TERME DI PORRETTA - PORRETTA TERME (BO)
Casa di Accoglienza Anna Guglielmi - Imola
SOLIDEA - CALZATURIFICIO PINELLI - CASTEL GOFFREDO - MN
BUTOS HO.RE.CA. - Forlimpopoli (FC)
DECATHLON - CASTEL SAN PIETRO TERME (BO)
ALBERGO MIRAMARE - POSITANO - SA
TRATTORIA OMER - MODENA
C.L.M. - CENTRO LAVORAZIONI MECCANICHE - BOLOGNA


 

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Bologna
Emilia-Romagna

Bologna è capoluogo dell'omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. Antichissima città universitaria (ufficialmente dal 1088), ospita numerosissimi studenti che le conferiscono ricchezza e animano la sua vita culturale e sociale. Nota per le sue torri ed i suoi lunghi portici, possiede un ben conservato centro storico (fra i più estesi d'Italia), in virtù di un'attenta politica di restauro e conservazione avviata dalla fine degli anni '60 del secolo scorso, a dispettodei gravi danni, causati dagli sventramenti urbanistici della fine del XIX secolo e dalle distruzioni belliche. La città, lecui origini risalgono ad almeno un millennio prima di Cristo, è sempre stata un importante centro urbano prima sotto i Celti e gli Etruschi (Felsina), poi sotto i Romani (Bononia), poi ancora nel Medioevo, come libero comune (per un secolo è stata la quinta città europea per popolazione). Importante centro culturale ed artistico, anche se questo ruolo fatica ad esserle riconosciuto, mancando sostanzialmente il "capolavoro" di rinomanza mondiale che possa attirare in massa i turisti, ma essendo la sua importanza artistica e monumentale basata su un insieme omogeneo di monumenti ed emergenze architettoniche (le torri medievali, i palazzi d'epoca, le chiese, la struttura del centro storico) ed opere d'arte frutto comunque di una storia architettonica ed artistica di prim'ordine. Bologna è un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie del nord italia, rilevante polo fieristico e area in cui risiedono importanti industrie meccaniche, elettroniche e alimentari. È sede d'importanti istituzioni culturali, economiche e politiche.

Geografia
Bologna è situata nella Pianura Padana, a ridosso dei colli appenninici, fra lo sbocco della valle del Reno e quella del Savena. Il territorio provinciale si estende dai margini meridionali della Pianura Padana confinante con ferrara ai monti dell'Appennino tosco-emiliano, spaziando dai 54 m s.l.m. del centro città, ai 300 m s.l.m. di Sabbiuno e del Colle della Guardia (sempre in territorio comunale) ai 1945 m s.l.m. del Corno alle Scale (in territorio provinciale).
Il comune si suddivide amministrativamente in nove circoscrizioni di decentramento, a cui lo statuto attribuisce il nome di "quartieri": Borgo Panigale, San Donato, San Vitale, Savena, Navile, Porto, Saragozza, Santo Stefano, Reno.


