Gragnano
Trebbiense è un comune della provincia di Piacenza.
Situato in val Luretta in piena pianura Padana, tra
il fiume Trebbia ad est e il torrente Luretta a ovest.
L'ex campo sportivo, situato dietro il municipio,
ospitò dal 1962 al 1975 un famosissimo torneo
notturno di calcio a 7. A questo torneo parteciparono
moltissimi campioni dell'epoca: Mario Da Pozzo, Giuseppe
Spalazzi, Gian Nicola Pinotti, Pierino Prati, Pietro
Anastasi, Alessandro Rivera (fratello di Gianni Rivera),
Orsi e tanti altri. La squadra del paese, l'U.S. Gragnano,
nacque nel 1934. Grazie anche al torneo notturno,
ha avuto per molti anni un ruolo di primo piano a
livello provinciale e regionale.
ETIMOLOGIA
Un'antica leggenda cerca di spiegare l'origine del
nome del paese. Secondo questa leggenda nella zona
del paese i campi di grano erano come protetti da
una benedizione e producevano enormi quantità
di frutto, e anche di eccellente qualità, tanto
che ogni anno era necessario costruire nuovi granai
dove riporre il grano. Così da "grano"e
"granai" il paese trasse il suo nome, ancora
oggi nello stemma del comune e nello scudetto della
squadra del paese figura una spiga di grano. Però
l'etimologia più probabile è il riferimento
ad una formazione legata ad un predium in possesso
di un Granium (nome personale latino, con aggiunta
del suffisso -anum che indica appartenenza).
LA
STORICA BATTAGLIA
Il suo territorio vide la battaglia della Trebbia
in cui, secondo il racconto dello storico romano Polibio,
nel dicembre del 218 a.C. Annibale inflisse una pesante
sconfitta al console romano Tito Sempronio Longo.
L'esercito dei cartaginesi, accampato nei pressi di
Tavernago, riuscì a bloccare la fanteria romana
nell'alveo paludoso del torrente Luretta; la cavalleria
numidica appoggiata dagli arcieri fece strage dei
soldati romani di cui solo un terzo riuscì
a trovare scampo sull'altra sponda del fiume Trebbia.
Le tombe di alcuni ufficiali romani sono state rinvenute
nella frazione di Campremoldo Sopra, che deriva il
suo nome da campus mortuorum.
IL
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PILASTRO
L'Origine del Santuario della Madonna del Pilastro,
secondo un'antica tradizione tramandata dai nostri
padri, è legata all'Apparizione della Beata
Vergine ad una sordomuta del luogo, miracolosamente
guarita. L'evento prodigioso risale alla fine del
1300, nel momento in cui la giovanetta era in preghiera
dinnanzi ad un'Immagine della Vergine, dipinta su
di un Pilastro, che sorgeva lungo la strada, detta
"montanara", perché collegava la
pianura con le colline e la montagna, come accade
ancora oggi. Il prezioso affresco quattrocentesco,
che riproduce la SS.ma Vergine con il Bambino, in
atto di suggere il latte materno, è giunto
integro, sino a noi ed è oggetto di grande
devozione e venerazione da parte dei Fedeli. All'inizio
del 1600 - racconta la documentazione storica conservata
nell'Archivio parrocchiale per ispirazione della Madonna
stessa, sulla primitiva Cappella detta "Cappella
dell'Apparizione", fù costruito l'attuale
Santuario ed il Pilastro con l'Immagine miracolosa
fu inglobato nel Presbiterio del nuovo Santuario,
dove si trova ancora oggi, dominante davanti all'assemblea
del popolo, in preghiera. Il Santuario fu eretto a
Parrocchia il 30 gennaio del 1943, dal Vescovo di
Piacenza ERSILIO MENZANI, per interessamento del Cappellano
DON GIUSEPPE VILLA che ne divenne il primo Parroco.
Da qualche anno, la Parrocchia è in rapido
sviluppo e si arricchisce di sempre nuove Famiglie,
che si inseriscono in quelle già esistenti
per formare l'unica Famiglia dei Figli di Dio, che
compone la comunità Parrocchiale della Beata
Vergine del Pilastro. Questa grande nostra Famiglia,
destinata ad ingrossarsi sempre di più, ma
spezzettata in più Frazioni e Casolari, ha
bisogno di una grande unità e coesione da parte
dei suoi figli, che la compongono e ne sono membra
vive. La sede della Parrocchia, di cui l'allora Sindaco
di Gragnano PAOLINO SCHIAVI, nel 1968, ha ripristinato
la denominazione originaria di "MADONNA DEL PILASTRO"
si trova esattamente al centro geografico in cui convergono
le Frazioni, con le rispettive Famiglie, per essere
"Chiesa", cioè "Popolo di Dio"
che vive e opera in questa porzione del territorio
trebbiense. Il Santuario, noto comunemente sotto
il titolo di Madonna del Pilastro è dedicato
a Maria Madre di Dio. L'Immagine della Vergine
che tiene in braccio il Bambino in atto di suggere
il latte materno richiama istintivamente il dono
della vita. Maria, Madre della Grazia che ci ha donato
Cristo la «vera vita» viene invocata
perché, oltre a realizzare nel Popolo
di Dio, la perfetta comunione con Cristo, difenda
dai sempre crescenti pericoli la già troppo
fragile e precaria esistenza degli uomini sulla terra.