Alta Val Tidone
Emilia Romagna

 
 
NIBBIANO - MAPPA INTERATTIVA
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Alta Val Tidone è un comune sparso della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna. È stato istituito il 1º gennaio 2018 dalla fusione dei Comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara situati nella Val Tidone. Il 28 maggio 2017 si tenne un referendum in entrambi i comuni che diede esito positivo (887 voti favorevoli e 450 contrari). Istituito ufficialmente con Legge Regionale n. 13 del 18 luglio 2017, pubblicata lo stesso giorno sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 203, il nuovo comune è operativo dal 1º gennaio 2018. La sede municipale è situata a Nibbiano.

Il comune di Alta Val Tidone comprende i centri abitati di Caminata, Nibbiano, Pecorara e le località di Brevì, Busseto, Caprile, Cavaione, Cicogni, Cognoli, Corneto, Corticelli, Costiola, Costalta, Genepreto, Geneprino, Lazzarello, Marzonago, Montemartino, Morasco, Pieve Stadera, Poggio Moresco, Praticchia, Roncaglie Sala Mandelli, Serola, Sevizzano, Strà, Tassara, Trebecco, Trevozzo, Vallerenzo.

NIBBIANO

Situato nella media val Tidone il suo territorio si estende sulla zona collinare punteggiata da piccoli borghi. Il paese si trova nel fondovalle a circa 300 m s.l.m. di altezza, presso la confluenza del torrente Tidoncello con il Tidone, che forma con la diga del Molato il lago artificiale di Trebecco, di cui la parte nord compete a Nibbiano. Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.

ETIMOLOGIA
Deriva dal nome latino di persona Naevius con l'aggiunta del suffisso -anus riferendosi ad un possedimento terriero.


PECORARA

Pecorara è un piccolo centro agricolo situato in una posizione tranquilla e boschiva nella valle del Tidoncello, piccolo torrente tributario del Tidone. Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste. L'usanza della questua del calendimaggio, qui chiamato galëina grisa è ancora viva nella frazione di Cicogni. Nella frazione di Praticchia si può visitare il Giardino botanico alpino ideato da Antonio Ridella, sotto la gestione dell'Istituto di Botanica dell'Università di Pavia, ospita piante d'alta quota che, pur provenendo da vari sistemi montuosi, si sono adattate alle condizioni climatiche dell'Appennino. Pecorara rientra tra i comuni in zona svantaggiata secondo le direttive del Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013 approvato a livello provinciale. L'agricoltura continua ad essere la risorsa primaria del comune anche se le aziende agricole e gli addetti sono in continua flessione e, il ricambio generazionale ne è uno dei principali fattori. I terreni coltivabili si estendono dai punti più bassi del comune a circa 160 m.s.l.m. nelle frazioni Pergallini, Alberta, Pianoni, fino ai limiti del territorio comunale nelle frazioni di Cicogni e Praticchia attorno ai 1000 m.s.l.m.. Il territorio agricolo è caratterizzato da colline pù o meno dolci che lo compongono ma soprattutto per gli innumerevoli edifici rurali ultimi testimoni dell'intensa vita del comune. La maggior parte di essi di costruzione Ottocentesca secondo le caratteristiche tipiche del Podere emiliano: un unico blocco in sassi e legno a comporre la casa del fittavolo, accanto la stalla con sovrsastante il fienile. Oggi, causa il fenomeno dello spopolamento della valle durante il Boom Economico, le aziende agricole sono in numero minore ma di dimensioni maggiori, le produzioni comprendono: il latte crudo, da bovine allevate in regime biologico, così come la carne da allevamenti a pascolo, non meno importanti i cereali, tra cui frumento tenero ed orzo e i pregiati foraggi di erba medica e fieno polifita. Di nicchia, ma non meno importanti invece le produzioni di patate nella cosiddetta "Valle di Sopra" comprendenti il nucleo rurale di Busseto con le relative frazioni; il mais vitreo da polenta e l'allevamento dei suini per la produzione dei salumi insaccati tipici della zona (Salame, Coppa, Pancetta, Ciccioli, Lardo). Fa parte dell'Unione dei Comuni Valle del Tidone.

ETIMOLOGIA
Deriva da pecoraria (luogo delle pecore) dal latino pecus, pecoris, ossia gregge, pecore.

