuclei abitativi costituivano
frazioni e località (Borgomeduna, Rorai Grande,
Villanova, Torre) del comune di Pordenone e comuni
autonomi (Vallenoncello).
Cenni
storici
In epoca romana il nucleo urbano si situava nell'alto
corso del fiume Noncello pressappoco nel luogo dove
oggi sorge la frazione di Torre come dimostrato dal
ritrovamento dei resti di una villa romana. Il luogo
venne scelto probabilmente per la presenza più
a nord di un ampio guado fluviale. Con l'inizio del
periodo altomedioevale (dal VI secolo) le vie fluviali
assunsero maggiore importanza e il nucleo della citta
si spostò, di conseguenza, verso valle, in
una posizione che permettesse l'approdo di barche
di stazza maggiore. La città si sviluppò
quindi sulla sponda destra del fiume Noncello, presso
una insenatura che approfittava di una "motta"
circondata ad ovest dalla roggia Codafora e a nord-est
da quella dei Molini. La sua vocazione portuale si
evidenziava anche nel nome: Portus Naonis (in latino
porto sul fiume Naone). Tutto il periodo che va dall'epoca
romana fino a circa il X secolo è, comunque,
poco documentato. Recenti ritrovamenti sotto il duomo
di San Marco, del municipio e del castello mostrano
che Pordenone era abitata, all'incirca sotto il regno
di Berengario, da popolazioni provenienti dalla Carinzia
che all'epoca era di cultura slava. Successivamente
durante l'XI e il XII secolo, la curtis (corte) fu
nelle mani dei duchi e marchesi di Austria, Carinzia
e Stiria. Il castello di Torre con un piccolo territorio
circostante era, invece, di proprietà dei vescovi
di Concordia, che successivamente l'avrebbero concesso
in feudo ai nobili di Prata; il villaggio di Vallenoncello
apparteneva al vescovo di Salisburgo, mentre il castello
di Pordenone venne dato in feudo dal Patriarcato di
Aquileia ad alcune famiglie nobili friulane. Successivamente,
tra il XIII e XIV secolo, la frammentazione politica
si accentuò ulteriormente perché Corva
(attuale frazione di Azzano Decimo) venne data ai
Prata che acquisiranno anche alcune parti di Fiume.
Nel 1282 Pordenone divenne patrimonio personale degli
Asburgo rappresentando de facto un'enclave del ducato
d'Austria nel territorio del Patriarcato di Aquileia.
Il 23 agosto del 1318 un furioso incendio distrusse
le case di legno della città. Nel 1347 fu inaugurato
il campanile, edificato accanto al duomo di San Marco.
La
città subì - come in quasi tutte le
città del tempo - anche molte pestilenze ed
epidemie (nel 1444, 1485, 1527, 1556 e 1576), ma la
peggiore avvenne nel 1630 quando morì quasi
la metà della popolazione. Nel
XIV secolo l'insediamento di Pordenone si ingrandì
notevolmente grazie ai fiorenti traffici commerciali
fluviali e nel 1314 le venne conferito lo status di
città. Il
20 aprile 1508 il capitano Bartolomeo d'Alviano entrava
in Pordenone, togliendola agli Asburgo per conto della
Repubblica di Venezia. Ma Venezia non governò
direttamente la città, preferendo darla in
feudo al condottiero Bartolomeo d'Alviano, che la
resse a signoria. Alla sua morte gli succedette la
cosorte Pantasilea Baglioni, e quindi il figlio Liviano
fino al 1537. In quell'anno Pordenone e i territori
limitrofi passarono sotto il diretto controllo della
Repubblica di Venezia e vi rimasero per più
di due secoli e mezzo. La Serenissima mantenne gli
statuti della città e ne riconobbe i privilegi
già acquisiti durante la signoria degli Asburgo
e provvide a riattivare l'economia pordenonese realizzando
un nuovo porto e potenziando le attività manufatturiere.
Con
la caduta di Venezia, Pordenone subì un primo
ritorno all'Austria seguito dalla parentesi napoleonica.
Con la caduta di Bonaparte e il Congresso di Vienna,
fu aggregata con il resto del Friuli e del Veneto
al Regno Lombardo-Veneto. Con la realizzazione della
strada Pontebbana e della linea ferroviaria (1855)
decadde il ruolo del porto e del percorso fluviale,
ma iniziò ad affermarsi con decisione l'industria.
A partire dagli anni 1840 erano sorti numerosi cotonifici
che affiancarono le già numerose cartiere e
la fabbrica della Ceramica Galvani. Dopo
l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1866,
l'introduzione dell'energia elettrica nel 1888 consentì
la modernizzazione degli impianti e un incremento
nella produzione industriale. Le
distruzioni arrecate dalla Prima guerra mondiale e
la crisi del 1929 trascinarono il settore cotoniero
in un lento declino da cui non si sarebbe più
ripreso. Dopo la Seconda guerra mondiale la Zanussi,
ora facente parte della multinazionale svedese Electrolux,
che sino ad allora era una piccola azienda di produzione
di cucine economiche con alimentazione a legna o gas,
divenne un colosso europeo nel campo degli elettrodomestici,
arrivando a occupare molti degli abitanti della città.