Territorio
Centro commerciale di primaria importanza (Centergross nell'area metropolitana, per un lungo periodo è stato dalla fondazione nel 1979 il maggior centro commerciale all'ingrosso d'Europa, Interporto). È un importante centro fieristico che con la Fiera di Bologna è sededi numerose fiere di caratura europea (Saie, Cersaie, Saiedue, Motor Show, Lineapelle,SANA e la La Fiera del Libro per Ragazzi).
L'area metropolitana comprende numerosi comuni della provincia, per untotale di oltre 750.000 abitanti (che divengono quasi 850.000 considerando anche l'Imolese), area che se riferita alla popolazione "presente" giornalmente sfiora, tuttavia, il milione di persone. La sua influenza economica, culturale e come polo d'attrazione supera ampiamente l'area urbana propriamente detta, estendendosi da Parma fino alle Marche lungo l'asse della via Emilia; si tratta di una sorta di "nebulosa urbana" con oltre 3,5 milioni di abitanti, la cui essenza è stata colta dallo scrittore Carlo Lucarelli, nel suo romanzo Almost Blue, quando fa dire ad uno dei personaggi "Quella che lei chiama Bologna, è un cosa grande, che va da Parma fino a Cattolica ... dove davvero la gente vive a Modena, lavora a Bologna e la sera va a ballare a Rimini ... è una strana metropoli ... che s'allarga a macchia d'olio tra il mare e gli Appennini". Inoltre, ormai si va profilando la fusione con l'area urbana di Modena (dalla quale la separano solo pochissimi chilometri lungo gli assi della via Emilia e della via Bazzanese); lo stesso Aeroporto di Bologna è al servizio diretto dell'intera provincia modenese e dei suoi poli produttivi tessile (Carpi) e delle ceramiche (Sassuolo). La città e la sua area metropolitana, parametrate anche su scala economica, culturale, commerciale, industriale, congressuale, fieristica, finanziaria e sociale, rivestono quindi un'importanza, in ambito nazionale ed europeo, assai superiore a quanto espresso dal semplice parametro demografico (men che meno a quello dellapopolazione ufficialmente residente nel ristrettoambito comunale). La conferma di questo arriva da un interessante studio francese condotto nel 1989 dal gruppo Reclus di Montpellier e commissionato della DATAR (Délégation à l'Amenagement du Territoire et à l'Action Régionale), studio nel quale si formula una classificazione per gradod'importanza delle città con più di 200.000 abitanti di 14 Stati dell'Europa Occidentale emediterranea:Bologna, invero conFirenze e Venezia (dai centri storici più piccoli, ma entrambe poli artistici e culturali di rinomanza mondiale), si situa allo stesso livello assieme a metropoli assai più popolose (ad esempio Glasgow, Edimburgo, Birmingham, Oslo, Helsinki, L'Aia, Dusseldorf, Colonia, Vienna, Lisbona, Marsiglia, Siviglia, Valencia, le stesse Napoli,Genova e la conurbazione Firenze - Prato, in Italia, ecc.); addirittura ad un rango superiore a quello in cui sono collocate altre città più popolose, quali Dublino, Leeds, Liverpool, Lilla, Norimberga, Essen, Dortmund, Brema, Hannover, Saragozza, Malaga, Bilbao, Salonicco, in Italia la stessa Palermo, ecc. Nonostante l'esigua popolazione comunale Bologna è stata anche inserita, dal gruppo di studio GaWC, tra il centinaio di Città globali (o Città del Mondo), in virtù della sua importanza culturale ed economica (invero in categoria D, cioè città globali in formazione, con scarsa evidenza).

Trasporti
La città e la sua area metropolitana sono poste al centro dei traffici dell'Italia produttiva. In linea generale si può affermare che questa funzione di crocevia è resa possibile dallaparticolare posizione geografica che, pur collocandola al margine meridionale della Pianura Padana, la pone, quasi come punto di passaggio obbligato, al centro delle vie di comunicazione che collegano il Nord dell'Italia col Mezzogiorno, sia attraverso la direttrice "adriatica" da Torino, Milano, il Veneto fino alla Puglia, assai più rilevante per traffico di quella "tirrenica" da Genova a Roma, sia attraverso la cosidetta "dorsale appenninica" per Firenze e Roma (che sfrutta, almeno nel primo tratto, la storica ed importante via di penetrazione appenninica rappresentata dalla valle del fiume Reno): infatti proprio queste due direttrici s'incontrano a Bologna, generando un ganglio di comunicazioni stradale, autostradale e ferroviario il cui primato, in termini di traffico, in Italia, può essere insidiato solo dall'area metropolitana milanese.
Non a caso nell'area metropolitana bolognese esiste uno dei maggiori interporti d'Italia, uno dei maggiori centri commerciali all'ingrosso d'Europa (il Centergross), uno dei tre maggiori mercati ortofrutticoli d'Italia (gli altri sono a Roma e Milano, le cui aree metropolitane hanno una popolazione almeno 5 volte superiore a quella bolognese). Bologna è anche uno dei maggiori scali ferroviari merci d'Italia (quello di San Donato, per lungo tempo fra i maggiori d'Europa).

Autostrade
Principale snodo autostradale d'Italia, confluiscono nel nodo di Bologna: la A1 "Autostrada del Sole" Milano-Firenze-Roma; l'asse adriatico A14 Bologna-Ancona-Taranto; la A13 Bologna-Padova. Il raccordo autostradale che circonda la città a ovest, nord ed est è affiancato per circa 22 km dalla tangenziale. La situazione del traffico stradale ed autostradale di Bologna è allarmante. La densità di traffico è una delle massime italiane ed anche l'ambiente e la qualità dell'aria ne risentono fortemente:all'inquinamento proprio del traffico urbano di un agglomerato urbano di un milione di abitanti si aggiunge, nel caso di Bologna, quello di un traffico "di transito" che non ha eguali in Italia, specie in rapporto alla grandezza dell'agglomerato. Sono allo studio (ed alcuni già in atto) progetti che mirano alla decongestione e al potenziamento del raccordo autostradale e della tangenziale (costruzione della 3 corsia dinamica in A14 e ammodernamento degli svincoli della tangenziale tramite l'eliminazione dei semafori con rotatorie nell'innesto con le strade urbane), sì da rendere il traffico più fluido e meno inquinante. Già l'apertura (dicembre 2006) del nuovo casello autostradale "Fiera" che, dall'autostrada immette direttamente dentro il quartiere fieristico, ha portato consistenti ed innegabili benefici in termini di decongestionamento della tangenziale urbana in occasione delle grandi manifestazioni fieristiche.
È allo studio, inoltre, la realizzazione del cosiddetto Passante Nord che, staccandosi dalla A14 dalla zona di Castel San Pietro Terme, dovrebbe collegarsi alla A1 prima di Castelfranco Emilia, transitando, a nord della città, vicino all'Interporto ed al Centergross, in modo da allontanare dall'agglomerato urbano il traffico di solo transito (ed anzi, avvicinarlo a taluni nodi generatori di traffico, quali, ad esempio, proprio i due citati); in tal modo il semianello tangenziale alla città verrebbe lasciato interamente a disposizione del traffico urbano.