ORIGINI E CENNI STORICI
Anche se il territorio fu abitato nella preistoria, da tracce di insediamenti presso Cicogni, le prime notizie certe risalgono al 833 dove risulta nella Carta di Valla, primo documento che censiva i possedimenti dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio, fondata da San Colombano nel 614. Una strada metteva in comunicazione la val Tidone con il monastero, risalendo il Tidoncello, passava per Pecorara, Cicogni e superato il Colle della Crocetta scendeva a Bobbio in val Trebbia. Era presidiata da torri a Montemartino e Lazzarello e da fortificazioni a Cicogni. Dopo la caduta dei Longobardi a opera di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero costituì i Feudi Imperiali, all'interno della Marca Obertenga, con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare, assegnò Pecorara, con molti dei territori limitrofi, alla famiglia dei Malaspina, con l'arrivo dei Visconti a Piacenza passò alla famiglia Dal Verme assieme alla Contea di Bobbio e Voghera, Pianello Val Tidone, Castel San Giovanni e la Valsassina. Al tempo dei Borbone Cicogni era sul confine tra il Ducato di Parma e Piacenza e lo Stato Sardo. Il territorio comunale di Pecorara è stato teatro negli anni della seconda guerra mondiale di numerosi episodi di lotta di Resistenza da parte delle prime bande Partigiane formatesi nelle colline adiacenti. Nel 2018 confluisce nel comune sparso di Alta Val Tidone.


CAMINATA

Caminata è un piccolo centro agricolo della Val Tidone dalla storia millenaria. Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.

ETIMOLOGIA
Il nome indica una casa medioevale con una grande stanza con camino.

DA VEDERE
Oltre al suo borgo con le caratteristiche case in sasso, la Chiesa dei Santi Sinforiano e Timoteo. Camminamenti segreti (da cui probabilmente trae il nome), oggi murati, torri, botteghe medioevali sono le caratteristiche del borgo, già dogana tra lo Stato Sabaudo ed il Ducato di Parma e Piacenza.

MANIFESTAZIONI
Il Patrono cittadino San Giuseppe è festeggiato a marzo, a maggio si svolge Arte in Festa, a luglio Caminata ospita una tappa dell’Appennino Folk Festival e, infine a settembre il borgo torna al passato con la rassegna Echi Medievali.

CENNI STORICI
Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1859 entrò a far parte nel Circondario di Bobbio della provincia di Pavia e quindi della Lombardia. Nel 1923, smembrato il Circondario, passa alla provincia di Piacenza, poi nel 1928 viene soppresso ed unito al comune di Nibbiano; ritorna autonomo nel 1950 pur rimanendo nella provincia di Piacenza e infine confluisce nel comune sparso di Alta Val Tidone.


ALTRE LOCALITA' DEL COMUNE DI ALTA VAL TIDONE

TREVOZZO VAL TIDONE
Trevozzo rappresenta la frazione più popolosa dell'intero comune e ne fa da riferimento nella "parte bassa" del territorio comunale, in quanto si trova ancora in zona pianeggiante. L'intero paese si sviluppa lungo la S.P. 412 e si colloca dopo l'abitato di Strà in direzione Nibbiano/Passo Penice e confina con il paese di Pianello Val Tidone, da cui la separa il torrente Tidone. Il paese è attraversato dal rio Gualdora (affluente del Tidone) per il cui attraversamento sono presenti due piccoli ponti, di cui uno di antica origine e recentemente ristrutturato. Oltre ad avere tutti i servizi primari (banca, negozi, farmacia), il paese presenta tanti piccoli scorci inusuali e alcune strutture che hanno un valore storico e artistico incomparabile: la fornace, ubicata in zona centrale a ridosso del fiume, da ammirare e di proprietà privata; il castello, di cui si hanno le prime notizie certe nel 1514 (ma sicuramente più antico) quando i proprietari erano i conti Cattaneo e che ospito' nel 1773 la duchessa Maria Amalia d'Austria; conserva ancora oggi due belle torri quadrate angolari e le tracce del ponte levatoio; oggi è una sonutosa residenza privata. Infine, è necessaria una visita alla bellissima chiesa dedicata a S. Maria Assunta.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA A TREVOZZO
Antica e importantissima pieve (dedicata a S. Pietro in Campagnola) venne ricostruita ed inaugurata nel 1705 a seguito di un terremoto. di costruzione barocca ad una sola navata, alla quale è affiancato l'oratorio trecentesco di Santa Maria, risulta essere di pianta ottagonale, con due lati più profondi nei quali sono stati ricavati l'ingresso ed il santuario; ai lati si aprono le cappelle ornate di affreschi. La Chiesa di Trevozzo si è arricchita nel tempo di affreschi, stucchi, dipinti e arredi, che coinvolgono tutto l'ambiente con esiti di notevole qualità ed eleganza. Autore della vasta decorazione fu il pittore ticinese Bartolomeo Rusca (Arosio 1680 - Madrid 1750). Sebbene nei documenti non si faccia espicito riferimento ad opere eseguite ad olio dal Rusca, le forti analogie stilistiche inducono ad attribuire al Maestro anche l'esecuzione della bella pala posta dietro l'altare maggiore. OltRe alle opere pittoriche del Rusca sono da segnalare, per pregevole esecuzione, il coro ligneo del 1712 e nella sacrestia un credenzino in noce intagliato del 1714. Da ricordare l'organo del 1775, attribuito ad un membro della famiglia Bossi, nota costruttrice di tali strumenti, acquistato dall'arciprete Don Antonio Cavalli per 1300 lire dal padre Serafino Roma, guardiano dei francescani di Busseto sul quale un giovane Giuseppe Verdi iniziò a suonare (venne trasportata dalla chiesa di S.Maria degli Angeli di Busseto a Trevozzo nel 1912).