Nel
1968 Pordenone diventò capoluogo di provincia.
Sino ad allora il territorio della Destra Tagliamento
faceva parte della provincia di Udine. Dal 1974 è
anche sede vescovile della diocesi di Concordia-Pordenone;
già dal 1919 a Pordenone era ubicato il seminario
vescovile, con la scuola di teologia. Recentemente
la città è divenuta sede di un consorzio
universitario dipendente dall'Università di
Udine e dall'Università di Trieste. Inoltre
dal 2002 è attivo il Polo Tecnologico di Pordenone
per promuovere la cultura dell'innovazione nelle imprese
del territorio.
Da
vedere
Corso Vittorio Emanuele II, via principale della città
vecchia, affiancato da palazzi porticati gotici e
rinascimentali con affreschi, esempio mirabile di
porticato veneziano.
Duomo di San Marco, edificato a partire dal 1363 in
stile romanico-gotico e rimaneggiato successivamente
nel XVI e XVIII secolo. Contiene la pala d'altare
denominata Madonna della Misericordia di Giovanni
Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone"
e dello stesso l'affresco di San Rocco, oltre a numerose
altre opere che ne impreziosiscono l'interno.
Campanile del Duomo, terminato nel 1374, successivamente,
durante il XVII secolo, vi fu aggiunta una cuspide
che lo portò a raggiungere un'altezza di circa
79 metri
Palazzo Ricchieri, originariamente una casa-torre
a difesa del nucleo cittadino edificata nel XIII secolo
fu adattata durante il periodo veneziano in palazzo
dalla famiglia Ricchieri. È ora sede del Museo
Civico d'Arte. Chiesa di Santa Maria degli Angeli
detta del Cristo. Fu edificata nel 1309. Più
volte restaurata, conserva all'interno un pregevole
ciclo di affreschi trecenteschi, una Santa Barbara
di Gianfrancesco da Tolmezzo (XV secolo) e un portale
in marmo del Pilacorte (1501). Palazzo Comunale, costruito
in stile gotico tra il 1291 e il 1395, i pinnacoli
e la torre dell'orologio furono aggiunti nel XVI secolo
su progetto del pittore Pomponio Amalteo.
Chiesa della Santissima Trinità, lungo il fiume
Noncello, di forma ottagonale contiene affreschi cinquecenteschi
di Giovanni Maria Calderari, allievo del Pordenone.
Ex Convento dei domenicani. Edificio neoclassicheggiante
ultimato nel 1722 dopo 31 anni di lavori. Un tempo
era addossato alla chiesa del Rosario, oggi scomparsa.
L'edificio fu in seguito acquistato dalle monache
agostiniane e ha subito numerose altre destinazioni.
Ex Convento e chiesa di san Francesco. Acquistato
in epoca recente dal Comune, l'edificio è stato
restaurato e adibito a usi artistico-culturali. Fondato
nel 1419, il convento con chiesa di san Francesco
fu soppresso nel 1774. L'interno conserva tracce di
affreschi quattrocenteschi e un chiostro dipinto.
Chiesa di San Giorgio. Chiesa neoclassica, dal caratteristico
campanile ottocentesco, colonna di stile dorico dell'architetto
Giovanni Battista Bassi.
Monumento ai caduti. Opera dello scultore friulano
Aurelio Mistruzzi, costituita da un basamento a forma
di vasca, sul quale si eleva lo zoccolo che sostiene
i gruppi statuari di bronzo. Il gruppo principale,
al centro, rappresenta l'Italia che protegge con lo
scudo il combattente e il caduto. Le figure laterali
raffigurano i fiumi sacri alla patria: l'Isonzo e
il Piave. Il monumento fu inaugurato il 23 aprile
1929.
Castello di Torre sorto alla fine del XII secolo,
residenza della famiglia dei signori di Ragogna, dopo
l'assalto del 1402 delle truppe imperiali fu ricostruito
e in parte trasformato in dimora signorile. È
sede del Museo Archeologico del Friuli Occidentale.
Villa romana di Torre, resti di una ricca residenza
di campagna, non lontana dal Castello di Torre fu
scoperta negli anni cinquanta dal conte Giuseppe di
Ragogna; i reperti e gli affreschi rinvenuti sono
ospitati nel museo nel Castello
Chiesa parrocchiale Beato Odorico, costruita su progetto
dell'architetto Mario Botta nel 1990-1992.
Museo Civico delle Scienze
Museo Diocesano
Manifestazioni
Le
giornate del cinema muto
Dal
1981 al 1998, nel mese di ottobre, si svolge il Pordenone
Silent Film Festival (meglio conosciuto come Le Giornate
del Cinema Muto), una rassegna cinematografica specialistica
dedicata al cinema muto che acquisisce nel tempo una
rilevanza mondiale in questo settore. Dal 1999 al
2006 il festival è stato trasferito a Sacile,
a causa della ricostruzione (completata nel maggio
2005) del teatro Verdi, il teatro cittadino del capoluogo
pordenonese. Nel 2007 è ritornato nella sede
storica, ora rinnovata.
Pordenone
Legge
Dal 2000, nel mese di settembre, si svolge il festival
letterario Pordenone Legge, una rassegna letteraria
che ha acquisito nel tempo una rilevanza internazionale.
All'edizione 2006 tra gli altri vi hanno partecipato:
Margherita Hack (astrofisica), Mauro Corona (scrittore,
alpinista, scultore), John Coetzee (nobel per la letteratura),
Alessandro Bergonzoni (scrittore), Marco Paolini (attore),
Magdi Allam (giornalista, scrittore).