Cenni storici
La zona di Bologna risulta abitata fin dal IX secolo a.C., come risulta dagli scavi effettuati a partire da metà '800 nella vicina Villanova, frazione di Castenaso. In questo periodo, e fino al VI secolo a.C., l'insediamento appartiene alla fase indicata appunto come villanoviana ed è sparso in vari nuclei. Nel VII-VI secolo a.C. abbiamo testimonianze di un'apertura ai modelli artistici della vicina Etruria: anche la composizione etnica della popolazione cambia, passando dagli Umbri agli Etruschi che la battezzarono Felsina. Successivamente (V-IV secolo a.C.), con la discesa dei Galli nella penisola gli Etruschi vengono progressivamente messi in minoranza, e il dominio gallico sulla zona durerà fino al 196 a.C., anno in cui i Galli Boi vengono scacciati dai Romani. Nel 189 a.C. questi ultimi fondarono sul sito una colonia di diritto latino a cui diedero il nome di Bononia. Dopo la caduta dell'Impero, fu soggettaad Odoacre, a Teodorico il Grande (493-526), a Bisanzio e infine, nel 727, ai Longobardi, nella cui ottica era solo un centro militare. Nel 774 la città capitola davanti a Carlo Magno, che la consegna al papa Adriano I. Ripopolatasi nel X secolo, Bologna inizia a nutrire aspirazioni comunali, che riuscirà ad affermare alla morte di Mathilde di Canossa, nel 1115, ottenendo l'anno successivo una serie di concessioni giurisdizionali ed economiche dall'imperatore Enrico V. Il comune partecipò alla lotta contro il Barbarossa, conclusasi con la pace di Costanza nel 1183, dopo la quale conobbe una forte espansione, anche edilizia (periodo delle case-torri): fu uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a canali che permettevano il transito di grandi quantità di merci. Basti considerare che alla fine del XIII secolo, con i suoi 50.000, forse 60.000 abitanti era la quinta città europea per popolazione (dopo Cordoba, Parigi, Venezia e Firenze), al pari con Milano ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia. Il complesso sistema di approvvigionamento idrico di cui era dotata la città, mediante una sviluppata rete di canali tra le più avanzate in Europa, si riforniva d'acqua dai torrenti Savena e Aposa e dal fiume Reno (come il Canale Navile ed il Canale di Savena). Questa energia idraulica serviva ad alimentare numerosi mulini per la fiorentissima industria tessile serica e per il trasporto di merci. Dei canali di Bologna (ora quasi tutti interrati) rimangono oggi tracce nella toponomastica.

