Castelnuovo Rangone
Emilia-Romagna

Castelnuovo Rangone è un comune in provincia di Modena, situato nell'alta pianura, a 13 km a sud-est di Modena stessa. Il suo territorio comunale, assieme a quello dei comuni di Castelvetro di Modena, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola, forma l'Unione Terre di Castelli. La lavorazione delle carni suine rappresenta l’attività economica e industriale più rilevante e significativa del paese, con oltre 1.200 addetti occupati in più di cinquanta aziende. Il distretto alimentare che ruota intorno a Castelnuovo è uno dei più importanti a livello europeo, con la presenza di veri e propri “colossi” dell’industria della lavorazione della carne. La storia dell’industria alimentare castelnovese inizia alla fine dell’ottocento per mano della famiglia Villani, primi imprenditori nazionali ad avviare un’attività di macellazione di carne suina ed esportarla in altre regioni d’Italia. Nello stesso periodo sorgono a Castelnuovo altre aziende che operano nel settore: all’inizio degli anni trenta si contano 8 macellazioni e 11 salumerie, i cui lavoratori si caratterizzano per la grande “perizia” ed esperienza. L’esplosione vera e propria dell’industria salumiera avviene nei primi anni cinquanta, quando molte aziende nascono come “costole” della Villani, con imprenditori che si mettono in proprio dopo aver lavorato nell’azienda maggiore. Molte di queste sono ancora attive oggi, con numeri e dimensioni ben più rilevanti, spesso di rilievo internazionale. Negli anni cinquanta e sessanta si impone anche il modello di "produzione e vendita diretta al pubblica", con i salumi venduti direttamente dall’azienda ai banchi degli ambulanti. Gli anni novanta sono gli anni delle profonde ristrutturazioni di tutti gli stabilimenti che si devono adeguare all’apertura del Mercato Unico Europeo, ottenendo il riconoscimento CEE. Negli ultimi anni l’industria salumiera è cresciuta nel settore della stagionatura dei prosciutti con la costruzione di nuovi stabilimenti; il Consorzio del Prosciutto di Modena ha qui molte aziende associate. Oggi Castelnuovo rappresenta il punto di riferimento per tutto ciò che gravita intorno al maiale. La crescita delle aziende negli ultimi anni non si è ancora fermata. Da alcuni anni è stato inaugurato il Centro Carni (oggi InforMo), centro di formazione e informazione per gli addetti del settore alimentare e per i cittadini, che offre consulenze e campagne informative sulla salute alimentare.

ETIMOLOGIA
Il nome deriva da Castrum Novum, ossia Castello Nuovo, con evidente significato. La specifica si riferisce al cognome del feudatario: Jacopino Rangone.

MANIFESTAZIONI
Proprio al maiale sono dedicati una statua di bronzo, nella piazza centrale del paese, che è un omaggio dell’Ente Esportatore Carni Olandese all’animale simbolo dell’economia del paese, e il Superzampone, la grande festa popolare organizzata ogni anno in dicembre in cui uno zampone gigante, registrato nel Guinness dei Primati, viene cotto e offerto gratuitamente a migliaia di persone. Le altre manifestazioni principali sono la Fiera di Maggio (concerti, mercati, spettacoli nell’ultima settimana di maggio) e l’Estate Bene, il cartellone di iniziative gratuite nei parchi e nelle piazze di Castelnuovo e Montale in luglio e agosto. Da qualche anno a questa parte Castelnuovo è una delle sedi del Festival della Poesia, che si svolge nel mese di ottobre.

