Arta
Terme è un comune della provincia di Udine;
è un centro termale e terapeutico. Sorge a
442 m in Val Bût, nella regione alpina della
Carnia. Vi soggiornò anche Giosuè Carducci
che ispirandosi proprio alla Carnia scrisse diverse
poesie tra cui la celebre il comune rustico (1885).
La 19^ tappa del Giro d'Italia 1988 si è conclusa
ad Arta Terme con la vittoria di Stefano Giuliani.
LE TERME
Nello stabilimento di Arta, grazie alle proprietà
dell'acqua e dei fanghi autoctoni, alla competenza
di personale altamente specializzato e alla qualità
dei trattamenti effettuati, è possibile ritrovare
e conservare lo stato psico-fisico ottimale.
L'espressione "acqua Pudia" deriva dal latino
aqua putens, termine che le fu probabilmente attribuito
dagli abitanti dell'insediamento romano di Julium
Carnicum (52 a.C.), località importante lungo
la via del Norico.
L'acqua Pudia, classificata come acqua minerale solfato-calcico-magnesiaca-sulfurea,
è incolore, limpida, dall'odore di uova marce
e dal sapore amarognolo.
Temperatura alla sorgente: 9°C
Portata: 100 litri al minuto
Grado solfidrometrico: 2,9 4ppm variabile nelle varie
misurazioni effettuate negli ultimi 160 anni
Durezza: 160° F costante, dovuta alla presenza
di sali di Calcio e Magnesio
Ione prevalente: S04--, Ca++ e Mg++
Residuo fisso a 180°C: g/l 2,353
Idrogeno solforato: mg/l 3,9
Effetti terapeutici (dalla letteratura medica termale).
COME
ARRIVARE AD ARTA TERME
Autostrada: Da Milano: 430 km, dalla A4 uscire a Udine
sulla A23 Palmanova Tarvisio, uscita Carnia,
prendere la SS52 in direzione di Tolmezzo.
Da Udine: 56 km, dalla A23 Palmanova Tarvisio,
uscita Carnia, prendere la SS52 in direzione di Tolmezzo.
Ferrovie: Stazione FS di Carnia.
EDIFICI
RELIGIOSI
Chiesetta di Santo Spirito (XV secolo)
Chiesetta di San Nicolò (XV secolo)
Chiesa parrocchiale di Piano d'Arta (1781)
Chiesa parrocchiale di San Martino Rivalpo Valle (XV
secolo)
MANIFESTAZIONI
Stele di Nadal (26 dicembre - 6 gennaio)
Mercatino dell'Avvento (13-15 dicembre)
FRAZIONI
-
Avosacco
- Cabia
- Cedarchis
- Inquan (Rosa dei Venti), conserva ancora il suo
nome antico, luogo di sosta lungo la strada d'Incaroio
che portava a Paularo.
- Lavoreit, si può dire sia un casale nuovo,
questa frazione sorse nel 1869 circa, staccandosi
dal casolare Chiarsò. Da Piedim, attraversato
il torrente Chiarsò, si sale sul monte Rinch,
raggiunto il casolare Chiarsò si continua più
in alto, dove si trova Plan di Cochess o (Coces),
ricordato nel 1692, proseguendo ancora verso l'alto
si giunge a Rinch. Un certo Conte Cannuccio, proprietario
di questi fondi, li vendette ai locali abitanti. Nel
1829 ci vivevano 8 famiglie, circa 60 abitanti, ora
è disabitato.
- Lovea
- Piano d'Arta
- Piedim (Piedimonte), faceva parte integrante assieme
a Ricornut del comune di Rivalpo, dal suo nome è
evidente che trae le sue origini dall'essere fondato
ai piedi dei monti circostanti ed in riva al torrente
Chiarsò a fianco dello sbocco del Riupoi, nel
passato era uno scalo per legnami di grosso taglio
(taés), alcune lavorate sul posto, altre avviate
verso altre destinazioni.
- Rivalpo invece prende il suo nome da un ruscello
(Riupoi) che ha le sue sorgenti alle pendici del monte
Cucco. Anticamente vi erano altri casolari posti molto
in alto, sotto il monte Cucco, in località
Chiarsovalis, ai cui abitanti la leggenda da il nome
di Pagans. Si notano ancora vestigia e ruderi di casolari
e solchi di campi seminativi. Dal ritrovamento nel
Rio Plombs di una piccola campana, si suppone che
vi fosse in loco anche una piccola cappella, come
raccontavano i vecchi del luogo.
- Valle, già nel lontano 1399 aveva il suo
nome in quanto un certo Giovanni Quondan di "Val"
beneficiava della chiesa di San Martino di Val.
Tutte queste frazioni dipendevano dalla chiesa di
San Martino, le cui origini si collocano prima della
metà del XV secolo e sono rilevate da alcune
disposizioni testamentarie e da documenti autentici
del 1412. Questa chiesa dipendeva fino al 1470 dal
Curato di Ogni Santi di - Sutrio, come risulta dagli
atti notarili di Gasparini Micheli da Tolmezzo, pubblico
notarius.
Queste
frazioni, oggi sotto l'amministrazione del comune
di Arta Terme, prima del 1821 erano separate da Arta
del Friuli (come si chiamava allora). Esse avevano
il proprio comune, con a capo il Meriga (sindaco)
ed il ViceMeriga. Sia a Valle che a Rivalpo, il luogo
delle adunanze era il piazzale della chiesa o la casa
canonica oppure in casa di qualche Meriga o notaio
che fungeva da segretario.