Nel 1088 fu fondata a Bologna quella che è riconosciuta come la prima università del mondo occidentale (Alma mater studiorum). Nel XIII secolo, Bologna fu coinvolta nelle lotte tra guelfi e ghibellini, con alterne fortune. Ad esempio: se, nel 1249, i bolognesi riuscirono addirittura a catturare Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II del Sacro Romano Impero ed a tenerlo imprigionato fino alla sua morte (1272) malgrado le minacce del potente padre; nel 1275, invece, dopo un tentativo, fallito, della guelfa Bologna di attaccare la ghibellina Forlì, le truppe ghibelline di Guido da Montefeltro, di Maghinardo Pagani e di Teodorico degli Ordelaffi, misero in fuga i bolognesi presso il fiume Senio, al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a Forlì. Nel 1256 il Primo Capitano del Popolo (Giordano Lucino) promulga la "Legge del Paradiso" che riscatta i servi della gleba. Nel 1337 ha inizio la signoria dei Pepoli, definita da alcuni studiosi una "criptosignoria" perché la famiglia cerca di governare ponendosi come primi tra pari piuttosto che come veri e propri signori della città. La signoria presenta forti elementi di continuità col passato, e resisterà fino al 28 marzo 1401 quando diventeranno signori di Bologna i Bentivoglio. Nel 1507 passa allo Stato Pontificio fino al 1796 quando con Napoleone arrivano a Bologna le truppe francesi ma, dopo il Congresso di Vienna (1815) la città ritorna alla Chiesa. Vi si stabiliranno gli Austriaci, per essere poi annessa al Regno d'Italia nel 1860. Bologna festeggia la Liberazione il 21 aprile 1945. La città di Bologna fu esposta a numerose azioni di bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale. L' importanza della città come grande centro urbano di raccordo tra nord e centro ed in particolare il valore strategico del suo nodo ferroviario la resero obiettivo primario da parte dei comandi Alleati. A tal fine il 16 luglio 1943 ebbe inizio una serie di bombardamenti i cui obiettivi erano essenzialmente stategici, ma con un raggio d'azione talmente vasto da coinvolgere gran parte del tessuto urbano e della popolazione. L'attacco ebbe sulla città effetti devastanti tra i quali, lo sconvolgimento della fisionomia di quartieri del centro storico di Bologna e danni ingenti al principale scalo ferroviario. Al termine del conflitto il 44 % del patrimonio edilizio della città era stato distrutto o gravemente danneggiato. Il 25 settembre 1943, Bologna fu nuovamente oggetto di attacchi e incursioni aeree, si contano 936 morti, e migliaia di feriti, a differenza del 16 luglio vengono bombardati i quartieri periferici oltre al centro. Bologna è stata protagonista nella resistenza, dal dopoguerra la città è stata sempre un baluardo e fiore all'occhiello delle amministrazioni di sinistra. Nel 1999 tale tradizione si è interrotta con la storica affermazione di Giorgio Guazzaloca.

Storia recente
Durante l'amministrazione di Renato Zangheri, il 2 agosto 1980 alle ore 10.25 una bomba esplose alla stazione centrale di Bologna causando 85 morti, per quella che passerà alla storia come la Strage di Bologna. Nel 1999 il centro-sinistra perse le elezioni comunali, e gli elettori votarono in maggioranza a favore della coalizione di centro-destra guidata da Giorgio Guazzaloca. L'esperienza del centro-destra venne, poi, bocciata degli elettori bolognesi nel 2004 quando l'ex sindacalista Sergio Cofferati venne eletto Sindaco della città, grazie alla partecipazione determinante della cittadinanza attiva (85 movimenti e associazioni, molte delle quali diedero vita nel 2005 alla rete Unirsi) insieme ai partiti de L'Ulivo e de L'Italia dei Valori.

I portici, le mura e l'architettura
Antichi porticiBologna è la città dei portici: oltre 38 Km nel solo centro storico [10]. Li si trova in quasi tutte le vie del centro e la loro origine è in parte da attribuirsi alla forte espansione che ebbe la città nel tardo medioevo, quando la città e la fiorente università divennero un polo ambito per studiosi e letterati di tutta l'Europa, ma anche per la popolazione proveniente dalla campagna.
Di qui la necessità di sfruttare al meglio gli spazi e aumentare la capienza delle case espandendo i piani superiori al piano terra, dapprima con la creazione di sporti in legno sorretti da travature, e successivamente da portici sorretti da colonne. Peraltro i portici, come anche in altre città vicinanti, costituirono anche un sistema pressoché spontaneo di camminamenti coperti, consentendo perciò di percorrere buona parte delle strade al riparo da pioggia e neve. Esse furono anche un mezzo per l'espansione di attività commerciali e artigiane. Ritenere che la nascita del portico sia solo una diretta conseguenza delle necessità espansionistiche del tessuto urbano è però fare torto ai principi di saggia amministrazione urbanistica che hanno dimostrato gli allora rettori della città. Anzi dobbiamo rilevare la loro lungimiranza e la loro capacità di predisporre dei servizi per tutti, richiedendo un sacrificio alla proprietà privata (i portico sono eretti su suolo privato e la loro manutenzione è di pertinenza del proprietario della casa annessa alla struttura portilizia) obbligandola alla costruzione delle case coi portici e al loro uso pubblico. Un curioso editto del 1288, secondo il quale nessun nuovo edificio doveva essere privo di portico specificava che questi dovevano essere alti almeno 7 piedi bolognesi (2,66 metri), questo per permettere il transito di un uomo a cavallo. Identica anche la larghezza minima. A queste misure non si attenne scrupolosamente la popolazione più indigente che in alcuni casi riservava 1 o 2 piedi alla propria dimora obbligando i cavalieri transitanti a chinare il capo. La struttura romana della città non è più visibile dato che la fisionomia attuale del vasto centro storico si è sviluppata nel XI e XII secolo. Bologna ebbe tre cerchie di mura: la più antica era costruita in selenite e risale all'epoca di Teodorico. Queste furono distrutte per ordine di Federico Barbarossa e al loro posto vennero costruite le più ampie mura dei Torresotti (XII secolo). La terza e ultima più grande cerchia di mura risale al XIII e XIV secolo: e non ebbe mai una efficacia difensiva. Di essa - dopo il discutibile abbattimento avvenuto all'inizio del XX secolo - sono rimaste dieci delle dodici porte e alcuni piccoli tratti. Entro il tracciato di queste mura il tessuto urbano della città è rimasto in gran parte intatto: questo lo rende uno dei centri storici più estesi d'Italia, e i suoi 38 chilometri di portici lo rendono particolare.