DA VEDERE
Oggi Castelnuovo Rangone è un centro modernamente ampliato; oltre le antiche case raccolte intorno alla piazza, sulla quale si affacciano la chiesa parrocchiale, il palazzo comunale, la torre medievale, ultimo resto dell’antico castello, si estendono le case, le ville, gli stabilimenti industriali sorti lungo le nuove vie periferiche. La chiesa di Castelnuovo appare citata per la prima volta in una bolla del Papa Lucio III del 1181, col titolo di cappella del castello, da intendersi come il borgo murato, di proprietà del capitolo della cattedrale di Modena. È certo che la cappella, poi chiesa parrocchiale, plebanale, dedicata a Celestino I, papa nel V secolo, subì diversi rifacimenti, l’ultimo negli anni dal 1856 al 1866, quando, ormai cadente e insufficiente al servizio religioso dell’accresciuta popolazione, fu completamente ricostruita, su progetto dell’architetto modenese Cesare Costa. Nel 1888 fu eretto il campanile, su disegno dell’ingegnere castelnovese Pio Soli. Nel 1928 la costruzione dell’edificio fu compiuta con l’edificazione della facciata, in stile neorinascimentale, tripartita, timpanata. Merita di essere citata la decorazione del catino absidale sul tema «il Primato di San Pietro», della cupola, «la Gloria della Croce», dei pennacchi, «i quattro Evangelisti»; tutti questi affreschi sono opera del pittore modenese Evaristo Cappelli, che li eseguì nel 1923. La pala dell'altare maggiore, San Celestino I papa che consegna a San Cirillo il decreto di condanna dell’eresia di Nestorio, è considerata una delle più belle opere del modenese Adeodato Malatesta, fu eseguita nel 1873. Sono firmati dal Malatesta anche i due quadri, San Luigi Gonzaga e Sant'Antonio abate. La torre è a pianta quadrata, faceva parte della rocca marchionale dei Rangoni, fu innalzata negli ultimi anni del XIV secolo; era la torre di guardia del borgo murato circondata dal fossato perimetrale, le cui acque erano alimentate dal rio Gamberi e dal torrente Petazzara, secondo qualche autore così chiamato perché sboccava nella fossa in petto, ossia di fronte, al castello. Nel 1865, l’amministrazione comunale acquistò ciò che restava del castello, fece demolire i tratti delle mura rivolti a occidente e a oriente con la porta d’ingresso, abbattere il ponte, spianare le fosse, ricostruire il palazzo feudale già dei Rangoni, adattandolo a residenza municipale, secondo l’antico schema che prevedeva il portico in basso, la doppia fila di finestre ad arco al piano nobile, il coronamento merlato. Il 17 aprile 1945, un bombardamento aereo anglo-americano colpì pesantemente il paese, danneggiando la torre e il palazzo comunale. Nel dopoguerra si provvide all’accurata opera di ricostruzione. Recenti ritrovamenti hanno riportato alla luce anche l’antica cinta muraria del 1200, una delle più antiche d’Italia, nel centro storico del paese. Presso Castelnuovo, sulla riva destra del torrente Tiepido, si trova la piccola chiesa di Santa Maria del Tiepido. La località fu abitata in età romana, come dimostrato da reperti archeologici: un sarcofago in tufo datato al II secolo d.C., un frammento di pavimento a mosaico in pietruzze bianche e nere, resti di muri di case, tutti della stessa epoca. La chiesa di Santa Maria del Tiepido è citata a partire dal XII secolo, è stata restaurata nel 1966, conservando l’antico aspetto romanico. L’affresco raffigurante la Madonna della Neve, alla quale la chiesa è dedicata è di anonimo autore dei primi anni del XVI secolo. Di particolare rilevanza storica il ritrovamento avvenuto a Montale, sul finire dell’800, di numerosi resti dell’età del Bronzo risalenti al XIV secolo a.C., che testimoniano gli insediamenti della “civiltà delle Terramare” nel periodo 1650-1200 a.C. Proprio a Montale nel 2003 è stato inaugurato il Parco Archeologico, un museo all’aperto di 23.500 m2 dedicato alla più antica civiltà padana, con ricostruzioni a grandezza originale di ambienti e abitazioni protostoriche, zone di scavo e sale didattiche, realizzato in collaborazione tra il Comune di Castelnuovo, il Comune di Modena e il Museo Civico Archeologico di Modena.