CORTICELLI
Dopo l'abitato di Trevozzo, salendo la S.P. 412 direzione Nibbiano, si svolta a destra dopo il ponte per raggiungere la località Corticelli dove si trova il Castello che prende il nome dalla località. L'altura era difesa da un fortilizio di cui si hanno scarse notizie ma di notevole antichità. Basti infatti sapere che Curticelliera proprietà fondiaria della curtis di Nibbiano, soggetta al diritto del diacono Gerardo, già citato nella sezione di Nibbiano. Al piano terreno dell'edificio sussiste un monumentale camino con stipiti in marmo. L'oratorio del fortilizio o castello, dedicato a S. Elisabetta, conserva una copia della celere Madonna di S.Gerolamo di Antonio Allegri detto il Correggi custodita nella Galleria Nazionale di Parma. Appartenuto per secoli ai Conti Arcelli, il fortilizio, le cui prime notizie risalgono al 1028, era forse costituito in origine da due soli torrioni (ora è a pianta quadrangolare) circondato da un fossato e da una cinta muraria che racchiudevano al loro interno un oratorio e diverse abitazioni rurali realizzate in sasso e tuttora esistenti. Il castello è a disposizione per ricevimenti e meetings, esposizione, cerimonie in cappella privata.

IL LAGO DI TREBECCO
Il lago di Trebecco è ubicato a nord ovest dell'antico borgo di cui ne prende il nome, ed è raggiungibile sia seguendo il percorso della ex ss412 direzione passo del Penice, sia giungendo al borgo di Trebecco, e successivamente proseguendo a piedi fino alle sponde del lago transitando per 1Km nel Parco Regionale del Monte Bissolo. La diga del Molato, che costituisce lo sbarramento che dà origine al bacino, fu commissionata e costruita a partire del 1921 dal consorzio bonifica della val Tidone e terminata nel 1928, la creazione del lago fu concepita allo scopo di formare una riserva idrica per l'irrigazione e in oltre per la produzione di circa 30 milioni di kWh all'anno. Lo sbarramento si presenta con un aspetto architettonicamente interessante con archi multipli, interamente in calcestruzzo, è alto 55 m. sul piano di fondazione e lungo 180 m. sul fronte e 322 m. comprese le strutture laterali, la capacità iniziale del lago di 12,5 milioni di metri cubi è stata ridotta nel tempo a circa 10,5 milioni di metri cubi. Il bacino è lungo 2,5 Km. e largo 750 m.