Le torri
Le torri gentilizie di Bologna di origine medioevale sono uno dei tratti più caratteristici della città. Secondo il conteggio effettuato da Giovanni Gozzadini nel XIX secolo, le torri nel medioevo sarebbero state addirittura più di 180 (una enormità rispetto all'estensione della città di allora). Stime condotte con metodi più moderni riducono questo numero a 90-100 tra torri e case-torri, un valore comunque considerevole considerando il notevole sforzo necessario all'epoca per edificare costruzioni simili.
Di esse purtroppo se ne sono salvate solo diciassette. Fra le torri superstiti si possono citare la Torre Altabella (61 metri di altezza), la Torre Prendiparte (60 m), e le ben più note Torre degli Asinelli e Garisenda. Le due torri sono i monumenti simbolo della città: la Torre degli Asinelli (alta 97 metri) e la Torre della Garisenda (in origine alta 60 metri, ora 48) edificate per volere di nobili ghibellini nel XII secolo. La più pendente delle due, la Garisenda, fu citata più volte da Dante Alighieri, nella Divina Commedia (Inferno, XXXI, 136-140) e nelle Rime, a riprova del suo soggiorno a Bologna.

Musei e biblioteche
Bologna è una città dal sistema museale molto attivo ed espanso, costituito da ben 43 musei (per lo più Comunali e Universitari) sempre curati ed aggiornati e nei quali, accanto alle ricche collezioni permanenti, stazionano spesso importanti e interessanti mostre. I principali musei sono: le Collezioni Comunali d'Arte, il Museo Civico Archeologico (con collezioni di epoca romana, etrusca e preistorica), il Museo Civico Medievale, la Pinacoteca Nazionale di Bologna (con opere dei Carracci, Giotto, Vitale da Bologna, Raffaello, Guido Reni, Parmigianino), il Museo Morandi, il Museo Civico d'Arte Industriale Davia Bargellini, il Museo del Patrimonio Industriale alla Fornace Galotti, la Galleria d'Arte Moderna di Bologna. L'Università ha un numero elevatissimo di propri musei e biblioteche, quasi uno per ogni facoltà, a cui si aggiungono i musei religiosi. Fra le biblioteche si segnalano la Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio e la moderna Biblioteca Sala Borsa (inaugurata nel 2001). Mentre la più fornita (oltre 1.300.000 libri) è la Biblioteca Universitaria di Bologna dell'Alma Mater Studiorum. Di notevole interesse, e di capitale importanza in ambito nazionale ed europeo, è anche la Cineteca di Bologna, istituzione comunale dedicata al cinema ed alla filmografia.
Di recente costituzione è anche l'interessante Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, che, insieme al Conservatorio Giovanni Battista Martini detiene un notevole insieme di collezioni musicali (libri, strumenti musicali, quadri).



DATI RIEPILOGATIVI

In aggiornamento

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SCUOLE MANZONI - FONDAZIONE ELIDE MALAVASI - BOLOGNA - BO
RISTORANTE SORSIMORSI - IL BUCCHIO - MODENA - MO
IL CERCHIO EDITORE
LA LANTERNA - PASTA ALL'UOVO - SAN GIOVANNI IN PERSICETO - BO
ARTE ORTOPEDICA - BUDRIO - BO
CONSORZIO MARCHIO STORICO DEI LAMBRUSCHI MODENESI - MODENA (MO)
TERME ARTA - VIA NAZIONALE 1 33022 - ARTA TERME (UD)
ERIDANEO - TESSILE CHE ARREDA - CASALMAGGIORE - CR
AGRITURISMO PODERE PIAN D'ANGELO