A Castelnuovo Rangone ci sono il Parco e una statua dedicati a John Lennon, “poeta, musicista e pacifista”, il parco “Rio dei Gamberi” con una “Collina delle Fiabe” realizzata dal grande scenografo Emanuele Luzzati con le sagome dei personaggi delle favole, le “Parole per la strada” (bacheche di vetro sparse per le vie del paese con testi tratti da romanzi), il Parco “Giovane Holden”, la “Strada Jack Kerouac” (pista ciclabile realizzata sulla vecchia linea ferroviaria Modena - Vignola), il parco dedicato allo statista ed ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il parco intitolato a sir Robert Baden-Powell, fondatore dello scautismo; il parco “Grizzaga” situato nella frazione di Montale; interventi che testimoniano un’attenzione particolare nei confronti della dimensione emotiva e affettiva degli spazi pubblici. All’interno del progetto “Castelnuovo: un paese per i bambini”, da alcuni anni il Comune e la scuola coinvolgono i bambini delle quinte elementari in un progetto di “ripavimentazione” del centro storico. Ad ogni bambino viene chiesto di disegnare una piccola piastrellina che ognuno di loro posa nella pavimentazione, a futura testimonianza. L’esperienza si ripete tutti gli anni in occasione della festa delle scuole. Dal 1998 i bimbi sono affiancati da illustratori e artisti per l'infanzia. A tutt'oggi le opere dei bambini sono più di trecento. Negli ultimi anni, inoltre, l’Amministrazione sta recuperando una parte significativa dell’identità del paese. La riscoperta dei resti dell’antica cinta muraria del 1200, una delle più antiche d’Italia, ha un grande valore storico e culturale. Il progetto rientra nel piano di riqualificazione del centro storico messo in atto negli ultimi anni: valorizzare il centro significa anche valorizzare la funzione sociale e aggregativa del cuore di un paese. Un intervento, dunque, che riscopre il passato guardando al futuro.

ORIGINI E CENNI STORICI
La prima citazione del nome del paese appare in un atto di donazione fatta dal vescovo Ingone all’abate di San Pietro Ardorico, datato 1025, riguardante terreni e case “in Castro Novo super ripam fluminis Tepidi de mane”, come dire in Castelnuovo, sulla riva destra del fiume Tiepido. È noto che nel XIII secolo il castello e una parte del territorio erano di proprietà dei signori Pico della Mirandola, che vi dovevano tenere un presidio di militi; inoltre nel 1391 il marchese di Ferrara ne investì formalmente la famiglia Rangoni. In quel tempo Castelnuovo, allora detto Rangone, era un borgo fortificato raccolto intorno al castello turrito, protetto da una cerchia murata e da un fossato, presidiato da una guarnigione permanente di armati al soldo dei Rangoni. La rivalità tra gli abitanti di Castelnuovo e quelli di Castelvetro, dovuta a questioni di confine e soprattutto all’orgoglio municipale, era assai viva. Nel 1796 l’occupazione francese segnò la fine del feudalesimo e la fine del governo dei Rangoni; modificando anche denominazione del paese in Castelnuovo in Piano. Il passaggio di truppe e la popolazione delle campagne e dei paesi corsero ad aggravare la situazione di miseria in cui versava buona parte della popolazione. Nel 1796, con l’occupazione francese, Castelnuovo in Piano ebbe il titolo di capoluogo di comune e divenne sede di una municipalità nel dipartimento del Panaro; ma nel 1815, l’anno della Restaurazione del duca Francesco IV d’Ausburgo-Este e della riforma amministrativa del ducato, il comune di Castelnuovo fu abolito e aggregato a quello di Spilamberto come sezione (oggi diremmo frazione). Nel 1860, nella nuova riforma del dittatore Luigi Carlo Farini, il comune fu ripristinato e il paese riebbe l’antica denominazione di Castelnuovo Rangone. Negli anni che seguirono l'unità d'Italia, nello spirito di rinnovamento che pervase la nostra regione, anche a Castelnuovo furono attuate diverse opere pubbliche importanti che mutarono l’aspetto del paese.
DATI RIEPILOGATIVI

Popolazione Residente 14.324 (M 7.206, F 7.118)
Densità per Kmq: 633,5
Superficie: 22,61 Kmq

CAP 41051
Prefisso Telefonico 059
Codice Istat 036007
Codice Catastale C242

Denominazione Abitanti castelnovesi
Santo Patrono San Celestino
Festa Patronale 6 aprile

Il Comune di Castelnuovo Rangone fa parte di:
Unione Comuni Terre di Castelli
Regione Agraria n. 6 - Pianura di Modena
Associazione Strada dei Vini e dei Sapori del Territorio Città Castelli Ciliegi

Località e Frazioni di Castelnuovo Rangone
Montale, Cavidole.

Comuni Confinanti
Castelvetro di Modena, Formigine, Modena, Spilamberto.

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CONSORZIO DEL PROSCIUTTO DI MODENA
TERME DELLA SALVAROLA - SASSUOLO (MO)
CONSORZIO ACETO BALSAMICO DI MODENA
L'acetaia di Modena - Castelnuovo Rangone (MO)