MANIFESTAZIONI
Ponta e Cull (Pasqua)
Festa della Zobia (settimana di carnevale)

EDIFICI RELIGIOSI
Chiesa dell'Assunta (a Trevozzo)

PERSONAGGI NOTI
Milena Gabanelli, giornalista


Nibbiano

Approfondimento di Antonella Serra

Nibbiano rientra nel percorso della suggestiva Strada dei Mulini che ricalca la tradizione dei mugnai lungo il torrente Tidone affluente del Po. Il paese ha mantenuto fino all’inizio del ‘900 l'aspetto del borgo medievale e attualmente mostra suggestivi scorci vantando il Castello (1029) e la Torre sulla piazza principale; notevole anche la Chiesa di S. Pietro (XVI sec.). Nella frazione Strà visitiamo il Santuario della B. V. Madre delle Genti; a Sala Mandelli il Castello dell’XI sec. e la neogotica Chiesa di S.Andrea, a Trevozzo la Chiesa dell’Assunta con affreschi del ‘700. Il Santuario di S. Maria del Monte (dal quale godremo di una splendida veduta) è legato al “miracolo delle formiche alate”, un fenomeno naturale di sciami che qui convergono per la fecondazione. Segnaliamo inoltre il Lago della Diga del Molato con una sorgente di acqua solforosa che verrà valorizzata col recupero dell’intera area turistica. L’Amministrazione del Sindaco Alessandro Alberici mira alla creazione di posti di lavoro per contrastare lo spopolamento, ponendo la famiglia e la persona al centro dell’azione amministrativa. Percorrendo la Val Tidone da nord a sud, troverete ovunque vitigni coltivati fin dalla notte dei tempi; tutta la valle è infatti costituita da una fuga di colline dove dimorano ameni vigneti, belli per l’avvolgenza del paesaggio ed eccezionali per la qualità dei frutti. Questi vitigni, grazie alla naturale vocazione dei terreni, danno luogo ad una ampia scelta di vini genuini di elevata qualità.

Nel quadro storico l'importanza della valle del Tidone è data sia dalla possibilità di raggiungere, risalendo il corso del torrente e attraverso alcuni valichi, il mare Ligure, sia dal fatto di presentarsi, per la sua posizione di confine con il territorio pavese, come zona di importanza strategica. Abitata sin dall'epoca preistorica, dovette rivestire una certa importanza nel periodo romano, con particolare rilevanza alla confluenza del Chiarone nel Tidone. Nel Medioevo la vallata si presenta costellata, nei punti più strategici, di castelli; ad iniziare dal secolo XVI, quando queste fortificazioni cominciano a perdere importanza militare, avrà inizio anche in Val Tidone la loro trasformazione in comode residenze estive.Concentrando l'attenzione su Nibbiano si osserva che l'antico borgo fortificato, complessivamente, ha conservato pressoché intatto l'impianto originario. Un giro per il paese, infatti, permette di cogliere costruzioni di chiaro stampo medievale che recenti ristrutturazioni edilizie hanno permesso di rivalutare.Tutto il territorio del Comune, comunque, è di grande interesse storico-architettonico, dal Borgo di Genepreto al Palazzo Malvicini Fontana di Sala Mandelli, dal Castello e Oratorio d Stadera e dall'antico torrione di Torre Gandini al palazzo di Tassara fino ai ruderi del ''castrum de durobecho'', l'attuale Trebecco a Corticelli (tra Trevozzo e Nibbiano) dove si può vedere il Castello particolarmente interessante perché legato ad un vero e proprio abitato di tipo medioevale, chiesa, abitazioni e struttura agricola, che meriterebbe una attenta rivalutazione.
Merita una visita per le pregevoli pitture, gli arredi sacri e uno splendido organo a canne proveniente da Busseto sul quale studiò Giuseppe Verdi la bellissima chiesa barocca di Maria Assunta a Trevozzo. Nel territorio del Comune vi è inoltre la Diga del Molato, realizzata negli anni '30 su progetto dell'Ing. Augusto Ballerio, che da sempre ha caratterizzato l'Alta Val Tidone, da alcuni anni soggetta ai lavori di adeguamento e di messa in sicurezza che, una volta terminati, ne permetteranno il rinvaso ed il rilancio turistico della vallata.
La diga realizzata ad ''archi multipli'', sistema non più utilizzato, è l'unica del suo genere ad essere ancora in uso.

DATI RIEPILOGATIVI

Codice Istat: 033049 - Cap: 29031
Abitanti: 3.016 (Istat 01/01/2019)
Pop. straniera residente: 267 (Istat 2019)
Superficie: 100,86 kmq
Densità demografica: 30 ab/kmq
Altitudine centro: 284 m s.l.m
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SALUMIFICIO PIANELLESE Srl
TENUTA LA TORRETTA - Azienda Agricola Dionisia di Corcelli Nicoletta - Località Torretta - Trevozzo Val Tidone - Nibbiano - PC
VINI PASSERINI
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